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Trinità

Ultimo Aggiornamento: 24/08/2009 02:50
22/06/2005 23:03
 
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Sebbene il termine "Trinità" non appaia mai nella Bibbia, questo concetto viene comunque espresso chiaramente, mettendo in risalto come l'unità e la diversità rendano possibile l'amore e la comunione all'interno della Divinità. La Bibbia presenta un Dio che non ha bisogno di creare altri esseri per sperimentare l'amore, la comunione e la fraternità. Questo Dio è già completo in sé stesso, esistente da sempre in tre Persone: Padre, Figlio e Spirito Santo, distinte individualmente tra loro ed essendo allo stesso tempo un Dio eterno. Queste tre Persone si amavano, comunicavano ed erano in comunione tra loro prima che esistessero l'universo, gli angeli e gli uomini. Il Dio trino presentato dalla Bibbia è veramente amore (1 Giovanni 4:8,16).
Persino il primo versetto presente nella Bibbia presenta Dio come un Essere plurale. Esso dichiara: "Nel principio Dio creò i cieli e la terra". Anziché indicare il nome di Dio nella forma singolare ebraica (Eloah), Egli viene chiamato con il nome che sta ad indicare la forma ebraica (Elohim); perciò se dovessimo tradurlo letteralmente dovremmo leggere: "In principio, Dèi crearono …" ed è per questo che nello stesso capitolo troviamo scritto: "Facciamo l'uomo a nostra immagine…" Se Dio avesse parlato a delle creature, non avrebbe detto "a nostra immagine" ma piuttosto "a mia immagine come vi ho fatto". Chiunque fa parte di questo noi deve perciò essere equiparato a Dio. La Parola ci indica che il Figlio esiste eternamente "in forma (in greco morphe, cioè della reale natura) di Dio" (Filippesi 2:6). Egli è "lo splendore della sua (di Dio) gloria e impronta della sua essenza" (Ebrei 1:3).
Uno dei principali insegnamenti islamici riguarda proprio "l'assoluta unicità di Allah". Tutto ciò nonostante anche nel Corano si trovi la stessa frase presente nel libro della Genesi: "Facciamo l'uomo a nostra immagine". L'Islam non è però in grado di dare una spiegazione a questa contraddizione.
Il nome plurale (Elohim) viene citato nell'Antico Testamento più di 2500 volte. In Genesi 1:1 questo soggetto plurale è accompagnato da un verbo singolare, bara, e lo stesso avviene in quasi tutte le circostanze in cui il soggetto è Elohim. Così allo stesso tempo troviamo la singolarità (nel verbo) e la pluralità (nel nome). Ciò è riscontrabile in tutta la Torah e in tutto l'Antico Testamento. Se Dio deve essere considerato come una singola Persona, allora si sarebbe dovuto usare la forma singolare, Eloh, e non quella plurale, Elohim. Questo è un dato incontrovertibile.
Nell'episodio del pruno ardente troviamo scritto: "E Dio (Elohim) disse a Mosé: Io sono colui che sono" (Esodo 3:14). Qui è la Divinità (nel senso plurale) a parlare ma non dice "Noi siamo" ma "Io sono". Ancora questa peculiarità della singolarità e plurità nello stesso Essere! Lo stesso avviene in Esodo 20:2: "Io sono il Signore Dio tuo (Elohim)..." e Levitico 11:44: "Io sono il Signore vostro Dio (Elohim)..."
Ogniqualvolta Dio usa Elohim (plurale) riguardo sé stesso (cioè il 90% delle volte) invece di Eloah (singolare) (10 %), Egli ci rivela la pluralità nel suo Essere. E quando usa un verbo e un pronome singolare accostati ad Elohim, vuole far intendere chiaramente di essere un'unità.
La pluralità di Dio viene presentata non solo attraverso il termine Elohim. Consideriamo infatti il Salmo 149:2 (NKJV): "Si rallegri Israele nel loro Fattore (letteralmente "Fattori"); Ecclesiaste 12:1 "Ricordati del tuo Creatore" (letteralmente "creatori") e Isaia 54:5: "Poiché il tuo Creatore è il tuo sposo (letteralmente "sposi"). L'Unitarianismo non ha spiegazione per questa continua presentazione della pluralità di Dio lungo tutto l'Antico Testamento.
E' scritto in ebraico: "Shema yisroel adonai elohenu adonai echad" (Deutoronomio 6:4). Per esprimere il concetto "UNO" si usa il termine ebraico yachid, che significa singolo e uno in senso assoluto. Per esempio, esso viene usato in Genesi 2:24, quando l'uomo e la donna divennere "una carne", in Esodo 36:13 (quando le varie parti "divennero un tabernacolo") e in 2 Samuele 2:25 quando i vari soldati "formarono una schiera unica", ecc…
Dio, attraverso alcuni termini ebraici da Lui scelti, vuole dirci qualcosa di molto importante riguardo sé stesso. Se Dio avesse voluto comunicarci che Egli è un Uno assoluto, avrebbe a questo punto usato la parola yachid, anziché scrivere echad
