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Geovismo e psicologia: autocritica, autoesame, auto ed eteroaiuto fraterno

Ultimo Aggiornamento: 22/09/2009 23:59
29/01/2005 19:29
 
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COME SOPRAVVIVERE QUANDO SI LASCIA IL GEOVISMO (3)
Ringrazio Berescitte per le sue pertinenti osservazioni e proseguo ....

Ciò di cui si ha maggiormente bisogno per guarire dalla “geovistite” è di esprimere un gran numero di sentimenti diversi: paura, rabbia, gelosia, depressione e delusione sono i più comuni. Chi, altruisticamente, si pone nella prospettiva di “sostenere” i Testimoni in uscita dal Movimento dovrebbe sempre tener presente che essi spesso sono portati a dire cose delle quali poi possono pentirsi, e alle quali talvolta non credono neanche nel momento stesso in cui le affermano. Questo comportamento, spesso, costituisce un tentativo di "mettere alla prova" la persona che sta cercando di aiutarli per essere sicuri di essere accettati incondizionatamente. Questi Testimoni provano molta rabbia "per tutti gli anni che hanno sprecato", per gli interessi familiari che hanno messo da parte aspettando Armaghedon, o per i figli che non hanno generato, o per gli studi che non hanno condotto a termine a causa delle direttive dell’Organizzazione. Queste verbalizzazioni sono normali, ma possono essere controproducenti nel senso che rimettono a fuoco continuamente la propria attenzione sul problema. E' necessario parlare di queste cose, ma spesso l'essere coinvolti in altre attività che abbiano un senso, è un diversivo necessario a far sì che il tempo - la più grande medicina - faccia il suo lavoro terapeutico.
Questo tempo può anche essere usato per un completo check-up fisico. Bisognerebbe essere particolarmente attenti ai propri livelli di glicemia, pressione sanguigna, livello del colesterolo, ecc., che traumi emotivi vanno spesso ad influenzare. Cambiare la propria dieta e vita sociale e migliorare anche piccoli aspetti della vita quotidiana sono tutte cose che aiutano.

geovologo

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geovologo

Non è vero che chi non parla non ha nulla da dire: il silenzio è ricco di significati che spesso perdiamo perché prigionieri di una specie di ebbrezza della parola.
29/01/2005 19:44
 
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Le reazioni di fronte alle rinunce e all'espulsione
Mi inserisco in questa discussione per riportare alcune osservazioni di Bernard Blandre (La storia dei Testimoni di Goeva, pagg. 124, 125), sul modo in cui molti reagiscono alla fuori uscita dal gruppo.

«Le rinunce nascono dalla disillusione: l'adepto capisce che l'organizzazione prevale sulla solidarietà umana; oppure, dominato da un dubbio religioso di fronte ad alcune contraddizioni dottrinali o pratiche, il suo zelo diminuisce. Allora l'anziano della congregazione lo richiama all'ordine invece di offrirgli un ascolto comprensivo e di dargli risposte adeguate. Il testimone si rende conto che la sua inquietudine non interessa a nessuno ma che ci si aspetta da lui solo una certa produttività. L'illusione legata al gruppo ha sempre meno presa, si disinteressa della sua congregazione e sente il suo impegno come una costrizione. Infine decide di lasciare la congregazione.
...
Raramente la rottura è cosa facile. Da un punto di vista psicologico, il dimissionario o il disassociato non si libera facilmente da un coinvolgimento così profondo. La rottura porta alla perdita dei legami sociali, fino ad allora esclusivamente geovisti. L'ex Testimone non si incontra più con i suoi ex correligionari. D'altronde sono gli anziani che impongono a questi ultimi di evitarlo e di non salutarlo più. Anche i suoi familiari, coloro che vivono sotto lo stesso tetto, devono evitare qualsiasi discussione religiosa con lui. D'altra parte, deve salvare la faccia di fronte a colleghi di lavoro e a tutti quelli che hanno conosciuto il suo entusiasmo religioso di un tempo. Talvolta, nel suo passato di testimone, ha rinunciato a promozioni professionali o a occupazioni più lucrative ma più esigenti, per tenere fede ai suoi obblighi religiosi. La revisione può risultare lacerante. Tutto ciò ha ripercussioni psicologiche. Questo spiega senza dubbio il grande numero di testimonianze e di critiche, talvolta aggressive, del tipo: "Perché non sono più testimone di Geova", ad opera di ex aderenti alla Società Torre di Guardia. Vi si scopre la volontà di regolare un conto e di cancellare il passato prima di trovare nuovi impegni sociali e di cominciare una vita nuova».

Achille

[Modificato da Achille Lorenzi 29/01/2005 19.44]

29/01/2005 20:33
 
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La mia esperienza.
All'inizio, 11 mesi fà, ero angosciato, piangevo, ero tremendamente deluso e depresso. Poi la rabbia per non poter parlare, gridare le verità scoperte. Infine le umiliazioni in famiglia e dai fratelli che fraintendevano le mie intenzioni, passandomi per apostata! Che frustazione! Così, la reazione fù: Guerra alla WTS! Ora, sono molto più calmo, soprattutto perchè sono riuscito a convincere mia moglie delle verità a lei nascoste. Ora insieme a lei, con molta tranquillità e pazienza, stiamo cercando d'informare i nostri figli. Se accetteranno, bene, altrimenti, vivranno la loro fede e acquisteranno esperienza con il tempo anche loro. Tutto sommato.... ora niente più nervoso... solo la consapevolezza che il tempo passato non tornerà più, ma.... .non possiamo sprecare altro tempo a piangere il latte versato! Si fà prima ad andare a comprare altro latte e rimetterlo a bollire! Non vi pare? Grazie comunque Geovologo, Bere e Achille per le vostre opinioni. Le apprezzo molto. Il vostro Sonny.

http://www.freeforumzone.com/viewForum.aspx?f=50304
30/01/2005 07:35
 
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Grazie di avermi avvisato del cambiamento di luogo della discussione.

Arrivo tardi, ma adesso leggo il tutto e se il caso interverrò.

A presto
Maurizio
30/01/2005 17:49
 
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COME SOPRAVVIVERE QUANDO SI LASCIA IL GEOVISMO (4)
Ringrazio Lorenzi per il puntuale contributo e sonnyp per la sua testimonianza; pertanto, l'attenzione al tema mi induce a continuare ...

La perdita della propria credenza religiosa richiede, in un certo modo, lo stesso tipo di elaborazione del lutto che è necessario quando si perde una persona cara. Gli stadi del dolore si vivono anche nel caso della perdita parziale o totale della struttura del proprio credo religioso. E' per questo che è necessaria una sostituzione sia della fede che del sistema sociale del Testimone. Più è efficace la sostituzione, minore è il dolore. Poche persone, però, passano con facilità dallo stato di coinvolgimento come Testimone a un eguale stato di coinvolgimento in un'altra organizzazione religiosa. Quasi sempre è necessario un processo di aggiustamento che in genere è abbastanza lungo. Molti di noi non vivono l'esperienza della conversione vissuta da san Paolo.
E' il caso di prendere le mosse dalla situazione descritta da McCleery, "... il nocciolo del controllo ... risiede nella irregimentazione quotidiana, nella routinizzazione della quotidianità, nei rituali di dominio che sottomettono il soggetto a un ruolo abitudinario di silenzioso timore e di incredibile accettazione".
Talvolta, previo doveroso consulto medico, è necessario l'aiuto di qualche farmaco durante questo periodo di assestamento. E’ possibile che i ritmi del sonno subiscano delle alterazioni. Un problema abbastanza comune è quello di svegliarsi alle tre o alle quattro del mattino ed essere incapaci di riprendere sonno. Alcuni risolvono questo problema semplicemente alzandosi e dandosi ad attività domestiche, oppure mettendosi a leggere, collegandosi a internet, ecc. Molti cibi, specialmente il latte, possono aiutare a dormire. Anche passeggiate al mattino presto, lunghe conversazioni o hobby di vario genere possono essere utili per ristabilire normali ritmi di veglia-sonno.

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Non è vero che chi non parla non ha nulla da dire: il silenzio è ricco di significati che spesso perdiamo perché prigionieri di una specie di ebbrezza della parola.
01/02/2005 19:35
 
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COME SOPRAVVIVERE QUANDO SI LASCIA IL GEOVISMO (5)
Le prime settimane dopo l’effettivo abbandono del Movimento possono costituire il periodo più cruciale. Il conflitto è, di fatto, risolto perché la rottura è avvenuta, anche se spesso essa non è dipesa dalla propria volontà. Ora non si può facilmente tornare indietro. Il trauma è tale che diverse persone ritengono impossibile riuscire ad andare avanti neppure per qualche giorno, figuriamoci più a lungo dopo l’abbandono. E' in questo periodo che i farmaci, assunti sotto il controllo medico, possono essere di grande importanza.
Alcuni ex Testimoni, soprattutto nelle prime settimane successive all’abbandono del movimento, dormono male e, quindi, hanno poche energie o stimoli durante il giorno. Per dormire bene, la giornata di ognuno deve essere piena di attività in modo che la sera si sia abbastanza stanchi da dormire di notte. Alcune persone non riescono a dormire la notte perché non sono stanche o emozionalmente soddisfatte da quello che hanno fatto durante il giorno. Il problema del sonno si risolve generalmente in breve tempo, in genere in poche settimane o al massimo in alcuni mesi. Il corpo non va avanti a lungo senza sonno. Ad un certo punto sarà praticamente impossibile non dormire.

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Non è vero che chi non parla non ha nulla da dire: il silenzio è ricco di significati che spesso perdiamo perché prigionieri di una specie di ebbrezza della parola.
03/02/2005 18:46
 
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COME SOPRAVVIVERE QUANDO SI LASCIA IL GEOVISMO (6)
E' facile, quando si lascia l'Organizzazione, ritrovarsi a parlare esclusivamente del geovismo e dei Testimoni, delle loro deficienze, dei loro problemi, ecc. ma, se questo comportamento iniziale si trasforma in una lamentosa abitudine, esso può solo ritardare la guarigione. E’ bene ricordare che, anche se all'inizio è dura, la maggior parte degli ex Testimoni guarisce dalla geovistite. E la maggior parte di loro non torna indietro, e neppure lo desidera.
Occorre fare anche molta attenzione a dominare i propri pensieri. Quando pensieri negativi sulla vita, sulla morte e specialmente sui Testimoni (il risentimento verso di loro, la soffe¬renza a causa del movimento ecc.) hanno via libera, essi possono condurre a disturbi anche seri. Questo processo può essere tamponato dandosi ad attività fisiche, andando a fare qualche viaggio di piacere, frequentando qualcun altro o facendo cose nuove. Pensare al geovismo e discutere i problemi che si sono avuti con esso può essere di aiuto fino a un certo punto, ma limitarsi a lamentarsene in continuazione può causare difficoltà. Inizialmente, si può provare risentimento verso il geovismo e i Testimoni. Ma, a lungo andare, questo risentimento si volge contro la persona che si arrabbia. I Testimoni spesso non sono coinvolti nello sfogo e, nella loro mente almeno, l’espressione astiosa di alcuni ex serve solo a giustificare favorevolmente la disasso¬ciazione eventualmente comminata loro. I Testimoni tendono a pensare che l’ex sia indemoniato, anche se il risentimento, espresso apertamente o interiormente come depressione, è perfettamente normale ed è inizialmente presente in buona parte delle persone che erano aggrappate all’ideologia dei Testimoni e poi l’hanno lasciata. Perdere quanto ha importanza e significato nella propria vita è traumatico. La perdita della propria religione, spesso punto centrale del devoto e specialmente per coloro che sono coinvolti in una religione così totalizzante come quella dei Testimoni, è evidentemente traumatica.

