Scritto da: Polymetis 11/03/2005 19.32...La traduzione dei TdG è molto strana, non capisco perché traducano con “luogo”. In greco è sottointeso il “patrída” del v.14 e dunque si dovrebbe rendere “ora invece aspirano ad una (patria) migliore”. Per quanto riguarda il seguito mi sembra evidente che la TNM ha tradotto il genitivo di appartenenza con “che appartiene dal cielo”, una traduzione legittima.
E' legittima ma io credo che anche in questo caso questa possibile traduzione sia utile per sostenere gli intendimenti dei TdG.
Nota, per esempio, l'osservazione fra parentesi quadre riportata nella
Torre di Guardia del 1/2/1970, pp. 78-79:
«Paolo dice similmente che "dichiararono pubblicamente d'essere estranei e residenti temporanei nel paese", cioè che abbandonarono il loro luogo nel vecchio sistema di cose, nel paese dei Caldei, e non ebbero nessun paese in Canaan. Invece, Paolo dice, "aspirano a un luogo migliore, cioè uno che appartiene al cielo [sebbene, notate, non un luogo
in cielo.]» (corsivo nel testo).
Mi sembra che tradurre come la CEI, "essi aspirano a una [patria] migliore, cioè a quella celeste", lasci intendere con maggiore chiarezza che a questi giusti era riservata una ricompensa
nei cieli.
Ciao
Achille