18/12/2004 21:46 |
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Vorrei chiedervi di esaminare un brano della Bibbia e di rispondere ad alcune domande in merito a quello che vi si legge.
Cito dalla Versione Riveduta, capp. 6 e 7 di Atti degli apostoli.
L'arresto di Stefano
8 Ora Stefano, pieno di grazia e di potenza, faceva grandi prodigi e segni tra il popolo. 9 Ma alcuni della sinagoga detta dei Liberti, dei Cirenei, degli Alessandrini, di quelli di Cilicia e d'Asia, si misero a discutere con Stefano; 10 e non potevano resistere alla sapienza e allo Spirito con cui egli parlava. 11 Allora istigarono degli uomini che dissero: «Noi lo abbiamo udito mentre pronunciava parole di bestemmia contro Mosè e contro Dio». 12 Essi misero in agitazione il popolo, gli anziani, gli scribi; e, venutigli addosso, lo afferrarono e lo condussero al sinedrio; 13 e presentarono dei falsi testimoni, che dicevano: «Quest'uomo non cessa di proferire parole contro il luogo santo e contro la legge. 14 Infatti lo abbiamo udito affermare che quel Nazareno, Gesù, distruggerà questo luogo e cambierà gli usi che Mosè ci ha tramandati».
15 E tutti quelli che sedevano nel sinedrio, fissati gli occhi su di lui, videro il suo viso simile a quello di un angelo.
Discorso di Stefano
At 6:9-15; Sl 105:7-25
7:1 Il sommo sacerdote disse: «Le cose stanno proprio così?»
2 Egli rispose:
«Fratelli e padri, ascoltate. Il Dio della gloria apparve ad Abraamo, nostro padre, mentr'egli era in Mesopotamia, prima che si stabilisse in Carran,....
ecc. ecc. Il lungo discorso di Stefano prosegue per tutto il resto del capitolo e si conclude così:
51 «Gente di collo duro e incirconcisa di cuore e d'orecchi, voi opponete sempre resistenza allo Spirito Santo; come fecero i vostri padri, così fate anche voi. 52 Quale dei profeti non perseguitarono i vostri padri? Essi uccisero quelli che preannunciavano la venuta del Giusto, del quale voi ora siete divenuti i traditori e gli uccisori; 53 voi, che avete ricevuto la legge promulgata dagli angeli, e non l'avete osservata».
A questo punto i suoi ascoltatori si arrabbiano:
54 Essi, udendo queste cose, fremevano di rabbia in cuor loro e digrignavano i denti contro di lui. 55 Ma Stefano, pieno di Spirito Santo, fissati gli occhi al cielo, vide la gloria di Dio e Gesù che stava alla sua destra, 56 e disse: «Ecco, io vedo i cieli aperti, e il Figlio dell'uomo in piedi alla destra di Dio».
Domanda 1: dove si trovava Stefano quando ebbe questa visione di Dio e di Gesù?
Il racconto prosegue:
57 Ma essi, gettando grida altissime, si turarono gli orecchi e si avventarono tutti insieme sopra di lui; 58 e, cacciatolo fuori dalla città, lo lapidarono. I testimoni deposero i loro mantelli ai piedi di un giovane, chiamato Saulo. 59 E lapidarono Stefano che invocava Gesù e diceva: «Signore Gesù, accogli il mio spirito». 60 Poi, messosi in ginocchio, gridò ad alta voce: «Signore, non imputar loro questo peccato». E detto questo si addormentò.
Domanda 2: dove si trovava Stefano quando venne lapidato?
Domanda 3: si dice in questo racconto che mentre Stefano diceva «Signore Gesù, accogli il mio spirito» stava ancora avendo la visione di Dio e di Gesù?
Mi interessano le vostre risposte perché mi servono per commentare quello che si legge in una recente Torre di Guardia.
A presto
Achille |
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18/12/2004 23:07 |
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Ciao Achille,
beh.. provo ad azzardare delle risposte:
Domanda 1: dove si trovava Stefano quando ebbe questa visione di Dio e di Gesù?
Nel Sinedrio
Domanda 2: dove si trovava Stefano quando venne lapidato?
Fuori dalla Città
Domanda 3: si dice in questo racconto che mentre Stefano diceva «Signore Gesù, accogli il mio spirito» stava ancora avendo la visione di Dio e di Gesù?