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Non è vero che chi non parla non ha nulla da dire: il silenzio è ricco di significati che spesso perdiamo perché prigionieri di una specie di ebbrezza della parola.
03/02/2005 20:04
 
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INTERVENTO/INVITO
Faccio un intervento/invito (semmai poi lo cancello) rivolto soprattutto a quegli ex che già si sono raccontati da tempo nel sito.

Non è che si richiede loro di fare il bis, ma li abbiamo letti, sono tutti eccezionali e perciò il loro contributo, riportato qui anche sintetizzato all'osso, (e se simile alle esperienze avute da altri, anche con un semplice e schematico accenno di conferma) sarebbe preziosissimo.

Non romperebbe la possibilità di seguire regolarmente la serie che sta raccogliendo geovologo e che altri potrebbero proseguire quando si arresterà o iniziarne un'altra parallela (magari segnata con numeri romani!)

Sarebbero valutazioni arricchite dai dialoghi avuti nel frattempo con altri ex e da eventuali studi (so che qualcuno ha letto Steven Hassan per esempio che è in tema)

E, chi se la sente, considerato il tempo ormai passato, potrebbe perfino impreziosire la sua testimonianza e/o solo le sue valutazioni senza parlare di sé, firmandosi.


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est modus in rebus
05/02/2005 19:25
 
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COME SOPRAVVIVERE QUANDO SI LASCIA IL GEOVISMO (7)
Cercare di fare qualcosa di completamente nuovo è un'altra cosa che aiuta molto nella fase di “convalescenza” dalla geovistite; offre diverse possibilità di progresso, cambiamento e proseguimento sulla via del recupero. Una nuova acconciatura di capelli, dipingere la propria stanza, aggiustare qualcosa o farsi coinvolgere in qualcosa che si è sempre desiderato fare quando si era tra i Testimoni, ma che all'epoca era “scoraggiato” (come ascoltare certa musica o celebrare ricorrenze familiari, ecc) potrebbero essere degli esempi di nuove attività. Mantenersi indaffarati e impegnati in qualcosa è di importanza fondamentale in questo periodo anche se, paradossalmente, uno non si sente per niente portato a lasciarsi coinvolgere in attività mentre sta sperimentando gli effetti causati dall'essere usciti dal movimento. Gli amici, pertanto, devono incoraggiare l'ex Testimone ad uscire, a prendere parte ad attività che possano essere vissute come realizzanti. La cosa più importante da ricordare, come peraltro è stato più volte ribadito in questo forum da parte di diversi partecipanti, è che "fuori dalla Torre di Guardia c'è vita" e che la guarigione arriva per quasi tutti i casi. La chiave di una rapida guarigione è il sostituire quello che si è perduto: i propri amici, un sistema di valori, finalità di vita e uno scopo per cui vivere.
Libri sul superamento dei sensi di colpa e della depressione, o sulla fiducia in se stessi, possono aiutare ad avere una visione del mondo più equilibrato.

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06/02/2005 10:28
 
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COME SOPRAVVIVERE QUANDO SI LASCIA IL GEOVISMO (8)
Molte persone, emozionalmente stabili per tutta la loro vita, sperimentano per la prima volta un trauma dopo aver lasciato il geovismo. Il loro intero mondo è andato in frantumi e, se sono stati sottoposti a disassociazione, può accadere che non possano parlare ai propri familiari, amici o parenti, se questi sono ancora Testimoni. Come dice la Noble: “Se le nostre famiglie fossero state liberate assieme a noi dal legalismo geovista, la nostra pena non sarebbe così profonda. Ma nella maggior parte dei casi le nostre famiglie rimangono schiave della ritualità e della guida del leader. Molti familiari vorrebbero essere lasciati liberi, ma sono mantenuti prigionieri dalla paura, dall'umiliazione e dalla confusione. Questo è il più grande ostacolo da superare. Come possiamo provare sentimenti di gioia e felicità quando la maggior parte di noi ha perso la persona più cara e a lui più vicina? Non è un'impresa facile, però si è dimostrata possibile.”
Così ci si trova ad esplorare un'infinità di rimedi a cui, prima di lasciare i Testimoni, non si era mai pensato o di cui addirittura si ignorava l'esistenza. Ci sono rimedi per gran parte dei problemi emozionali, molti dei quali non risolvono i problemi, ma aiutano ad alleviare i sintomi fintanto che i conflitti di fondo non vengono affrontati e risolti.
Una delle ragioni principali per cui è difficile uscire dall’Organizzazione è che, prima di tutto, i Testimoni di Geova sono molto insistenti nel presentare argomenti “convincenti” a favore della loro ideologia. E' tipico dei Testimoni saper citare decine di passi delle Sacre Scritture che, apparentemente, sembrano avvalorare la specifica interpretazione sulla loro concezione del Cristo, ecc. Una volta affiliati al Movimento, si impara a guardare al mondo in un modo critico e questo modo viene alimentato ogni giorno dall'associazione quotidiana, dalla frequenza delle cinque riunioni settimanali e dall'enorme ammontare della letteratura geovista che il Testimone medio dovrebbe leggere. Il tutto viene rinforzato dalla rete internazionale di "fratelli e sorelle" sparsi in tutto il mondo che fa vivere al devoto Testimone un sentimento di grossa unione. Esiste una linea di demarcazione fra Testimoni e non Testimoni che è molto più netta di quella che può esistere in qualsiasi altra chiesa. Per molti versi, i Testimoni differiscono dai seguaci di qualsiasi altra chiesa (e loro tendono a sottolineare questa diversità, sostenendo che, se lasci la Torre di Guardia, non troverai altra religione simile alla loro e pertan¬to non avrai più una casa spirituale dove andare). E' questa la ragione per cui il processo di reinserimento è così difficile. Se un episcopaliano lascia la sua chiesa, non è difficile per lui iniziare a frequentare una chiesa presbiteriana o cattolica. Un Testimone che esce dalla sua, trova che ci sono poche organizzazioni simili a quella che ha lasciato.
Pertanto è difficile lasciare i Testimoni perché essi hanno cose che li rendono attraenti. Le loro storie di martiri e di persecuzioni fanno parte della “prova” di essere stati prescelti da Dio. I Testimoni enfatizzano costantemente la loro diversità, che è reale. Non pochi ex-Testimoni aderiscono ancora, per un significativo periodo di tempo, ad alcuni degli insegnamenti dell’Organizzazione. Ciò dipende, spesso, dal fatto che il trauma derivante dall’abbandono impedisce all’ex adepto di approfondire con rigore i presupposti sui quali il geovismo fonda i propri pilastri dottrinali. Non a caso La Torre di Guardia del 1/7/1995, pp. 7-8, affermava: “Veder smascherate le proprie credenze come non veritiere può essere una delusione, specialmente se ci sono state insegnate da capi religiosi di cui ci fidavamo. Per alcuni potrebbe essere come scoprire che i genitori in cui avevano tanta fiducia erano in realtà dei criminali. Ma non è meglio scoprire la verità religiosa che vivere nell’illusione? Non è meglio conoscere i fatti che essere abbindolati? — Confronta Giovanni 8:32; Romani 3:4.”
In definitiva, anche per il geovismo vale il criterio esposto da Svegliatevi! dell’8/11/1985, p. 11: “Se le dottrine di qualsiasi confessione religiosa non sono in armonia con le Scritture, i timorati di Dio non devono provare scrupoli di coscienza a dissentire su di esse.”

