Tradizione e Magistero
Con dichiarazioni della Sacra Scrittura cosi' perentorie, la fede nell'esistenza dell'inferno nel corso della storia della Chiesa e' stata costante: i Padri apostolici riprendevano le formule del Nuovo Testamento; e i primi simboli della fede affermavano l'esistenza della condanna, come per esempio quello detto
Quicumque o Simbolo atanasiano, nel quale si afferma: "E quanti operarono il bene, andranno alla vita eterna; quanti, invece, il male, nel fuoco eterno".
Nei primi secoli, solo alcuni gnostici negarono l'esistenza dell'inferno, sostenendo invece che coloro che non si salvano, saranno annientati. Ma questo "non stare con Cristo" il Signore non lo spiega come annientamento, bensi' come tormento e dolore eterno.
Gli Avventisti e i testimoni di Geova, basandosi su un'esegesi assai poco fondata, difendono oggi, come anticamente alcuni gnostici, l'annientamento totale di quanti non fanno parte del numero degli eletti. Fra i successivi documenti magisteriali sono da evidenziare le definizioni sull'esistenza dell'inferno date dal Concilio Lateranense IV (anno 1215) (nel quale viene definita anche l'eternita' delle pene), dal Concilio di Lione (anno 1274) e da quello di Firenze (anno 1439) (in cui viene dichiarato che la condanna inizia immediatamente dopo la morte).
Le piu' importanti affermazioni dogmatiche sull'inferno sono raccolte nella Bolla
Benedictus Deus di Benedetto XII (anno 1336), nella quale si legge: "Noi inoltre definiamo che, secondo la generale disposizione di Dio, le anime di coloro che muoiono in peccato mortale attuale, subito dopo la morte discendono all'inferno, dove sono tormentate con supplizi infernali".
Come osserva il cardinale Joseph Ratzinger, la dottrina dell'inferno si scontra con la nostra idea di Dio e dell'uomo, ma e' fortemente radicata nell'insegnamento di Gesu'. Tanto che non e' possibile alcuna incertezza: e' un dogma di fede con una base molto solida nel Vangelo e negli scritti apostolici, sia quanto all'esistenza dell'inferno che all'eternita' delle pene.
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