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Disassociazione geovista e scomunica cristiana

Ultimo Aggiornamento: 15/09/2005 09:05
15/09/2005 09:05
 
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L'accostamento della disassociazione geovista alla scomunica cristiana, ravvisa i caratteri di offesa allo Stato, di ritorsione alla Cristianità e di presunzione indebita di analogia.
Il movimento, nella difesa della " sua " disassociazione, invisa per molti versi a tutti, non pochi geovisti compresi, argomenta, fra l'altro, in questi termini: " Anche nell'ambito disciplinare cattolico è previsto il provvedimento della scomunica ".

Quando il movimento menziona l'esistenza di un provvedimento di scomunica di una qualsiasi organizzazione religiosa e tenta di analogarlo alla " sua " disassociazione, compie un subdolo sforzo di autolegittimazione di fronte allo Stato, ma non nasconde una offesa alla libertà dello Stato, una malcelata ritorsione nei confronti dell'intera Cristianità e una presunzione indebita di analogia.

Offesa allo Stato

Lo sconfinamento della WTS nel diritto ecclesiastico altrui, divagazione utile solo dei meno accorti, è piuttosto una perdita di tempo nel compito diritto -dovere, di stabilire la bontà del proprio provvedimento indipendentemente da tutto e da tutti.
Molto più utile, allo Stato e a tutti quelli ai quali si chiede la legittimazione, sarebbe la preoccupazione, da parte del movimento di chiarire con una legislazione precisa, trasparente e stabile bandendo il facile superamento delle norme in dipendenza dei frequenti ritrovati del dogma della " nuova luce " e la filosofia, i contenuti, i metodi, le finalità della " sua " disassociazione.
Non può essere concesso l'avvallo di un provvedimento disciplinare di una sedicente organizzazione " religiosa " solo basato su di una supposta analogia con un'altro provvedimento di altra associazione religiosa. Questo modo di procedere ravvisa i caratteri di un malaccorto marchingegno montato ad arte per raccogliere consensi da provvedimenti non suoi, specie se si tratta di provvedimenti di associazioni religiose cariche di storia, di esperienza e legittimità.
Ciascuno dinnanzi allo Stato risponde per quello che è e non per quello che sono gli altri. Ciascuno risponde in base alla sua propria filosofia, alla sua anima, alle sue vere finalità, alle sue tradizioni. Quindi l'accostamento del movimento ai provvedimenti altrui è irrilevante per lo Stato, perché tendenzialmente condizionante, offensivo della libertà dello Stato. Lo Stato provvede sovranamente e indipendentemente da tutti a regolare i suoi rapporti con chi vuole. È bene ricordare ad esempio, che lo Stato non è obbligato a intraprendere " intese " con nessuno. Lo Stato si regola solo in base alla sua Costituzione e alle sue Leggi, salva l'indipendente e incondizionata libertà di iniziativa, di studio, indagine, di confronto con chiunque.

