16/03/2005 06:52 |
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Si fratelli, avete letto bene!
E nel post sotto elencato troverete le prove inconfutavili e inequivocabili! Solo l'AntiCristo può provare a smentire la TNM!
Per il materiale trattato e il duro tono usato, consiglio, a chi è TdG, di
NON
andare a leggermi. Si eviterà così un'attacco di ulcera o ansia.
Per coloro che invece si ritengono forti spiritualmente, vadano pure a leggere e si decidano una volta per tutte ad abbandonare questa obrobriosa falsità! Questo è l'augurio che faccio di vero cuore a tutti coloro che ignorano come stiano le cose! Sonny.
http://www.freeforumzone.com/viewmessaggi.aspx?f=50304&idd=96 |
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17/03/2005 12:48 |
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La scrittura di 1 Giov. 5:20 ("Egli è il vero Dio e la vita eterna") viene comunque variamente intesa dagli studiosi. C'è chi vede in quel "vero Dio" un riferimento a Cristo e chi invece ritiene che si parli del Padre.
Non mi pare quindi che si possa dogmaticamente concludere che in questo versetto "il vero Dio" menzionato sia Cristo...
Saluti
Achille [Modificato da Achille Lorenzi 17/03/2005 16.48] |
18/03/2005 06:56 |
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VERO! I dubbi ci sono, ma....
Scritto da: Achille Lorenzi 17/03/2005 12.48
La scrittura di 1 Giov. 5:20 ("Egli è il vero Dio e la vita eterna") viene comunque variamente intesa dagli studiosi. C'è chi vede in quel "vero Dio" un riferimento a Cristo e chi invece ritiene che si parli del Padre.
Non mi pare quindi che si possa dogmaticamente concludere che in questo versetto "il vero Dio" menzionato sia Cristo...
Saluti
Achille[Modificato da Achille Lorenzi 17/03/2005 16.48]
La parte grammaticale ha anche il suo peso! Notate il commento!
"La questione è se “Questi” (outos in greco, hic in latino) si debba riferire al Figlio, oppure al Vero. Secondo la consuetudine grammaticale, è più logico pensare che sia vera la prima ipotesi, tuttavia non sempre Giovanni si attiene rigidamente alle regole grammaticali, ed è dunque legittimo porsi il problema.
Come premessa, possiamo escludere che “il Vero”, sia da intendere come “la Verità” in senso di “cosa vera”, poiché è usato il maschile e non il neutro, dunque sia “il Vero” che “questi” sono riferiti verosimilmente ad una persona o ad un sostantivo maschile. Per il geovismo “questi” è riferito al “Vero”, che sarebbe a sua volta riferito a Dio Padre, mentre per la Cristianità è riferito a Gesù Cristo.
Nell’ipotesi che “questi” stia per “il Vero”, la frase andrebbe letta così:
“Il Vero è il vero Dio e la vita eterna”, lettura tecnicamente possibile, ma evidentemente pleonastica.
Del resto la lettura dell'originale greco non suscita grandi dubbi di interpretazione, che infatti nessun antico commentatore mi risulta si sia mai posto, avendo sempre inteso outos (egli, costui, questi) per l'ultima persona alla quale ci si riferisce, Gesù Cristo.
D'altro canto l'equazione "il Vero" = Dio Padre è del tutto opinabile in questo passo, semmai il richiamo più immediato è il ben noto "ego sum via lux et veritas ", donde il "Vero" è riferito al Figlio e non al Padre.
In ogni modo preferisco dare un giudizio tecnico a questo passo piuttosto che teologico, e la lettura del testo greco fa propendere per outos = uios (filius), come da consueta prassi grammaticale in questi casi."
Se teniamo anche conto, dei numerosi versetti alterati per NON invocare Gesù, perchè così piace ai leaders geovisti, ma ampiamente dimostrato il contrario.... bhe... IO, Sonny, deduco che se posso invocare Gesù, lo posso anche ADORARE come il VERO Dio, visto che Lui stesso si è proclamato L'IO SONO ai farisei che lo volevano poi lapidare per la bestemmia detta, non vi pare? Grazie comunque del tuo commento Achille. Lapprezzo. Sonny.
http://www.freeforumzone.com/viewForum.aspx?f=50304 |
18/03/2005 09:52 |
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Cosa?
