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Riflessione sull'articolo degli anonimi tdg sulle citazione dei Padri della Chiesa

Ultimo Aggiornamento: 28/05/2005 17:51
26/05/2005 17:55
 
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Prima di cominciare questa disamina vorrei precisare che i Trinitari non considerano gli scritti dei Padri preniceni inspirati da Dio, perciò non sono autorevoli riguardo alla dottrina. Noi sappiamo fin troppo bene che i Padri (non tutti e non tutti alla stessa maniera) hanno insegnato il subordinazionismo, allo stesso modo, alcuni di loro hanno aderito al millenarismo, in seguito rigettato dalla Chiesa.
Vediamo comunque cosa dice una nota opera sull’argomento:

«Si chiama «subordinazionismo» una tendenza teologica comune ai Padri ante-niceni secondo la quale il Figlio è ritenuto inferiore al Padre. Particolarmente colpiti dalla differenza di tono e di contenuto tra i teologi pre post-niceni, gli antichi storici del dogma hanno sottolineato la svolta allora compiuta, correndo a volte il rischio di leggervi l’apparizione di un «nuovo» dogma cristiano in discontinuità con la tradizione precedente.
Poiché è qui in causa il dogma, è importante fare delle indispensabili distinzioni. In primo luogo, una cosa è la prospettiva di fede degli autori in questione, da Giustino a Origene, un’altra l’adeguamento delle loro elaborazioni concettuali a loro riguardo. La loro fede nella divinità del Figlio e dello Spirito non potrebbe essere seriamente messa in discussione.»

ed aggiunge:

«Nondimeno, non si può contestare che nel loro uso delle categorie hanno come cercato a tentoni riguardo ad un problema particolarmente difficile, senza ancora dominare la concettualità che impiegavano.» - B. Sesboué, J. Wolinski Storia dei Dogmi, Il Dio della salvezza I-VIII secolo, p. 207

Il subordinazianismo fu errore teologico e non espressione della fede trinitaria della Chiesa, espressa dai Pontefici e dai Concili, a partire da quello di Nicea. E' anche da notare che certe affermazioni subordinazianiste erano motivate dall'origine delle tre Persone, la cosiddetta subordinazione “d'origine”, la subordinazione inaccettabile invece è quella di “natura”:

«Bisogna inoltre distinguere due forme di subordinazionismo: Uno può e deve essere considerato ortodosso (anche se correntemente non è chiamato così). E’ quello che afferma la priorità del Padre in quanto egli è la sorgente e la causa della divinità del Figlio e dello Spirito. In questo senso il Padre è «più grande», ciò che sta ad indicare l’ordine rivelato delle persone divine, il quale pone un primo, un secondo e terzo. Questo «subordinazionismo» è compatibile con la confessione che il Figlio e lo Spirito sono Dio come il Padre. Sarà ancora quello di Basilio di Cesarea nella seconda metà del IV secolo.
L’altra forma di subordinazionismo ritiene che il Figlio e lo Spirito sono in ultima analisi delle creature del Padre, qualunque e comunque sia la loro sovraeiminenza in rapporto alle altre creature. Dal punto di vista storico sarà questo che scatenerà la crisi ariana. Tuttavia con il concilio di Nicea il subordinazionismo dei padri ante-niceni, in particolare quello di Origene, diventerà sospetto. A volte sarà addirittura equiparato all’arianesimo. Questa identificazione non è legittima. Tra i due tipi di teologia esiste infatti una differenza fondamentale: per i Padri ante-niceni, e particolarmente per Origene, il Figlio è inferiore al Padre, ma è Dio ed esiste eternamente. Per Ario, il figlio è inferiore al padre e non è esistito da sempre: «Ci fu un tempo in cui non era». E’ inferiore in quanto creatura». - B. Sesboué, J. Wolinski Storia dei Dogmi, Il Dio della salvezza I-VIII secolo, p. 208

Ora veniamo agli anonimi tdg, essi dicono che:

«Alcuni si identificarono in questa credenza [subordinazionismo], anche se non esplicitamente, considerando il Cristo una creatura, pur unica nel suo essere, altri insegnando aspetti simili al modalismo o sottolineando la superiorità ontologica del Padre. Allo stesso tempo a volte gli stessi Padri subordinazionisti formularono espressioni che gettarono poi la strada al dogma niceo-costantinopolitano.
Significa questo che storicamente sia possibile ricostruire il filo rosso che unisce i vari autori fino a sfociare nel trinitarismo?
Pensiamo proprio di no! Altrimenti non sarebbe mai scoppiata la controversa ariana ed Ario non avrebbe avuto un consenso così largo!» p. 4

Quindi secondo loro non ci sarebbe stato nessun progressivo sviluppo del trinitarismo, altrimenti non ci sarebbe stata una crisi ariana.

