Scritto da: Polymetis:
Sul letto che nuota si è discusso a iosa nelle ML di Google, qualche anima pia di darà sicuramente il link.
Ecco qui una risposta data ad un TdG da Andrea Nicolotti, nel forum free.it.religioni.tdgeova (
link). Le parole del TdG sono in azzurro:
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"Tutta la notte faccio nuotare il mio letto. Delle mie lacrime faccio traboccare il mio proprio divano" (Sal. 6,6)
Andiamo all'inglese.
Cominciamo col dire che la maggioranza delle traduzioni proposte sono in realtà solamente dei ritocchi della traduzione secentesca inglese della Bibbia, la quale usa certo un linguaggio molto poco moderno.
> I am weary with my groaning; All night I make my bed swim; I drench my couch with my tears.
> NKJV Copyright 1982 Thomas Nelson
Questo perché è la revisione della
Old King James (anno 1611) che diceva:
I am weary with my groaning; all the night make I my bed to swim; I water my couch with my tears.
Ben vedi che la correzione è quasi esclusivamente un lieve adattamento all'inglese moderno.
Stessa cosa fa l'
American Standard 1901: I am weary with my groaning; Every night make I my bed to swim; I water my couch with my tears. Vedi che anche questa dipende dalla
King james
> I am weary with my sighing; Every night I make my bed swim, I dissolve my couch with my tears.
> NASB copyright 1995 Lockman Foundation
Questa versione è del 1977, anche se la ristampa è del 1995. Cambia solo di significativo il drench-water che diventa dissolve, che ritroveremo anche dopo.
Revised del 1952: I am weary with my moaning; every night I flood my bed with tears; I drench my couch with my weeping. Nella revisione dell'89 è la stessa.
> I am weary with my groaning; all the night I make my bed to swim; I water my couch with my tears.
> Webster's version
Versione del 1833, anche questa è chiaramente presa dalla
King James, stesse parole. La riedizione del 1995 è identica.
> I am wearied with my groaning; all the night make I my bed to swim; I dissolve my couch with my tears.
> Derby's version
Stessa storia: bibbia del 1884,
King James dipendente. Accetta la correzione "dissolve".
Si dissociano le versioni non James-dipendenti, che cercano di esplicitare diversamente la questione del letto:
> I am worn out from sobbing.
> Every night tears drench my bed;
> my pillow is wet from weeping.
> NLT Copyright 1996 Tyndale Charitable Trust
> I have been weary with my sighing, I meditate
> through all the night [on] my bed, With my tear my couch I
> waste.
> Young's version
1862, traduzione letterale.
> I am weary with my groaning; Every night I flood
> my bed; I drench my couch with my tears.
> HNV
Dopo tutte queste parole, esaminiamo il testo:
all the (every) night make I my bed to swim
Tutta la (ogni) notte io faccio "swim" il mio letto
Ma che vuol dire to swim in inglese?
Solo "nuotare"?
No.
Per il mio dizionario inglese-italiano significa: "attraversare a nuoto, far galleggiare, nuotare, vogare, fluttuare, galleggiare, gravitare, essere inondato o inzuppato".
Quindi l'accezione rientra perfettamente nell'uso inglese della parola. Un inglese capisce non che il letto nuota, ma che il letto è inondato, inzuppato di lacrime. Al massimo capisce che il letto galleggia, fluttua nelle lacrime, anche se mi pare un po' eccessivo. Certo il letto non nuota, perché dovrebbe avere le braccia, e poi anche muoverle.
Il
Webster's Revised Unabridged Dictionary (1913) dedica appunto una voce speciale per spiegare cosa vuol dire "to swim" nella Bibbia:
3: To be overflowed or drenched. --Ps. vi. 6. (= essere sommerso, bagnato)
E lo spiega appunto perché è un modo di dire abbastanza particolare, e viene esplicato in "essere sommerso, bagnato", come facciamo noi nelle traduzioni italiane.
E infatti che questo sia il senso corretto ce lo fanno capire le altre traduzioni inglesi che non dipendono dalla James che dicono: "I flood my bed with tears", = inondo il mio letto di lacrime.
Naturalmente, un italiano non direbbe mai che un letto nuota, se non in maniera estremamente figurata. Ma se potrebbe essere accettabile una frase del tipo "il mio letto nuota nelle mie lacrime", che per quanto brutta può rispecchiare un certo modo di dire, e dove il verbo è usato in senso
intransitivo, mai sarebbe accettabile "tutta la notte faccio nuotare il mio letto", in modo transitivo, perché in questo caso salta immediatamente a gli occhi di tutti l'insensatezza dell'atto del far nuotare un oggetto.
