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Il caso Oneda

Ultimo Aggiornamento: 22/12/2005 22:18
09/10/2005 10:50
 
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I coniugi Oneda, i due genitori sardi accusati di aver lasciato morire una loro figlia per non averla sottoposta a delle trasfusioni di sangue, sono stati infine condannati dalla corte d'Assise d'Appello di Roma, con sentenza del 13 giugno 1986, a 3 anni e 8 mesi di reclusione per omicidio colposo.
Si veda http://www.infotdgeova.it/oneda.htm

Di tale condanna non si è però parlato in nessuna pubblicazione della WTS e la stragrande maggioranza dei TdG non è quindi a conoscenza di come si sia conclusa la vicenda. Molti sono convinti che gli Oneda siano stati assolti. Questo infatti è quello che si può comprendere dalla lettura di Svegliatevi! dell'8 maggio 1984, nella quale venne pubblicato un articolo dai toni trionfanti, con in copertina una foto dei coniugi ritratti mentre uscivano da carcere.

Come mai non è stata riferita anche la sentenza definitiva, emanata dalla Corte d'Assise di Appello di Roma?

Ecco la risposta che viene data nel libro "I testimoni di Geova e la politica: martiri o opportunisti? (di Aveta - Pollina, 1990, p. 29):

«La ragione, gelosamente nascosta dalla Congregazione centrale di Roma, è data dal fatto che agli Oneda, trasferiti dalla Sardegna ad Arezzo, è nato un altro bambino, anch'egli colpito da talassemia major, che questa volta viene trasfuso senza clamori e senza opposizioni. Gli Oneda, "campioni della libertà di adorazione", sono divenuti personaggi scomodi e devono sparire dalla circolazione; di loro non si parlerà più!».

Achille
09/10/2005 11:14
 
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Grazie Achille, per questa doverosa precisazione.

Infatti anche qui nella comunità WTS calabra, la "leggenda" narra che la piccola Oneda sia morta in seguito alla trasfusione coatta (???).

Ciò che mi ha fatto riflettere di più è il pensiero che mentre questi due genitori dovevano inventarsi
una scusante non dico per evitare la condanna, ma almeno per cercare di riflettere sulle loro azioni (non è compito mio quello di giudicare), la WTS incoraggiava gli altri fratelli a fare i pionieri per propagandare il sedicente messaggio biblico, invece di dare un pò di aiuto morale a quelle due persone.

Se non altro, per salvare la faccia...
Valentina
09/10/2005 22:20
 
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Grazie Achille.
Infatti ´tra i tdg si diceva di come sono stati trionfanti gli Oneda.
Questa è la prima volta che sento queste cose nascoste dalla wts.Sinceramente non le avevo lette neanche sul forum.
Ci andrò subito [SM=g27821]
"La religione non deve dividere ne ora ne mai,ideologie estreme portano sempre guai"
09/10/2005 22:49
 
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Re:

Scritto da: Achille Lorenzi 09/10/2005 10.50
I coniugi Oneda, i due genitori sardi accusati di aver lasciato morire una loro figlia per non averla sottoposta a delle trasfusioni di sangue, sono stati infine condannati dalla corte d'Assise d'Appello di Roma, con sentenza del 13 giugno 1986, a 3 anni e 8 mesi di reclusione per omicidio colposo.
Si veda http://www.infotdgeova.it/oneda.htm

Di tale condanna non si è però parlato in nessuna pubblicazione della WTS e la stragrande maggioranza dei TdG non è quindi a conoscenza di come si sia conclusa la vicenda. Molti sono convinti che gli Oneda siano stati assolti. Questo infatti è quello che si può comprendere dalla lettura di Svegliatevi! dell'8 maggio 1984, nella quale venne pubblicato un articolo dai toni trionfanti, con in copertina una foto dei coniugi ritratti mentre uscivano da carcere.

Come mai non è stata riferita anche la sentenza definitiva, emanata dalla Corte d'Assise di Appello di Roma?