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07/02/2005 19:37
 
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COME SOPRAVVIVERE QUANDO SI LASCIA IL GEOVISMO (9)
Forse il passo più importante, per le persone che lasciano l'Organizzazione, è quello di unirsi a un gruppo di sostegno di ex Testimoni. E’ evidente che principalmente gli ex Testimoni possono capire bene e aiutare a gestire i problemi che sorgono quando si lascia l’Organizzazione. Il sostegno è molto importante in questo momento, e proprio per la loro esperienza, gli ex Testimoni sono nella posizione migliore per aiutare. Molti di questi gruppi esprimono grande preoccupazione per le persone e spesso sono molto disponibili a trascorrere del tempo con gli ex Testimoni, discutendo preoccupazioni comuni, e a far visita a questo o a quello per vedere se stanno bene. Ciò è molto importante perché pensieri negativi non sono infrequenti in questo periodo. Pertanto, gli ex Testimoni non dovrebbero spaventarsi se tali pensieri appaiono. Essi dovrebbero essere aiutati a capire come ciò che lui o lei sta passando è stata l'esperienza di molti devoti ex Testimoni quando si sono visti venir meno quel centro che serviva da sostegno alla loro vita, cioè l’ideologia del gruppo. La maggior parte di loro sopravvive e molti sono persone migliori proprio per questo. E' anche di molto aiuto a quegli ex Testimoni che si stanno rimettendo dal trauma, dedicare parte del loro tempo ad aiutare altri Testimoni. Aiutare gli altri è di grande aiuto anche a se stessi nel processo di guarigione dalla geovistite.
E con questa conclusiva riflessione siamo arrivati alla significativa funzione che forum come questo possono svolgere nell’accompagnare gli ex Testimoni nel proprio cammino di ristabilimento dopo l’abbandono dell’Organizzazione. A conclusione di questa non breve (e spero non tediosa) disamina, mi piace richiamare quanto scritto altrove:
Probabilmente quelli, come me, che hanno fatto l'esperienza di adesione al geovismo, hanno abbandonato l'Organizzazione perché si erano - più o meno consapevolmente - resi conto che essa era semplicemente un gruppo e non una vera e propria comunità: esclusivismo settario, eccessiva strutturazione e quant'altro sono la negazione di una comunità. Nel geovismo, dove l'esigenza di "restare uniti" è decisamente pressante, l'abbandono comporta il rifiuto della missione trascendente attribuita ai vertici del gruppo e un fardello di esami di coscienza e di sensi di colpa: gli affiliati giungono a decidere per l'abbandono in un certo lasso di tempo, mentre continuano a vivere all'interno del gruppo. Chi abbandona è indotto a rendersi conto che, contrariamente a quanto potrebbe sembrare, una vita equilibrata difficilmente è caratterizzata dall'assenza di crisi; l'equilibrio psicologico di un individuo dipende invece dalla rapidità con la quale egli è capace di reagire alle crisi.
Chi di noi, e qui mi rivolgo in particolare agli ex Testimoni, non si è reso conto, a un certo punto della propria esperienza di adesione, che i "fratelli" si sforzavano di mantenere il gruppo estraneo a ogni forma di conflitto, facendone una pseudocomunità tutta sorrisi e gentilezze: non si trattava della finzione malvagia di chi mente sapendo di mentire, piuttosto era un processo inconscio attraverso il quale persone che desiderano essere amabili cercano di esserlo ricorrendo a piccole bugie innocenti, tacendo parte della verità su se stesse e sui propri sentimenti in modo da evitare i conflitti; le regole di tale finzione si possono così sintetizzare: se qualcuno fa o dice cose che ti offendono o ti infastidiscono, reagisci come se niente fosse e fai finta che l'accaduto non ti abbia per nulla toccato; se si manifesta qualche segno di disaccordo, cambia argomento il più rapidamente possibile; non fare e non dire nulla che possa offendere qualcuno. È evidente che, attivando questa ostentazione di buone maniere, un gruppo può funzionare perfettamente, ma a discapito del singolo, della sincerità e dell'intimità: i membri fingono di pensarla tutti allo stesso modo. In tale contesto i "fratelli" imparano a parlare per generalizzazioni: ciascuno tiene per sé i propri sentimenti e si arriva perfino ad annuire in segno di assenso, come se l'interlocutore avesse proferito una verità universale. Parlare in termini generali non consente di stabilire un contatto sincero. Comunque, oltre ad imparare a valutare gli aspetti più negativi dell'adesione, dovremmo riconoscere gli aspetti positivi (pochi?) della nostra esperienza, e trarne profitto. Far questo richiede un confronto costruttivo per trovare un'alternativa alle indicazioni, alle motivazioni e alle risposte a problemi fondamentali che il movimento aveva offerto. Alcuni trovano un'alternativa in una delle religioni tradizionali, altri semplicemente vengono a patti con il fatto di dover vivere senza risposte chiare e precise a questi problemi. Chi di voi, abbandonando l'Organizzazione, non ha realizzato una rivalutazione del dubbio considerandolo una virtù, addirittura una responsabilità? Un'autentica crescita spirituale non può evitare la fase del dubbio. Da adepti si era legalistici, dogmatici: si temeva chiunque la pensasse diversamente; da ex affiliati comprendiamo la necessità di mettersi in discussione, di chiedersi se l'ideologia del gruppo sia così certa e completa da giustificare la conclusione che tutti gli altri "increduli" non saranno salvati. Da adepti non tolleravamo il dubbio perché dubitare equivaleva ad ammettere di non sapere e, forse, perfino ammettere che non si riuscirà mai a sapere pienamente; da ex adepti abbiamo cominciato ad accettare il dubbio, a capire che non tutto è "bianco o nero", che la realtà ha più dimensioni e spesso significati contraddittori.
Grazie per l’attenzione e un cordiale augurio di “buona vita” a tutti!
geovologo
FINE[SM=g27817]
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geovologo

Non è vero che chi non parla non ha nulla da dire: il silenzio è ricco di significati che spesso perdiamo perché prigionieri di una specie di ebbrezza della parola.
08/02/2005 20:36
 
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Grazie caro geovologo!
Ho letto con vivo interesse le tue riflessioni.

Sono d'accordo pienamente sul fatto che il sostegno degli ex Testimoni sia un passo fondamentale per chi ha deciso di dare un taglio alla sua adesione alla WTS.

Diciamo che io personalmente ho riflettuto sull'importanza che ha quest'aspetto dopo che sono entrata a far parte del forum di Achille.

Per più di un anno ho vissuto la mia condizione di dissociata senza poter parlare con qualcuno che abbia vissuto gli stessi miei risvolti emotivi, per quanto il sostegno della mia famiglia sia stato preziosissimo.

Girovagando nel web, poi per caso, ho trovato sul motore di ricerca il sito di Achille... ed eccomi qui!

Grazie ancora a tutti per il contributo che avete dato a me e a tutti gli ex TdG per continuare a percorrere il nostro cammino verso la meta della libertà!

[SM=g27822]
Valentina
09/02/2005 17:13
 
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Geovologo
I miei più sinceri complimenti,
Ho letto con viva attenzione le nove puntate del tuo studio.

All’inizio, devo essere sincero, temevo di leggere della “retorica filo-cattolica”.
Non ho assolutamente nulla contro la Chiesa, ma ero preoccupato che l’autore del libro che citavi, sfruttasse le sofferenze di molti di noi “ex” per picchiare duro sulla WTS.

Non so se il libro lo faccia o no, comunque i commenti da te inseriti nella discussione sono stati interessanti, imparziali, pratici e incoraggianti.
Soprattutto, ho apprezzato il fatto che non traspariva assolutamente nessuna forma di rancore nei confronti della WTS; questo aspetto è stato molto importante – a mio avviso – perché ha dato il giusto valore alle tue considerazioni, senza indebolirle con il sospetto che si stesse facendo la solita guerra di religione.

Per non perdere queste informazioni, ho pensato bene di stamparle e metterle da parte.

…Peccato solo che con il passare del tempo questa discussione aperta da Berescitte finisca in una remota pagina del Forum, e quindi i nuovi visitatori avranno difficoltà a trovarla. [Non avere di questi timori. Come vedi dalle visite, è una cosa troppo utile ai nostri fratelli Testimoni - E io ho escogitato un modo per farla stare sempre sulla cresta dell'onda - BeryMod]

Un sincero saluto
Maurizio

[Modificato da berescitte 10/02/2005 21.43]

10/02/2005 19:07
 
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Re:

Scritto da: vally82 08/02/2005 20.36
Grazie caro geovologo!
Ho letto con vivo interesse le tue riflessioni.

Diciamo che io personalmente ho riflettuto sull'importanza che ha quest'aspetto dopo che sono entrata a far parte del forum di Achille.

Girovagando nel web, poi per caso, ho trovato sul motore di ricerca il sito di Achille... ed eccomi qui!


[SM=g27822]



Cara vally82,

hai colto nel segno riguardo alla eccellente funzione svolta dal forum di Achille, non a caso - negli ambienti che "contano" - ormai lo chiamano "Lorenzi il Magnifico" [SM=g27816]

Passando dal faceto al serio, sono veramente lieto che tu abbia confermato la validità di alcune delle osservazioni da me riportate.
Cordiali saluti
geovologo
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Non è vero che chi non parla non ha nulla da dire: il silenzio è ricco di significati che spesso perdiamo perché prigionieri di una specie di ebbrezza della parola.
10/02/2005 19:11
 
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Re: Geovologo

Scritto da: Tubal Cain 09/02/2005 17.13
I miei più sinceri complimenti,
Ho letto con viva attenzione le nove puntate del tuo studio.

Non ho assolutamente nulla contro la Chiesa, ma ero preoccupato che l’autore del libro che citavi, sfruttasse le sofferenze di molti di noi “ex” per picchiare duro sulla WTS.

Non so se il libro lo faccia o no, comunque i commenti da te inseriti nella discussione sono stati interessanti, imparziali, pratici e incoraggianti.

Un sincero saluto
Maurizio

Grazie



Salve Faber (veramente originale il tuo nick),
grazie anche a te per l'apprezzamento. Comunque, il libro di Bergman appartiene a quella categoria di testi la cui lettura può fare solo bene a chi è affetto da geovistite.
Cordiali saluti
geovologo[SM=g27828]
Cordialmente
geovologo

Non è vero che chi non parla non ha nulla da dire: il silenzio è ricco di significati che spesso perdiamo perché prigionieri di una specie di ebbrezza della parola.
14/02/2005 14:25
 
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Contributo, colto al volo...
Nella sezione "Umorismo", thread "Achille e il genio della lampada" ho colto questo post inviato a Maurizio da parte di Achille

Scritto da: Achille Lorenzi 06/02/2005 9.57 Sei grande Maurizio! Però, parlando seriamente, con questo racconto hai messo in evidenza un aspetto che caratterizza gli appartenenti a quello che un esperto (Steven Hassan) definisce "culti distruttivi", l'incapacità di vedere, riconoscere o ammettere errori e contraddizioni, anche su aspetti secondari, nel culto a cui appartengono. E questo nonostante tutti coloro che non fanno parte del culto riescano a vedere tali incongruenze. Ciao Achille
___________________________________

al che io ho risposto il 29/01/2005 19.58 (e siamo perfettamente in tema con i condizionamenti psicologici di questo thread) quanto segue:

«Questa INCAPACITA'... si spiega perfettamente con la psicologia del bimbo che difende la madre, dell'animista che guai a chi gli tocca il totem e via esemplificando. Sono però reazioni che plasticamente mostrano, ai visitatori esterni e silenziosi [di questo forum] (compresi i TG più intelligenti) a che punto di cecità può condurre un rapporto che elude/impedisce il libero esercizio della ragione dipingendolo come uno "sviamento" di Satana per far "inciampare".

A nessuno di tali "bambini" verrebbe mai in mente di logicizzare fino al punto da dirsi "ma se questo babau fosse insufflato da ogni religione ai suoi seguaci e seguito da loro senza eccezioni, chi mai potrebbe accettare non dico di diventare TG ma anche solo di ascoltarci?" E se è così, allora è proprio il babau ad essere una vera invenzione satanica che, così come impedirebbe altri a diventare TG (se fosse adoperato) impedisce di fatto a noi TG (che lo adoperiamo) di ripensarci per diventare qualcos'altro. Sì, a nessuno di tali "bambini" può venire in mente "se una virtude amica in alto nol trarrà". »


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est modus in rebus
15/02/2005 14:44
 
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Si può lasciare anche per un caso...
Vorrei aggiungere qualche particolare alla mia esperienza che ho già raccontato...

La mia personale uscita dai tdG è stata piuttosto causale. Non mi era mai passata per la mente l'idea di uscire, un giorno, dall'organizzazione in cui ero nato ed ero stato cresciuto, non mi ero mai posto particolari problemi dottrinali. Un bel giorno, un giorno come tutti gli altri, i miei mi dissero che erano sotto comitato giudiziario...mi sentii cadere il mondo addosso. Mi spiegarono comunque come si erano svolti i fatti, e che c'era da essere fiduciosi visto che la ragione sembrava essere dalla loro. Invece, dopo 2 comitati uno dei quali con tanto di sorvegliante di circoscrizione, fu decisa la loro espulsione. La mia prima reazione fu quella di ribellione, tipo presentarmi alle adunanze in jeans e scarpe da tennis, ecc. Nonostante tutto non fui nè segnato nè redarguito privatamente. Cominciai anche a farmi amici del mondo, a fumare qualche sigaretta, mentre in famiglia riallacciavamo rapporti più stretti con i parenti, che oltre a essere comprensivi con noi, ci furono molto d'aiuto anche in situazioni pratiche. Comunque per me quella era a ancora la verità, per cui in qualche modo vedevo il mio nuovo atteggiamento come una ribellione contro un'ingiustizia di Dio stesso... Intanto cambiavano le abitudini quotidiane: niente più scrittura del giorno, niente più preghiera prima dei pasti, niente più preparazioni di adunanze varie, niente più rapporto...