>tuttavia non sempre Giovanni si attiene rigidamente alle regole grammaticali, ed è dunque legittimo porsi il problema.
Già ma se così fosse dovremme reinterpretare tutto Giovanni, domandandoci anche se segue davvero le regole dove sembra che le segue, non sia mai che dicendo "e il Verbo si è fatto carne" non abbia rispettato il tempo del verbo e abbia voluto indendere che "si farà carne"! dovremmo ancora aspettare il Messia...
E il pericolo è reale , atteso che la WT, laddove Luca ha detto "in verità ti dico, oggi sarai con me" riesce a leggerci "in verità ti dico oggi, tu sarai... (Dio sa quando e non con me). Dico, Luca! che diversamente da Giovanni, era dotto e la usava bene la grammatica.
A parte questo, anch'io sto per l'interpretazione di "Questi" riferita a Gesù e non al "Vero". E vi dirò che è stato un punto in cui l'anziano con cui dialogavo anni fa non ha saputo cosa rispondere. Gli altri due punti erano i notissimi "Dio potente" di Isaia e "mio Signore e mio Dio" di Tommaso.
La mia contestazione è consistita nel contestare la D maiuscola, e l'anziano, non sapendo come spiegarla, mi confermava che in Gv 5,20, anche lui capiva che "Dio" era riferito al "Figlio" e non al "Vero".
Faccio appello a Polymetis per una lettura analitica del testo greco. ----------------------
est modus in rebus |
18/03/2005 10:44 |
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Nel citare questo brano, talvolta i tdg citano il testo che troviamo in 2 Giovanni in cui è scritto "questi è l'anticristo", versetto in cui viene anche citato il Signore Gesù, senza tenere presente che in quel brano si parla di due categorie assolutamente opposte, al contrario in 1 Gv 5:20 troviamo sia il Padre che il Figlio.
http://andreabelli75.wordpress.com/
http://progettostudiodellabibbia.wordpress.com/
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18/03/2005 18:51 |
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Vi sono delle divergenze fra studiosi cattolici e protestanti sull'identità dei questo "vero Dio". E le divergenze mi pare che vi siano anche in merito al modo di tradurre questo versetto. (Ricordo di aver letto una nota nella Bibbia Concordata in cui si ammettono tre possibili traduzioni).
Mi chiedevo se questa incertezza non sia stata per caso voluta dall'apostolo Giovanni: in questo modo avrebbe lasciato intendere che il titolo "vero Dio" può essere riferito sia al Padre che al Figlio...
Ho trovato interessante in merito a questo versetto il commento di Enrico Rivera, curatore di un sito sulla Bibbia: La parte finale del versetto è stata da alcuni applicata al Figlio tenendo presente Giovanni 11,25 (Io sono la risurrezione e la vita; chi crede in me, anche se muore, vivrà), Giovanni 14,6 (Io sono la via, la verità e la vita) e 1 Giovanni 1,1-3 (Ciò che era fin da principio, ciò che noi abbiamo udito, ciò che noi abbiamo veduto con i nostri occhi, ciò che noi abbiamo contemplato e ciò che le nostre mani hanno toccato, ossia il Verbo della vita - poiché la vita si è fatta visibile, noi l'abbiamo veduta e di ciò rendiamo testimonianza e vi annunziamo la vita eterna, che era presso il Padre e si è resa visibile a noi - quello che abbiamo veduto e udito, noi lo annunziamo anche a voi, perché anche voi siate in comunione con noi. La nostra comunione è col Padre e col Figlio suo Gesù Cristo), mentre altri la hanno applicata al Padre, tenendo conto di Giovanni 17,3 (Questa è la vita eterna: che conoscano te, l'unico vero Dio, e colui che hai mandato, Gesù Cristo).