Ecco la risposta che viene data nel libro "I testimoni di Geova e la politica: martiri o opportunisti? (di Aveta - Pollina, 1990, p. 29):

«La ragione, gelosamente nascosta dalla Congregazione centrale di Roma, è data dal fatto che agli Oneda, trasferiti dalla Sardegna ad Arezzo, è nato un altro bambino, anch'egli colpito da talassemia major, che questa volta viene trasfuso senza clamori e senza opposizioni. Gli Oneda, "campioni della libertà di adorazione", sono divenuti personaggi scomodi e devono sparire dalla circolazione; di loro non si parlerà più!».

Achille



Vi inserisco la pagina del libro citata da Achille:






Ciao

Bruno

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10/10/2005 02:14
 
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Re:

Nel 1982 la Betel italiana a seguito della pena detentiva dei coniugi ( 14 anni più 3 di libertà vigilata ) comunica alle congregazioni che “ colpendo gli Oneda si é voluto colpire l’Organizzazione e nella fattispecie il Loro diritto alla libertà di religione, sancito dalla Costituzione “ ed affinché l’opinione pubblica sia informata ha prodotto un volantino informativo da diffondere in tutta l’Italia, perché “ Qualsiasi arma formale contro di noi non avrà successo, ci assicura Geova ( Isaia 54.17 ).
Inoltre é stata redatta una lettera da inviare alle autorità, quali, il Presidente della Repubblica ( Sandro Pertini ) ecc.
Concludo con una sola nota.
Molti testimoni di Geova chiesero informazioni alla Betel italiana se potevano contribuire alle spese legali riguardanti il caso. La risposta non si fece attendere, effettivamente le spese sono e saranno notevoli, per cui i singoli testimoni di Geova intenzionati, parteciparono precisando che la contribuzione é per il fondo assistenza legale.
Il resto é storia odierna.

Vitale
La giustizia di ogni luogo é l'ingiustizia di ogni luogo.
Martin Luther King
11/10/2005 18:26
 
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vally82 ha scritto:

Grazie Achille, per questa doverosa precisazione.

Infatti anche qui nella comunità WTS calabra, la "leggenda" narra che la piccola Oneda sia morta in seguito alla trasfusione coatta (???).

Se così fosse gli Oneda sarebbero stati assolti e non condannati per omicidio colposo.
La piccola è morta durante un'ultima disperata trasfusione, fatta però quando ormai era troppo tardi. Per alcuni mesi le strutture sanitarie si "dimenticarono" di far trasfondere coattivamente la figlia degli Oneda, e gli Oneda non si preoccuparono certo di richiedere l'intervento dei sanitari. Così, quando le condizioni della piccola Isabella si aggravarono, e la bambina venne portata all'ospedale da un vigile urbano, ormai non c'era più nulla da fare e Isabella morì mentre le praticavano la trasfusione.

Ciao
Achille
11/10/2005 19:06
 
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Una sentenza in cui si è parlato anche del caso Oneda (Pretura di Roma - Sentenza n. 606 del 3 aprile 1997 ):

... Invero, trattasi di principi in ordine ai quali la giurisprudenza di legittimità si è più volte espressa in senso conforme a quanto sopra esposto e, in particolare, non si può rammentare il dibattito giurisprudenziale svoltosi in merito al noto caso Oneda, assai simile a quello oggi in esame poiché anche in quell'occasione imputati di omicidio colposo erano stati i genitori, testimoni di Geova, che avendo omesso indispensabili terapie trasfusionali per la figlia talassemica avevano contribuito a provocarne la morte. Ebbene in quel caso la Corte di Cassazione evidenziò la necessità di un attento esame dell'aspetto soggettivo della condotta degli imputati essendo, invece, risultata contraria ai principi di diritto, la motivazione della Corte d'assise d'appello di Cagliari laddove era stata fatta coincidere la prevedibilità dell'evento morte con la volontarietà dell'evento stesso (Cfr. dapprima Corte d'Assise d'Appello Cagliari sent. 13 dicembre 1982, Oneda e Costanzo e, poi, Cass. pen. Sez. 1, sent. 13 dicembre 1983, Oneda e Costanzo).

