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Trinità

Ultimo Aggiornamento: 24/08/2009 02:50
02/07/2005 09:59
 
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Riflessioni
Se qualcuno leggesse la Bibbia senza sapere nulla della dottrina della Trinità, troverebbe nella Scrittura le basi di questo insegnamento? Leggendo solo l'Antico Testamento non si giungerebbe a concludere che vi sia una Divinità trina. Con il Nuovo Testamento però le cose cambiano radicalmente: in esso vi si rivela infatti che Dio, il Padre, ha accanto a sé un Figlio diletto. È vero che anche nell'AT si dice che anche gli angeli sono "figli" di Dio, però di Gesù la Scrittura dice che Egli è un Figlio molto speciale: Egli è IL Figlio, l'Unigenito del Padre. Nella lettera agli Ebrei (1:5-13, CEI) si legge:
Infatti a quale degli angeli Dio ha mai detto:
Tu sei mio figlio; oggi ti ho generato?
E ancora:
Io sarò per lui padre ed egli sarà per me figlio?
E di nuovo, quando introduce il primogenito nel mondo, dice:
Lo adorino tutti gli angeli di Dio.
Mentre degli angeli dice:
Egli fa i suoi angeli pari ai venti,
e i suoi ministri come fiamma di fuoco,
del Figlio invece afferma:
Il tuo trono, Dio, sta in eterno
e:
Scettro giusto è lo scettro del tuo regno;
hai amato la giustizia e odiato l'iniquità,
perciò ti unse Dio, il tuo Dio,
con olio di esultanza più dei tuoi compagni.
E ancora:
Tu, Signore, da principio hai fondato la terra
e opera delle tue mani sono i cieli.
Essi periranno, ma tu rimani;
invecchieranno tutti come un vestito.
Come un mantello li avvolgerai,
come un abito e saranno cambiati;
ma tu rimani lo stesso, e gli anni tuoi non avranno fine.
A quale degli angeli poi ha mai detto:
Siedi alla mia destra,
finché io non abbia posto i tuoi nemici sotto i tuoi
piedi?
Tutto questo non era stato rivelato nell'Antico Testamento. Si noti che lo scrittore di questa lettera applica a Gesù un Salmo (102:26,27) in cui si parla dell'opera creatrice di Dio, definendo in tal modo Cristo l'Eterno Creatore dell'universo. Gli angeli devono adorare questo Figlio e l'adorazione si rivolge solo a Dio.
Molti passi parlano della divinità di Cristo, Giov.1:1 è probabilmente il più conosciuto:

In principio era il Verbo,
il Verbo era presso Dio
e il Verbo era Dio.
Egli era in principio presso Dio:
tutto è stato fatto per mezzo di lui,
e senza di lui niente è stato fatto di tutto ciò che
esiste.

I TdG, come è noto, traducono "la parola era un dio". Senza entrare nel merito della correttezza grammaticale di questa traduzione, limitandosi solo a leggere il vangelo, si comprende che Giovanni intendeva dire che il Verbo (la Parola) possedeva la stessa natura di Dio, era uguale, nella "sostanza", al Padre, così come un figlio umano è della stessa natura del padre (si veda www.infotdgeova.it/principio.htm ). Questo era ben compreso anche dai nemici ed oppositori di Cristo:
Per questo i Giudei cominciarono a perseguitare Gesù, perché faceva tali cose di sabato. Ma Gesù rispose loro: "Il Padre mio opera sempre e anch'io opero". Proprio per questo i Giudei cercavano ancor più di ucciderlo: perché non soltanto violava il sabato, ma chiamava Dio suo Padre, facendosi uguale a Dio ... «Io e il Padre siamo una cosa sola». I Giudei portarono di nuovo delle pietre per lapidarlo. Gesù rispose loro: «Vi ho fatto vedere molte opere buone da parte del Padre mio; per quale di esse mi volete lapidare?». Gli risposero i Giudei: «Non ti lapidiamo per un'opera buona, ma per la bestemmia e perché tu, che sei uomo, ti fai Dio». (Giov. 5:17,18; 10:30-33).

È molto chiaro anche il passo di Giov. 20:26-29 in cui Tommaso si rivolge al Cristo risorto chiamandolo "mio Signore e mio Dio":
Otto giorni dopo i discepoli erano di nuovo in casa e c'era con loro anche Tommaso. Venne Gesù, a porte chiuse, si fermò in mezzo a loro e disse: «Pace
a voi!». Poi disse a Tommaso: «Metti qua il tuo dito e guarda le mie mani; stendi la tua mano, e mettila nel mio costato; e non essere più incredulo ma credente!». Rispose Tommaso: «Mio Signore e mio Dio!». Gesù gli disse: «Perché mi hai veduto, hai creduto: beati quelli che pur non avendo visto crederanno!
E lo Spirito Santo?
Io pregherò il Padre ed egli vi darà un altro Consolatore perché rimanga con voi per sempre, lo Spirito di verità che il mondo non può ricevere, perché non lo vede e non lo conosce. Voi lo conoscete, perché egli dimora presso di voi e sarà in voi. Quando verrà il Consolatore che io vi manderò dal Padre, lo Spirito di verità che procede dal Padre, egli mi renderà testimonianza; e anche voi mi renderete testimonianza, perché siete stati con me fin dal principio.Ora io vi dico la verità: è bene per voi che io me ne vada, perché, se non me ne vado, non verrà a voi il Consolatore; ma quando me ne sarò andato, ve lo manderò. E quando sarà venuto, egli convincerà il mondo quanto al peccato, alla giustizia e al giudizio.
Quando però verrà lo Spirito di verità, egli vi guiderà alla verità tutta intera, perché non parlerà da sé, ma dirà tutto ciò che avrà udito e vi annunzierà le cose future. Egli mi glorificherà, perché prenderà del mio e ve l'annunzierà. Tutto quello che il Padre possiede è mio; per questo ho detto che prenderà del mio e ve l'annunzierà. (Giov.14:16,17; 15:26; 16:7,8,13-15).
Non esistono brani dell'A.T. in cui si parli in questo modo dello Spirito Santo. In questi passi lo Spirito ed il Suo operato futuro vengono messi sullo stesso piano dell'opera personale compiuta da Gesù.
Anche nel libro degli Atti degli Apostoli, l'intervento dello Spirito nella chiesa primitiva è descritto in termini personali (e anche di questo non vi è traccia nelle Scritture Ebraiche); alcuni esempi:

