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I miti erediteranno la Terra!

Ultimo Aggiornamento: 09/10/2004 18:31
01/10/2004 23:04
 
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Vorrei condividere qualche riflessione sul recente articolo apparso su La Torre di Guardia del 1/10/2004, intitolato “I miti erediteranno la terra: come?”.
L’articolo - che esamina il significato del versetto di Mt 5,5 - si conclude con le seguenti parole (p. 7): “Sarete tra i ‘miti’ che erediteranno la terra? Se acquistate conoscenza di Geova …., anche voi potete sperare di ereditare il paradiso qui sulla terra e di viverci per sempre”.
Quindi se chiedete a un comune lettore Testimone di Geova: Chi sono i “miti” di cui parla Gesù in Mt 5,5? Molto probabilmente vi risponderà: la “grande folla” di altre pecore che ha la prospettiva di vivere sulla terra trasformata in paradiso dopo Armaghedon!
Tuttavia, una risposta del genere implicherebbe l’intenzione di Gesù – nel pronunciare le parole di Mt 5,5 – di far capire ai suoi seguaci che la prospettiva terrena di una vita eterna sulla terra rientrasse nel suo messaggio di salvezza! Invece, altrove, il Corpo Direttivo afferma categoricamente: “Quegli apostoli e altri scrittori cristiani della Bibbia ponevano forse dinanzi ai credenti battezzati una speranza terrena, la speranza di divenire figli del Padre eterno, Gesù Cristo, e di vivere per sempre su una terra paradisiaca? No! Ponevano dinanzi a coloro ai quali predicavano e scrivevano la speranza di quelli che allora erano generati come figli di Dio, figli di Geova. (Isaia 9:6,7) Negli ispirati scritti cristiani, ai discepoli di quel tempo si assicurava che avevano la chiamata a un regno celeste e che la loro speranza era di essere lassù coeredi di Gesù Cristo. (Colossesi 1:13; 1 Corinti 1:26-31; 2 Pietro 1:10, 11) Una sola cosa era posta loro dinanzi; non erano lasciati nell’incertezza.” (citazione tratta dalle pp. 128-129 del libro “Lo spirito santo: La forza del Nuovo Ordine avvenire”, stampato nel 1977 dalla Società Torre di Guardia).
Pertanto, se è vera quest’ultima posizione (cioè che ai credenti del primo secolo non veniva offerta una speranza terrena, la speranza di divenire figli del Padre eterno, Gesù Cristo, e di vivere per sempre su una terra paradisiaca), com’è possibile spiegare Mt 5,5 nel senso che Gesù stesse offrendo proprio la speranza “di ereditare il paradiso qui sulla terra e di viverci per sempre”?

Tornando alla recente spiegazione di Mt 5,5 presentata dalla Torre di Guardia del 1/10/2004, ritengo che essa rappresenti un improvvido ripensamento del Corpo Direttivo sul tema. Infatti, in passato la letteratura geovista aveva offerto un’interpretazione più esplicita e “coerente” con l’intero impianto ideologico geovista; eccone la prova.
Svegliatevi del 22/12/71, pp. 27-29, prese in esame la domanda: “Chi sono quelli d’indole mite che erediteranno la terra?” A questo interrogativo la rivista rispondeva: “Gesù Cristo stesso è perciò il primo a cui si applica Matteo 5:5. … Comunque, Gesù non sarà solo a ereditare la terra. Associati con sé avrà 144.000 altri … Che Gesù abbia coeredi nella sua eredità della terra è reso chiaro dalle parole: “Lo spirito stesso rende testimonianza col nostro spirito che noi siamo figli di Dio. Se, dunque, siamo figli, siamo anche eredi: eredi in realtà di Dio, ma coeredi di Cristo, purché soffriamo insieme per essere insieme anche glorificati”.”
In definitiva, secondo il Corpo Direttivo dell’epoca, “le parole di Gesù in Matteo 5:5 [hanno] una primaria applicazione a lui e ai suoi 144.000 associati”; ovviamente, come nel caso della giustificazione e del valore di riscatto della morte di Gesù, il Corpo Direttivo recuperava per il rotto della cuffia i milioni di Testimoni di serie B e sosteneva che le parole di Mt 5,5 “non significa che non siano di nessuna importanza per gli altri suoi seguaci. Esse lo sono, poiché dichiarano un principio che si applica pure alle sue ‘altre pecore’. Queste hanno la speranza di godere il Paradiso sulla terra”.
Restava, comunque, il fatto che “legalmente parlando, essi [le ‘altre pecore’ che formano la ‘grande folla’] non saranno i possessori della terra, non ne saranno gli eredi, ma ne avranno cura per conto di quelli d’indole mite che regneranno su di loro”!

