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Appello alla chiesa cattolica!

Ultimo Aggiornamento: 29/07/2009 18:35
28/07/2009 20:29
 
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Polymetis, 28/07/2009 18.47:


Welby ed Englaro, hanno "scelto" di morire, ESATTAMENTE come i tdg suicidi che rifiutando una cura medica, in questo caso il sangue, "scelgono" di morire rifiutandolo!!!
La stessa cosa? Buttiamo via tutti i manuali di bioetica...

La vita è un bene così prezioso che prima di lasciarla andare devi essere sicuro che la persona voglia morire, e la volontà dev’essere attuale, perché prospettarsi teoricamente una cosa non è come viverla.




La volontà di morire di Welby era più che attuale e comunque la chiesa si é opposta!

Polymetis scrive: Quanto al caso Welby il discorso da fare è un altro, e va ricercato nel confine tra eutanasia ed accanimento terapeutico. Come è noto la Chiesa è contraria all’accanimento terapeutico, che si definisce come quella cura che impiega mezzi sproporzionati, che non accrescono la qualità della vita del paziente, e che dunque per far guadagnare poco tempo sacrificano il benessere del malato.


A proposito di Bioetica e caso Welby, qualcuno non la pensa come tu scrivi:
CASO WELBY: IL SIGNIFICATO DELL’ASSOLUZIONE DEFINITIVA DI RICCIO

“….Non luogo a procedere… il dr Riccio aveva il dovere di assecondare il malato”, la sentenza del gup di Roma, Zaira Secchi, del 23 Luglio 2007, non solo chiude definitivamente il caso Welby/ Riccio in sede giudiziaria, ma sgombra finalmente il campo da qualsiasi incertezza sul dovere che ha il medico di tutelare il diritto di autodeterminazione del paziente in ogni circostanza. Come la sentenza Massimo ha introdotto di fatto il consenso informato nella pratica clinica, così la sentenza Riccio ha il merito di rendere effettivo e completo il principio del consenso informato, riconoscendo inequivocabilmente il diritto del paziente di rifiutare qualsiasi cura anche salvavita. Ma ancora di più, in questa pronuncia il rispetto della volontà del paziente è parte integrante della buona pratica clinica e dell’ineccepibile comportamento professionale. Dobbiamo prendere atto che senza sentenze giudiziarie il cambiamento culturale che sta investendo il mondo della medicina e della scienza, più in generale, fa fatica ad affermarsi. Infatti il principio del consenso informato che troviamo nella Costituzione - anno 1947-, nella legge 833 del ’78, istitutiva del Sistema sanitario nazionale, e nel codice di deontologia medica fin dalla versione del 1978, per citare alcuni dei fondamenti normativi, di fatto, ancora adesso, in molte circostanze, perde il valore cogente rimanendo un principio astratto che, in concreto, rende il diritto di autodeterminazione del paziente un “diritto di carta”. La grande novità e l’importanza del caso Welby / Riccio stanno nel fatto che mentre le 4 sentenze del caso Massimo, che nel ’92 hanno segnato la fine del paternalismo medico1, hanno alimentato il dibattito tra gli addetti ai lavori, il confronto-scontro delle opinioni sul diritto di Welby di rifiutare le cure e il dovere del medico di rispettare tale richiesta, ha coinvolto il mondo civile. Forse, per la prima volta in Italia, si è aperto il confronto allargato a tutta la società su quale sia il compito della medicina: la difesa della vita in quanto tale? O la difesa della vita “buona”?
di Mariella Immacolato
(Commissione Regionale di Bioetica Toscana. Direttivo Consulta di Bioetica Milano. Direttore Unità operativa di medicina legale Asl 1 di Massa e Carrara).
fonte: www.paleopatologia.it/articoli/aticolo.php?recordID=27

Polymetis scrive:La risposta è che Welby non si è semplicemente suicidato, ma ha richiesto che qualcuno lo uccidesse, a differenza di quanto è avvenuto con questa TdG. Nel caso Welby ci sarebbe cioè stato il concorso esterno di una terza persona che l’avrebbe ucciso.


Come puoi leggere l'articolo della Dr.ssa Mariella Immacolato, il caso Welby, rientrava nell'accanimento terapeutico e il medico ha saputo coscienziosamente e coraggiosamente realizzare i principi del codice di deontologia medica rispettando la volontà del paziente!


Per tornare in tema, dato che la C.C. ce l'ha fatta a fettine (scusa l'espressione ma quando ce vo', ce vo...)quando si é trattato del caso Welby, il quale soffriva terribilmente (anche quella psicologica é sofferenza), potrebbe sprecare anche oggi due parole per condannare pubblicamente l'errata interpretazione bibblica della WTS riguardo il rifiuto della trasfusione di sangue!

ciao Sarah
[Modificato da Sara-61 28/07/2009 20:35]
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