Espressamente non è detto, ma mentre leggevo il racconto mi son chiesto: perchè Stefano grida a gran voce, come a volersi far sentire da Dio, come se lo vedesse ... non credo che l'intento di Stefano fosse di farsi sentire dai suoi carnefici ... insomma ... immaginandomi la scena non me la sento di dire che stava ancora avendo la visione ma neanche di escluderlo, anzi ora come ora sarei più propenso a dire che Stefano stava avendo ancora la visione. Ciao.
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19/12/2004 07:29 |
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Scritto da: solitary man 18/12/2004 23.07
Ciao Achille,
beh.. provo ad azzardare delle risposte:
Domanda 1: dove si trovava Stefano quando ebbe questa visione di Dio e di Gesù?
Nel Sinedrio
Domanda 2: dove si trovava Stefano quando venne lapidato?
Fuori dalla Città
Domanda 3: si dice in questo racconto che mentre Stefano diceva «Signore Gesù, accogli il mio spirito» stava ancora avendo la visione di Dio e di Gesù?
Espressamente non è detto, ma mentre leggevo il racconto mi son chiesto: perchè Stefano grida a gran voce, come a volersi far sentire da Dio, come se lo vedesse ... non credo che l'intento di Stefano fosse di farsi sentire dai suoi carnefici ... insomma ... immaginandomi la scena non me la sento di dire che stava ancora avendo la visione ma neanche di escluderlo, anzi ora come ora sarei più propenso a dire che Stefano stava avendo ancora la visione. Ciao.
Bene, al di là delle tue "propensioni", riconosci che non viene espressamente detto nella Scrittura che Stefano stesse avendo questa visione mentre veniva lapidato. La visione avvenne mentre Stefano si trovava nel Sinendrio.
Trascorse un certo lasso di tempo fra la visione e la lapidazione. Infatti Stefano venne trascinato fuori della città e poi ucciso.
Quando Stefano pronunciò quell'invocazione (preghiera) a Gesù, non è scritto che stesse ancora avendo la visione di Dio e di Gesù.
Parole simili a quelle di Stefano vennero pronunicate anche da Cristo, mentre stava morendo sulla croce (Lu. 23:46), e anche in quel caso non si legge che Gesù stesse avendo una visione di Dio.
Vedo comunque dal modo in cui mi hai risposto che hai intuito dove voglio arrivare...
A presto
Achille [Modificato da Achille Lorenzi 19/12/2004 7.30] |
19/12/2004 07:42 |
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| | | Post: 644
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Boh! e chi può dirlo?
Ma, mi chiedo, a che cosa possa servire il determinare questo. E' sicuro che se non ce l'aveva ancora in atto, la visione, ce l'aveva ben presente nella mente avendola avuta poco prima. E se ha gridato in quel modo la cosa è spiegabile
- psicologicamente. Chiunque muore condannato per la testimonianza alla fede è portato a ritestimoniarla nel momento che sta per morire. E' un grido con la doppia valenza di preghiera e di conferma rivolta sia a Dio che agli aguzzini. Anche Gesù morì gridando il suo abbandono al Padre;
- teologicamente. Stefano ha messo Gesù sullo stesso piano del Padre rivolgendo a lui una preghiera che ci si aspettava rivolgesse a Dio Padre. E questo livellamento teologico funziona sia se si rispetta, come fanno tutte altre Bibbie, la traduzione del termine Kyrios e nell'affidamento dello spirito, e nella intercessione di perdono per i persecutori; ma funziona, e benissimo, anche se, come fa la sola NM, lascia il primo Kyrios rivolto a Gesù, e trasforma in "Geova" il secondo. Anche in questo caso Gesù e Geova (=Dio Padre) sono accomunati nello stesso livello di dignità (come lo erano nella visione "vedo Gesù in piedi alla destra della gloria di Dio".
Non per nulla la WT si è dovuta smanicare per trasformare quella "preghiera" a Gesù in un riduttivo ed enigmatico "fare appello".
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est modus in rebus |
19/12/2004 08:11 |
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| | | Post: 673
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Scritto da: berescitte 19/12/2004 7.42
Boh! e chi può dirlo?
Ma, mi chiedo, a che cosa possa servire il determinare questo. E' sicuro che se non ce l'aveva ancora in atto, la visione, ce l'aveva ben presente nella mente avendola avuta poco prima. E se ha gridato in quel modo la cosa è spiegabile
Il punto comunque è che non è scritto che Stefano stesse ancora avendo quella visione.