Su questo punto gli autori della Storia dei Dogmi sopra citata la vedono diversamente:

«in ogni modo la crisi ariana non potrebbe spiegarsi se un subordinazionismo di tipo pre-ariano si fosse affermato pacificamente nella Chiesa già alla loro epoca» p. 207

Qui ci viene detto che se il subordinazionismo era accettato non si spiega la crisi ariana, proprio il contrario!

La logica mi fa aderire a questi ultimi, un litigio si ha quando si è in disaccordo e non viceversa, se poi si considera che la controversia ariana ha dato adito a scambi dialettici ed epistolari fin troppo accesi, vi lascio immaginare quanto fossero lontani le parti.


Riguardo la pubblicazione Dovreste credere nella Trinità? ci viene detto:

«L’opuscolo fa una disamina delle prove storiche e bibliche che dimostrano l’infondatezza della dottrina trinitaria. Al sottotitolo “Cosa insegnavano i Padri preniceni” compaiono citazioni da un libro di Alvan Lamson: The Church of the First Three Centuries, Boston 1869, pp. 56, 57. Infatti, nella stessa pagina dell’opuscolo, si può leggere: “Riassumendo le testimonianze storiche, Alvan Lamson, dalla cui opera sono tratte le summenzionate citazioni dei Padri pre-niceni…”.
Gli accusatori, sostenitori della tesi della “citazione idelogica”, dicono che non solo i Testimoni di Geova hanno stravolto il pensiero dei Padri pre-niceni, ma addirittura dello stesso Lamson.
Questo nostro studio dimostrerà l’infondatezza sia della prima che della seconda accusa.» p. 3

E che:

«Con ciò non vogliamo dire che la teologia dei Padri pre-niceni o di Lamson siano in armonia con gli insegnamenti dei Testimoni. Quello che l’opuscolo (e noi) voleva dimostrare è che né i Padri pre-niceni né Lamson insegnarono la Trinità nella maniera in cui viene concepita dalla Chiesa Cattolica Romana, dalle chiese ortodosse e dalla maggior parte delle chiese protestanti.» p. 3-4

Che la Trinità come la concepisce oggi la Chiesa Cattolica, le chiese ortodosse e la maggior parte delle chiese protestanti non fosse insegnata dai Padre preniceni l’abbiamo ripetuto tante di quelle volte che è diventato quasi una mantra.

Comunque il bello viene dopo:

«Una precisazione è d’obbligo: la dimostrazione riguarderà esclusivamente la teologia del Logos dei Padri pre-niceni e sostenendo che essi non insegnarono l’uguaglianza divina del Padre e del Figlio ma che la loro teologia tendeva al subordinazionismo ritenendo quest’ultimo inferiore al Padre.» p. 4

Ecco la FURBATA, la Torre di Guardia cita i Padri preniceni riguardo il loro pensiero sulla dottrina trinitaria, e questi anonimi tdg pretendono di difendere le affermazioni del suddetto opuscolo parlando SOLO della teologia del logos!

Certo che si sono tolto un bel macigno dal groppone decidendo di non parlare della TRINITA’, immagino il loro dispiacere nel doverlo fare!

Che dire, il “due pesi e due misure” è di routine in casa Geova.

[Modificato da Biceleon 26/05/2005 18.01]

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- Non sine labore -
27/05/2005 06:01
 
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Ringrazio per questo prezioso thread e contribuisco

In relazione a questo detto...
>Prima di cominciare questa disamina vorrei precisare che i Trinitari non considerano gli scritti dei Padri preniceni inspirati da Dio, perciò non sono autorevoli riguardo alla dottrina. Noi sappiamo fin troppo bene che i Padri (non tutti e non tutti alla stessa maniera) hanno insegnato il subordinazionismo, allo stesso modo, alcuni di loro hanno aderito al millenarismo, in seguito rigettato dalla Chiesa.

