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Lo "en" greco, oltre ad "in" si può tradurre anche con "unito a"?

Ultimo Aggiornamento: 09/03/2005 15:51
07/03/2005 20:04
 
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Se dovessimo stare letterali tutte quelle traduzioni sarebbero sbagliate. “In” non è la traduzione del greco “en”, ma è esattamente il greco “en”, la stessa parola indoeuropea con mutamenti fonetici (lat. “in”, fr. “en”, osco “en”, got. “in”, ant. ir. “in”, ecc.) Tutte le traduzioni proposte vanno benissimo anche col significato letterale:

Giovanni 14:10
Non credi che io sono nel Padre e che il Padre è in me? Le cose che vi dico non le dico da me stesso; ma il Padre che rimane in me fa le sue opere.



Giovanni 14:11
Credetemi che io sono nel Padre e il Padre è in a me; altrimenti, credete a motivo delle opere stesse.


Giovanni 14:20
In quel giorno voi saprete che io sono nel Padre mio, voi siete in me e io sono in voi.


Giovanni 15:4
Rimanete in me come io in voi. Come il tralcio non può da se stesso portar frutto se non resta nella vite, così nemmeno voi lo potete, se non rimanete in me.


Giovanni 15:5
Io sono la vite, voi siete i tralci. Chi rimane in me, e io in lui, questi porta molto frutto; perché separati da me non potete fare nulla.


Giovanni 15:6
Se uno non rimane in me, è gettato via come un tralcio e si secca; e si raccolgono questi tralci e si lanciano nel fuoco e sono bruciati.

Giovanni 15:7
Se rimanete in me e le mie parole rimangono in voi, chiedete quello che desiderate e vi avverrà.


Giovanni 17:21
affinché siano tutti uno, come tu, Padre, sei in me ed io sono in te, anche loro siano in noi, perché il mondo creda che tu mi hai mandato.



Giovanni 17:23
Io in loro e tu in me, affinché siano resi perfetti nell'unità, perché il mondo abbia la conoscenza che tu mi hai mandato e che li hai amati come hai amato me.



Giovanni 17:26
E io ho fatto conoscere loro il tuo nome e lo farò conoscere, affinché l'amore col quale mi hai amato sia in essi, ed io in loro".

Alcune traduzioni citate come la TILC sono non-letterali di proposito, e rendono in maniera più comprensibile passi difficili. Evidentemente secondo questi traduttori il fatto che Cristo possa dimorare in qualcuno di noi o è difficile da comprendere oppure è impossibile per qualche pregiudizio teologico. Non ho idea di come un TdG, come una visione così antropomorfa e primitiva di Dio, prenderebbe la frase “io (dio) sono in te”, se Dio sta nelle Pleiadi figurarsi quale mistica possono avere a Brooklyn. Eppure queste traduzioni oltre a non essere letterali secondo me fanno un danno teologico, perché è importante sapere che Dio può essere in me. Se avete notato i passi citati sono tutti giovannei, ed infatti questo è un tema caro all’evangelista, che la WTS butta letteralmente a mare. Solo in un caso sono stati costretti a tenere una traduzione decente a causa del verbo: “Se uno mi ama, osserverà la mia parola, e il Padre mio lo amerà, e verremo da lui e faremo dimora presso di lui.” (Gv 14,23) Bella anche la CEI: “Se qualcuno mi ama, osserverà le mie parole, e mio Padre l’amerà, e noi verremo a lui e dimoreremo in lui.” Evidentemente non potevano tradurre con “dimoreremo uniti a lui”, sarebbe stato troppo anche per loro visto il “para”! Ma la loro fobia verbo una concezione meno primitiva di Dio non si ferma qui. Guardate questo magnifico passo: “Chi mangia la mia carne e beve il mio sangue dimora in me e io in lui. “ (Gv 6,56),. La traduzione dei TdG è un vero svuotamento teologico: “Chi si nutre della mia carne e beve il mio sangue rimane unito a me, e io unito a lui.” L’errore non è tanto tradurre con “rimane”, infatti è legittimo, è sempre quell’ “unito a” che priva i passi del loro spessore mistico.
Caro Brescitte, questa non è una risposta esauriente, domani vado in biblioteca a vedere cosa suggerisce il Kittel per “en”, ma su nessun dizionario ho mai trovato “unito a” come significato (e spero di consultare una decina di dizionari), è una traduzione libera che tenta di interpretare il testo. Farò altri accertamenti, vi farò sapere.

Ciao

[Modificato da Polymetis 08/03/2005 21.22]

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Ά όταν έκτιζαν τα τείχη πώς να μην προσέξω.
Αλλά δεν άκουσα ποτέ κρότον κτιστών ή ήχον.
Ανεπαισθήτως μ' έκλεισαν απο τον κόσμο έξω
(Κ. Καβάφης)
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