Ed infatti, alla stregua dei principi di diritto enunciati alla Corte di Cassazione, il caso si chiuse con la pronuncia dell Corte d'assise d'appello di Roma, giudice di rinvio, che ritenne doversi configurare a carico degli imputati il reato di omicidio colposo (Cfr. Corte d'assise d'appello Roma, sent. 13 giugno 1986, Oneda e Costanzo).

http://praticanti.altervista.org/index.php?name=PNphpBB2&file=viewtopic&t=2913

12/10/2005 15:23
 
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Re:

Testimoni di Geova - Società - Stato

I termini del problema

Luglio 1980, ore 18.
Per i medici della 2° clinica pediatrica dell'Università di Cagliari non è un pomeriggio come tanti altri; viene ricoverata d'urgenza Isabella Oneda, di due anni e mezzo, da Sarroch, un piccolo comune della provincia cagliaritana. La bambina che già all'età di sette mesi aveva manifestato visivamente i sintomi di una grave malattia, è affetta da betatalassemia major, dai più conosciuta come anemia mediterranea; la sua agonia termina alle 19.50 dello stesso giorno. La sorte della piccola, tuttavia, non segna soltanto l'esito ineluttabile di un male crudele, ma costituisce l'inizio di una vicenda giudiziaria sulla quale sono stati spesi fiumi di parole. Pochi giorni dopo Giuseppe Giovanni Oneda e Consiglia Costanzo, genitori di Isabella, vengono importati dal magistrato inquirenti di avere volontariamente cagionato il decesso.
I due, che al momento dell'insorgere della malattia erano ancora cattolici, erano stati convinti nel giugno 1979, ad aderire al movimento dei testimoni di Geova, e mentre fino a quel momento avevano con notevole scrupolo osservato le indicazioni mediche che prescrivevano a Isabella periodiche trasfusioni di sangue da eseguire ambulatoriamente, a partire dalla conversione, si erano rifiutati di condurre la piccola in ospedale.
A tale comportamento erano seguiti vari provvedimenti presi dal Tribunale per i minorenni ( Sardo ) in collaborazione con la 2° clinica pediatrica cagliaritana e con il comune di Sarroch, tesi a garantire, nonostante l'opposizione dei genitori, il ricovero ( Coatto ) della bambina e la sua sottoposizione alla terapia emotrasfusionale, finché un'ordinanza tribunalizia del 3 maggio 1980, nella convinzione di poter risolvere il problema una volta per tutte, aveva disposto che ogni 28 giorni i coniugi Oneda avrebbero dovuto accompagnare Isabella in clinica per il controllo del tasso di emoglobina e per l'eventuale emotrasfusione.
Dopo questa ordinanza, la bambina tornava in ospedale soltanto il 2 luglio accompagnata dalla forza pubblica.
Al processo celebrato davanti alla Corte d'Assise di Cagliari gli Oneda sono riconosciuti colpevoli di omicidio volontario e condannati alla pena di 14 anni di reclusione ciascuno ( Corte d'Assise di Cagliari, sentenza 10 marzo 1982, pubblicata in il foro italiano 1983, parte seconda - pag. 27 e SS. con nota di G.Fiandaca ).
In appello la pena viene ridotta a 10 anni ( Corte di Appello di Cagliari, sentenza 13 dicembre 1982, pubblicata in Giurisprudenza di merito, anno 1983, parte seconda - Giurisprudenza penale, p.p. 961 e SS. con nota di M.F. ). Ma la vicenda non è ancora conclusa; la Corte di Cassazione, investita della causa, ha annullato in seconda sentenza per difetto di motivazione in ordine all'elemento psicologico del reato e ha rinviato per la decisione nel merito alal Corte di Assise d'Appello di Roma ( Corte di cassazione, sezione 1° penale, sentenza 13 dicembre 1983, pubblicata in Il Foro Italiano 1984, parte seconda, pag. 361 e SS. Con note di Pierangela Fois dal titolo Libertà di coscienza, doveri dei genitori, diritti del minore.
Il clamore suscitato dall'esito del processo di primo grado, e dalla parziale conferma di esso in Appello, ha valicato i confini delle riviste specializzate; i testimoni di Geova ne hanno tratto spunto per intraprendere una capillare campagna di protesta contro le menzionate decisioni giudiziarie e, al tempo stesso, di propaganda delle proprie tesi, ancora una volta condite da abbondanti dosi di vittimismo e di artata disinformazione del vero. Sulle pubblicazioni di carattere anche strettamente giuridico si sono susseguiti i commenti e i pareri; e se da un lato vi sono stati interventi puntuali nel merito del problema, dall'altro non è mancato chi si è abbandonato a considerazioni di carattere generale quanto meno superficiali.
Così, accanto al biasimo per il fanatismo del quale i testimoni di Geova sono una delle espressioni, si è levato, senza operare distinzione alcuna, il preoccupato grido di allarme per la ripresa della religiosità in Occidente ( Michele Del Re - Tabù del sangue e religione ragionevole in Il Tempo, 1° ottobre 1982 ), “ cui evidentemente non lo si è detto ma è sottinteso, può e deve contrapporsi un sano e moderato laicismo “ e, in particolare, per l'opera ( cui si assiste ) di fortissimo e talvolta turbolento richiamo al valore della sacralità ( Vittorio Frosini, Libertà dei culti e coscienza civile in Il Tempo, 10 settembre 1982 ), e con originalità a sicura conoscenza del fenomeno, si è agitato lo spettro della setta del Tempio del Popolo, autoeliminatasi in Guyana, come esempio di esperienza religiosa presa troppo sul serio, da tenere pertanto a debita distanza ( Il luogo comune gioca su una diffusa e superficiale informazione circa la setta fondata da Jim Jones; in proposito il mio suicido come esito coerente del parossismo rivoluzionario in “ Cristianità “ anno XI n° 101-104 novembre,dicembre 1983 ), come dire, chi ha fede si calmi! Altri invece, criticando i giudici di Cagliari, ha manifestato il dubbio che attraverso il “ caso Oneda “, si sia colpita non una responsabilità ma una confessione, un dubbio che si affaccia prepotentemente come una spettrale idea, come una inquietante ipotesi di intolleranza e di insofferenza ben più arcaica e tenebrosa dell'horror sanguinis dei testimoni di Geova ( Mauro Barni, Giustizia e intolleranza? In Avanti del 24 marzo 1982 ); un dubbio condiviso anche dal vaticanista Gregorio Donato, per il quale la vicenda dei coniugi Oneda ripropone il problema di una effettiva libertà di religione nel nostro paese ( In Com - Nuovi Tempi, 21 marzo 1982 ).