Con La Torre di Guardia del 15/7/1978 il Corpo Direttivo confermava questa “primaria applicazione” agli “unti” del verso di Mt 5,5; ecco, infatti, come si esprimeva questa rivista nell’articolo “Il sermone del monte. Le prime tre ‘felicità’”: “Gesù disse: ‘Felici quelli che sono d’indole mite, poiché erediteranno la terra’. (Matt. 5:5) A che tipo di persone si riferiva? … Gesù, che in senso perfetto fu “d’indole mite e modesto di cuore”, è il principale Erede della terra. … Le Scritture Ebraiche predissero che il “figlio dell’uomo” avrebbe avuto dei governanti associati a sé nel regno celeste. (Dan. 7:13, 14, 22, 27) Come “coeredi di Cristo”, quelli che sono d’indole mite erediteranno la terra insieme a Gesù. (Rom. 8:17)”. Ovviamente, alle “altre pecore”, la rivista offriva una “carotina” di consolazione: “Inoltre, nel reame terrestre del regno di Gesù, molti altri ‘simili a pecore’ otterranno la vita eterna. (Matt. 25:33, 34, 46)”.
Sostanzialmente identica alla precedente spiegazione è quella riportata in La Torre di Guardia del 15/10/1991, pp. 10-14: “Nel Sermone del Monte, Gesù Cristo disse: ‘Felici quelli che sono d’indole mite, poiché erediteranno la terra’. (Matteo 5:5) … Quale Figlio di Dio dall’indole perfettamente mite, Gesù è il principale Erede della terra. … Ma quale messianico “figlio dell’uomo”, egli avrebbe avuto governanti associati nel suo Regno celeste. (Daniele 7:13, 14, 22, 27) Quali “coeredi” di Cristo, anche questi unti d’indole mite saranno eredi della terra insieme a lui. (Romani 8:17)”. Anche in questo caso, comunque, si offre uno “zuccherino” alle “grande folla” dicendo: “Altre persone d’indole mite, paragonate a pecore, vivranno per sempre nel Paradiso nel reame terreno del Regno. (Matteo 25:33, 34, 46; Luca 23:43)”.
Dal confronto tra le tre riviste citate (g 71, w 78 e w 91) da una parte, e la w 2004 dall’altra, si evince che nella recente spiegazione di Mt 5,5 è scomparso ogni riferimento alla “primaria applicazione” del verso a Gesù e ai 144.000 unti, che “legalmente parlando” saranno i legittimi eredi della terra!


