Re:
edinz, 14/11/2008 0.18:
Penso che sarebbe una conquista, sul piano etico, molto importante: se la scienza medica si ponesse il problema di andare incontro a chi, come i TDG, ha una moralità diversa da cui ne derivano esigenze terapeutiche particolari, sarebbe un passo importante verso il rispetto di ciascuno di non essere discriminato in base a scelte di parte, siano esse religiose, politiche o di qualsivoglia altra natura. Ovvio, ci saranno dei limiti, qualcuno forse anche insuperabile, ma la medicina non può essere solo il tentativo di sconfiggere il male fisico tralasciando quello psicologico eventualmente causato da una scelta terapeutica contro coscienza.
Sembrerebbe che col mio intervento voglia prendere le difese della WT ma non è affatto così. Io, effettivamente, una difesa la prendo, ma difendo il diritto del singolo di autodeterminarsi e auspico un rispetto delle scelte; rispetto che sarà ancor più concreto e tangibile se la ricerca proverà a trovare alternative che superino l'ostacolo morale che una persona potrebbe avere rispetto a certe pratiche mediche. Condanno, invece, e duramente, le imposizioni della WT che, attraverso il ricatto morale della disassociazione e della "distruzione", impediscono al singolo di fare scelte in piena autonomia e mi piacerebbe che il legislatore intervenisse per fermare questa violenza che, ahimè, a volte si rivela tragica.
Vorrei porre una domanda: ci sono stati casi in passato in cui si è tentato di incriminare la WT per omicidio colposo a seguito della morte di un TDG che rifiutò la trasfusione? Se sì, come andò a finire?
Come thalassemico sono pienamente daccordo con te.
Anche io non vedo l'ora di non trasfondermi piu', e sostituire la terapia.
Ma attualmente è l'unica soluzione.
Il punto è questo. Non si puo' disinformare le persone.
Quello che non capisco è se si vanta di aver trapiantato senza sangue, ho che il testimone e riuscito a non prendere sangue.
Il fegato come organo e composto del 50%di sangue intero.
IL chirurgo deve ammettere che in realta'il testimone il sangue lo a preso,non con una sacca,ma nel fegato è ben presente.
Poi come spiega il chirurgo stesso, il paziente aveva tutte le caratteristiche per potersi operare (apparentemente senza sangue)e cioe',molto probabilmente prima dell'intervento il paziente aveva come minimo il valore dell'emoglobina tra 14/15 soglia massima per l'uomo.
Le malattie si prendono anche con i trapianti, quindi non ha evitato nessun rischio, anzi: GLI ESAMI CHE SI FANNO OGGI SUL SANGUE SONO PIU' SICURI CHE SU QUEGLI DEGLI ORGANI.
Fidati che di sangue ne so un bel po'.