Temo di non capire quale sia la rilevanza. Le radici di un popolo si misurano in base alla sua cultura, ossia secondo quanto la presunta “radice” in analisi abbia avuto ricadute sulla letteratura, sull’arte, ecc.
I dati presentanti non sono pertinenti al dibattito in analisi, infatti anche se per ipotesi la religione cristiana avesse tra i suoi comandamenti di gettare bombi atomiche, essa, essendo durata duemila anni, avrebbe costruito comunque le sue radici in Europa, se siano negative o positive questo è un altro problema, che prescinde da quello della loro esistenza. La moralità degli individui che compongono il clero non riguarda l’impatto culturale del cristianesimo nella coscienza europea. Il popolo romano ad esempio è stato il più guerrafondaio della storia, eppure nessuno può negare che sia uno dei popoli che ha avuto più influenza nella nostra civiltà. Allo stesso modo c’è un motivo se le più grandi opere d’arte degli ultimi duemila anni sono cristiane, se quasi tutte le vie e le piazze portano nomi di santi, se i giorni di festa in cui stiamo a casa dal lavoro sono quelli cattolici; questo motivo è molto semplice: siamo un popolo cristiano, con radici inconfondibili e radicate.
A presto
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Ά όταν έκτιζαν τα τείχη πώς να μην προσέξω.
Αλλά δεν άκουσα ποτέ κρότον κτιστών ή ήχον.
Ανεπαισθήτως μ' έκλεισαν απο τον κόσμο έξω
(Κ. Καβάφης)