E' importante precisarlo perché la WTS sostiene che la parole di Stefano rivolte a Gesù siano spiegabili proprio perché Stefano stava avendo, in quel momento, una visione di Dio e di Cristo!
Ecco cosa si legge nella Torre di Guardia del 1° gennaio 2004, p. 31 (Domande dai lettori):
«Cosa spinse Stefano ad esprimersi così? Secondo Atti 7:55, 56, Stefano, essenso pieno di spirito santo, guardò fisso in cielo e scorse la gloria di Dio e Gesù in piedi alla destra di Dio" [però come si è visto questa visione avvenne nel Sinedrio]. In condizioni normali [cioè in assenza di questa visione] Stefano avrebbe rivolto le sue richieste a Geova nel nome di Gesù. Ma vedendo in visione il risuscitato Gesù, Stefano si sentì libero di rivolgersi direttamente a lui dicendo: "Signore Gesù ricevi il mio spirito"».
Visto che per il CD queste parole di Stefano si spiegano per via del fatto che in quel momento Stefano stava avendo una visione di Gesù, e quindi Gli rivolse direttamente il suo "appello", è fondamentale chiedere: dove ha letto il CD che Stefano stava ancora avendo questa visione?
Che fine ha fatto in questo caso la regola tanto citata di "non andare oltre ciò che è scritto"? (1 Cor. 7:6).
Ciao
Achille[Modificato da Achille Lorenzi 19/12/2004 8.18] |
19/12/2004 08:36 |
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| | | Post: 646
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Però io benedirei in questo caso la scappata della WT oltre ciò che è scritto.
Primo perché costituirebbe un precedente autorizzante, se non se ne scusa (speriamo che non lo faccia!);
Secondo perchè in tal caso viene ad acquistare più valore l'obiezione relativa alla formulazione di una preghiera fatta direttamente a Gesù perfino davanti alla gloria di Geova. Come dire che Stefano, Testimone di Geova DOC, che sa che Gesù non può essere pregato perché Geova è il solo uditore di preghiera e non cede la sua gloria a nessun altro, nel momento della suprema verità, invece di pregare direttamente Geova, si rivolge prima di tutto al suo "rappresentante" e per colmo di spregio lo fa utilizzando le stesse parole che Gesù morendo aveva usato creando un precedente che avrebbe dovuto essere seguito fedelmente "Padre nelle tue mani affido il mio spirito!"
Ne avessimo un mazzo di tali debordamenti oltre lo scritto sarebbe il più bel regalo di Natale. Non credi?
Ciao! ----------------------
est modus in rebus |
19/12/2004 08:55 |
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Ciao Achille,
pensando proprio al caso di Gesù mi son chiesto anch'io se l'invocazione a voce alta non fosse determinata proprio dal fatto che la visione era cessata e non vedendo più Dio e Gesù Stefano abbia sentito il bisogno di urlare la sua invocazione per farsi da loro sentire, fermo restando anche la fattibilità dell'altra ipotesi.
Comunque mi chiedevo se la frase da te citata della Torre di Guardia:
"Ma vedendo in visione il risuscitato Gesù, Stefano si sentì libero di rivolgersi direttamente a lui dicendo: "Signore Gesù ricevi il mio spirito"
la modificassimo tenendo conto dell'ipotesi che la visone si sia verificata solo nel sinedrio e non sia proseguita fuori dalla citta, la stessa diventerebbe
"Ma avendo visto in visione il risuscitato Gesù, Stefano si sentì libero di rivolgersi direttamente a lui dicendo: "Signore Gesù ricevi il mio spirito"
cambierebbe davvero tanto il senso del ragionamento?
ciao e buona giornata
p.s. era semplice capire dove volevi andare a parare ... la terza domanda era "troppo" specifica
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19/12/2004 09:04 |
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| | | Post: 675
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Scritto da: solitary man 19/12/2004 8.55
...Comunque mi chiedevo se la frase da te citata della Torre di Guardia:
"Ma vedendo in visione il risuscitato Gesù, Stefano si sentì libero di rivolgersi direttamente a lui dicendo: "Signore Gesù ricevi il mio spirito"
la modificassimo tenendo conto dell'ipotesi che la visone si sia verificata solo nel sinedrio e non sia proseguita fuori dalla citta, la stessa diventerebbe
"Ma avendo visto in visione il risuscitato Gesù, Stefano si sentì libero di rivolgersi direttamente a lui dicendo: "Signore Gesù ricevi il mio spirito"
cambierebbe davvero tanto il senso del ragionamento?