In questo momento non si valuta i motivi che sono alla base delle sentenze sopra citate, e sulle quali comunque più avanti verrà trattato; è invece opportuno estendere il discorso dal singolo e pur rilevante episodio, che ha toccato un particolare aspetto dell'etica dei testimoni di Geova, al comportamento che in generale gli adepti del movimento mantengono nei rapporti con gli altri uomini, con la società, con lo Stato.
La giustizia di ogni luogo é l'ingiustizia di ogni luogo.
Martin Luther King
15/10/2005 00:16
 
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Re: Re:

Scritto da: Vitale 12/10/2005 15.23

Testimoni di Geova - Società - Stato

Quello dei coniugi Oneda non è certamente il primo caso di aver fatto incontrare le strade, pur differenti, dei testimoni di Geova e dell'Autorità giudiziaria e più volte la magistratura si è occupata di atteggiamenti del " movimento " poco conformi al vivere civile. Solo per restare nel campo delle emotrasfusioni, non si possono dimenticare i numerosi provvedimenti emessi in passato per superare l'opposizione dei membri del movimento, a suo tempo, tra l'altro, fece parlare l'ordinanza del Pretore di Casoria con la quale si disponeva il ricovero coatto in ospedale di una bambina priva di cure perché anche in questo caso, la madre, testimone di Geova, rifiutava la terapia trasfusionale ( L.M.Lombardi Satriani, Perché un testimone di Geova preferisce far morire la figlia - Corriere della Sera 2 dicembre 1977 ), ne va trascurata la discreta giurisprudenza formatasi in tema di rifiuto di adempimento agli obblighi di leva ora divenuta facoltativa, rifiuto a prestare giuramento come testimone e dell'esercizio della funzione di giudice popolare. É un problema che non interessa solo l’Italia, ma ogni Stato in cui il movimento abbia messo piede.
La questione si può quindi porre in questi termini: alla luce del modo in cui i testimoni di Geova considerano i propri rapporti etico-sociali, qual'é stata finora la risposta degli ordinamenti civili interessati? E ancora: si può ipotizzare una soluzione di massima per le relazioni tra questi ultimi e la libertà di esistenza e di propaganda del movimento?
La giustizia di ogni luogo é l'ingiustizia di ogni luogo.
Martin Luther King
21/12/2005 12:15
 