Sempre a proposito dell’articolo, intitolato “I miti erediteranno la terra: come?”, pubblicato su La Torre di Guardia del 1/10/2004, alle pp. 5-6 di questa rivista, esso non contribuisce a chiarire le idee ai Testimoni di Geova in buona fede; infatti, argomentando su “come possiamo essere sicuri che Geova non abbia cambiato il proposito che aveva in origine riguardo alla terra”, la rivista cita brani del VT (tra i quali Salmo 25 e 37, Isaia 11 e 65) facendo però un po’ di confusione tra applicazione “contestuale” e applicazione “estesa” delle Scritture! Nel gergo geovista si ha applicazione “contestuale” se la scrittura è esaminata alla luce del contesto e dell’ambiente, mentre si parla di applicazione “estesa”, se il principio del versetto può essere applicato a qualche altra circostanza.
Al riguardo è interessante citare quanto scriveva La Torre di Guardia del 1/2/1973, pp. 82-85, dove si diceva: “Comunque, non dobbiamo applicare i versetti biblici in maniera indiscriminata e negligente, ricordando, piuttosto, che l’applicazione contestuale è quella principale e fondamentale. Se è possibile usare il versetto facendo un’applicazione del principio in maniera secondaria o più vasta, possiamo rendere più enfatica la nostra presentazione precisando agli uditori il basilare senso contestuale e chiarire che usiamo il versetto nella sua applicazione secondaria, applicandone solo il principio.”
E’ abbastanza evidente che, nel caso dell’articolo della w 2004 che stiamo esaminando, il redattore d’esso non ha rispettato puntualmente la raccomandazione appena letta. Infatti, anche se citando 1 Re 4, 25 implicitamente rimanda all’applicazione “contestuale” del versetto, nel caso degli altri brani veterotestamentari citati passa direttamente a farne un’applicazione “estesa”. Eppure, la stessa w 1973 appena citata afferma con chiarezza: “In ogni caso, la profezia dichiarata nei tempi antichi ebbe significato per chi l’udì; servì per loro, nonché per nostra guida. Il più delle volte ebbe qualche adempimento in quel tempo, adempiendosi in molti casi durante la vita di quella medesima generazione. … Per esempio, in Salmo 37:10, Davide dichiarò: ‘Ancora un pochino, e il malvagio non sarà più; e per certo presterai attenzione al suo luogo, ed egli non sarà’. Per il bene di chi fu scritto questo? Ha applicazione solo in questo ‘tempo della fine’ in cui la malvagità sarà distrutta per sempre? Questo significherebbe circa tremila anni dopo che il salmo fu scritto e fu letto dal popolo d’Israele. Queste parole non significarono nulla per quelli che lo lessero eccetto una promessa per il remoto futuro? No. Queste parole relative ai malvagi ebbero un significato e un messaggio per il popolo di allora. Infatti, ebbero adempimento nel tempo stesso di Davide. Davide vide e riscontrò che i malvagi, benché sembrassero prosperare per un po’, non durarono a lungo. (Versetti 35, 36) … Al tempo di Davide la ‘terra’, cioè la parte della terra assegnata da Dio a Israele, fu portata sotto il pacifico dominio da Davide, e durante il regno di Salomone il popolo fu lasciato in pace dai malvagi nemici. — Sal. 37:11; 1 Re 4:20, 25. … Un’altra profezia, quella di Isaia 65:17, riguardo alla creazione di ‘nuovi cieli e nuova terra’ da parte di Dio, non fu proclamata da Isaia perché i Giudei udissero semplicemente qualcosa che si sarebbe adempiuto 2.700 anni dopo. Piuttosto, ebbe un primo adempimento circa 200 anni dopo che era stata scritta per la prima volta, quando gli esuli israeliti si ristabilirono in Gerusalemme. Un nuovo corpo amministrativo provveduto da Geova con Zorobabele come governatore e Giosuè come sommo sacerdote costituì i ‘nuovi cieli’ e il paese di Giuda fu ripopolato con un popolo organizzato, costituendo la ‘nuova terra’. In questa restaurazione, non ci fu nessun nemico come Nabucodonosor che venisse a uccidere neonati e bambini piccoli e gli uomini vissero la loro vita di normale durata. Edificarono case e piantarono vigne in sicurtà, senza temere che il nemico venisse di nuovo a desolare il loro paese come avevano fatto i Babilonesi nel 607 a.E.V. (Isa. 65:20-22) Questo fu un adempimento significativo per gli Israeliti di quel tempo. Poterono agire con fede nella profezia d’Isaia per il loro proprio bene.”

Tornando ai “miti” che erediteranno la terra (Mt 5,5), l’applicazione “contestuale” del Corpo Direttivo implica che Gesù starebbe parlando di se stesso e dei 144.000 “unti”, mentre l’applicazione “estesa”, o secondaria, implicherebbe la “grande folla di altre pecore” con la speranza di vivere eternamente su una terra paradisiaca!
Se i Testimoni di Geova prestassero maggiore attenzione all’applicazione “contestuale” dei versetti biblici, distinguendo quest’ultima da quella secondaria, estesa (spirituale o letterale che sia), sarebbe più facile per loro comprendere la effettiva portata delle affermazioni del Corpo Direttivo. In altre parole, quando la letteratura geovista afferma “La Bibbia dice …”, ogni Testimone farebbe bene a chiedersi: il Corpo Direttivo mi sta proponendo un’applicazione contestuale del dato scritturistico, o sta invece rivestendo di autorevolezza biblica una delle sue tantissime applicazioni “estese” della Scrittura?

geovologo[SM=g27819]
Cordialmente
geovologo

Non è vero che chi non parla non ha nulla da dire: il silenzio è ricco di significati che spesso perdiamo perché prigionieri di una specie di ebbrezza della parola.
02/10/2004 01:07
 
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Re:

Scritto da: geovologo 01/10/2004 23.04
Vorrei condividere qualche riflessione sul recente articolo



Ho riflettuto a fondo sulla tua riflessione [SM=g27828] e devo dire il vero non mi sembra che hai detto nulla di nuovo e/o di diverso da quello che ogni Tdg sa.