O sì, cambierebbe di molto, secondo la WTS. Infatti nella Torre di Guardia del 1° gennaio si precisa che queste - cioè la visione di Stefano ed il suo "fare appello" - "erano circostanze insolite":
«L'unico altro esempio di un'espressione simile indirizzata a Gesù è quello dell'apostolo Giovanni che gli si rivolse direttamente vedendolo in visione».
Quindi se Stefano non aveva in quel momento una visione diretta di Gesù, le circostanze non sarebbero più state insolite e la sua preghiera/appello non sarebbe quindi debitamente giustificata.
Ciao
Achille |
19/12/2004 09:09 |
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mmm ... non mi convince del tutto ... la visione sarà stata ancora fresca e vivida nella mente di Stefano ... ma sarà colpa della mia "propensione"
ciao |
19/12/2004 09:21 |
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| | | Post: 3
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Scritto da: solitary man 19/12/2004 9.09
mmm ... non mi convince del tutto ... la visione sarà stata ancora fresca e vivida nella mente di Stefano ... ma sarà colpa della mia "propensione"ciao
Però avere fresca nella mente una persona, e dire qualcosa pensando a questa persona, è molto diverso dal parlare direttamente con qualcuno che abbiamo davanti.
Ciao
Grazia
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20/12/2004 13:12 |
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| | | Post: 47
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Innanzitutto concordo con lo "smanicamento" della soc. tdg ipotizzato da berescitte: sarebbe un vero e proprio regalone di Natale, e non solo per questo Natale...
Vengo poi al punto:
All'inizio dell'anno ho letto un ottimo libro di Mirella Susini
dal titolo "Il Martirio cristiano esperienza di incontro con Cristo" delle Dehoniane, nel quale ovviamente il primo racconto è quello di Stefano, tra l'altro uno dei primi sette diaconi.
Mi ha molto colpito una caratteristica, evidenziata dall'autrice in ogni racconto di martìrio, proprio della visione di Cristo che ogni martire ha avuto e che in qualche modo lo rassicurava sulla Verità che fino a quel momento aveva professato.
Durante la visione è come se anche il martire avesse un anticipazione della Gloria di Dio e di Cristo Risorto.
Mi sembra di ricordare che vengano citate alcune ipotesi di teologi riguardo la visione di Stefano, sul fatto che essa sia continuata fino alla lapidazione.
Se il CD della soc. tdg stia divenendo "cattolico", ciò può solo che rallegrarci.
Nei prox. giorni riprenderò questo libro e vi farò sapere la versione "cartacea" dell'autrice.
Pax et bonum Matteo Maiosso |
20/12/2004 21:31 |
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| | | Post: 58
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Dalla visione fino al momento della lapidazione intercorre un lasso di tempo, certamente non lungo, ma sufficiente da interrompere la visione in oggetto, tanto più che Stefano è trascinato fuori dalla città a furor di folla. Immaginatevi la scena: non saranno stati né gentili né delicati con il condannato a morte. Per cui, gli effetti della visione potevano rincuorarlo e dargli il coraggio per affrontare il martirio, ma tutto questo non ha niente a che vedere con la preghiera che Stefano rivolge indubbiamente a Gesù Cristo.
“Le ultime parole di Stefano corrispondono a due delle ultime tre di Gesù in croce trasmesse da Luca ( 23,46. 34; alla terza, Lc 23,43, allude il v.55). Come Gesù si rivolse al suo Padre celeste, così ora il discepolo si rivolge al suo ‘Signore’ glorificato (…) L’espressione tecnica invocare (cfr. 2,21; 9,14; 22,16 ecc.) e la posizione orante delle ginocchia (…) nella seconda richiesta dimostrano che già qui si pensa ad una preghiera rivolta a Gesù (…) Questi gesti, insieme alla voce di Stefano, il portatore dello Spirito (cfr. Io. 1,15; 7,28; Rom. 9,27; 8,15; Gal. 4,6 …) rendono la preghiera per i carnefici ancor più insistente di quella per l’orante stesso. Con questa parola, che adempie il più difficile dei comandamenti (cfr. Lc. 6,27s), Stefano “si addormentò”; quest’espressione, che già prelude allusivamente al risveglio, viene usata nel NT soltanto per la morte dei cristiani (cfr. 1 Tess. 4,13s; 1 Cor. 15,6.18.20 ecc.; contro Apoc. 5,5.10; 12,23 ecc.) e nell’AT per la morte di uomini pii."