Ci fu un breve periodo in cui cercai di essere più sereno e ripresi uno stile di vita più ordinato e addirittura a predicare. Durò poco, ma mi rimase comunque una certa serenità e cominciai a vivere la situazione come stimolo per vivere nuove opportunità. Cominciavo a respirare un'aria nuova, la domenica in particolare all'ora in cui si di solito teneva l'adunanza ero felice di potermene andare a passeggio con gli amici, piuttosto che fare una partitella a tennis, o andare al palazzetto a vedere una partita, o starmene sul balcone dopo pranzo a godermi il sole. Lo ricordo come un periodo molto bello, ero impegnato in mille attività, culturali, politiche, sportive, uscivo con le prime ragazze, oltre a studiare all'Università dove conoscevo tantissime nuove persone. Di fatto non ero più un tdG, e la religione non mi interessava più di tanto, per cui feci la scelta conseguente di scrivere una lettera di dissociazione. Fui comunque convocato dagli anziani, ai quali descrissi la mia nuova situazione, ed espressi anche il mio scetticismo...a dir la verità si dimostrarono molto comprensivi per la mia situazione, e disponibili a passar sopra alcune cose, cercarono quindi di farmi cambiare idea, fissandomi un nuovo appuntamento a cui però non mi presentai... e così per l'ultima volta partecipai a una preghiera da tdG.

Ogni tanto affiorava della rabbia contro gli anziani che fecero fuori (dall'organizzazione) i miei, e se ne avessi incontrato uno per strada non se la sarebbe passata liscia. Ma col passare del tempo ho valutato serenamente anche questo aspetto, tutti possiamo sbagliare, e comunque lo devo anche a loro se a un certo punto è stato possibile ciò che fino ad allora era semplicemente impensabile.

[Modificato da Al Nair 15/02/2005 14.51]

27/02/2005 09:29
 
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Fido circola, annusa, trova e porta un altro contributo
In un post del forum di Sonny , sezione Esperienze, thread “I TdG? Dei bei sfascia-famiglie” (il 25/02/2005 21.19) Renj lamenta...

>Se il battesimo vuol dire :"UNA RICHIESTA FATTA A DIO DI AVERE UNA BUONA COSCIENZA "perchè ogni volta che uno deve prendere una decisione ci sono subito quelli che ci mettono il naso e vogliono fare le veci della TUA COSCIENZA ?

Ci rifletto sopra perché lo credo inerente alla nostra tematica psicologica
Io penso che la situazione psicologica che vige nel movimento geovista è la stessa (o per lo meno analoga) a quella che esiste (o piuttosto esisteva marcatamente fino a prima del Concilio) in un convento o seminario cattolico, ove l'Anziano fa la parte del Superiore e i normali TG sono tutti conversi/seminaristi.

Se è così, è normale sia la delazione che serve solo a far conoscere ai "medici" il difetto da correggere nei soggetti che altrimenti resterebbe occulto, sia il ficcare il naso dappertutto degli Anziani per fare in modo che la "malattia/contagio" non entri da nessuna parte, e si capiscono anche i loro drastici interventi affinché essa, entrata, non dilaghi ma sia curata al più presto.

Insomma il geovismo secondo me consiste in un gigantesco monastero invisibile senza mura ove ciascuno si sente sotto libertà vigilata (non a caso si è analogato il CD al "Grande Fratello" orwelliano).
E direi anche onestamente che, se è così, la dirigenza ha diritto di procedere in quel modo. Salvo a doversi studiare di contemperare un pò di più la rigidezza con la misericordia, comprensione e tolleranza. Ma questo dovere di dolcezza non intacca il diritto di ogni comunità di darsi quel dovere educativo. Questo dovere indica l’esigenza solo di "misura" nello stabilire regole comportamentali e intervento disciplinare, misura che solo persone sagge e prudenti acquistano col tempo e l'esperienza. Non si può certo aspettarsi che l'abbiano tutti gli Anziani. Soprattutto gli Anziani giovani d'età che vivono il loro ruolo con orgoglio e magari sono stati “nominati” tali per promozione dovuta al loro zelo di "produzione" e alla rigida esecuzione dei diktat Brooklyniani, e non già per una loro maturazione in saggezza ed umanità. Il che li rende non pastori delle pecore ma burocrati del regime. Atteggiamento che, come si legge ogni tanto sugli stampati, la Dirigenza cerca di ridimensionare (ma sembra appunto solo a parole del tipo qui lo dico e qui lo nego, qui ti freno e qui ti lodo).

In assoluto però, così come riteniamo lecito, giusto, e servizio teso al bene dei soggetti, questo dovere di sorveglianza protettiva dell'uomo di fede maturo rispetto al giovane in cammino, del pastore riguardo ai fedeli (che poi è lo stesso che compete anche ai genitori verso i figli)*, dobbiamo ritenere lecito che lo si applichi anche in casa Geova. Lamentando soltanto, così nel geovismo come nei seminari e studentati, l'eccesso irrazionale nella misura e nel modo di applicare in concreto e nei singoli casi il dovere di prevenire e curare l'infiltrazione del "male" (sia essa stortura dottrinale sia di comportamento morale). Ricordo una vignetta che mostrava una suora accucciata e distrutta davanti alla superiora che con fare altezzoso diceva “Per santa obbedienza...”
Bery
________________________________________
* I quali genitori e pastori hanno pure lo stessissimo problema educativo di vigilare, intervenire tempestivamente, nella misura migliore, tenendo conto dell'età dei soggetti e quant'alro. E possono essere un giorno benedetti se in gamba o maledetti se stupidi e cattivi. Quindi è un problema che col tempo certamente riceverà i debiti "aggiustamenti" in casa Geova (ne va della sopravvivenza della ditta!), ma gli attori che devono e possono contribuire a questo cambiamento sono gli stessi soggetti (come nelle rivoluzioni popolari e la conquista dell'indipendenza). Mentre resta possibile e doveroso un aiuto esterno in relazione all'evidenziare che la dottrina su cui il Movimento si appoggia non è biblica. Cosa che i soggetti da soli molto difficilmente possono vedere. Prova ne sia che molti, usciti per motivi disciplinari e di insofferenza alla gestione, ne restano ancora convinti. Ed è su questo piano, strettamente dottrinale, che si situa l'aiuto prestato dal GRIS (Gruppo di Ricerca e Informazione Socioreligiosa) mentre quello inteso al cambiamento gestionale può venire sia dalle lagnanze dei soggetti che dal contributo di sociologi, psicologi e, perché no?, anche giuristi laddove si trasbordi contro i diritti umani.
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est modus in rebus
07/03/2005 19:30
 
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Il forista "geovologo" ha aperto, su questa stessa sezione un nuovo thread intitolato

"Dicono di loro"

dedicato a raccogliere i commenti critici di persone esterne all'esperienza geovista.
Lo segnaliamo come complementare a questo perché vi si possono trovare, come si può vedere dal primo post, delle valutazioni psicologiche.

BeryMod
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est modus in rebus
16/03/2005 11:26
 
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Chi cerca trova. Fido continua la sua opera...

Dal forum di Sonny, Sezione "Critiche", Thread "Libertà"
Fido/Bery copia e incolla questa testimonianza di ex TG che ha come nick name "Apostata! pubblicata il 09/03/2005 12.33.

____________________________

La WTS dà libertà!

Penso che gli apostati e gli increduli siano dei mentitori, in quanto dicono che tra i TdG non c’è libertà, niente di più falso! Vi rammento che "Ora Geova è lo Spirito; e dov'è lo spirito di Geova, lì c'è libertà." (2Co 3:17) “conoscerete la verità e la verità vi farà liberi” (Giovanni 8,32), è dunque ovvio che nella Teocrazia dei TdG c’è la vera liberta e ve la elenco:
Libertà di ubbidire alla Teocrazia WTS;
Libertà di ubbidire allo Schiavo Fedele e Discreto cioè la WTS;
Libertà di andare di casa in casa a distribuire riviste WTS;
Libertà di credere alla verità della WTS;
Libertà di non ascoltare tutti coloro che sono critici con la WTS;
Libertà di fare un lavoro secolare che è permesso dalla WTS;
Libertà di ubbidire agli anziani che a loro volta ubbidiscono alla WTS;
Libertà di assumere la “nuova personalità” come inteso dalla WTS;
Libertà di leggere solo riviste religiose della WTS;
Libertà di credere solo all’intendimento della WTS;
Libertà di non fare opere di beneficenza vane in questo mondo, come suggerisce WTS;
Libertà di fare rapporto delle ore e delle riviste distribuite alla WTS;
Libertà di tenere idee proprie purché proprie della WTS;
Libertà di non parlare ai fratelli disassociati dalla WTS;
Libertà di vivere la propria vita a servizio della WTS;
Libertà di credere che siamo nel tempo della fine come stabilito dalla WTS;
Libertà di educare i propri figli secondo le norme della WTS;
Libertà di rifiutare le trasfusioni ematiche e morire per amore della WTS;
Libertà di vivere per gli interessi della WTS;
Libertà di accertarsi della verità purché tenendo in mente le vere dottrine della WTS;
Libertà di essere liberi in conformità delle norme WTS.
In mezzo a tutta questa libertà, come si fa ad essere critici con la WTS? E’ proprio vero che gli apostati non sanno a cosa attaccarsi per criticare la Società, suvvia fratelli smettiamo di parlare con questi reietti come stabilito dalla WTS!

