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Alcune osservazioni sulla "STRAGE DEGLI INNOCENTI" dei testimoni di Geova

Ultimo Aggiornamento: 31/01/2009 11:49
31/01/2009 11:49
 
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Mi riferisco ai casi di cui parlano spesso i giornali, riguardante quei bambini mancati alla vita, o di cui si accelerata la morte per espressa volontà dei genitori, testimoni di Geova, che, come tutti sanno, rifiutano le trasfusioni di sangue. Vorrei tanto chiedere a costoro con quale coscienza si arrogano un diritto che è solo di Dio, di decidere per la vita o la morte dei propri figli! Essi, infatti, strafanno su povere vittime che son quasi sempre i bambini, i quali, fra l’altro, un domani potrebbero anche non essere testimoni di Geova. Io mi auguro che i medici non ascoltino questa gente dal momento che in Italia abbiamo un codice civile il quale vuole che si intervenga di ufficio in caso di necessità urgente per la difesa del minore incapace (articoli 330, 333, 336).

Riguardo poi al comando divino di non bere il sangue, dico che nulla ha a che vedere con la trasfusione, la cui proibizione è soltanto puro frutto di fantasia. Dio proibisce sì nell’Antico Testamento l’assunzione di sangue come alimento, ma non al fine dietetico, bensì per rispetto assoluto alla vita, poiché “la vita della carne è nel sangue” (Lev. 17:11; Deut. 12:23), badate bene che il comando di Dio si riferisce solo e sempre al sangue animale, perché è inconcepibile mangiare carne umana, purché sia dissanguata. La volontà di Dio, a riguardo, è infatti esplicita in Lev. 19:16 “Non ti levare contro il sangue (vita) del tuo prossimo” e in Esodo 20:13 “Non uccidere”. Appare chiaro così come i testimoni di Geova, opponendosi alle trasfusioni, violano il 5° comandamento, peccato di suicidio se il rifiuto è diretto, di omicidio se indiretto.

Nel Nuovo Testamento poi, Gesù elimina l’antico precetto di non bere il sangue quando Egli dice che “ciò che entra nella bocca e va a finire nella fogna non contamina l’uomo, dichiarando puri tutti i cibi, ma ciò che esce: cattiverie, cupidigie ecc., lo contamina” (Cfr. Mc. 7:14-23). Con questo non è che Gesù contraddice la legge antica, ma elimina ciò che è esteriore a essa, per restaurare autentici valori morali. Ciò nonostante S. Paolo nel Concilio di Gerusalemme (Atti 15:28) ordina ai Gentili convertiti di astenersi dal sangue. Come mai? Per due motivi:

1) Perché una convivenza pacifica potesse regnare fra i neofiti e gli Ebrei troppo attaccati all’esteriorità (cfr. Mt. 15:1-9 ed At. 15:21).

2) Perché fra i Gentili c’era ancora il pericolo di cadere nell’idolatria, secondo la quale l’individuo, mangiando il sangue (animale), elevava gli occhi al cielo nutrendo l’illusione di mettersi in comunione con gli dei (cfr. Ez. 33:25; 1Cor. 10:20, 21) “Non potete bere al calice del Signore e al calice dei demoni”.

Dunque è chiaro il discorso biblico sul sangue, ma confuso e settario quello geovista che fa del precetto divino solo una ragione di dieta e non di morale. Tanto più che un tempo, prima che fosse introdotta quella legge perversa, erano gli stessi testimoni di Geova a scrivere così su Svegliatevi! del 29 settembre 1945, ed. Olandese: “Dio non ha mai emanato nessun decreto che proibisce l’uso di medicine, iniezioni e trasfusioni di sangue. E’ un’invenzione degli uomini che, come i Farisei, non prendevano in considerazione la misericordia e l’amore di Geova. Servire Geova con tutta la nostra mente non vuol dire mettere la nostra intelligenza in una scatola, specialmente quando c’è di mezzo la vita di una persona, perché essa è di grande valore e sacra agli occhi di Geova”.

Mi domando, come mai essi hanno poi deciso di inscatolare la loro intelligenza? E la vita umana non è più santa a Geova? Essi giustificano la morte per rifiuto di trasfusioni così: “dice il Vangelo ‘chi tiene conto della sua vita la prenderà e chi avrà perduto la sua vita per amor mio, la ritroverà’(Mt. 10:39)”

Rispondo che questo versetto non si riferisce per niente alle trasfusioni, ma al desiderio di Gesù che ciascuno di noi doni la propria vita a Dio facendo del bene al prossimo, il che richiede sacrifici fisici. Ma lungi da voi il pensare a un Dio assetato di vittime umane!

Ciao. Ilnonnosa.
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