Aggiungo
Il Concilio Vaticano II afferma che la Chiesa, nel suo peregrinare storico e sotto l'aiuto dello Spirito Santo di cui Gesù ha promesso l'indefettibile presenza, cresce nella comprensione della verità rivelata e - aggiungo io - la formula sempre più chiaramente secondo gli strumenti linguistici e concettuali di cui viene a disporre. Perciò altro è l'idea rivelata che essa custodisce da sempre e da subito, in maniera intuitiva, non ancora capace di formularla adeguatamente, altro è la sua formulazione, resa particolarmente difficile dalla sua diffusione in Oriente e Occidente, cioè tra due gruppi diciamo etnici che avevano in quel momento storico sviluppato mentalità non del tutto identiche come è invece nella mondialità odierna. Basterà ricordare il modo differente di intendere concetti come ousia, physys, prosopon ecc... E' questo che dette luogo alle "accese controversie" di cui parla il Mc Kenzie, non altro: la difficoltà cioè di convenire in una formulazione che avesse lo stesso senso per tutti e non apparisse invece equivoca o contraddittoria ad una delle due parti.

Va anche aggiunto che il Pensiero dei Padri FA PARTE della Tradizione della Chiesa ma NON E' LA TRADIZIONE, potendo ciascuno di essi, ove più ove meno, sbagliarsi sia nell'intendere che nell'esprimersi (appunto non erano ispirati come gli autori sacri). Perciò la Chiesa come avviene per il criterio della continuità e unanimità del credere* non ritiene che ogni singolo Padre sia espressione della Sacra Tradizione ma lo sia solo il loro insieme quando è concorde e non smentito dal Magistero che resta loro arbitro e Corte di Cassazione in quanto a Pietro è stato affidato il munus di confermare i fratelli nella fede e nell'unità.
____________________________________________
* cf. il famoso criterio di S. Vincenzo di Lerins che afferma essere pensiero vero e infallibile e tradizione della Chiesa "quod ubique, quod semper, quod ab omnibus", un dovunque, un sempre, e un da tutti che non possono asssolutamente essere intesi come plenari ma solo come percentualisticamente maggioritari, altrimenti basterebbe la presenza di un solo eretico nella storia per rompere quell'unico Credo seguito dovunque, sempre e da tutti.
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est modus in rebus
28/05/2005 17:51
 
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Grazie berescitte per il tuo intervento, preciso e puntuale come sempre.

E’ ora disponibile online il testo di Alvan Lamson The Church of the First Three Centuries:

www.hti.umich.edu/cgi/t/text/text-idx?c=moa;cc=moa;sid=f23f74bdef9a782dda48f15e522d9b60;idno=ajh0895.0001.001;...

Il testo è l’edizione del 1873 e non del 1860 come quello citato dalla Torre di Guardia, il contenuto comunque rimane inalterato tranne nella numerazione delle pagine.

Riporto di seguito le citazioni dei Padri preniceni tratte dall’opuscolo Dovreste credere nella Trinità? sia nella versione italiana che in quella inglese, quest’ultime riprese dal sito ufficiale della Torre di Guardia:

www.watchtower.org/library/ti/index.htm?article=start.htm

Vi segnalo anche le pagine del libro di Lamson dove sono state tratte le citazioni


1) Giustino martire:

Giustino Martire, morto verso il 165 E.V., definiva il Gesù preumano un angelo creato, “diverso dall’Iddio che fece tutte le cose”. Diceva che Gesù era inferiore a Dio e che “non faceva mai nulla all’infuori di ciò che il Creatore . . . voleva che egli facesse e dicesse

Justin Martyr, who died about 165 C.E., called the prehuman Jesus a created angel who is "other than the God who made all things." He said that Jesus was inferior to God and "never did anything except what the Creator . . . willed him to do and say."

Alvan Lamson pag 71.

In una nota Lamson ci dice che queste citazioni sono tratte dal Dialogo con Trifone cap. 56, in esso Giustino ci dice che il Figlio è chiamato angelo per il fatto di annunciare o portare i messaggi del Padre, non ce nessun riferimento ad egli come angelo creato.


2) Ireneo di Lione

Ireneo, morto verso il 200 E.V., sosteneva che il Gesù preumano aveva un’esistenza separata da Dio ed era inferiore a lui. Spiegava che Gesù non era uguale al “solo vero Dio”, il quale regna “supremo su tutti e oltre al quale non c’è nessuno”.

Irenaeus, who died about 200 C.E., said that the prehuman Jesus had a separate existence from God and was inferior to him. He showed that Jesus is not equal to the "One true and only God," who is "supreme over all, and besides whom there is no other."

Alvan Lamson pag. 103

Lamson afferma che Ireneo in tutte le occasioni ha sempre distinto il Figlio dal "solo vero Dio". Dopo una ricerca minuziosa (spero di non sbagliarmi) ho visto che Ireneo solo una volta utilizza la frase "solo vero Dio":

«Sciolta questa calunniosa obiezione resta dimostrato che né gli apostoli chiamarono mai Dio o Signore altro che l’unico [il solo] vero Dio. Ciò è ancor più vero del Signore il quale ordina «di dare a Cesare ciò che è di Cesare e a Dio ciò che è di Dio» (Mt. 22,21): a Cesare dà il nome di Cesare, a Dio quello di Dio.
Lo stesso afferma in altra occasione: «Non potete servire due Signori» (Mt. 6,24) e spiega: «Non potete servire a Dio e a mammona» (ivi): riconosce Dio come Dio e a mammona dà il nome che gli spetta.» - Contro le eresie 3, 8, 1; Ed. Cantagalli.