(Gli Atti degli apostoli – commento di Gustav Stahlin – Paideia Editrice Brescia- pp.208-209).
Agabo.
[Modificato da Agabo 20/12/2004 21.33] Visita:
"MA COME UN'AQUILA PUO' DIVENTARE AQUILONE? CHE SIA LEGATA OPPURE NO, NON SARA' MAI DI CARTONE " -Mogol
"Non spetta alla chiesa decidere se la Scrittura sia veridica, ma spetta alla Scrittura di testimoniare se la chiesa è ancora cristiana" A.M. Bertrand |
21/12/2004 11:20 |
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| | | Post: 27
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nn ho capito Sonny...puoi spiegarti meglio?! lunarqueen |
21/12/2004 11:23 |
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21/12/2004 13:58 |
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| | | Post: 685
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Scritto da: Sonnyp 21/12/2004 11.23
Chi fosse interessato.... è davvero importante!!!!
Ti faccio notare Sonny che una discussione sullo stesso argomento è stata iniziata anche in questo forum.
Aggiungo questo tuo intervento alla discussione.
Saluti
Achille |
23/12/2004 21:39 |
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| | | Post: 5
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Ti fà sentire più vicino a Dio
Stefano sapeva molto bene che i Giudei si potevano rivolgere solo a Dio in preghiera. Ciò nonostante rivolse pubblicamente le sue ultime parole a Gesù Cristo. A me non sembra strano, perché anch’io mi rivolgo di tanto in tanto in preghiera a Gesù, anche se Lui ci ha insegnato la preghiera modello del Paternoster. Ci sono diversi punti nella Scrittura che fanno comprendere che SI PUO’ pregare Gesù, anzi invocare il suo Nome in preghiera è necessario per la salvezza e ti fà sentire più vicino al nostro Padre celeste. Leggendo la lettera ai Romani, cap. 10:9-13 si nota benissimo che l’apostolo dà enfasi al Nome di Gesù Cristo, come il Nome da invocare per la salvezza. In modo interessante Paolo cita Gioele 3:5, dove invece il profeta parla del nome di Jahweh! , facendone un’applicazione per i cristiani, come se volesse dire che ‘da ora in avanti questo è il Nome che è stato dato agli uomini per mezzo del quale essere salvati’! Atti 4:12; Filippesi 2:9-11
Inoltre i primi cristiani usavano concludere le loro preghiere con la frase aramaica:”Maran’atà” che significa’Signore nostro vieni!’ Così dice anche Paolo ai Corinti cap. 16:22; così anche l’apostolo Giovanni alla conclusione della Rivelazione:”Sì vieni Signore Gesù!” tutto questo in riferimento alla sua promessa di tornare di nuovo per dare la ricompensa ai suoi fedeli. Lo stesso Signore, l’ultima notte prima di morire, disse agli apostoli:”Qualsiasi cosa MI CHIEDERETE nel mio Nome, io la farò. Affinché il Padre sia glorificato in relazione al Figlio”. Giovanni 14:13,14 nella Interlinear Translation, Ediz. 1969 della WT.
Allora perché la WT insiste a dire che non si può pregare Gesù? Non è forse perché ora dicono che Gesù non è il Mediatore della Grande Folla? Perché se nò hanno inserito il nome di Geova nel NT? Non è per allontanare l’attenzione dalla Persona di Gesù? Quando invece TUTTO il NT è focussato sul nostro Signore come l’unica speranza del genere umano ubbidiente?!
