L’uomo: anima e corpo
In ogni uomo vivente si fondono intimamente la realta’ fisica e quella spirituale. Fatto “con polvere del suolo” (Gn 2,7), degli stessi elementi di cui si compone la terra, l’uomo e’ il portavoce e il sacerdote di tutta la realta’ materiale.
L’uomo sintetizza in se’, per la sua stessa condizione corporale, gli elementi del mondo materiale, cosi’ che questi, attraverso di lui, toccano il loro vertice e prendono voce per lodare in liberta’ il Creatore.
L’uomo e’ essenzialmente una creatura corporea, e non gli e’ lecito disprezzare la sua vita corporale.
Come il corpo di Cristo e’ perfettamente santo per i cristiani, cosi’ pure vi e’ una sacralita’ nella dimensione corporea di ogni vita umana.
L’uomo tuttavia e’ maggiormente immagine di Dio nelle sue qualita’ specificamente umane. E’ il principio spirituale di ciascun uomo che fa di lui la carne vivente che egli e’.
E’ questo principio spirituale, o anima, che lo rende aperto alla comprensione e all’Amore infinito che l’ha chiaamato alla vita.
L’uomo non e’ un composto di corpo e di spirito, quasi si trattasse di due esseri distinti; non e’ soltanto un’anima che ha un corpo. Anima e corpo formano una singola persona vivente.
L’anima non e’ estranea al corpo, al contrario, essa e’ il principio vitale che fa si che il corpo sia la carne umana, una carne che deve essere cara all’uomo ed e’ parte del suo essere.
Il destino dell’uomo
Nel Cristianesimo non c’e’ l’odio per la materia.
Esso e’ una religione d’incarnazione. L’anima dell’uomo non e’ materiale, ma e’ creata per dare vita umana al corpo che costituisce con essa l’uomo vivente.
L’anima dell’uomo non preesiste al corpo.
Dio crea immediatamente ogni anima individuale al momento stesso in cui la persona umana comincia ad essere.
Nemmeno e’ destino dell’uomo di vivere per sempre semplicemente come un’anima, allorche’ la morte dissolve il corpo.
E’ vero, l’anima continua ad esistere come realta’ spirituale dopo la morte di una persona e Dio chiama a se’ gli uomini e sostiene in lui il loro essere e la loro gioia prima della risurrezione finale (Fil 1,23).
Ma la salvezza di un uomo non e’ la salvezza dell’anima soltanto, ma quella di tutto l’uomo, ed essa sara’ completa soltanto nella risurrezione del corpo, e nella vita di uomini pienamente viventi, riuniti insieme nella gioia del Signore.
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