Per i non addetti ai lavori dirò che…
... questo accenno di Maurizio fatto qui sopra a Polymetis…
>Sembri “berescitte” che tira la coperta della “scienza” come l’Enciclica di Leone XIII Aeterni Patris, che affermava di studiare come cattolici la filosofia. Sì, ma quella di S. Tommaso. Facendola così diventare “LA” filosofia.
… vorrebbe far credere che non esista LA filosofia ma solo dei sistemi filosofici, ovvero vedute personalissime del reale che non possono approdare ad alcunché di comune. E in questi sistemi vorrebbe comprendere anche la cosiddetta filosofia aristotelico-tomista.
Invece la verità è che tutti i filosofi hanno un qualcosa in comune, e per questo è arricchente conoscere il pensiero di tutti (ad es. Nietzsche, un filosofo dichiaratamente ateo, ha delle intuizioni di verità condivisibilissime).
La verità è che LA FILOSOFIA viene fuori come sintesi dall'insieme di tutte queste riflessioni. E ciò che rende la veduta filosofica aristotelico-tomista preferibile agli occhi della Chiesa tanto da utilizzarla come "ancilla theologiae" è il suo sottofondo costante definito "realismo", il quale, gratta gratta, è condiviso da tutti gli altri filosofi. Anche quelli più critici contro il realismo (si pensi a soggettivismo, razionalismo, idealismo, kantismo, nihilismo, strutturalismo, esistenzialismo ecc...) con il loro comportamento pratico dimostrano senza ombra di dubbio che si comportano "come se" il realismo fosse vero, confermandone la ineludibile veridicità di fondo e... usando i ferri del mestiere propri di quella filosofia. Così che la Chiesa ha definito la sua scelta filosofica come non collegata e dipendente da nessun sistema ma basata sulla "philosophia perennis" intendendo con questa espressione appunto il realismo che sottostà ad ogni sistema, nonostante ogni negazione a chiacchiere, e che nel sistema aristotelico-tomista è la base portante.
Ed invero sarebbe divertentissimo vedere come diamine potrebbe un filosofo non realista dare valore al proprio ragionamento rinnegando, ad esempio, 1) il valore dell'evidenza (esterna ed interna) come dato di partenza di ogni riflessione; 2) i principi di causalità, non contraddizione, identità, ragione sufficiente (scoperti e non inventati arbitrariamente da Aristotele come funzionamento obbligato della mente); 3) il sillogismo che regola l’attività logica della mente eccetera… Così che, nell’ambito di questo sistema, si è potuto con tutta ragione coniare lo slogan "se siamo d'accordo che si possa filosofare filosofiamo, ma se vogliamo negare che si debba e possa filosofare allora si dovrà comunque filosofare per dimostrarlo" (ma detto in latino è meglio).
----------------------
est modus in rebus