Trapianto di fegato senza trasfusione a Modena!!

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KENNA
00giovedì 13 novembre 2008 12:30

Trapianto senza trasfusione su un testimone di Geova

Il paziente ha ora un nuovo fegato. L'equipe medica, coordinata dal professor Gerunda, ha portato a termine con successo l'intervento che è durato sette ore ed è uno dei pochi eseguiti in Italia

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Il trapianto senza trasfusione, uno dei pochi finora eseguiti in Italia, è durato sette ore ed è stato effettuato su un paziente di 55 anni. Proprio per la sua eccezionalità tale operazione ha bisogno di una procedura particolare. «In questi casi - ha spiegato Gerunda - esistono protocolli speciali per valutare se il paziente è in grado di subire l'intervento senza trasfusioni. Questi protocolli prendono in considerazione sia le capacità coagulative del paziente che le riserve funzionali del fegato. Se il paziente rientra in un ambito di fattibilità chirurgica, si procede all'inserimento in lista di attesa».

Durante l'intervento vengono poi poste in atto tutte le procedure previste per il recupero del sangue intraoperatorio con immediata reinfusione in circolo. In questo modo è possibile in tutti i casi risparmiare il consumo del sangue (procedura attuata usualmente in tutti gli interventi chirurgici potenzialmente emorragici) e nel caso specifico evitare le trasfusioni di sangue diverso da quello del paziente.

Il vero problema nel pazienti testimoni di Geova, non è quindi la possibilità di effettuare un trapianto o comunque un intervento chirurgico senza uso di sangue (cosa non infrequente grazie al recupero ematico intraoperatorio), quanto la necessità di fornire la garanzia di non effettuare trasfusioni prima che venga eseguito l'intervento. Da ciò ne deriva che essenziale è l'attenta valutazione delle condizioni cliniche nel corso del tempo di attesa ed il rispetto dei parametri condivisi con la congregazione religiosa ed il credo dei pazienti.

Nel caso, però, il chirurgo e l'anestesista (che ha un ruolo essenziale durante tutto l'intervento per garantire la normalità pressoria del paziente, prima o durante l'intervento) rilevino condizioni rischiose per la vita, evidentemente si dovranno comportare secondo scienza e coscienza, nell'interesse primario di salvaguardare la vita della persona che si è affidata alle loro cure. «Attualmente - continua Gerunda - abbiamo altri cinque pazienti testimoni di Geova in lista di attesa e speriamo di poter soddisfare in tutti i casi le loro esigenze di salute e di fede religiosa».

Notizia presa da: http://ilrestodelcarlino.ilsole24ore.com/modena/2008/10/18/126448-trapianto_senza_trasfusione_testimone_geova.shtml

carlomagno1955
00giovedì 13 novembre 2008 14:09
Da ciò ne deriva che essenziale è l'attenta valutazione delle condizioni cliniche nel corso del tempo di attesa ed il rispetto dei parametri condivisi con la congregazione religiosa ed il credo dei pazienti.

Nel caso, però, il chirurgo e l'anestesista (che ha un ruolo essenziale durante tutto l'intervento per garantire la normalità pressoria del paziente, prima o durante l'intervento) rilevino condizioni rischiose per la vita, evidentemente si dovranno comportare secondo scienza e coscienza, nell'interesse primario di salvaguardare la vita della persona che si è affidata alle loro cure. «Attualmente - continua Gerunda - abbiamo altri cinque pazienti testimoni di Geova in lista di attesa e speriamo di poter soddisfare in tutti i casi le loro esigenze di salute e di fede religiosa».

Di quali parametri si parla?