"Lo Spirito di Dio disse" (Atti 8:29);
"Mentre Pietro stava ripensando ... lo Spirito gli disse" (10:19);
"Lo Spirito Santo disse loro" (13:2).

Un'altra descrizione dello Spirito Santo che si addice ad una persona la si trova in Romani 8:26, 27:
Allo stesso modo anche lo Spirito viene in aiuto alla nostra debolezza, perché nemmeno sappiamo che cosa sia conveniente domandare, ma lo Spirito stesso intercede con insistenza per noi, con gemiti inesprimibili; e colui che scruta i cuori sa quali sono i desideri dello Spirito, poiché egli intercede per i credenti secondo i disegni di Dio.
Non si può parlare in questo modo di una forza impersonale.
È evidente quindi che il Nuovo Testamento rivela una nuova immagine di Dio: si parla per la prima volta del Padre e del Figlio; e lo Spirito Santo viene definito e descritto in termini inequivocabilmente personali. Di tutto questo non vi era traccia nelle Scritture Ebraiche: solo dal NT si apprende per la prima volta dell'esistenza di questa "pluralità" esistente all'interno della Divinità.
Concludo con questo interessante brano di Gregorio Nazianzeno (Discorso 31, 25-27) sullo sviluppo e la comprensione della dottrina trinitaria.
Nel corso dei secoli, due grandi rivoluzioni hanno sconvolto la terra, le chiamiamo i due Testamenti. L'una ha fatto passare gli uomini dall'idolatria alla Legge; l'altra dalla Legge al Vangelo. Un terzo sconvolgimento è predetto: quello che dalla terra ci trasporterà in cielo, dove non c'è né movimento né agitazione.
Questi due Testamenti hanno presentato lo stesso carattere. E quale? Quello di non aver trasformato tutto immediatamente dal primo inizio del loro apparire. E perché? Per non costringerci con la forza, ma per persuaderci. Perché ciò che è imposto non è duraturo, come accade quando si vuole fermare forzatamente il corso dei fiumi o la crescita delle piante. Invece quello che è spontaneo è più durevole e più sicuro. L'uno è subìto per forza, l'altro è voluto da noi. L'uno manifesta una potenza tirannica, l'altro ci mostra la bontà divina...
L'Antico Testamento ha manifestato chiaramente il Padre, oscuramente il Figlio. Il Nuovo Testamento ha rivelato il Figlio e lasciato trapelare la divinità dello Spirito. Oggi lo Spirito vive in mezzo a noi e si fa conoscere più chiaramente.
Sarebbe stato pericoloso predicare apertamente il Figlio quando la divinità del Padre non era riconosciuta; e, quando la divinità del Figlio non era ammessa, imporre - oso dire - come in soprappiù, lo Spirito Santo. In questa maniera i credenti, come persone appesantite da troppi cibi, o come coloro che fissano il sole con occhi ancora deboli, avrebbero rischiato di perdere ciò che invece avrebbero avuto la forza di portare. Lo splendore della Trinità doveva dunque brillare attraverso successivi sviluppi, o come dice Davide, «per gradi» (Sal 83,6) e con una progressione di gloria in gloria...
Vedi come la luce ci viene a poco a poco. A nostra volta dobbiamo rispettare l'ordine in cui Dio si è rivelato a noi, non svelando tutto immediatamente e senza discernimento, senza tuttavia tenere nulla nascosto fino alla fine. Perché Il primo modo sarebbe imprudente, l'altro empio. L'uno rischierebbe di ferire i lontani e l'altro di allontanarci dai nostri fratelli.
Voglio aggiungere ancora questa considerazione che forse è venuta in mente a molti, ma che mi sembra un frutto della mia riflessione. Il Salvatore conosceva certe realtà, ma riteneva i discepoli incapaci di portarle, nonostante l'insegnamento che avevano ricevuto; perciò le teneva nascoste. E ripeteva che lo Spirito, quando sarebbe venuto, avrebbe spiegato ogni cosa. Penso che tra queste verità ci fosse pure la divinità dello Spirito Santo: si sarebbe manifestata chiaramente in seguito, quando, dopo la risurrezione del Salvatore, gli animi sarebbero stati maturi per comprenderla.
Si veda anche www.infotdgeova.it/spirito.htm

Saluti
Achille

[Modificato da Achille Lorenzi 02/07/2005 10.00]

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