E' ovvio che se tu chiedi ad un tdg chi sono i miti .... lui ti risponde: la grande folla.

Prova invece a chiedere a chi si applica Matteo 5:5 e vedi se ottieni la stessa risposta.

Cmq sia dal momento che esistono dei Re che ereditano la terra è anche normale che ci siano coloro su cui regnare. Quindi coloro su cui regnare sono i miti della grande folla.

Inoltre è fatto risaputo che la prima applicazionde di ogni scrittura è a carico degli unti. Quindi in quel caso Cristo stava promettendo un regno agli unti.

Quindi nessun ripensamento da parte del CD ma semplicemente una allargamento dell'applicazione della scrittura giustificato primo da una conclusione logica e poi da altre scritture.

Ciao
RC

P.s. non so se è una spiegazione ufficiale questa, ma è quello che mi viene in mente leggendo il tuo post.
02/10/2004 05:02
 
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A Geovologo che scrive...

>Tornando ai “miti” che erediteranno la terra (Mt 5,5), l’applicazione “contestuale” del Corpo Direttivo implica che Gesù starebbe parlando di se stesso e dei 144.000 “unti”, mentre l’applicazione “estesa”, o secondaria, implicherebbe la “grande folla di altre pecore” con la speranza di vivere eternamente su una terra paradisiaca!
Se i Testimoni di Geova prestassero maggiore attenzione all’applicazione “contestuale” dei versetti biblici, distinguendo quest’ultima da quella secondaria, estesa (spirituale o letterale che sia), sarebbe più facile per loro comprendere la effettiva portata delle affermazioni del Corpo Direttivo. In altre parole, quando la letteratura geovista afferma “La Bibbia dice …”, ogni Testimone farebbe bene a chiedersi: il Corpo Direttivo mi sta proponendo un’applicazione contestuale del dato scritturistico, o sta invece rivestendo di autorevolezza biblica una delle sue tantissime applicazioni “estese” della Scrittura?
_____________________________

R
Ho la netta impressione che il CD di Brooklyn ascolti attentamente le osservazioni che gli vengono ogni mese dal GRIS di Roma su Radio Maria. Questa discrasia infatti tra ciò che la Bibbia dice effettivamente e il CD poi ci ricava allargando a "nuovi adempimenti" a volte è evidente (ed è anche conosciuta come applicazione ascetico-spirituale o "attualizzazione" da ogni cristiano) ma spesso è dal CD stiracchiata a servire la sua teoria della luce crescente (che pure ha una sua plausibilità entro certi limiti) intesa - ohibò! - come possibilità di abbandono totale di una precedente posizione.

Ora, relativamente a Unti e Pecore, mi sembra che proprio quest'ultima sia la dietrologia che ha ispirato tutto il discorso condotto dalla Dirigenza geovista e evidenziato da te. Infatti la Bibbia sembra che non abbia parlato di Pecore o Grande Folla almeno fino al 1935 (data della loro scoperta da parte dell'acuto giudice Rutherford), cosa questa denunciata dal GRIS appunto a Radio Maria da... secoli e che riceve risposta/toppa ora come è già successo ad altre osservazioni critiche molto acute.

Scambiare (intendi far passare) i ripensamenti dovuti a nuova luce per adempimenti nuovi significa far digerire meglio ai fedeli TG quelli che Radio Maria, con i ricercatori del PIGRECO, chiama "contraddizioni della Torre di Guardia" quasi che fossero invece adempimenti maggiori o nuovi adempimenti.
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est modus in rebus
02/10/2004 05:32
 
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A reny2000 che scrive...
>Quindi nessun ripensamento da parte del CD ma semplicemente una allargamento dell'applicazione della scrittura giustificato primo da una conclusione logica e poi da altre scritture.

e la conclusione logica sarebbe quella predetta con le parole...