Molti commentatori biblici affermano che la frase "l’unico vero Dio" è una definizione contro gli idoli e i falsi dei; infatti 1 Giovanni 5:20-21 afferma: "E noi siamo nel vero Dio e nel Figlio suo Gesù Cristo: egli è il vero Dio e la vita eterna. Figlioli, guardatevi dai falsi dei!".
Ireneo si mantiene sulla stessa lunghezza d’onda, non si capisce quindi dove Lamson abbia visto in questo una distinzione tra il Figlio e il "solo vero Dio".


3) Clemente Alessandrino

Clemente Alessandrino, morto verso il 215 E.V., chiamava Dio “l’increato, imperituro e unico vero Dio”. Diceva che il Figlio “veniva dopo il solo onnipotente Padre”, ma non era uguale a lui.

Clement of Alexandria, who died about 215 C.E., called Jesus in his prehuman existence "a creature" but called God "the uncreated and imperishable and only true God." He said that the Son "is next to the only omnipotent Father" but not equal to him.

Alvan Lamson pag. 124, 125


4) Tertulliano

Tertulliano, morto verso il 230 E.V., insegnava la supremazia di Dio, dicendo: “Il Padre è diverso dal Figlio (un altro), in quanto è maggiore; come colui che genera è diverso dal generato; colui che invia è diverso dall’inviato”. E aggiunse:“Ci fu un tempo in cui il Figlio non era. . . . Prima di tutte le cose, Dio era solo”.

Tertullian, who died about 230 C.E., taught the supremacy of God. He observed: "The Father is different from the Son (another), as he is greater; as he who begets is different from him who is begotten; he who sends, different from him who is sent." He also said: "There was a time when the Son was not. . . . Before all things, God was alone."

Alvan Lamson pagg. 54, 107, 108

E’ curioso notare che i puntini sospensivi che dividono le due frasi “Ci fu un tempo in cui il Figlio non era. . . . Prima di tutte le cose, Dio era solo” consistono di ben 54 pagine!

Comunque il fatto rilevante è un altro, la frase “Ci fu un tempo in cui il Figlio non era” non è di Tertulliano, ma è tratta da una nota del vescovo Kaye, “Account of the Writings of Tertullian,” The Ante-Nicene Fathers, Vol. 3, p. 1181:

www.tertullian.org/anf/anf03/anf03-44.htm

Secondo Kaye il titolo “Figlio” viene dato al Verbo dopo l’incarnazione, dal momento in cui un uomo non può essere chiamato padre fino a che non abbia avuto un figlio, così anche Gesù non può essere chiamato Figlio fino a quando non nacque fisicamente per mezzo dell’incarnazione. Questo è quanto mi è sembrato di capire

5) Ippolito

Ippolito, morto verso il 235 E.V., diceva che Dio era “l’unico Dio, il primo e il Solo, il Fattore e Signore di tutto”, al quale “nulla è coevo [di uguale età] . . . Ma era Uno ed era solo; il quale, volendolo, portò all’esistenza ciò che prima non esisteva”, come il creato Gesù nella sua vita preumana.

Hippolytus, who died about 235 C.E., said that God is "the one God, the first and the only One, the Maker and Lord of all," who "had nothing co-eval [of equal age] with him . . . But he was One, alone by himself; who, willing it, called into being what had no being before," such as the created prehuman Jesus.

Alvan Lamson pag. 180

6) Origene

Origene, morto verso il 250 E.V., diceva che “il Padre e il Figlio sono due sostanze . . . due rispetto alla loro essenza”, e che “in paragone col Padre, [il Figlio] è una luce molto piccola".

Origen, who died about 250 C.E., said that "the Father and Son are two substances . . . two things as to their essence," and that "compared with the Father, [the Son] is a very small light."

Alvan Lamson pag. 182, 183

Considerata la premessa fatta sul subordinazionismo nel post precedente, credo che la domanda di fondo da tener presente non è se i Padri insegnassero o meno la Trinità nei termini precisi del Credo di Nicea, ma se le loro credenze siano più vicine alla teologia Trinitaria o a quella della Torre di Guardia.
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