d@reDev1l ha scritto:
...Una cosa però non mi è chiara, io ho sottomano la TNM che traduce "distesa" al posto di "firmamento". Distesa non da l'idea di qualcosa di fisso e solido a cui attaccare gli astri, mentre "firmamento" riconduce di più alla cosmogonia dell'immagine in questione. Ora mi chiedo: da che termine deriva la parola "firmamento", ed è la traduzione migliore dall'ebraico per rendere il concetto? Il concetto della parola originale è di un cielo solido?
La parole ebraica
raqia, secondo quanto si legge in "Perspicacia", trasmette l'idea di qualcosa di solido: «Anche se il verbo (
raqà'), da cui deriva
raqìa', di solito è usato nel senso di "battere" qualcosa di solido, sia con la mano, che col piede o con qualsiasi strumento (cfr. Eso 39:3; Ez 6:11)...» (p.703).
Perspicacia prosegue poi osservando che in certi casi il verbo deve essere inteso figurativamente. Questo è vero, ma che in Genesi 1:6 "
raqia" significhi "distesa" - nota: una supeficie
distesa perché
battuta, resa sottile e
ampia, questo il senso del verbo
raqia) - nel senso di "atmosfera", lo dicono i TdG alla luce delle attuali conoscenze scientifiche. Gli antichi non avevano queste conoscenze. Infatti quando le Scritture vennero tradotte in greco e in latino la parola
raqia venne resa nella LXX «
sterèoma (che significa "struttura solida e ferma")», mentre «la Vulgata latina usa il termine
firmamentum, che pure dà l'idea di qualcosa di solido e fermo» (ibid.).
Ciao
Achille
[Modificato da Achille Lorenzi 11/07/2005 21.31]