Il pronome "questi" (in greco outos) sembra comunque riferirsi a Cristo per almeno due motivi:
- per logica e per correttezza grammaticale un pronome personale dovrebbe riferirsi all'ultima persona nominata e non a quella precedente (nel nostro caso al "Figlio suo Gesù Cristo" e non al "Vero");
- se ammettiamo che il pronome "questi" si riferisca alla persona precedente si avrebbe una tautologia, cioè una pedante ripetizione dello stesso concetto con parole diverse; la frase suonerebbe allora così: Questi (il Vero) è il Vero Dio e la vita eterna. Questo il sito di Enrico Rivera: http://digilander.libero.it/domingo7/index.html
Infine ho trovato davvero belle ed illuminanti le parole di Agostino di Ippona, nel suo "Sermone contro gli Ariani" (sembra scritto per i TdG...). Ecco come Agostino inizia questa confutazione dell'eresia ariana: Il nostro Signore Gesù Cristo è Dio
1. 1. Rispondo con questa dissertazione alla precedente dissertazione di coloro i quali, pur riconoscendo il Signore nostro Gesù Cristo come Dio, non vogliono tuttavia riconoscerlo come Dio vero e come un solo Dio con il Padre, presentandoci in questo modo due dèi di diversa e impari natura, l’uno vero, l’altro non vero, contro quanto sta scritto: Ascolta, Israele, il Signore è il tuo Dio, il Signore è uno solo . Infatti, se vogliono che ciò venga inteso come riferito al Padre, ne consegue che Cristo non è il Signore Dio nostro. Se, d’altra parte, deve essere inteso come riferito al Figlio, il Padre non sarà il Signore Dio nostro. Se invece deve essere riferito a entrambi, Padre e Figlio sono senz’altro l’unico Signore Dio nostro. E quanto sta scritto nel Vangelo: Che conoscano te, l’unico vero Dio, e colui che hai mandato, Gesù Cristo, lo si deve intendere in questo modo, come se si dicesse: che conoscano come unico vero Dio te e colui che hai mandato, Gesù Cristo. Poiché anche di Cristo fu detto dall’apostolo Giovanni: Egli è il vero Dio e la vita eterna Qui l'intero discorso: http://www.sant-agostino.it/italiano/contro_sermone_ariani/index2.htm
Saluti
Achille [Modificato da Achille Lorenzi 18/03/2005 18.52] |
18/03/2005 19:41 |
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La questione a mio parere è molto semplice ed è complicata solo da chi è in vena di sofismi. Outos corrisponde all’italiano “questo”, e dunque si riferisce all’ultima persona nominata, è diverso da ekeinos che corrisponde invece al nostro “quello”. Seguendo la grammatica questa è la lettura più ovvia e immediata. Se i TdG leggono diversamente devono essere loro a fornirci argomenti a sostegno della loro ipotesi, non noi a provare la nostra, giacché applichiamo solo il rasoio di Ockham, quel meraviglioso principio euristico secondo cui a parità di fattori l’ipotesi più semplice tende ad essere quella giusta, e dunque non c’è motivo di complicarsi la vita se la grammatica è tanto lineare, o, qualora si voglia farlo, si debbono fornire delle valide ragioni che non siano un mero pregiudizio ideologico. L’argomentazione più forte che sorregge la nostra ovvia lettura è quella che Achille ha fatto notare riportando lo scritto di Rivera, ossia che nell’ipotesi dei TdG dovremmo leggere: “Questi (Il Vero) è il vero Dio e la vita eterna”, il che è un’evidente tautologia. Tuttavia da grecista ammetto che nella Bibbia ci sono alcuni punti in cui outos non si riferisce all’ultima persona nominata: Gv 1,40-41 - 1 Gv 2,22 - Atti 4,10-11 e 7,18-19. Tuttavia queste costruzioni sono chiarissime, e non si può davvero sbagliare nel sapere a chi riferire il dimostrativo. Nel nostro caso purtroppo non è così, forse per volontà stessa di Giovanni, come Achille scrive.
Ciao ---------------------
Ά όταν έκτιζαν τα τείχη πώς να μην προσέξω.
Αλλά δεν άκουσα ποτέ κρότον κτιστών ή ήχον.
Ανεπαισθήτως μ' έκλεισαν απο τον κόσμο έξω
(Κ. Καβάφης) |
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