>Cmq sia dal momento che esistono dei Re che ereditano la terra è anche normale che ci siano coloro su cui regnare. Quindi coloro su cui regnare sono i miti della grande folla.

________________________________________

R/DOMANDA
Questo sta a dire che fino al 1935 (per oltre 50 anni di luce che il Canale riceveva da Geova (cf p. 17 di Rivelazione) al CD di Brooklyn non funzionava la logica?

Posso documentare che il tenore di questa osservazione è proprio stata presentata dal GRIS a Radio Maria più volte. Essa era ricavata - e dica chi legge se non sono osservazione pertinenti - dal fatto che il CD ammetteva tranquillamente due contraddizioni macroscopiche:

1) Quella che Gesù avesse fatto una struttura (la sua Chiesa) fallimentare. Che avrebbe funzionato solo per il primo secolo e, finita in vacanza "soffocata dalle zizzanie" per 17 secoli, riaprisse le danze a pochi giorni dalla fine del mondo, quando il mandato era di portare il messaggio "a tutte le genti";

2) Quella che, se la Chiesa era fatta di soli unti/regnanti, non esistevano né sarebbero mai esistiti dei sudditi su cui avrebbero regnato un domani né altre pecore da cibare durante questa storia. E difatti a questo riguardo Il Millenario si è inventato di sdoppiare la funzione degli stessi Unti facendo loro assumere sia il ruolo di pascenti che di cibati(!).

3) Dovrebbe rientrare anche nella logica l'osservazione che è illegittimo assegnare a Geova la colpa di non aver trasmesso (sempre per un cinquantennio giacché la croce è diventata palo verso il 1930) la vera luce sul modo in cui fu suppliziato suo figlio. Questo soprattutto considerando il fatto che, come si dice, a Geova la croce fa l'effetto di... sappiamo tutti cosa non è vero?...

A questo punto credo legittima anche un'altra domanda "logica":
- che garanzia può offrire il CD di Brooklyn che ora e in futuro la sua logica (giacché il punto è questo! qui si ammette che non si tratta più di messaggio divino ma di logica umana che è fallibile) funziona a dovere?

E una terza, suggerita dall'omonimia del soggetto considerato:
- ma quando il CD parla di queste cose sta parlando di verità, cioè di cose che hanno riscontro con la realtà o di "MITI"?
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est modus in rebus
02/10/2004 08:06
 
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Cielo o terra?

Scritto da: geovologo 01/10/2004 23.04
Vorrei condividere qualche riflessione sul recente articolo apparso su La Torre di Guardia del 1/10/2004, intitolato “I miti erediteranno la terra: come?”.
L’articolo - che esamina il significato del versetto di Mt 5,5 - si conclude con le seguenti parole (p. 7): “Sarete tra i ‘miti’ che erediteranno la terra? Se acquistate conoscenza di Geova …., anche voi potete sperare di ereditare il paradiso qui sulla terra e di viverci per sempre”.
Quindi se chiedete a un comune lettore Testimone di Geova: Chi sono i “miti” di cui parla Gesù in Mt 5,5? Molto probabilmente vi risponderà: la “grande folla” di altre pecore che ha la prospettiva di vivere sulla terra trasformata in paradiso dopo Armaghedon!...


Caro Geovologo,
Ho letto con molto intyeresse questo tuo intervento. Se me lo consenti vorrei ricavarne una pagina da inserire nel sito.
Ho espresso anch'io alcune osservazioni simili qui: http://www.infotdgeova.it/terra.htm:
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Ecco uno dei passi più citati dai Testimoni, secondo i quali qui si parlerebbe di vita eterna sulla terra:

«E ancora un poco, e il malvagio non sarà più; E certamente presterai attenzione al suo luogo, ed egli non sarà. Ma i mansueti stessi possederanno la terra, E in realtà proveranno squisito diletto nell'abbondanza della pace... i giusti stessi possederanno la terra e risiederanno su di essa per sempre» (Salmo 37:10,11, 29).