È chiaramente una traduzione inaccettabile che deriva dal fatto che una persona che non conosce bene la lingua italiana ha tradotto la TNM direttamente dall'inglese, rendendo to swim non in modo esplicitato, come suggeriva quel dizionario inglese sopra citato, ma traducendo in maniera pedestre, senza sapere che l'espressione "faccio nuotare il mio letto" in
italiano è inaccettabile in ogni senso. Quindi qui il problema non sta tanto nell'adesione al testo ebraico, quanto nella padronanza della lingua italiana del misterioso traduttore.
Tanto più inaccettabile è la frase successiva "Delle mie lacrime faccio traboccare il mio proprio divano". Il fatto di ripetere sempre "mio, mie" è dovuto all'uso inglese di dire sempre "my". (my couch with my tears, uso grammaticale che in italiano sarebbe sbagliato).
"Il mio proprio divano" è il peggio del peggio, perché fin dalle scuole elementari un errore come "mio proprio divano" sarebbe segnato con la penna rossa. Questo però un americano che traduce in italiano non lo sa.
Traduttore che nel 1967 faceva ancora peggio: "Mi sono affaticato con i miei sospiri; per tutta la notte faccio nuotare il mio divano. Con le mie lagrime faccio traboccare il mio proprio canapè". (italiano da vergogna)
Qui il fantomatico traduttore aveva problemi nel capire che di notte si dorme nel letto e non nel divano, e poi ha aggiunto "canapè" una divertente parola francese che indica quel divano a braccioli tipico dello stile settecentesco. Una traduzione anacronistica.
Sarebbe un po' come dire che un antico si siede su una poltrona, che io posso capire anche essere una sedia, ma so benissimo che le poltrone al tempo di Davide non c'erano, e nemmeno il sofà imbottito come i canapè.
Ma nel dizionarietto del traduttore del 1967 ci sono un sacco di canapè: Ad esempio, Sal. 41,3: "Geova stesso lo sosterrà su un canapè di malattia".
C'è da ridere fino a domani.
Per tornare al nuoto, tutte le lingue latine non usano il Verbo "nuotare" né tantomeno "mio proprio":
Nuova Diodati 1991: Io sono sfinito a forza di sospirare; ogni notte allago di pianto il mio letto e faccio scorrere le lacrime sul mio giaciglio.
S. Paolo 1995: A causa del mio gemere io sono consunto, inondo ogni notte il mio giaciglio e irrigo di lacrime il mio
letto.
Nuova Riveduta 1994: Io sono esausto a forza di gemere; ogni notte inondo di pianto il mio letto e bagno di lacrime il mio giaciglio.
CEI 1971: Sono stremato dai lunghi lamenti, ogni notte inondo di pianto il mio giaciglio, irroro di lacrime il mio letto.
Geneve 1979: Je m'épuise à force de gémir; Chaque nuit ma couche est baignée de mes larmes, Mon lit est arrosé de mes pleurs.
Reina Valera 1989: Me he agotado de tanto gemir. Toda la noche inundo mi cama y con mis lágrimas empapo mi lecho.
queste sono frasi sensate.
Per quanto riguarda la vulgata che citi:
> laboravi in gemitu meo natare faciam tota
> nocte lectulum meum lacrimis meis stratum meum rigabo
> [Vulgate 6:7]
Questa non è la Vulgata, è il cosiddetto salterio romano (composto a Roma nel 384). Il salterio della Vulgata è il gallicano (composto più tardi a Betlemme, nel 389), basato sulla antichissima
Vetus latina.
La Vulgata dice:
Laboravi in gemitu meo, lavabo per singulas noctes lectum meum, in lacrimis meis stratum meum rigabo.
Ma qui tu fai il medesimo errore che fa il tuo amico traduttore americano. In latino infatti "natare" significa nuotare, galleggiare, navigare, scorrere, traboccare, essere inondato.
Naturalmente il latino che leggeva "natare faciam lectum" non capiva "far nuotare il letto" bensì "far traboccare, inondare il letto". La traduzione con "nuotare" è impossibile, perché viene esplicitato in caso ablativo di che cosa è inondato il letto:
lacrimis.