___________________________________________________________

A mio avviso, nella sua divertente ironia, questo Autore mette in luce un condizionamento psicologico di prima grandezza che impera su tutto il popolo di Geova. Quello derivante di aver accettato l'interpretazione dello Schiavo in relazione al versetto che dice: "Non appartiene all’uomo che cammina nemmeno di dirigere il suo passo". (Ger 10,23)
Sembra proprio che questa persuasione venga spiegata e capita al modo di asinello che deve essere tirato per la cavezza, con tanto di paraocchi e impossibilità di vedere cosa c'è attorno. Così che il TG fedele si sente incapace sia di pensare che di scegliere da sé il cammino in libertà e autonomia. E, insieme, riconosce alla WT il diritto di pensare per tutti, oltre a quello della insindacabilità delle sue decisioni e spiegazioni.
Anche altre aggregazioni religiose hanno ovviamente dei binari. Ma non così spinti.
E, pur dovendo a rigore essere un'impresa impossibile appunto per chi ritiene di non aver neanche diritto di capire in autonomia, daremo comunque il nostro contributo dicendo che quello è un modo "deuteronomistico" di condurre il popolo di Dio; e che i cristiani non sono più sotto la legge mosaica ma devono vivere nella libertà dei figli di Dio. Gesù, a chi gli domandava le cose rispondeva, Lc 12, 57 "Perché non giudicate pure da voi stessi ciò che è giusto?"
Logicamente potremo aggiungere che se gli adepti di qualsiasi Movimento fossero bloccati dalla stessa obbedienza cieca e incondizionata i Testimoni non riuscirebbero a parlare con nessuno. Troverebbero dovunque asinelli che coerentemente direbbero loro: "Ma come? se non mi appartiene neanche la capacità di dirigere il mio passo tu pretendi che io giudichi da me stesso se le spiegazioni bibliche che tu mi dai siano vere o no?"

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est modus in rebus
31/03/2005 09:02
 
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... ed è fedele al suo impegno...
Dalla sezione "Scienza e TdG", thread "Quando vennero creati i dinosauri?"
Stralcio dal Post di Achille del 29/01/2005 18.28

"Ecco cosa si legge nella Svegliatevi! dell'8/2/1990, p. 11:
«Alcuni dinosauri (e pterosauri) possono essere stati veramente creati nella quinta era elencata in Genesi quando, come dice la Bibbia, Dio fece le "creature volatili" e i "grandi mostri marini"».
La quinta era (o "giorno") sarebbe il periodo che va dal 18.026 all'11.026 (!!!).
Tutte le evidenze scientifiche che attribuiscono ai fossili di dinosauri (e pterosauri) un'età di milioni o centinaia di milioni di anni, sono completamente sbagliate per i TdG. Si può parlare secondo loro al massimo di migliaia di anni!

Non solo, ma altri dinosauri possono essere stati creati ancora più recentemente. Svegliatevi! prosegue:
«Forse altri tipi di dinosauri furono creati nella sesta epoca».
Quindi alcuni dinosauri sarebbero comparsi sulla terra nel periodo che va dall'11.026 al 4.026!!!

E di che si nutrivano questi dinosauri?
«La grande varietà di dinosauri con il loro enorme appetito sarebbe stata appropriata data l’abbondante vegetazione che esisteva evidentemente nel loro tempo. — Genesi 1:20-24» (il grassetto è mio).

Al che bery ha risposto e ripete qui ora...
Questa me la segno!
Ne trarrò materiale per la sezione su geovismo e psicologia.
Infatti questo insegnamento e questa credenza indica, al minimo:

- il fondamentalismo biblico seguito dalla WT che nega la libertà interpretativa anche contro l'evidenza;

- la sicumera di un potere assoluto nei dirigenti che può sfidare ogni logica

- l'uso di doppio peso e doppia misura nel giudicare la validità delle informazioni. E infatti illogico dare fiducia alla scienza se parla di neutrini e quasars e negarglielo se parla di epoche paleontologiche situate milioni di anni fa;

- la totale abdicazione dell'intelligenza critica degli adepti. Che comprende anche, da parte della WT, il comodo ricorso al passe-par-tout chiamato Satana per "spiegare", tacitando la ragione, perché mai gli scienziati, così bravi in astronomia siano così... ottusi in paleontologia.

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est modus in rebus
05/04/2005 12:23
 
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segnalazione che si riporta in parte
Dal settore "Presentiamoci", thread "Mi presento", aperto da "bruno 11", post di Tubal Cain del 04/04/2005 7.17 , non senza invitare a leggerlo tutto poiché spiega l'utilità del presente FORUM per gli ex TG, ricapiamo, sottolineiamo e commentiamo i fattori attinenti alla tematica psicologica:

Dice Tubal
>Una persona diviene tdg per una lunga serie di ragioni.
C’è chi ci nasce, e chi lo diventa in età matura.
Entrambi, comunque, hanno in comune l’esperienza di adeguamento della propria vita ai precetti di quella religione.
Per altrettante e molteplici ragioni, capita che alcuni di questi inizino a farsi domande e nutrire dubbi circa quello che gli hanno insegnato a credere.
Generalmente, l’inevitabile conseguenza di questo è l’abbandono della religione tdg.


Riflettiamo
Dice "conseguenza" e "inevitabile" il che conferma che l'attitudine "bereana" sarebbe a favore della libertà, tuttoché venisse davvero capita e applicata da tutti e subito. E che quindi la WT, proponendola all'inizio, la propone per farsi bella, ma di fatto la strozza immediatamente identificandola ben presto con la mancanza di fede.


>L’adesione a questa religione, implica delle scelte di vita che vanno molto al di la dell’aderenza ad una “normale” confessione religiosa, quale può essere la Chiesa Cattolica.
Una peculiarità di tutti i piccoli gruppi religiosi che si formano è il volersi DIFFERENZIARE dalle grandi religioni da cui si separano.
Se così non fosse, non potrebbero giustificare la loro stessa esistenza.
. . . . .
I tdg, per motivi che non analizzo in quanto esulano dal tema della discussione, hanno esasperato questa “DIVERSIFICAZIONE” dalle altre religioni.


Riflettiamo
Forse uno dei motivi della differenziazione è costruire uno steccato interiore, togliere la libertà di andarsene. Infatti essa segue una sorta di crescendo: i TG sono differenti, speciali, unici!... Il che dovrebbe da un lato creare una specie di entusiasmo/esaltazione, e dall'altra, se si lascia, la paura di aver perso chissà che, la depressione, il sentirsi falliti, abbandonati, sciocchi per aver gettato alle ortiche una tale unicità. Era studiata...

> Ti faccio qualche esempio:
A causa della credenza dell’imminente fine del mondo (intesa come la intendono loro), è stato richiesto ai membri di quella religione di:
Evitare il perseguimento di un istruzione scolastica superiore (portava via tempo alla predicazione).
Non inseguire una carriera lavorativa (tanto il mondo sta per finire).
Coltivare il celibato (l’essere sposati distoglie dagli impegni di predicazione ecc.)
Se si è già sposati, evitare almeno di mettere al mondo figli (dopo la fine del mondo, ve ne sarà il tempo).
La DIFFERENZIAZIONE si estende anche e soprattutto sulle credenze religiose:
L’uomo esiste da solo 6000 anni.
Le dottrine scientifiche che attestano il contrario di ciò, sono fasulle e volutamente contraffatte.
Il Natale non si celebra perché di origine pagana.
La Pasqua …idem come sopra.
Il Capodanno …idem come sopra.
Il compleanno …idem come sopra.
Il Carnevale …idem come sopra.
Viene sconsigliata la lettura di libri appartenenti ad altre confessioni religiose.
La politica è nelle mani di Satana e quindi da evitare come la “peste”.
Idem come sopra, per il servizio militare.

Questo per citare solo alcuni dei punti che caratterizzano il credo dei tdg.


Riflettiamo
Si tratta di differenziazioni tanto uniche quanto stravaganti. Ma da parte del CD l'essere riuscito ad inculcarle è una laurea in scienze della persuasione (o del raggiro?). Tuttavia va annotato che la base su cui tali eccentricità attecchiscono è l'essere "culturalmente indifeso" dei soggetti, mantenuto volutamente a quel livello con le più svariate ammonizioni. Tipo: non è in facoltà dell'uomo dirigere il suo passo... pericolo del pensiero indipendente... della scienza vana del mondo... della filosofia che raggira le persone...

>Capirai che quando un tdg smette di essere tale, cesserà anche di adeguarsi a tutti questi precetti invasivi della sua vita.
Ma smettere di seguirli, non lo libererà da tutte le informazioni che negli anni ha immagazzinato come suo personale bagaglio culturale.
E’ necessario RIORGANIZZARE LE IDEE.
Non fare questo lo metterà nella condizione di non vivere più come tdg, ma continuerà a pensare che tutto ciò in cui credeva avesse veramente una connotazione biblica, che se non più perseguita, lo farà vivere pensando di percorrere una strada non conforme al pensiero biblico.


Riflettiamo
Centrato in pieno! Sull'inizio all'ex TG gli resta attaccato anche l'uso del... pensiero debole. Lo si vede nel suo insistere ad usare la Bibbia geovista nonostante gli sia stato magari dimostrato che è artefatta e a conservare i suoi "preziosi" libri su cui ha studiato; nel rigettare tante convinzioni ricevute dalla WT ma nel mantenere la diffidenza verso tutte le altre religioni, a partire dalla Cattolica, non realizzando che quella era la prima delle bugie trasmessegli; e si autoesamina con la paura di doversi colpevolizzare, come segue il nostro dicendo...

>Quando una persona smette di essere tdg, dopo una vita trascorsa a operare in una certa direzione, si pone delle domande:
Ho sbagliato io a uscire o hanno sbagliato loro?
Di tutto il bagaglio culturale che ho accumulato in questi anni di tdg, quale devo conservare come valido e quale devo catalogare come contraffatto?
Come trovare la risposta a queste domande?

Questo Forum serve a riorganizzare le idee, per poi ricominciare a vivere normalmente.


Concludiamo
Sì "normalmente", perché la situazione mentale innescata nel geovismo è "a noma" ma, proprio per questo, anche per questo, non è normale. E' molto più normale la mente di un animista, un induista, un ateo, un indifferente... perfino un nemico, come si sta toccando con mano a quattro giorni dalla morte di Giovanni Paolo II, persona che gente di ogni estrazione sociale, ogni popolo, ogni categoria, ha saputo apprezzare per il suo altissimo valore umanitario.
Invece anche in questo caso la WT ripropone la stessa scena di Assisi del 1986 ove lei non solo brillava per la sua assenza, ma si è permessa anche di qualificare "babele di preghiere" quella manifestazione umanissima di unione fraterna nel rispetto della distinzione.

Si consiglia di continuare da soli nella lettura del post indicato...
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est modus in rebus
27/04/2005 17:08
 
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"Strani... anormali" o semplicemente "cristiani"?

Quando una persona non è bene integrata nel suo ambiente, sia per colpa sua che degli altri, si sente a disagio. La dimensione sociale e, al suo interno, l'approvazione sociale, prima ancora della gioia di sentirsi utili, ci sono indispensabili per sentirci a posto.
Perciò io penso che una domanda assillante dei TG è quella di chiedersi, appunto: "ma noi Testimoni siamo strani, anormali, o siamo semplicemente cristiani, cioè di una stranezza sui generis che non solo non deve dare disagio interiore ma addirittura soddisfazione per la propria diversità?" "Sappiate che il mondo vi perseguiterà" disse il fondatore del Cristianesimo. E quella particolare stranezza, addirittura definita "follia" è stata assegnata anche a Cristo, figurati se non lo sarà ai suoi seguaci.