Quindi c'è un accordo con i medici?
A quanto deve scendere l'emoglobina, prima di essere trasfusi?
E l'albumina?
Le piastrine?
E' un compromesso scritto o verbale?

wolfstenio
00giovedì 13 novembre 2008 16:38
Re:
KENNA, 13/11/2008 12.30:

Trapianto senza trasfusione su un testimone di Geova

Il paziente ha ora un nuovo fegato. L'equipe medica, coordinata dal professor Gerunda, ha portato a termine con successo l'intervento che è durato sette ore ed è uno dei pochi eseguiti in Italia

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Il trapianto senza trasfusione, uno dei pochi finora eseguiti in Italia, è durato sette ore ed è stato effettuato su un paziente di 55 anni. Proprio per la sua eccezionalità tale operazione ha bisogno di una procedura particolare. «In questi casi - ha spiegato Gerunda - esistono protocolli speciali per valutare se il paziente è in grado di subire l'intervento senza trasfusioni. Questi protocolli prendono in considerazione sia le capacità coagulative del paziente che le riserve funzionali del fegato. Se il paziente rientra in un ambito di fattibilità chirurgica, si procede all'inserimento in lista di attesa».

Durante l'intervento vengono poi poste in atto tutte le procedure previste per il recupero del sangue intraoperatorio con immediata reinfusione in circolo. In questo modo è possibile in tutti i casi risparmiare il consumo del sangue (procedura attuata usualmente in tutti gli interventi chirurgici potenzialmente emorragici) e nel caso specifico evitare le trasfusioni di sangue diverso da quello del paziente.

Il vero problema nel pazienti testimoni di Geova, non è quindi la possibilità di effettuare un trapianto o comunque un intervento chirurgico senza uso di sangue (cosa non infrequente grazie al recupero ematico intraoperatorio), quanto la necessità di fornire la garanzia di non effettuare trasfusioni prima che venga eseguito l'intervento. Da ciò ne deriva che essenziale è l'attenta valutazione delle condizioni cliniche nel corso del tempo di attesa ed il rispetto dei parametri condivisi con la congregazione religiosa ed il credo dei pazienti.

Nel caso, però, il chirurgo e l'anestesista (che ha un ruolo essenziale durante tutto l'intervento per garantire la normalità pressoria del paziente, prima o durante l'intervento) rilevino condizioni rischiose per la vita, evidentemente si dovranno comportare secondo scienza e coscienza, nell'interesse primario di salvaguardare la vita della persona che si è affidata alle loro cure. «Attualmente - continua Gerunda - abbiamo altri cinque pazienti testimoni di Geova in lista di attesa e speriamo di poter soddisfare in tutti i casi le loro esigenze di salute e di fede religiosa».

Notizia presa da: http://ilrestodelcarlino.ilsole24ore.com/modena/2008/10/18/126448-trapianto_senza_trasfusione_testimone_geova.shtml




Mi complimento con il chirurgo. E riuscito a fare un trapianto di (fegato) senza sangue. [SM=x570868]

Quello che non capisco è se si vanta di aver trapiantato senza sangue, ho che il testimone e riuscito a non prendere sangue.

Perche'quest'untima e una bufola.

Il fegato come organo e composto del 50%di sangue intero.
IL chirurgo deve ammettere che in realta'il testimone il sangue lo a preso,non con una sacca,ma nel fegato è ben presente.

Poi come spiega il chirurgo stesso, il paziente aveva tutte le caratteristiche per potersi operare (apparentemente senza sangue)e cioe',molto probabilmente prima dell'intervento il paziente aveva come minimo il valore dell'emoglobina tra 14/15 soglia massima per l'uomo.

Automaticamente anche se il paziente scendesse a 6 di emoglobina sopravvive.

Differentemente se il paziente avesse avuto in partenza l'emoglobine 10/11 difficilmente il chirurgo l'avrebbe operato senza sangue.

M a il punto e questo: IL TDG IL SANGUE LO A RICEVOTO TRAMITE IL FEGATO. [SM=g1537332]



35.angelo
00giovedì 13 novembre 2008 17:39
Mi fà piacere sapere che è andato tutto bene e che si possano fare interventi di questo tipo evitando i rischi della trasfusione.

[SM=g1537154]
wolfstenio
00giovedì 13 novembre 2008 18:36
Re:
35.angelo, 13/11/2008 17.39:

Mi fà piacere sapere che è andato tutto bene e che si possano fare interventi di questo tipo evitando i rischi della trasfusione.

[SM=g1537154]




Ma di che rischi parli.