Allora non si può tradurre "farò nuotare il mio letto con lacrime" ma si tradurrà "farò traboccare - inonderò il letto di lacrime"
E Cicerone usa proprio il verbo in questo senso: "natabant pavimenta vino" = i pavimenti erano sommersi dal vino. Vedi che ciò che sommergeva i pavimenti è espresso in ablativo anche qui, e solo uno scemo potrebbe tradurre "i pavimenti nuotavano di vino"
Quindi la traduzione del salterio romano è semplicemente una conferma del fatto che i letti non nuotano.
Se vai infatti a vedere il salterio della Vulgata, dello stesso Girolamo, dice: "lavabo per singulas noctes lectum meum" che vuol naturalmente dire "bagnerò ogni notte il mio letto".
Fin qui, nessuno nuota.
> Testo ebraico originale
> yaga' 'anachah layil mittah sachah macah 'eres dim'ah
>
> sachah = nuotare
>
> stesso verbo utilizzato nella Bibbia di Gerusalemme in Isaia 25:11
> < > per nuotare [sachah]; ma il signore abbassera' la sua superbia.....>>
Che scoperta! Questa parola si trova solo due volte nella Bibbia, ma è utilizzata in due modi diversi. In Isaia in participio nella forma
qal, "colui che ****** ", quindi evidentemente il nuotatore, letteralmente "l'uomo galleggiante". Chiunque tradurrebbe "colui che nuota", anche perché il contesto è quello di muovere le braccia ed è evidente che si parla di uno
che sta nuotando.
Ma nel Salmo si ha la forma
hiphil ed è evidente che in questo caso non c'è nessuno che nuota, ma c'è qualcuno o qualcosa che sta nell'acqua (o nelle lacrime). Non abbiamo tantissime ricorrenze di questo verbo, anzi abbiamo
solo queste due. Per cui il significato lo traiamo proprio da queste. Non sta scritto da nessuna parte che quel verbo debba significare "nuotare", ma è chiaro che significa stare nell'acqua. Nel primo caso, siccome si parla di una persona che muove le braccia, qualunque traduttore intelligente usa
"nuotare". Nel secondo, siccome si parla di un letto e di uno che piange, un traduttore metterebbe "il mio letto è immerso nelle lacrime" o meglio ancora "le lacrime inondano il mio letto".
Non basta prendere un dizionario biblico (inglese, e abbiamo visto che in inglese
to swim vuol dire anche essere inondato) per fare una bella traduzione.
> << si e' compiuto uno sforzo per rendere la traduzione piu' letterale possibile>>
> Si puo' discutere di questa scelta (tra l'altro seguita dalle molte altre > Bibbie),
> ma non si puo' criticare senza entrare nel merito della medesima.
Una traduzione letterale deve comunque avere un senso nella lingua italiana.
"Il mio proprio divano" non è una traduzione letterale ma è più che altro una schifezza. Qualunque traduzione letterale rispetto comunque la lingua, a meno che non si tratti di un interlineare che allora ha esplicitamente lo scopo di tradurre parola per parola. Ma non è questo il caso.
Tra l'altro, la vostra non è una traduzione letterale, anche perché come ben sai molte volte certe espressioni vengono rese con parafrasi. E certamente non è una traduzione in un "linguaggio moderno e comprensibile" come viene affermato delle vostre pubblicazioni.
Allora decidetevi: o è letterale, poco comprensibile nella lingua italiana e male scorrevole, oppure ha un linguaggio moderno e comprensibile. Non si hanno tutte le due cose assieme.
Ricordo comunque che una traduzione letterale non vuol dire una traduzione italiana sbagliata.
Gli altri esempi che avevo portato, e che hai trascurato, sono esattamente della stessa pasta:
Gb 7:15 Così che la mia anima sceglie la soffocazione, la morte anziché le mie ossa.
Gb 31:27 E la mia mano baciava la mia bocca
Sal 84:6 Passando per il bassopiano delle macchie di baca, lo mutano in una sorgente stessa; L'insegnante si avvolge di benedizioni
Sal 118:27 Legate la processione festiva con rami.
Potrai portarmi tutte le traduzioni inglesi di questo mondo, ma in italiano questa cosa non è né moderna ne comprensibile, né grammaticalmente sensata.
Ciao
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Andrea Nicolotti
www.christianismus.it
ICQ 67780820
[Modificato da Achille Lorenzi 30/04/2005 9.37]