Ma il problema per i TG è appunto che questa stranezza particolare, che non rende andikappati nei confronti del "mondo" ma supervincitori grazie ad una sapienza che viene dall'alto, non è privativa dei Testimoni di Geova. Essa appartiene a tutti i seguaci di Cristo. E prova ne è che il mondo perseguita ogni confessione religiosa cristiana (anzi perfino non cristiana giacché anche altre fedi sono portatrici di valori che appaiono folli perché contraddicono le categorie del mondo).

Il problema quindi, specifico dei TG, è quello di chiedersi e risolvere al meglio, la domanda della loro precipua stranezza nei confronti degli altri cristiani (o meglio di quella che la WT definisce in astratto e con tinte fosche la "cristianità") e non tanto nei confronti del mondo, con cui pure devono confrontarsi almeno a livello umano, perché il mondo se non è cristiano è perlomeno un mondo umano che coltiva con dignità, tra tante sciocchezze, anche degli autentici valori .
Infatti chi segue costantemente le riviste dei TG si accorge che ogni tanto il loro CD si sbraccia a rincuorarli, sia per la fine ritardata di questo mondaccio infame che è più coriaceo di quanto si pensava a tirare le cuoia, sia nei confronti dell'abbacchiamento che i TG mostrano qua e là (in Italia è da anni che siamo alla crescita zero); segno evidente che la ditta non ingrana, e che di conseguenza si chiedono se per caso non sia questa loro stranezza e di messaggio e di conseguente comportamento ad essere inaccettabile perché così diversa dall'interpertazione del Vangelo/Bibbia che più di un miliardo di "cristianità" coltiva pacificamente da secoli.

Invero questa "stranezza" e conseguente "anormalità" del messaggio e comportamento del mondo geovista è rilevabile su vari livelli. Quello biblico, battuto dall'esegesi, è già molto sostanzioso e ben documentato. Ma io credo che i TG, che hanno aderito a suo tempo a quell'ideologia più per motivi "sociali" che non quelli della verità religiosa, sono tuttora e sempre più attenti alla loro normalità sociale, più che a quella di seguire un credo stranotto anzichenò.
Una prova io la traggo personalmente dal numero delle visite differenti che stanno avendo i due miei 3D: questo, che appunto tocca di più il livello sociale e che ad oggi (26 aprile 2005) ha registrato 1544 visite; e quello su "La Bibbia della Messa" che ne ha registrate la metà essendo ad 802 visite. Eppure, se ai TG premesse davvero di più la verità biblica, se davvero fossero disposti (come alcuni ci hanno detto) a mettere da parte tutti gli stampati della Società per difendere il loro credo "esclusivamente" con la Bibbia, allora la mia disamina del messaggio biblico che svolgo in quel 3D nel settore "Argomenti dottrinali" dovrebbe registrare un afflusso plebiscitario di TG, se non altro per curiosità. Ecco invece che la loro curiosità ha ruotato attorno al presente 3D su "Geovismo e psicologia", ove appunto si potrebbe toccare l'argomento della normalità o meno, e alla fin fine di sanità di mente, che sicuramente sta loro molto più a cuore.

Ebbene, vedremo di elaborare da adesso in avanti delle riflessioni proprio focalizzate su questo interrogativo, e precisamente attorno a questi quesiti: la logica della WT, il suo modo di ragionare, di raccogliere e trattare i dati, di collegare le prove, di dedurne delle conclusioni... è normale?
Se la risposta fosse "sì", quelle conclusioni non solo non andrebbero osteggiate ma andrebbero condivise. Ma, come sappiamo, esse sono condivise da appena 6 milioni e mezzo di persone su oltre 6 miliardi. E' un plebiscito alla rovescia e, -si badi bene!- anche da parte di chi ama la Bibbia e vuole conoscere con la maggiore precisione possibile la volontà di Dio in essa rivelata.
Perché dunque noi cattolici, noi del GRIS, e non dico tutti ma moltissimi della cristianità e quasi nessuno del mondo*, indipendentemente dall'accogliere o meno la fede geovista e prima di questa decisione, le troviamo strane e anormali, e proprio per questo non possiamo accettarle?
Vediamo cosa ne verrà fuori...
________________________
* Dico anche "del mondo" perché ho esperienza di mio cognato, un omaccione trasteverino che viveva praticamente senza Dio, nel momento che gli sono è state illustrate delle manipolazioni bibliche si è risentito esclamando che non era giusta. Capiva cioè che manipolare un documento non solo era un affronto a Dio rivelante, ma anche alla intelligenza umana e al rispetto per la verità di qualunque tipo. Ovvero non si è risentito perché la vittima delle manovre era la Bibbia. Lo avrebbe fatto anche nei confronti di qualsiasi documento storico.
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est modus in rebus
12/05/2005 08:26
 
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Spigolando...
Nel "Forum principale", al 3D "Se i TdG non sono la vera religione, qual è quella giusta?" post del 11/05/2005 18.26
c'è, in risposta a "Catechista" il commento di Achille al meccanismo mentale di difesa posto in atto dai TG quando sentono attaccare la propria fede: quello di ignorare le critiche, e di affidarsi a ripetere sia a se stessi che agli altri la propria posizione (si direbbe come un disco rotto?)
Ecco cosa ha scritto Achille, e posso confermare che è una valutazione psicologica non inventata da lui...
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«"Vulgus vult decipi" - il popolo vuole essere ingannato - diceva qualcuno nell'antichità. E questo accade molto spesso anche con i TdG "convinti": preferiscono credere a tutto quello che insegna WTS, nonostante la mole di prove che possono essere presentate a dimostrazione che molti insegnamenti dell'organizzazione sono erronei. Messi alle strette, piuttosto che ammettere che le cose stanno in questo modo, questi TdG cambieranno discorso, eviteranno di rispondere, minimizzeranno, accuseranno i critici di essere dei bugiardi...
E' infatti troppo difficile, doloroso e destabilizzante ammettere di essersi sbagliati, di aver creduto o di continuare a credere in idee illusorie, prive di validità storica, biblica e scientifica. Fare simili ammissioni significherebbe mettere in discussione le proprie scelte e, molto spesso, un'intera esistenza, vissuta seguendo l'organizzazione. La "difesa" che scatta in simili casi è spesso la "negazione", un modo di fare che viene definito anche "dissonanza cognitiva":
«Si tratta di un fenomeno psicologico per cui l'individuo che riceve il messaggio, in presenza di una contraddizione fra due elementi, provando un disagio psichico, reagirà tentando di ridurla, evitando situazioni o conoscenze che potrebbero aumentarla, al fine di ottenere la consonanza».
In altre parole, le persone che sono state erroneamente persuase a credere in qualcosa di sbagliato faranno un'enorme fatica ad ammettere il loro errore, se mai lo ammetteranno.
In alcuni casi, per non diminuire la propria autostima, tenderanno ad avere fiducia ancora più intensamente in ciò che li ha ingannati, ricorrendo quindi a tutti gli espedienti "logici" e dialettici possibili per riuscire a "negare", anche a se stessi, l'evidenza.»
____________________________________

Che diremo? Che venir fuori dal Gruppo è come rinascere, costa fatica e dolore. Ma la verità, la luce, la vita è fuori. Non si può restare nell'utero se la si intravede.
Chi è ancora in travaglio per tale "passaggio" deve avere tutta la nostra solidarietà, simpatia e aiuto orante perché il Signore gli dia la forza.
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est modus in rebus
12/05/2005 09:06
 
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Ciao Bery.
Ma allora questa reazione dei TdG di fronte alla dimostrazione degli errori negli insegnamenti in cui credono è solo un fatto psicologico, una reazione psicologica? Io ero convinto che fosse una vera e propria strategia messa in atto perchè insegnata dalla WTS per difendersi in simili casi... oppure c'è anche questo?
Saluti, Mario
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www.iltimone.org
13/05/2005 11:29
 
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Caro Duemulini

Secondo me cè ANCHE questo.
Vedi, la reazione interiore di un TG, se si vede attaccata la fede, non è dissimile a quella di qualsiasi altro aderente a qualsiasi denominazione religiosa.
In sostanza l'uomo difende se stesso, la sua intelligenza, le sue scelte, ciò che in un senso vero e proprio gli riempie la vita e lo soddisfa, gli dà una speranza e che lui HA CREDUTO SINCERAMENTE di aver analizzato e vagliato a fondo trovandolo "vero" (ricordi i TG come si salutano? "da quanto tempo sei nella verità?".

Del resto l'invito di dire "No grazie!" e di non dialogare con i TG, che noi del GRIS suggeriamo (ma solo a persone culturalmnente indifese!) conta sul funzionamento di questo meccanismo di difesa che è di autoconservazione (anche se non è sicurissimo perché la curiosità può spingere a sorpassarlo).

E quindi è normale sia che il soggetto si autodifenda da sé istintivamente in quel modo, sia che la WT ne approfitti per tenerlo stretto rassicurandolo che lui è già stato con babilonia la grande, ha già esaminato tutto, ha visto che i preti non sapevano cosa rispondergli... e per ricordargli intimidendolo che c'è Satana, l'apostasia, il pensiero indipendente, che non c'è tempo, che deve consolidare la sua condizione approvata davanti a Geova eccetera...

Ma allora come se ne viene fuori? Dov'è la differenza che ci permette di dire che "est modus in rebus, sunt certi denique fines"? e che nel caso dei TG (come di movimenti similari che pure tengono gli adepti in stato di soggezione psicologica) tale meccanismo va OLTRE I CERTI FINES? anzi, oltre i DECENTI CONFINI?
Trovare il punto discriminante non è agevole. Soprattuitto per chi è invischiato dentro (un occhio esterno è più obiettivo in queste situazioni). Il TG, soprattutto se scioccato da certi eventi, - ed è sicuro che lo fa perché molti ex hanno testimoniato che venivano assaliti dai dubbi - potrebbe domandarsi ragionevolmente se il modo con cui viene diretto dai suoi Capi è rispettoso della sua dignità e libertà di scelta (come deve farlo anche un seminarista e un'educanda) e allora lo accetterà perché rientra nella mediazione voluta da Dio, o se quel modo trasborda i FINES della logica e della ragionevolezza, e in tal caso dovrebbe (come avrebbero dovuto farlo i soldati a cui si chiedeva di eseguire un massacro) porre tutto sotto analisi critica e, se è il caso, liberarsi dalla schiavitù di un'obbedienza e di una fede non più a misura d'uomo ma di bestiola alla catena.