Se intenti epatite,aids ecc. guarda che anche con i trapianti si contagia,anzi con un semplice vaccino.
35.angelo
00giovedì 13 novembre 2008 19:38
Re: Re:
wolfstenio, 13/11/2008 18.36:




Ma di che rischi parli.

Se intenti epatite,aids ecc. guarda che anche con i trapianti si contagia,anzi con un semplice vaccino.




Appunto ,
propio quelli e anche altri.

Il sangue se non lo si usa è meglio,speriamo che le tecniche operatorie migliorino sempre più per utilizzare il sangue in maniera sempre più limitata.

wolfstenio
00giovedì 13 novembre 2008 19:51
Re: Re: Re:
35.angelo, 13/11/2008 19.38:




Appunto ,
propio quelli e anche altri.

Il sangue se non lo si usa è meglio,speriamo che le tecniche operatorie migliorino sempre più per utilizzare il sangue in maniera sempre più limitata.





Forse non ai capito il senso.

Le malattie si prendono anche con i trapianti, quindi non ha evitato nessun rischio, anzi: GLI ESAMI CHE SI FANNO OGGI SUL SANGUE SONO PIU' SICURI CHE SU QUEGLI DEGLI ORGANI.

Fidati che di sangue ne so un bel po'.
edinz
00venerdì 14 novembre 2008 00:18
Penso che sarebbe una conquista, sul piano etico, molto importante: se la scienza medica si ponesse il problema di andare incontro a chi, come i TDG, ha una moralità diversa da cui ne derivano esigenze terapeutiche particolari, sarebbe un passo importante verso il rispetto di ciascuno di non essere discriminato in base a scelte di parte, siano esse religiose, politiche o di qualsivoglia altra natura. Ovvio, ci saranno dei limiti, qualcuno forse anche insuperabile, ma la medicina non può essere solo il tentativo di sconfiggere il male fisico tralasciando quello psicologico eventualmente causato da una scelta terapeutica contro coscienza.

Sembrerebbe che col mio intervento voglia prendere le difese della WT ma non è affatto così. Io, effettivamente, una difesa la prendo, ma difendo il diritto del singolo di autodeterminarsi e auspico un rispetto delle scelte; rispetto che sarà ancor più concreto e tangibile se la ricerca proverà a trovare alternative che superino l'ostacolo morale che una persona potrebbe avere rispetto a certe pratiche mediche. Condanno, invece, e duramente, le imposizioni della WT che, attraverso il ricatto morale della disassociazione e della "distruzione", impediscono al singolo di fare scelte in piena autonomia e mi piacerebbe che il legislatore intervenisse per fermare questa violenza che, ahimè, a volte si rivela tragica.

Vorrei porre una domanda: ci sono stati casi in passato in cui si è tentato di incriminare la WT per omicidio colposo a seguito della morte di un TDG che rifiutò la trasfusione? Se sì, come andò a finire?

wolfstenio
00venerdì 14 novembre 2008 10:10
Re:
edinz, 14/11/2008 0.18:

Penso che sarebbe una conquista, sul piano etico, molto importante: se la scienza medica si ponesse il problema di andare incontro a chi, come i TDG, ha una moralità diversa da cui ne derivano esigenze terapeutiche particolari, sarebbe un passo importante verso il rispetto di ciascuno di non essere discriminato in base a scelte di parte, siano esse religiose, politiche o di qualsivoglia altra natura. Ovvio, ci saranno dei limiti, qualcuno forse anche insuperabile, ma la medicina non può essere solo il tentativo di sconfiggere il male fisico tralasciando quello psicologico eventualmente causato da una scelta terapeutica contro coscienza.

Sembrerebbe che col mio intervento voglia prendere le difese della WT ma non è affatto così. Io, effettivamente, una difesa la prendo, ma difendo il diritto del singolo di autodeterminarsi e auspico un rispetto delle scelte; rispetto che sarà ancor più concreto e tangibile se la ricerca proverà a trovare alternative che superino l'ostacolo morale che una persona potrebbe avere rispetto a certe pratiche mediche. Condanno, invece, e duramente, le imposizioni della WT che, attraverso il ricatto morale della disassociazione e della "distruzione", impediscono al singolo di fare scelte in piena autonomia e mi piacerebbe che il legislatore intervenisse per fermare questa violenza che, ahimè, a volte si rivela tragica.

