Libertà "religiosa" e legge

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Achille Lorenzi
00mercoledì 2 gennaio 2008 08:27
In un articolo dal titolo "I Giudici hanno bisogno di sentire, di ascoltare la voce di Dio"
(link), l'editorialista e analista Laurence Cohen sostiene che la legge non dovrebbe interferire nelle "attività religiose", e cita alcuni esempi.

Interessante anche il modo in cui inizia il suo articolo, rivolgendosi ai lettori della sua rubrica:

«La maggior parte di voi sa che Dio ti parla attraverso questa rubrica, ma vi possono essere molti ignoranti ciarlatani che pretendono che Dio parli per mezzo di loro».

Nel caso avessimo bisogno quindi di parlare con Dio, dobbiamo imparare l'inglese e scrivere nella suddetta rubrica. [SM=g27829]

Cohen dice anche che sarebbe ancora meglio che Dio stesso "chattasse con i giudici", istruendoli in merito alle cause che devono dibattere. [SM=g27837]

Secondo questo analista il giudice non avrebbe dovuto condannare Vernon Smith, un seguace della religione Rastafariana che possedeva e vendeva marijuana (ne aveva circa 10 kg), dato che nella sua religione l'uso della marijuana fa parte del "culto".

Cohen cita anche i testimoni di Geova e il loro coinvolgimento dei bambini.
Il rifiuto delle trasfusioni viene generalmente accettato quando riguarda gli adulti, ma nel caso dei bambini la Corte Suprema del Massachusetts ha dichiarato che gli interessi del minore vengono prima dei diritti dei genitori.

Cita anche l'esempio delle piccole chiese fondamentaliste del Sud che lottano contro gli sforzi del governo che vuole vietare loro la movimentazione di serpenti velenosi durante i servizi religiosi.

In America succede anche questo...
E nel nome di tale "libertà religiosa" si intentano cause e processi...

Achille
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