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Re:

Scritto da: Achille Lorenzi 09/10/2005 10.50
«La ragione, gelosamente nascosta dalla Congregazione centrale di Roma, è data dal fatto che agli Oneda, trasferiti dalla Sardegna ad Arezzo, è nato un altro bambino, anch'egli colpito da talassemia major, che questa volta viene trasfuso senza clamori e senza opposizioni. Gli Oneda, "campioni della libertà di adorazione", sono divenuti personaggi scomodi e devono sparire dalla circolazione; di loro non si parlerà più!».

Achille



di questa storia ne ho sentito parlare spesso (i miei suoceri ospitarono per tutto il tempo del processo l'avvocato degli Oneda a casa loro)... Però qualcuno mi disse che gli Oneda dopo il trasferimento si sono dissociati dall'organizzazione. Ne sapete qualcosa voi?
Ciao.
SimonaD
"Che fine fa tutto l'odio quando guardi negli occhi il nemico e vedi te stesso? Che prezzo ha la pietà? Quante volte devo perdonare mio fratello?" (The End of the wars)
21/12/2005 12:55
 
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Re: Re:

Scritto da: SimonaD 21/12/2005 12.15


di questa storia ne ho sentito parlare spesso (i miei suoceri ospitarono per tutto il tempo del processo l'avvocato degli Oneda a casa loro)... Però qualcuno mi disse che gli Oneda dopo il trasferimento si sono dissociati dall'organizzazione. Ne sapete qualcosa voi?
Ciao.
SimonaD



Cara SimonaD,
non posso risponderti perchè quello che so l'ho ri-letto qui!
Posso però cercare di comunicarti la sensazione che ho avuto e che ho tutt'ora quando ho letto questi fatti.

Sento come un blocco alla base dello stomaco e devo fare appello a tutta la mia rezionalità per cercare di soffocare un bassissimo sentimento che mi assale. (Qui ci vorrei mettere una faccina ma non la trovo!).
Mi vergogno di vedermi capace di sentimenti che non ho mai provato in vita mia. Mia figlia ha 2 anni e 2 mesi e pensare che una bimba di questa età sia stata vittima di strumentalizzazioni e interpretazioni della Bibbia mi fa stare male. Mi piacerebbe chiedere l'opinione dei Testimoni di Geova, magari quelli che si dichiarano "di mentalità aperta al pluralismo" e sentire che cosa ne pensano!
Luigi? Ci sei ancora? [SM=g27832]
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Scritto da: SimonaD 21/12/2005 12.15 di questa storia ne ho sentito parlare spesso (i miei suoceri ospitarono per tutto il tempo del processo l'avvocato degli Oneda a casa loro)... Però qualcuno mi disse che gli Oneda dopo il trasferimento si sono dissociati dall'organizzazione. Ne sapete qualcosa voi?

No, io non ne so nulla.
E a quanto mi risulta la Società non ha più parlato ufficialmente di loro dopo la pubblicazione degli ultimi articoli sul caso nella Svegliatevi! dell'8/5/1984.

Ciao
Achille
22/12/2005 11:25
 
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A me è giunta voce che in seguito hanno avuto un altro figlio talassemico e l'hanno fatto trasfondere.
Chiedo conferme documentarie se qualcuno ne ha.
----------------------
est modus in rebus
22/12/2005 11:54
 
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Re: Re: Re:

Scritto da: nemorino60 21/12/2005 12.55 Mi piacerebbe chiedere l'opinione dei Testimoni di Geova, magari quelli che si dichiarano "di mentalità aperta al pluralismo" e sentire che cosa ne pensano!
Luigi? Ci sei ancora? Nemorino60



Questo cosa c'entra? Un colpo al di sotto della cintola, ti pare?

Non credo che nessuno mai debba essere strumentalizzato per nessuna idea o ideologia, ti va bene questo?
Penso che Luigi e altri possano dire la stessa cosa.
---------------------------------------------------------
"Mi chiamo Massimo e avrò la mia vendetta.
In questa vita o nell'altra."
22/12/2005 12:22
 
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Re: Re: Re: Re:

Scritto da: genesis2000 22/12/2005 11.54


Questo cosa c'entra? Un colpo al di sotto della cintola, ti pare?