Vorrei porre una domanda: ci sono stati casi in passato in cui si è tentato di incriminare la WT per omicidio colposo a seguito della morte di un TDG che rifiutò la trasfusione? Se sì, come andò a finire?





Come thalassemico sono pienamente daccordo con te.

Anche io non vedo l'ora di non trasfondermi piu', e sostituire la terapia.

Ma attualmente è l'unica soluzione.

Il punto è questo. Non si puo' disinformare le persone.

Quello che non capisco è se si vanta di aver trapiantato senza sangue, ho che il testimone e riuscito a non prendere sangue.


Il fegato come organo e composto del 50%di sangue intero.
IL chirurgo deve ammettere che in realta'il testimone il sangue lo a preso,non con una sacca,ma nel fegato è ben presente.


Poi come spiega il chirurgo stesso, il paziente aveva tutte le caratteristiche per potersi operare (apparentemente senza sangue)e cioe',molto probabilmente prima dell'intervento il paziente aveva come minimo il valore dell'emoglobina tra 14/15 soglia massima per l'uomo.



Le malattie si prendono anche con i trapianti, quindi non ha evitato nessun rischio, anzi: GLI ESAMI CHE SI FANNO OGGI SUL SANGUE SONO PIU' SICURI CHE SU QUEGLI DEGLI ORGANI.

Fidati che di sangue ne so un bel po'.
edinz
00venerdì 14 novembre 2008 10:58
Re: Re:
wolfstenio, 14/11/2008 10.10:




Come thalassemico sono pienamente daccordo con te.

Anche io non vedo l'ora di non trasfondermi piu', e sostituire la terapia.

Ma attualmente è l'unica soluzione.

Il punto è questo. Non si puo' disinformare le persone.

Quello che non capisco è se si vanta di aver trapiantato senza sangue, ho che il testimone e riuscito a non prendere sangue.


Il fegato come organo e composto del 50%di sangue intero.
IL chirurgo deve ammettere che in realta'il testimone il sangue lo a preso,non con una sacca,ma nel fegato è ben presente.


Poi come spiega il chirurgo stesso, il paziente aveva tutte le caratteristiche per potersi operare (apparentemente senza sangue)e cioe',molto probabilmente prima dell'intervento il paziente aveva come minimo il valore dell'emoglobina tra 14/15 soglia massima per l'uomo.



Le malattie si prendono anche con i trapianti, quindi non ha evitato nessun rischio, anzi: GLI ESAMI CHE SI FANNO OGGI SUL SANGUE SONO PIU' SICURI CHE SU QUEGLI DEGLI ORGANI.

Fidati che di sangue ne so un bel po'.



Forse non s'è capito il senso del mio intervento e me ne scuso. Non volevo contraddire le tue affermazioni sull'assunzione di sangue attraverso l'organo, bensì considerare comunque positivamente la ricerca di terapie alternative che rispettino le scelte morali delle persone.
Nel caso specifico ci potrebbero essere riserve, come dici tu, ma il mio discorso voleva essere più ampio e generale.






wolfstenio
00venerdì 14 novembre 2008 12:11
Re: Re: Re:
edinz, 14/11/2008 10.58:



Forse non s'è capito il senso del mio intervento e me ne scuso. Non volevo contraddire le tue affermazioni sull'assunzione di sangue attraverso l'organo, bensì considerare comunque positivamente la ricerca di terapie alternative che rispettino le scelte morali delle persone.
Nel caso specifico ci potrebbero essere riserve, come dici tu, ma il mio discorso voleva essere più ampio e generale.










Non ti preoccupere edinz so cosa intentevi dire.

Era solo per far capire che il paziente non un'emoglobina bassa,il chirurgo difficilmente l'avrebbe operapto. [SM=g1537336] [SM=g1543902]

rocket74
00venerdì 14 novembre 2008 12:45
Io credo che il problema sia diverso.