Io penso che il più impegnato a far percepire la differenza è lo Spirito Santo. Le nostre "illuminazioni", anche se giuste, vere e quadrate, appariranno sempre sospette ai suoi occhi. E perciò, pur dovendole fare, noi le accompagniamo sempre con tanta preghiera. Esse di sicuro serviranno dopo. Solo quando si è in fase di uscita o usciti del tutto si percepirà la forza logica delle nostre contestazioni (e servirà non poco a confortare nella scelta dell'abbandono e ad incoraggiare per una nuova ricerca, ora che si è recuperata la propria dignità umana e capacità di giudizio).

Ma, sì insomma, dopo un certo tempo, soprattutto se non si demorde nella rilessione critica, se tanto mi dà tanto... allora se uno è intelligente riesce a PERCEPIRE la differenza e dice: no, questo è troppo. Non è possibile che Dio voglia questo. Un Dio così non è appetibile. Che me l'ha data a fare l'intelligenza se puoi vuole mortificarla al punto che devo credere come proveniente da Lui ciò che poi Lui stesso smentirà come provenuto da Lui? Come è possibile passar liscia una profezia che non si avvera quando la Parola di Dio dice che la discriminante per giudicare se un profeta è fasullo sta proprio nel non avverarsi della sua profezia? come è possibile che Geova chieda la vita per un'opinione dei dirigenti di brooklyn, gabellata per Suo volere (i trapianti) quando poi si dice che non era vero e invece di chiedere scusa per l'errore si colpevolizzano quei fedeli che vi hanno creduto accusandoli di esersi inventata loro quella dottrina?... eccetera...

Orazio dice appunto che questa discriminazione (anzi chiamiamola "perspicacia") prima o poi matura. Dice infatti DENIQUE (= alla fine), magari per classi contigue e non per una linea tagliente, attraverso una riga che dica "però non prima di questo e certamente non dopo questo". Denique i FINES (= i confini), SUNT CERTI (= sono sicuri).
I confini di che? Orazio continua sentenziando
ULTRA CITRAQUE NEQUIT CONSISTERE RECTUM
al di là e al di qua dei quali (confini) non può esistere rettitudine, verità, giustezza, ragionevolezza.

E' l'illuminazione che auguriamo di tutto cuore a chiunque ne avesse bisogno.

E se c'è qualcuno che ritiene che siamo noi a d essere accecati da Satana, sappia che l'unica maniera per non essere sculacciati dal buon Dio, è che questo qualcuno non se ne rallegri, ma ci rispetti e preghi per la nostra illuminazione.[SM=g27834]
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est modus in rebus
20/05/2005 08:24
 
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E' ovviamente pleonastico perché...
... chi è interesato all'argomento lo trova certamente da sé, ma per i distratti segnaleremo che rientra strettamente nel nostro argomento il thread, aperto da Geovologo e collocato su questa stessa sezione da Achille, dal titolo:

"La salute mentale dei Testimoni di Geova"

al quale aguriamo lunga vita, interventi e frequentazione.

Il che dovrebbe dimostrare che non solo abbiamo a cuore la liberazione dei TG da tutti i lacci psicologici inventati dalla WT per tenerli prigionieri nella sua Torre, ma anche (e conseguentemente direi) della loro dignità umana offesa a livello di equilibrio mentale.
Altro è infatti essere sanissimi di mente ma venire ingannati; nella vita succede a tutti, se non altro acquistando patacche ben reclamizzate;
Altro è essere danneggiati a livello mentale così che non si riesca più a dare giudizi veritieri e/o equilibrati.

Ma a questo riguardo possiamo tranquillizzare gli interessati: l'esperienza di tante testimonianze di ex assicura che questo secondo danno può essere riparato, anche se con minore o maggiore fatica in rapporto alla durata del condizionamento, del proprio livello culturale (gli ex con titolo di studio superiore si sono ripresi totalmente), degli aiuti che si ricevono nella revisione critica e nella ricostruzione, dell'amore e della benevolenza non colpevolizzante che si riceve da parte delle nuove amicizie e comunità con cui si risocializza ecc... il che, ovviamente, è un richiamo alla responsabilità di chiunque si volesse porre nella situazione di volontario aiutante. Dovrebbe curare molto la propria competenza, la capacità di ascolto serena, l'empatia, la pazienza, l'imparare a presentare le cose andando incontro alla mentalità dell'interessato, la rettitudine di intenzione.

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est modus in rebus
10/06/2005 13:27
 
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Spulciando me stesso... Fede o fratellanza? questo è il problema...
Riporto qui, perché in linea con la nostra tematica che a quanto pare interessa molta gente, una risposta che ho dato a una forista nella sezione "Esperienze vittuste", 3D "Fedeltà alla fede o alla fratellanza?"-----------------------------------------------------
Una forista mi ha scritto

«18 anni di "galera" con il marito infatuato al massimo della fratellanza mi hanno reso
molto amara e anche antipatica. Dico infatuato della fratellanza perchè io vorrei proprio fare questa distinzione tra fratrellanza di Geova e fede in geova. Non sono sicura di poter trattare l'argomento in maniera comprensibile e pacata, ma so che tu capisci che cosa voglio dire.
Si ! perchè credo proprio che mio marito abbia a cuore più la fratellanza che la fede.»

Ne faccio argomento di conversazione, chiedendo il vostro parere. Il mio è questo...

Quando una persona scopre o riscopre la presenza di Dio nella propria vita e si converte a Lui avviene un capovolgimento di vedute abissale. In greco si chiama metànoia (da metà=passare, cambiare, e nous=mente) e il suo concettto preciso è “capovolgimento, rovesciamento, vedere le cose a testa sotto” il che significa che, essendo sfasata la prima prospettiva senza Dio, la nuova è quella giusta. Quindi è l’acquisto della mentalità di Dio (la norma mentale di Geova direbbero i nostri fretelli TG) e infatti poi essa si concretizza nell’apprendere e seguire i precetti che Dio ha rivelato, cioè lasciarsi guidare dalla fede come nuovo parametro di giudizio, di scelte di vita e di comportamento..
Va da sé che una cosa del genere è auspicabile per tutti, sia per coloro che già vivono nella fede da anni ma in maniera strascicata (la chiamerei la seconda conversione che quando che arriva è sempre troppo tardi)* e soprattutto a chi vive lontano dalla fede praticata da bambino e poi ritenuta inutile.

Tuttavia – è di esperienza! – il neo convertito insieme a questo entusiasmo per la nuova prospettiva, che effettivamente lo riempie, lo galvanizza, perché dà senso a tutto ciò che farà in avvenire e soprattutto gli dà il conforto del premio eterno che “Dio ha riservato a coloro che lo amano”, rischia di trasbordare per eccesso, si squilibria troppo diventando più... credente dei credenti,** più papalino del Papa diremmo noi.
Quando ciò avviene si tratta di eccessi incontrollati che si qualificano come fanatismo nel comportamento (il soggetto dedica tutto il tempo a questo, strutttura ogni cosa in funzione di questo ecc...) e l’accoglienza delle nuove direttive, siano esse dette a voce siano lette nella Bibbia, sono capite in modo fondamentalista, alla lettera (sempre fin quanto è possibile, cioè escluso cavarsi l’occhio e tagliarsi la mano!), senza eccezioni, senza sfumature, senza tener conto dei contesti e situazioni che suggerirebbero – e suggeriranno allo stesso soggetto una volta uscito dalla fase di euforia e drasticità – di contemperare quella FIDES con la RATIO. Il comportamente che ne consegue è intransigente, intollerante, tagliente, e... ottuso.

Ma il problema non è facile perché, secondo soggettivi criteri di giudizio, si potrebbe trovare dell’intransigenza e intolleranza perfino in Gesù Cristo, il più perfetto ed equilibrato tra i figli dell’uomo. E in effetti chi di noi di fronte al figlioletto che vorrebbe mettere le dita sulla presa di corrente sarebbe transigente e tollerante e permissivo? Chi trovandosi una mosca nel piatto non la escluderebbe senza appello dal proprio stomaco? Quindi esiste una intransigenza intelligente e obbligata e una intransigenza ottusa. Distinguere l’una situazione dall’altra è il problema che affligge tutti i figli di Adamo tarati dal peccato originale. Ed è troppo comodo e sospetto pretendere che chiunque si lamenta sia lui il portatore della intransigenza giusta mentre sarebbe ingiusta e esagerata quella altrui; anche se è scontato che chiunque si lagni di altri pretende ovviamente di stare dalla parte dell’equilibrio e della saggezza.

In particolare, e collocandosi in campo cristiano, si tratterà di capire che chi ci ha chiamato alla vita umana creandoci, è lo stesso Soggetto e perciò ha la stessa mentalità di chi ci ha chiamato alla vita cristiana redimendoci dal peccato e donandoci la rivelazione della Sua verità e delle meravigliose realtà del suo Regno. E perciò non si dovrebbero mettere in conflitto i doveri di stato di una vita umana normale con le sopraggiunte esigenza della vita di fede. Iin pratica tutto ciò che la sana ragione dice di fare a chi è papà, figlio, sposo, parente, amico, cittadino ecc... e che gli è suggerito dalle circostanze di vita storico geografiche in cui la Provvidenza lo ha posto a vivere, dovrebbe essere visto come volontà di Dio basilare a cui la sopravveniente fede (in Geova o chi volete) non dovrebbe ostare più di tanto. Altrimenti avremmo che Dio entra in contraddizione con se stesso dando in pratica l’ordine e il contrordine mentre lo stesso ordine primario è e deve restare in esecuzione.
Sbaglio?

E, per entrare nel tema della lettera, una di queste infatuazioni squilibrate ed eccessive (il che potrebbe far rientrare senz’altro questo post nel settore geovismo e psicologia ma ne abbiamo fatto un 3D a parte perché sarebbe sfuggito a tanti) è la situazione in cui il soggetto crede che rientri nell’esercitare fede in Geova il proprio spendersi e spandersi in favore dei fratelli. Il che, non lo si ripeterà mai abbastanza, è vero ma cum mica salis (con un pizzico di sale/saggezza) che contemperi appunto le richieste della fede con le richieste della situazione esistenziale in cui il soggetto continua a vivere (il fatto di essere diventato un credente non lo trasforma in angelo che non mangia e non vive in un paese e in una famiglia). In sostanza se abbiamo una mamma di famiglia con tanto di bambini piccoli da accudire, questa mamma sarà scriteriata se per amore della predicazione lascerà correre la laniccia per casa disattendendo le cure domestiche (come si legge che facesse la mamma di Gunter Pape). E se c’è un papà geovista capace di fare di tutto, sarà scriteriato da parte sua, e perciò non benedetto da Geova e da nessun dio di nessuna religione, se per servire i fratelli e gli appelli della congregazione trascurasse i suoi doveri di genitore e marito (come si lamenta credo a ragione l’autrice della lettera).

