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Geovismo e psicologia: autocritica, autoesame, auto ed eteroaiuto fraterno

Ultimo Aggiornamento: 22/09/2009 23:59
03/04/2009 17:27
 
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Spulciando sinteticamente e liberamente dal sito WWW.HOWCULTSWORK.COM che parla delle psicosette…
… segnalo qualche punto che, secondo il parere di vari ex TG “pensosi” e che ora inquadrano il geovismo tra i “culti abusanti”, potrebbe risultare utile per una valutazione autocritica di chi si trova dentro un movimento, che anche se non si può definire propriamente setta, ne ricalca in parte alcune caratteristiche.

1) INTIMIDAZIONE ARAZIONALE, ovvero ATTACCO ALLA PERSONA
Si noti la differenza di questi diversi tipi di dialogo.

DIRIGENTE- Uno più uno fa tre.
SUBALTERNO - No, non credo. Vedi, quando ho una cosa e poi ne ho anche un'altra, allora ho due cose, non tre.
DIRIGENTE – Comprendo le tue ragioni, ma devi capire che uno più uno, se calcolato in rapporto a questo dominio numerico complesso, che io ho appena inventato, e poi elevato al quadrato per la somma della nona tangente nella sequenza della serie di Fibonacci, dà come risultato tre!

Questo ragionamento è strampalato e pertanto non ribattibile razionalmente. Fa derivare la sua “vittoria” non solo dalla impossibilità di controbatterlo senza dare del mestatore a chi l’ha posto, ma soprattutto dal tono trionfante che lo accompagna e dalla “carica” dirigenziale che permette al soggetto che lo pone di giocare sull’abuso di potere. E tuttavia conserva almeno una parvenza di ragionamento, poiché cerca di rispondere argomentando. Così fanno normalmente le persone che dialogano. Sia quando dialogano cercando la verità che volendo imporre una loro veduta non vera.


Vediamo ora la diversità di quest’altra impostazione:
DIRIGENTE- Uno più uno fa tre.
SUBALTERNO - Veramente non mi sembra. Dovrebbe fare due.
DIRIGENTE - Scusa sai, ma io sono un matematico da più tempo di te. Come osi dissentire! Sei evidentemente una persona molto piena di sé e superba. E forse non tieni presente che esiste un "principe della menzogna" che "svia tutta la terra abitata" facendo leva sul "pensiero indipendente". Penso anche che tu sia in disaccordo con me per gelosia nei miei confronti e, ad essere sincero, devo dirti che la tua ribellione ha non solo offeso me ma anche molte altre persone che sono d’accordo con me.

Aggiungiamoci che queste parole vengano dette tenendo il viso molto vicino a quello del subalterno, con fare intimidatorio, e avremo che il povero subalterno si zittisce e abbassa gli occhi senza replicare più.

Come si vede, il Dirigente non ha risposto al ragionamento del Subalterno. Se ne è infischiato ricorrendo d un attacco alla persona. Si è spostato dal piano razionale a quello emotivo, mettendogli paura.
Se non ci si rende conto che questo attacco funziona bypassando ogni ragione, esso diventa uno strumento potente da parte di chi comanda per esercitare controllo e tenere soggetti.
L’attacco alla persona è indizio inequivocabile che si è in una setta.


2) CLIMA DI LIBERTA’ VIGILATA, ovvero SPIONAGGIO E DELAZIONE
Laddove esiste “un tempo per parlare” nel senso che è fatto obbligo per il subalterno riferire fatti parole e comportamenti che, a detta dei dirigenti, possono essere di discredito per l’Organizzazione, gli adepti si sentono immersi in un clima di libertà vigilata. Viene meno quindi la libertà di espressione perché “anche i muri hanno orecchie!” e non si deve scantonare dall’allineamento intruppante che la setta esige da tutti.
Tutti sono incoraggiati a stare in guardia dai confratelli che accennassero a un qualsiasi minimo “deragliamento” o “opposizione”, sia dottrinale che comportamentale, e a riferire ai capi ciò che vedono e sentono. Spesso accade che informazioni date in assoluta confidenza vengono riportate automaticamente ai leader. Questi ultimi potrebbero usare poi tali informazioni non solo per convincere i loro soggetti che sono ben vigilati e conosciuti, ma perfino che i capi sono dotati di una luce superiore in forza della loro funzione di “fratelli che prendono la direttiva” e “portano il peso del gregge” così da essere meritevoli di “doppio onore”.
L'adepto, che si fida, non sospetta il vero meccanismo che c'è dietro questa “luce soprannaturale” e, quando riceve ammonizioni o imput di qualsiasi tipo, si convince di essere diretto amorevolmente dalla stessa divinità tramite i dirigenti. (Canale, teocrazia?)
Quanto a quelli che, con buona memoria, ricordassero che le informazioni sono partite dalle loro imprudenti confidenze, allora accadrà che questi si faranno più cauti così da nascondere anche i loro veri pensieri e sentimenti, e si metteranno una maschera che li faccia apparire adepti perfetti. Questa maschera è una difesa contro l'eventualità di essere "accusati" ai leader e di essere puniti per non essere all'altezza.*
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* A questo riguardo va detto che gli adepti di qualsiasi movimento totalizzante non si sentono mai all'altezza degli ideali del gruppo, e tuttavia spesso credono che gli altri membri intorno a loro lo siano, quando in realtà gli altri si sentono esattamente come loro. Da questo meccanismo psicologico deriva una notevole spinta alla emulazione e a non figurare per ultimi in eventuali tabelle di rendimento.
[Modificato da berescitte 17/04/2009 16:20]
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