Il Salmo 37 venne scritto da Davide e si riferisce, nella sua applicazione originale, a quello che sarebbe accaduto agli abitanti della terra di Israele. Quando si parla di "possedere la terra" ci si riferisce quindi alla "terra promessa", al paese in cui vivevano gli Ebrei. Anche la WTS ha dato questa spiegazione:

«"Poiché i malfattori stessi saranno stroncati, ma quelli che sperano in Geova sono coloro che possederanno la terra". - Sal. 37:7-9. Cosa vuole dirci il salmista? ... Nel caso degli israeliti, ai quali in origine erano dirette le parole del salmista, rimanere nella Terra Promessa e godere una lunga vita dipendeva dalla loro ubbidienza a Dio. Una persistente condotta illegale, d'altra parte, avrebbe avuto come risultato il ritiro della benedizione e della protezione di Dio. Spesso questo significava la morte per mano di nazioni nemiche o per la carestia e le malattie» - La Torre di Guardia del 15/10/79, p.23, sottolineatura mia.

Anche la Società riconosce quindi che il salmista stava solo parlando di lunga vita e di risiedere nella terra promessa. Non c'è nessun riferimento in questo brano ad una vita eterna sulla "terra", intesa come pianeta. Il messaggio che viene trasmesso nel Salmo è che i fedeli israeliti dovevano avere fiducia che i malfattori non avrebbero prevalso su di loro e non sarebbero riusciti a toglierli, violentemente e prematuramente, dal paese in cui Dio li aveva stabiliti. A differenza dei malvagi, che sarebbero stati stroncati, i giusti "risiederanno sulla terra (= terra promessa) per sempre" (= per tutta la durata della loro vita).

Gesù si riferì a questo passo in Mt 5:5, ampliandone notevolmente il significato. Dio soccorre i miti ed i mansueti che potranno continuare a dimorare in sicurezza. Gesù non dice che i mansueti dovranno vivere per sempre sulla terra, non dice che questa sia la speranza offerta alla stragrande maggioranza dei salvati.
Nell'immediato contesto (vv. 1-3, 6-11) il Signore parla chiaramente della speranza cristiana di salvezza riservata ai fedeli:

Beati i poveri in spirito, perché di essi è il regno dei cieli....
Beati i puri di cuore, perché vedranno Dio.
Beati gli operatori di pace, perché saranno chiamati figli di Dio.
Beati i perseguitati per causa della giustizia, perché di essi è il regno dei cieli.
Beati voi quando vi insulteranno, vi perseguiteranno e, mentendo, diranno ogni sorta di male contro di voi per causa mia. Rallegratevi ed esultate, perché grande è la vostra ricompensa nei cieli.

È chiaro che l'allusione al Salmo 37 fatta da Gesù nelle beatitudini deve essere intesa nel contesto generale del suo messaggio nel quale ai fedeli è offerta la speranza di condividere con Lui il "regno dei cieli".
Anche l'apostolo Paolo completa il pensiero del salmista, affermando che ai giusti perseguitati, ai miti d'Israele, sarà data una patria celeste (Ebrei 11,13-16). Non c'è un singolo versetto in tutta la Bibbia in cui si parli di una vita eterna sulla terra. Tutti i passi che la Società cita nelle sue pubblicazioni non autorizzano le conclusioni dogmatiche - e contrastanti con altre scritture - a cui sono pervenuti i TdG.
-----------------------------------------------------
Questo tuo intervento amplia notevolmente queste mie osservazioni e ritengo sia quindi molto utile per comprendere ancora più chiaramente come il CD si riveli contraddittorio nella sua "esegesi".

A presto
06/10/2004 07:26
 
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Re: Cielo o terra?

Scritto da: Achille Lorenzi 02/10/2004 8.06

Gesù si riferì a questo passo in Mt 5:5, ampliandone notevolmente il significato. Dio soccorre i miti ed i mansueti che potranno continuare a dimorare in sicurezza. Gesù non dice che i mansueti dovranno vivere per sempre sulla terra, non dice che questa sia la speranza offerta alla stragrande maggioranza dei salvati.



Bhè se mi permetti questa è una conclusione dogmatica a cui TU sei pervenuto. Applicare matteo 5:5, dove dice che i mansueti erediteranno la terra e che richiama in modo inequivocabile ciò che è detto nel VT, al fatto che i mansueti potranno continuare a dimorare in sicurezza è senza ombra di dubbio una tua interpretazione. Se voleva intendere ciò non vedo il motivo per cui non scriverlo chiaramente che potevano continuare a dimorare in sicurezza.