Non credo che nessuno mai debba essere strumentalizzato per nessuna idea o ideologia, ti va bene questo?
Penso che Luigi e altri possano dire la stessa cosa.



Carissimo Romolo,
sono d'accordo con te, scusami, non volevo essere offensivo nè tantomeno dare un colpo basso, solo che la WTS ha strumentalizzato questa povera coppia fin quando è servita per perorare la causa dell'attacco alla "libertà religiosa". Conoscendo ora come stanno i fatti mi sembra che i TdG, ma proprio tutti, non solo quelli di mentalità aperta al pluralismo, debbano prendere le giuste distanze come appartenenti al "movimento" che si è reso promotore di tale propaganda. Il problema è che i più non lo fanno perchè non lo sanno. Ma chi sa.... cosa ne pensa? Questo volevo dire!
Con amicizia
Nemorino60
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22/12/2005 13:50
 
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Re:

Scritto da: berescitte 22/12/2005 11.25
A me è giunta voce che in seguito hanno avuto un altro figlio talassemico e l'hanno fatto trasfondere.
Chiedo conferme documentarie se qualcuno ne ha.



quoto Berescitte.
Sarebbe di estremo interesse.

Però devo anche dire che se sono usciti dall'organizzazione , si saranno perse le tracce degli Oneda.
Solo un dossier giornalistico potrebbe darci notizie
In Italia, comunque, la memoria sul caso Oneda è ancora viva in molti che si interessano dei TdG.

------------------------------------------------
Il MALE sono quelli che impongono la propria autorità come verità assoluta e non si dispongono alla verità come autorità assoluta.



22/12/2005 15:49
 
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Re: Re: Re: Re: Re:

Scritto da: nemorino60 22/12/2005 12.22
Carissimo Romolo,
sono d'accordo con te, scusami, non volevo essere offensivo nè tantomeno dare un colpo basso, solo che la WTS ha strumentalizzato questa povera coppia fin quando è servita per perorare la causa dell'attacco alla "libertà religiosa". Conoscendo ora come stanno i fatti mi sembra che i TdG, ma proprio tutti, non solo quelli di mentalità aperta al pluralismo, debbano prendere le giuste distanze come appartenenti al "movimento" che si è reso promotore di tale propaganda. Il problema è che i più non lo fanno perchè non lo sanno. Ma chi sa.... cosa ne pensa? Questo volevo dire!
Con amicizia
Nemorino60



Comprendo bene (ora) quello che volevi dire. Mi chiedo però quanti siano a ricordare il clima che si viveva in quegli anni.
Io ricordo molto bene, nonostante la mia giovane età, il clima pesante che si respirava in quel periodo, ricordo le lettere che ci invitarono a scrivere per perorare la causa (anche quelle per il Malawi, ricordate?) e le domande "troppo" precoci che facevo a mia madre sul perchè a quella bambina la volevano far morire...... i giudici!
Insomma, mi è rimasto impresso tutto, mi ha lasciato il segno. Spero che non accada mai più.

Ho anche io un figlio piccolo, caro Valentino, capisco il nodo alla gola che ti viene e il mal di stomaco che hai detto di avere quando affronti questi argomenti.
Dispiace troppo sentire di bimbi che soffrono.
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22/12/2005 16:29
 
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Re:malawi...
...per perorare la causa (anche quelle per il Malawi, ricordate?) e le domande "troppo" precoci che facevo a mia madre sul perchè a quella bambina la volevano far morire...... i giudici!
Insomma, mi è rimasto impresso tutto, mi ha lasciato il segno. Spero che non accada mai più.
________________________________________________________________

sul malawi la testimonianza del fratello r.franz nel libro "crisi di coscienza" ci ricorda ancora una volta quanto il potere religioso,capace di entrare negli aspetti più intimi dell'esistenza di un uomo,vada rifuggito.

che amarezza leggere quelle pagine...

[SM=g27812] [SM=g27812] [SM=g27812]

[Modificato da giainuso 22/12/2005 16.31]

[Modificato da giainuso 22/12/2005 16.32]

[Modificato da giainuso 22/12/2005 16.37]

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