E’ ben chiaro che la WT, nella sua asettica santità che fa di tutto per non essere incriminata dalla legge, dirà che questo è esattamente ciò che anch’essa raccomanda. Chi potrà dirigere la congregazione se non sa dirigere la propria casa?... Ma il problema sta tutto qui. Le sagge (chi vuole le ritenga opportunistiche, non importa, basta che siano costruttive) direttive della WT sono poi applicate saggiamente dagli anziani dirigenti? L’urgenza della prossima fine non porta automaticamente ad esagerare laddove uno non pressato da questo direbbe: “Ma no, c’è tutto il tempo!”? Il bisogno di raggiungere una “condizione approvata presso Geova” non spinge il soggetto a dare il massimo possibile, anche a costo di trascurare i doveri secolari?
Se i geovisti non si indignassero istintivamente, io direi loro che una devozione a SAN CRITERIONE non guasta né a loro né a chiunque “uscito fuor del pelago a la riva / si volge all’acqua perigliosa e guata”. E se, dopo aver “guatato” , si mettesse a nuotare come un forsennato per salvare altri naufraghi, che Geova lo benedica! Ma se invece ciò significasse farsi servetto a tempo pieno della Congregazione e dei cari esigentissimi e laudanti fratelli, la cosa sarebbe bisognosa degli opportuni “aggiustamenti”.

Anche perché, caro signor marito TG, tua moglie ha scritto anche « Sarei contenta di poter far capire quanto si può voler bene ad una persona anche se, ti fa molto soffrire, d'altra parte ho sempre pensato che mio marito è la vera vittima, per questo cercherò di stargli accanto nonostante tutto. » Quindi penso che dovresti tener conto della sua schiettezza di cuore. Io so che qualora tu perdessi la fede e/o cadessi in disgrazia per qualsiasi motivo verso la Congregazione (è successo ad altri e può accadere anche a te) lei sarà sempre là, disponibile a stringerti al suo cuore pr ricominciare una nuva vita; forse con prospettive anche più rosee che quelle della terra paradisiaca.


____________________________
* Ed è a tale scopo che in casa cattolica si fanno i cosiddetti esercizi spirituali; esperienze intense e brevi di ripensamento delle radici della nostra speranza, di esame di coscienza e di riaggiustamento di rotta. Allo stesso fine possono servire una convivenza per una settimana in un monastero, nella trappa, in una comunità di fede staccata dal tran tran della vita quotidiana. Un pellegrinaggio, la visita ad un santuario o in terrasanta eccetera...
** Viene a fagiolo qui la barzelletta della giovane che chiese al parroco di dire qualcosa al suo ragazzo ateo e, dopo il colloquio fu più triste di prima perché la cosa aveva tanto funzionato che il ragazzo aveva deciso di farsi prete!

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est modus in rebus
17/06/2005 11:08
 
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La spada di Damocle della legalità
Il forista Imperatore75 che si dice non più convinto ma frequenta ancora i TG e sta studiando con loro il libro "La Conoscenza", nella sezione "Esperienze vissute", 3D "Ho le crisi esistenziali", ad un forista che gli chiedeva perché no smette e se ne va ha risposto con il seguente testo che quoto, e al quale rispondo-----------------------------------

Scritto da: Imperatore75 16/06/2005 18.18
>Perche' verrei giudicato male! Non ne ho la sicurezza ma credo che sarebbe cosi'! Io sono uno del mondo, loro frequentano uno del mondo, vengo considerato in maniera piu' positiva perche' studio con loro! Ma i principi li ho! C'e' una cosa che mi manda in bestia: non ho mai fumato perche' non mi piace, non bevo perche' sono astemio, non rubo, sono rispettoso verso gli altri ecc... non faccio cose che i TG non approverebbero! Ma io non sono un TG e, nonostante sia un bravo ragazzo, faccio parte del mondo e a nulla importa se sono stato educato in un certo modo. Non faccio parte di loro, quindi soggetto pericoloso che li potrebbe portare nella via sbagliata! Mahhhhh guardate come parlo! Non mi sembro nemmeno piu' io!
[Modificato da Imperatore75 16/06/2005 18.22]
__________________________________________________________

Siccome qui interviene un fattore psicologico generalizzato nei TG, che è entrato a far parte della loro personalità (a mio avviso) eticamente deformata dalla WT, sulla base del giuridicismo legalistico protestante, trasferisco all'interno della nostra tematica, ritoccandola e ampliandola la risposta che ho dato là.

Questo tuo cruccio merita di essere commentato. Cerchiamo la radice di tale intolleranza geovista, così che chi non li conosce tanto, ne prenda nota.
Dietro il loro atteggiamento infatti si manifesta un loro preciso punto del Credo che io (e a quanto pare sia tu che Kandisky e Libmarco, qui chiacchierando) trovate aberrante.

Tutto dipende dal concepire la "giustizia", l'essere giusto davanti a Dio, come un fatto meramente legale ed esteriore. Essi dicono "il peccato è illegalità". Quindi se passi col rosso hai peccato, anche se quel rosso era un rosso pedonale e il bottone che lo ha attivato è stato schiacciato da due ragazzini in vena di scherzi (magari uno aveva scommesso che riusciva a convincere 20 automobilisti a fermarsi al suo comando).
Invece il peccato è e non può consistere in altro che nell'offendere Dio o nel danneggiare o mettere a rischio di danno sia se stesso che gli altri; e siccome accettare questo è cattiveria, il peccato è nella sua essenza mancanza di amore, è odio e non illegalità.*
Del resto è ovvio che rubare è illegale, ma si può fare illegalità senza peccato e perfino meritoria in tal senso se quel furto serve a salvare una vita che altrimenti si perderebbe. La teologia morale cattolica (ma anche uno stato laico che è spesso meno stupido di quanto sembra) dice che in situazione di emergenza non esiste proprietà, tutto è comune, quello che serve si prende e si usa in piena libertà e senza successivi rimorsi di coscienza.

Per applicare al tuo caso: tu elenchi appunto una serie di azioni o omissioni tutte meritevoli e loro, i capi TG "qualificati per insegnare", per il semplice fatto giuridico che non sei nel carrozzone geovista, dicono ai proclamatori di dirti che davanti a Dio non contano niente e che solo se aderisci ti salvi, se no sarai distrutto.
Insomma quel "Dio amorevole e molto ragionevole" che sarebbe Geova, si comporta come il poliziotto ottuso che non tiene conto né del perché quel semaforo pedonale è diventato rosso, né del fatto che nessuno attraversava: sei passato col rosso? hai fatto illegalità! Devi pagare!

Invece la verità è che il vero Dio non può non giudicare le persone per ciò che hanno di specifico, l'intelligenza, la volontà il cuore. E se tu dentro senti che hai agito bene, non c'è barba di Watchtower al mondo che possa sentenziare che Dio dovrebbe dar retta a lei per catalogare chi va salvato e chi no. Le tue azioni parlano per te.
Stai sereno e ridetene di loro, come dice Libmarco.
E comincia a diventar devoto di san... CRITERIONE.

PS - E grazie per avermi dato occasione di postare un punto molto importante che trasferisco di peso al settore "Geovismo e psicologia". E' effettivamente asfissiante e scioccante per i poveri TG sentirsi sotto una cappa di proibizioni e a rischio di avere rimorsi di coscienza e sensi di colpa per le più innocentissime azioni "illegali" che Geova, secondo la WT, silurerebbe senza appello e con l'ottusità di chi non guarda né l'interno del cuore né le circostanze, ma solo se erano legalmente lecite.
____________________________
* E' per questo motivo che Dio non condanna nessuno all'inferno. Non ha bisogno di farlo. Lui, alla morte, porrà l'individuo di fronte alla scelta, se entrare nel suo amore o se starsene lontano da lui. E il soggetto che ha il cuore pieno di odio, preferirà da sé la lontananza da Dio piuttosto che l'accecante splendore di quella luce e di quella fornace d'amore che è il suo cuore.
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est modus in rebus
08/07/2005 09:39
 
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Come e dove trovare il fattore discriminante? Questo è il problema!

L'amico geovologo, nel post pubblicato ieri nel 3D su "La salute mentale dei Testimoni di Geova", post che vale oro e consigliamo di leggere e rimeditare più volte. Scrive fra l'altro...

«Cetnar cita Conrad Franke, sorvegliante di filiale tedesco (un alto dirigente della Torre di Guardia) che racconta come, a causa di questa credenza, durante la seconda guerra mondiale alcuni Testimoni che si ritenevano della classe terrena si rifiutarono di entrare nei rifugi durante gli attacchi delle forze aeree inglesi. Mentre leggevano il loro testo quotidiano, una bomba li colpì in pieno, uccidendoli quasi tutti subito. Questa e simili esperienze provocarono una riconsiderazione e, più tardi, una revisione della credenza

Il neretto evidenziante è mio.
Dunque, anche a problemi estremi, come quello di perdere la vita in base a una credenza sbagliata, il... diciamolo Coetus internationalis Testimoniorum, cioè la base, l'insieme dei Testimoni, invece di ricavarne ciò che ne ricaverebbero altri (la percezione della inettitudine dirigenziale a capire la Bibbia), si adatta a semplici "riconsiderazioni" e semmai, dopo un certo tempo a "revisioni di quella credenza".

Ora qui c'è bisogno di uno psichiatra, o di un aiuto straordinario della Bibbia, di Dio benedetto che ci parli dal cielo come al Battesimo di Cristo o sul Tabor, vedete voi... che indichi ai nostri fratelli TG IL CRITERIO PER DISCRIMINARE dove è giusto continuare a parlare di fede e chinare la testa e dove prendere coscienza che si è in mano a gente che non è il Canale di Dio. Quindi dove è giusto che i TG abbozzino e restino soggetti alla WT e dove invece E' GIUSTO CONVENIENTE SALUTARE che la salutino uscendo dalla Torre.

Ad una mente normale vicende come quella suddetta (che poi sappiamo non essere l'unica) e in genere tutte quelle che hanno giustamente esposto i poveri TG al ridicolo per la dabbenaggine e/o improntitudine della Dirigenza che giocava a "bordeggiare" gabellando il suo dire come verdetto che proveniva dal "Canale-angeli-Gesù Cristo-Geova", non farebbero ripiegare su semplici "riconsiderazioni" e "revisioni" ma costituirebbero la spia indubbia che la WT non sa quello che dice. Dal che un TG con tale mente ricaverebbe sia la sua immediata liberazione interiore ed esteriore dalla tirannia psicologica della Torre, sia la delegittimazione della WT dal ruolo di Canale di Dio.

Invece, appunto, nella massa generale non avviene. La massa geovista resta perplessa e attende fiduciosa che Geova spiegherà.
Attesa che come sappiamo non viene delusa. Geova, ovvero la Società, prima o poi fornisce una razionalizzazione (biblica si capisce!) della vicenda e sostituisce quella "verità" con un'altra.
Sono pochi i TG a intuire che ciò che viene sostituito, agli occhi della stessa Società, non è la verità vera ma solo un altro tentativo suggerito dal bordeggio.
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est modus in rebus
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