Inoltre è da ricordare come si legge nella pagina da te indicata:
che molte profezie del Vecchio Testamento spesso si adempiono in tre stadi:

un adempimento storico immediato (non c'è più la morte fisica a causa dei nemici di Israele);

un adempimento messianico con Cristo (non c'è più la morte del peccato);

un adempimento escatologico alla fine dei tempi (non c'è più la morte in tutti i sensi).


Quindi non vedo il motivo per cui una tale scrittura elencata in riferimento agli abitanti della terra di israele non possa avere un adempimento escatologico alla fine dei tempi e per tanto essere applicato in senso letterale alla terra.

Non dimentichiamoci poi gli altri passi dove viene detto che "regneranno sulla terra".

Ciao
RC
06/10/2004 08:33
 
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Reny2000 scrivi...
>Quindi non vedo il motivo per cui una tale scrittura elencata in riferimento agli abitanti della terra di israele non possa avere un adempimento escatologico alla fine dei tempi e per tanto essere applicato in senso letterale alla terra.

Non dimentichiamoci poi gli altri passi dove viene detto che "regneranno sulla terra".
____________________________________

R
Io direi che non si può non solo perché ci sono buoni motivi per propendere verso l'interpretazione "terra=terra promessa=regno dei cieli", di cui non voglio ora avanzare le prove...

Ma non si può per sicurezza scientifica! La terra non durerà per sempre. Tempo qualche... settimana dell'eternità e il sole la ridurrà ad una caldarrosta.
E allora il CD (a cui auguro lunga vita) sarà costretto:
- dapprima ad assicurare che Geova impedirà questo (come già lo garantisce in relazione all'olocausto atomico);
- dappoi, quando comincerà a far troppo caldo, a "interpretare" quel terra con "cosmo" e a foraggiare anche lei la ricerca spaziale perché l'umanità possa emigrare verso un pianeta più temperato.[SM=g27823]

Se qualcuo pensasse che sto scherzando pensi a come il CD ha dovuto ridimensionare reinterpretando il testo biblico quando I FATTI della mancata fine e dell'afflusso di nuovi TG lo hanno COSTRETTO a "scoprire" nella Bibbia la categoria delle "altre pecore=grande folla" invisibile per più di 50 anni di scrutamento delle Scritture e di guida e di direzione teocratica da parte di un Dio che dice... ma ti pare che posso tenere nascosto il mio intendimento al mio fedele Schiavo?[SM=g27818]
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est modus in rebus
07/10/2004 07:53
 
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Re: Reny2000 scrivi...

Scritto da: berescitte 06/10/2004 8.33
Ma non si può per sicurezza scientifica! La terra non durerà per sempre. Tempo qualche... settimana dell'eternità e il sole la ridurrà ad una caldarrosta.



Bhè mi spiace ma queste sono solamente disquisizioni tue !!!

Il punto è che la presenza chiara di determinati versetti sia nel VT che nel NT lasciano tranquillamente spazio ad una interpretazione letterale!

Per il resto se non porti prove concrete perchè non possa essere così è praticamente inutile fantasticare.

Ciao
RC
08/10/2004 10:15
 
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Richiesta cortese
Avvertenza
Questa della durata della terra è una questione dottrinale geovista ma anche scientifica.
Perciò l’argomento l’ho postato e si sta sviluppando di preferenza nella sezione
“Scienza e TdG”, thread “Durata eterna della terra/globo?”

Consiglio vivamente, per evitare una fastidiosa altalena, chi volesse darvi contributi di farlo là, lasciando chiudere qui questo thread. Grazie!
Bery
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est modus in rebus
09/10/2004 18:31
 
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Re: Cielo o terra?

Scritto da: Achille Lorenzi 02/10/2004 8.06

Caro Geovologo,
Ho letto con molto interesse questo tuo intervento. Se me lo consenti vorrei ricavarne una pagina da inserire nel sito.
...
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Ho riportato oggi nel sito questa tua eccellente considerazione:
http://www.infotdgeova.it/miti1.htm

Grazie [SM=g27817]
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