Il fatto che la scienza e la medicina vadano avanti e' un fatto positivo.

Se questa persona ha voluto fare l'operazione senza sangue ed e' andata bene ,buon per lui.

Il problema dei Tdg e' se l'operazione prendeva una brutta piega.

Se aveva veramente bisogno di sangue.

E' li che sbatte una legge religiosa contro la vita stessa.

E sono sicuro che se il caso fosse andato male,nessuno avrebbe saputo nulla....
wolfstenio
00venerdì 14 novembre 2008 13:52
Re:
rocket74, 14/11/2008 12.45:

Io credo che il problema sia diverso.

Il fatto che la scienza e la medicina vadano avanti e' un fatto positivo.

Se questa persona ha voluto fare l'operazione senza sangue ed e' andata bene ,buon per lui.

Il problema dei Tdg e' se l'operazione prendeva una brutta piega.

Se aveva veramente bisogno di sangue.

E' li che sbatte una legge religiosa contro la vita stessa.

E sono sicuro che se il caso fosse andato male,nessuno avrebbe saputo nulla....




Ma su questo sono pienamente daccordo con te.

E facile dire che l'intervento senza sangue è riuscito,quando il paziente aveva tutte le caratteristiche fisiche per poterlo fare.

Il vero problema nel pazienti testimoni di Geova, non è quindi la possibilità di effettuare un trapianto o comunque un intervento chirurgico senza uso di sangue (cosa non infrequente grazie al recupero ematico intraoperatorio), quanto la necessità di fornire la garanzia di non effettuare trasfusioni prima che venga eseguito l'intervento. Da ciò ne deriva che essenziale è l'attenta valutazione delle condizioni cliniche nel corso del tempo di attesa ed il rispetto dei parametri condivisi con la congregazione religiosa ed il credo dei pazienti.


Qui il chirurgo stesso dice che PRIMA dell'intervento una attenta valutazione delle condizioni cliniche del paziente.

Cioe':se il paziente avesse avuto problemi di couagulazione, ho di un emoglobina bassa, be sfiderei qualsiasi chirurgo a trapiantare senza sangue.

Puo' darsi che un pazzo lo avrabbe fatto,ma era tutto a suo rischio.

abbiamo altri cinque pazienti testimoni di Geova in lista di attesa e speriamo di poter soddisfare in tutti i casi le loro esigenze di salute e di fede religiosa».

Infatti dice che ci sono altri 5 pazienti tdgche ASPETTANO di essere operti senza sangue.

Se il chirurgo non a messo ancora mano a questi 5 pazienti, probabilmente i pazienti non anno le caratteristiche fisiche per subire un intervento senza sangue.

lovelove84
00venerdì 14 novembre 2008 16:44
io concordo con wolf!

questi "esperimenti" servono soprattuto per capire cosa c'e da fare quando si ha una persona grave e non si trova il sangue!e no per il capriccio che hanno i testimoni,certo meglio per loro ne rimarrano in vita di piu,ma se i valori non danno risultati soddisfacienti, cattolico , musulmano o testimone deve per forza riceve sangue esterno per riuscire a fare un intervento del genere e continuare a vivere!

[SM=x570865] [SM=x570865]
edinz
00venerdì 14 novembre 2008 16:55
Re:
lovelove84, 14/11/2008 16.44:

io concordo con wolf!

questi "esperimenti" servono soprattuto per capire cosa c'e da fare quando si ha una persona grave e non si trova il sangue!e no per il capriccio che hanno i testimoni,certo meglio per loro ne rimarrano in vita di piu,ma se i valori non danno risultati soddisfacienti, cattolico , musulmano o testimone deve per forza riceve sangue esterno per riuscire a fare un intervento del genere e continuare a vivere!

[SM=x570865] [SM=x570865]




Chiamarlo capriccio mi pare riduttivo... e anche un po' irrispettoso.

al.64
00venerdì 14 novembre 2008 16:56
questo intervento sara' l'argomento del giorno nelle sale. cosi' potranno giustificare la loro convinzione sulle trasfusioni. (che DIO ci aiuti!). [SM=g1543902]
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