Diritti sì, eppure entrando nel merito.....
Da questo illegittimo accostamento viene fuori una riflessione, almeno questo è quello che è successo a me.
L'art.32 del codice di deontologia medica, oltre che alcune sentenze che si rifanno all'art.2 della costituzione, sancisce il diritto del malato di rifiutare, in alcuni casi, una terapia od un intervento.
E' in base a questo principio che un TdG o la signora che tempo fa ha rifiutato di farsi amputare una gamba hannno il diritto di rifiutare una pratica medica anche se ciò volesse dire la morte.
Il caso di Eluna nasce proprio dall'interpretazione del concetto di terapia, infatti per alcuni l'alimentazione attraverso il sondino è una terapia (quindi rifutabile come la trasfusione) per altri no.
Ora sappiamo che i TdG in virtù del divieto biblico di mangiare sangue vietano la trasfusione per non "mantenere in vita attraverso il sangue", avvicinando due concetti, alimentazione e trasfusione, che invece per il mondo scientifico sono lontani mille miglia. La trasfusione piuttosto andrebbe paragonata ad un trapianto di organo ed ogni accostamento tra la maniera con cui ci si tiene in vita mangiando e la maniera con cui ci si mantiene in vita trasfondendo è del tutto errato.
Ciao,
Bruno