Ritorsione alla Cristianità

Da ultimo, l'accostamento della disassociazione alla scomunica è presunzione indebita di analogia.
La differenza tra disassociazione e scomunica è notevole, a partire dalla denominazione. Perché il movimento parla di " disassociazione " e non di " scomunica "? Questa differenziazione di denominazione è solo un fatto di facciata, un bisogno viscerale del movimento di distanziarsi in tutto da tutto, oppure ci sono motivi più seri? Se non c'erano motivi seri per differenziarsi, perché il movimento non si è uniformato alla nomenclatura cristiana?
La disassociazione da parte del movimento, nei suoi contenuti, nei suoi metodi, nelle sue finalità, va contro i principi costituzionali del diritto di tutti alla dignità, all'onore ed alla privacy. Chi non è testimone di Geova, per il movimento è un " non credente ", un condannato alla distruzione. Chi, testimone di Geova, abbandona il movimento diventa non
soltanto non credente, " apostata ", ma un individuo della peggiore razza fra quelle sulla terra, equiparato ad un serpente, un malato di lebbra, un appestato. Il disassociato quindi, viene trattato come un lebbroso e intorno a lui si fa terra bruciata. Il testimone di Geova che inizia ad avere dei dubbi sulla dottrina del movimento, viene ufficialmente ammonito dagli anziani della comunità locale, successivamente poi viene " segnato ", cioè additato alla comunità come pericoloso, incluso nei " raffreddati ", finché non capita in uno dei cosiddetti grossi peccati sottoposti a disassociazione, nel qual caso inizia il processo davanti a tre giudici " anziani ", con convocazione scritta (?) e con minuzioso verbale.
Il disassociato viene annunciato come tale dal podio della sala del regno e da quel momento nessuno può avere relazioni con lui, pena la propria disassociazione. Questa metodologia di trattamento di un disassociato, ha come scopo il ravvedimento forzato del colpevole.
Ora è assolutamente scontato che la scomunica cristiana non ha affatto i caratteri umilianti e inquisitori della disassociazione geovista. Lo sanno molto bene i testimoni di Geova una volta cattolici, i quali per aver apostatato dalla Chiesa Cattolica, non sono stati disturbati minimamente né per iscritto né oralmente nella loro scelta della nuova fede. La Chiesa Cattolica non sa neppure ufficialmente, chi ha abbandonato la fede cattolica per abbracciare il movimento dei testimoni di Geova. Che la Chiesa Cattolica emetta verdetti non mi risulta, come pure non registra nulla, né tanto meno chiama in processo i tendenzialmente apostati o già apostati. La scomunica per chi abbandona totalmente la fede cattolica è nel canone di diritto canonico, ma solo per coloro che fossero interessati a questa scomunica. In fine, spero sia consentito una osservazione di rilevante importanza.
Il geovismo insinua che provvedimenti come quelli della disassociazione e scomunica, sono di origine cristiana. Strano che questa volta il movimento tenti furbescamente di fare dell'ecumenismo per altro verso definito opera satanica. Strano che il movimento ora dimentichi di dichiararsi completamente fuori da tutta la cristianità " mondo dominato da Satana " per ricavare qualche vantaggio. Che matrice cristiana vuol riesumare se tutto il mondo, a partire dalla morte degli Apostoli è un mondo apostata, votato alla distruzione? Cosa ha in comune il movimento con un mondo che è sempre stato satanico e quindi non cristiano? Ma c'è di più. Lo Stato al quale il movimento con luoghi comuni accattivanti di questo genere, non ha un metro per misurare il cristianesimo di gruppi sedicenti cristiani. Quando gruppi sedicenti cristiani si presentano allo Stato con Statuti di facciata di magniloquente cristianesimo, lo Stato non può che prenderli per quello che dicono ma non ha il diritto, ne tanto meno il dovere di ritenerli " cristiani ". Del resto è stato detto e ripetuto dai difensori cattedrattici di turno del movimento, quando lo stesso movimento necessita di qualche favore civile, lo Stato non può fare filosofia o teologia o peggio ancora non può entrare in dottrine di carattere religioso. L'avviso, tuttavia, è che lo Stato pur non entrando in disquisizione di carattere puramente teologico, farebbe bene ad entrare un pochino, abbandonati gli Statuti preparati facilmente alla bisogna, ad entrare nell'anima dei sedicenti gruppi religiosi proprio per vedere se dietro agli Statuti non si celi qualcosa contro la Costituzione o le leggi, o secondi fini di carattere antisociale, eversivo o solitamente lucrativi. Lo Stato non sa nulla del cristianesimo dei testimoni di Geova e non può essere equiparato ad un'altro cristianesimo da quello definito apostata, mondo malvagio, dominato da Satana.
Queste motivazioni delineano sin dall'inizio che il movimento non ha nulla di cristiano. È lo stesso movimento che dichiara di non aver nulla da dividere con il mondo cristiano, per cui noi cristiani non possiamo accettare un accostamento che si basa solo sulla strumentalizzazione.
La giustizia di ogni luogo é l'ingiustizia di ogni luogo.
Martin Luther King
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