il filosofo Mario Fracas può sostenere che
>il credo originale dei cristiani è la risurrezione, che è una risurrezione del corpo.
Ma se non vuole invadere le competenze altrui e studiasse prima di pronunciarsi qualcosa di esegesi non lo direbbe.
Infatti sin da molto prima del Nuovo Testamento gli ebrei credevano in una risurrezione, Marta parlando del fratello morto dice a Gesù "so che risorgerà nell'ultimo giorno" e tra Farisei e Sadducei ci si accapigliava proprio per la credenza dei primi nella risurrezione.
Ma quella risurrezione non era pensata dei corpi
era LA RISURREZIONE DELLA NEPHESHche interpretarla come solo "corpo" è falsare il concetto che gli ebrei ne avevano. La nèphesh era la persona intera: corpo e spirito (o anima) e perciò la risurrezione interessa tutto l'uomo. Comporta anche una trasformazione dell'anima, oltre al fenomeno più macroscopico che è quello di riportare in vita un corpo. Ma anche il corpo non era semplicemente riportato in vita. San Paolo dirà espressamente che Gesù rimodellerà questa povera tenda/corpo, la renderà simile a quella del suo corpo glorioso, il quale
non può più morire.
L'importante è afferrare anche che gli ebrei (già dal VT) credevano nella sopravvivenza dell'essere umano (credevano nella permanenza di un qualcosa DIO SA COME IMMAGINATO NELLA SUA ENTITA' ma di cui si sostanziava esplicitamente l'io umano) oltre la morte fisica.
Il successivo uso della filosofia greca da parte dela Chiesa non ha modificato radicalmente questa credenza inventandosi l'anima, ma ha semplicemente individuato nell'anima (non so se alla stregua esatta della filosofia greca) quel qualcosa di misterioso che sussiste al disfacimento corporeo. Ma la Chiesa ha precisato anche che la risurrezione (intesa non come essere riportati in vita dal niente giacché appunto sussiste) riguarda anche l'anima in quanto insieme al corpo viene divinizzata dallo Spirito.
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est modus in rebus