Chiunque tu sia, se riconosci Gesù come il tuo Signore e Salvatore e invochi il Suo Nome per la salvezza, ‘non aver timore dell’uomo mortale in cui non c’è salvezza’, rivolgiti a Lui in preghiera, perché Egli conosce il nostro cuore e può intercedere presso il Padre a nostro favore, come dice Ebrei 4:14-16:”Poiché dunque abbiamo un grande sommo sacerdote, che ha attraversato i cieli, Gesù, il Figlio di Dio, manteniamo ferma la professione della nostra fede. Infatti non abbiamo un sommo sacerdote che non sappia compatire le nostre infermità, essendo stato lui stesso provato in ogni cosa, a somiglianza di noi, escluso il peccato. Accostiamoci dunque con piena fiducia al trono della grazia, per ricevere misericordia e trovare grazia ed essere aiutati al momento opportuno.” (Traduzione della CEI, 1971)
Un cordiale saluto a tutti
Walter
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24/12/2004 07:43 |
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| | | Post: 661
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Tu Walter invochi senza problemi Gesù?
E la maggior parte delle persone, quando muoiono, se ne sono coscienti, invocano la MAMMA.
Io sono pronto a scommettere contro qualsiasi biblista convinto del contrario che DIO non si offende per questo, ma anzi si sente onorato.
Non per nulla la MADRE è colei che GLI è servita per portarci al mondo ed è molto appropriato che sia la stessa a ricondurre a Dio "lo spirito che lui ha dato".
Tra DIO e le MAMME c'è una grande complicità. Si capiscono a volo perché "Dio è Padre e Madre" (G. Paolo II) ----------------------
est modus in rebus |
24/12/2004 19:22 |
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| | | Post: 6
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Non solo quando sono alle strette
Berescitte scrive:
Tu Walter invochi senza problemi Gesù?
E la maggior parte delle persone, quando muoiono, se ne sono coscienti, invocano la MAMMA.
Io sono pronto a scommettere contro qualsiasi biblista convinto del contrario che DIO non si offende per questo, ma anzi si sente onorato.
Non per nulla la MADRE è colei che GLI è servita per portarci al mondo ed è molto appropriato che sia la stessa a ricondurre a Dio "lo spirito che lui ha dato".
Tra DIO e le MAMME c'è una grande complicità. Si capiscono a volo perché "Dio è Padre e Madre" (G. Paolo II)
Sinceramente non ho problemi ad invocare il Nome di Gesù in preghiera, perché non lo invoco solo quando ne ho bisogno, ma soprattutto per lodare il suo Nome e quello del Padre celeste.L’esempio più perfetto ci viene dalla Rivelazione di Giovanni, dove leggiamo delle creature celesti che si inginocchiano davanti al Trono della Maestà nei cieli, cioè davanti a Dio e all’Agnello, che è Gesù Cristo e attribuiscono a questi la gloria, la potenza e l’onore. (Riv. 5:13,14) Io comprendo che ‘invocare’ il Nome di Gesù non significa rivolgersi a Lui solo quando siamo alle strette o in punto di morte, ma soprattutto quando in preghiera lo riconosciamo come nostro Signore e Mediatore fra noi e il Padre celeste.
Questo presuppone che con il cuore abbiamo esercitato fede in Lui e nei suoi comandamenti, come dice Romani 10, quindi chi si accosta con fiducia a Lui non deve aver timore, piuttosto avere la certezza che ci ascolterà, qualsiasi cosa si chieda, sempre che sia in armonia alla volontà del nostro Padre celeste. L’esperienza che ho fatta nel riconoscere la possibilità e la necessità di rivolgermi a Gesù in preghiera mi convince ogni giorno di più, perché questo, secondo me, fa parte dell’ esperienza personale di acquistare conoscenza di Lui. (Giov. 17:3) Non è solo una conoscenza acquisita sui Vangeli, storica, ma bensì di un rapporto di amicizia vissuto, che ti aiuta giorno dopo giorno a superare tutti quei problemi della vita che sono comuni a tutti noi. Questo è il significato letterale di Giovanni 17:3. Lui conosce le nostre debolezze e i nostri lati più forti, è stato uomo come noi e quindi, come ripeto, è la Persona ideale per intercedere a nostro favore presso il Padre celeste. Imparando a conoscere Gesù Cristo, si impara a conoscere anche il Padre celeste……
Quindi, berescitte, questo non mi dà problemi, anzi mi rincuora e mi dà la pace spirituale. A proposito di “Mamma”, sai che ho scritto anni fa una poesia dedicata a mia madre? Prossimamente la pubblicherò sul Forum, su ‘pensieri e parole’.
Cari saluti d’Agape a voi tutti
Walter
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