L'Antico Testamento presenta tre Persone nella Divinità, le quali interagiscono tra loro.
Ascoltami, Giacobbe, e tu, Israele, che io ho chiamato. Io sono; io sono il primo e sono pure l'ultimo. La mia mano ha fondato la terra, la mia destra ha spiegato i cieli; … Fin dal principio io non ho parlato in segreto; quando questi fatti avvenivano, io ero presente; ora, il Signore, Dio, mi manda con il suo spirito (Isaia 48:12,13,16)
Colui che parla si riferisce a Sé stesso, definendosi come "il primo e l'ultimo" e Creatore di tutto, pertanto deve trattarsi di Dio. Egli però nello stesso passaggio parla di altri due, i quali devono pure essere Dio: "il Signore Dio mi manda con il Suo spirito". Da chi potrebbe Dio essere mandato per compiere la sua missione e per dove? E' evidente che non può che trattarsi del Padre e dello Spirito Santo che mandano il Figlio nel mondo per essere il nostro Salvatore.
Dio è anche chiamato "il primo e l'ultimo" nel Nuovo Testamento e lo stesso avviene anche per Gesù. In Apocalisse 1:8 leggiamo: "Io son l'Alfa, e l'Omega; il principio, e la fine, dice il Signore Iddio, che è, e che era, e che ha da venire, l'Onnipotente". E' Dio, il Signore Onnipotente, che sta parlando. Eppure Giovanni ci dice che stava parlando con Gesù Cristo. Nell'ultimo capitolo Gesù dice: "Ecco, sto per venire" a riguardo della Sua seconda venuta. In seguito Egli aggiunge: "Io sono l'alfa e l'omega, il primo e l'ultimo, il principio e la fine (Apocalisse 22:13). Ancora una volta Gesù è presentato come Dio.
Isaia dà ulteriori ragguagli relativi alla consultazione tenutasi tra le Persone della Divinità quando il Padre e lo Spirito Santo mandarono il Figlio nel mondo:
Poi udii la voce del Signore che diceva: "Chi manderò? E chi andrà per noi?" Allora io risposi: "Eccomi, manda me!". Isaia 6:8
Ancora vediamo che è "la voce del Signore" a parlare. "Il Signore" Dio non dice solamente "Chi andrà per noi?" ma Egli stesso replica: "Ecco, manda me!" In questo caso vediamo al lavoro l'essenziale unità e diversità della Divinità. Vi sono tre Persone comunicanti tra loro che lavorano insieme, per cui non vi sono tre Dèi, bensì un Dio.
Quando Gesù chiese ai rabbini: "Che cosa pensate del Cristo? Di chi è figlio?" Essi gli risposero: "Di Davide" (Matteo 22:42). Cristo a questo punto replicò citando un Salmo: ""Il Signore ha detto al mio Signore: Siedi alla mia destra finché io abbia messo i tuoi nemici sotto i tuoi piedi?" (Salmo 110:1) e in seguito chiese loro: "Se dunque Davide lo chiama Signore, come può essere suo figlio?" (Matteo 22:45). I Farisei restarono senza parole. Solo la Trinità è in grado di dare una spiegazione per questi due "Signore", il primo riferito a Dio il Padre e il secondo riguardante Dio il Figlio.
. I rabbini accusarono comunque Gesù di blasfemia per aver detto "che chiamava Dio suo Padre, facendosi uguale a Dio" (Giovanni 5:18). Essi sapevano bene che Egli stava proclamandosi "il Dio di Abramo, Isacco e Giacobbe" (sebbene vi sono ancora molti che negano che Gesù abbia voluto fare una tale dichiarazione). Questa "blasfemia" divenne condanna di morte: "Non ti lapidiamo per una buona opera, ma per bestemmia; e perché tu, che sei uomo, ti fai Dio" (Giovanni 10:33, Marco 14:64). Essi erano ciechi davanti alla profezia di Zaccaria secondo cui Israele avrebbe trafitto Dio ,tanto che furono proprio loro ad adempiere questa profezia (poiché Gesù era Dio).
Perciò non si può sfuggire al fatto che lungo tutta la Bibbia, Dio viene presentato come una pluralità pur essendo uno, avente sia diversità che unità. . Rigettare la natura trina di Dio significa rigettare il Dio della Bibbia. E' un mistero come Dio possa esistere in tre Persone pur essendoci un solo Dio, ma sia le Scritture che la logica confermano questo fatto. Un altro mistero è come Dio possa non avere inizio e aver creato tutto dal niente, eppure deve essere andata così. Vi sono moltissime altre cose a cui non sappiamo dare spiegazione - l'amore, la bellezza, la verità, l'anima e lo spirito umano - eppure non le rigettiamo. Dio ha rivelato la Sua natura trina, affinché noi potessimo credere in Lui e potessimo conoscerLo. Dobbiamo perciò evitare di rigettare quello che il Signore vuole dirci, anche se le nostre menti finite non sempre sono in grado di comprenderlo appieno.


Aurora
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