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I cristiani e il servizio militare

Ultimo Aggiornamento: 20/05/2009 14:37
20/05/2009 07:37
 
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Ho trovato questo articolo interessante che fa un breve excursus storico sulla relazione fra i cristiani e il servizio militare nelle milizie dell'esercito romano.
E' interessante notare come l'abiura totale del militare non fosse un requisito peculiare della Grande Chiesa dei primi secoli, ma che fosse il risultato del frutto di pensieri personali di alcuni cristiani che sfociarono poi nell'eresia montanista, avvenuta in epoca tarda rispetto alla grande Chiesa.
A voi la lettura.

"Fu l'eresia montanista a teorizzare il rifiuto della militia per i cristiani, ma questa non fu mai la dottrina della Grande Chiesa; basti pensare a quanti martiri e santi dei primi secoli rientravano nelle file dell'esercito romano: San Maurizio, patrono degli Alpini e delle Guardie Svizzere, e i santi martiri della Legione Tebea, San Zenone e i legionari cristiani martirizzati alle Tre Fontane, Sant'Alessandro, San Martino di Tours, che poi lasciò le armi per condurre una vita monastica, e molti altri. Senza dimenticare che il primo convertito dal paganesimo al cristianesimo è proprio un centurione romano, Cornelio, secondo gli Atti degli Apostoli. I cristiani che non sentivano la militia incompatibile con la loro fede, non furono però mai disposti a cedere a compromessi quando si trattò di difendere la fede.

Riportiamo un interessante articolo di Marta Sordi, una delle massime studiose di storia romana.

Nei primi due secoli del Cristianesimo nessuna obiezione di principio fu opposta al servizio militare. L'esortazione del Battista ai soldati (Lc 3,14) era di accontentarsi dei loro stipendi senza cercare con la violenza e la calunnia guadagni abusivi. La lode rivolta da Cristo al centurione romano di Cafarnao (Lc 7,1-10) va innanzitutto alla sua fede, ma non c'e dubbio, per chi esamina il comportamento e le argomentazioni dello stesso centurione, che la sua fede è, in un certo senso, preparata e provocata dall'attitudine, acquisita nell'esercito, alla disciplina romana. Una lode esplicita di questa disciplina si trova nella Lettera ai Corinzi di Clemente Romano (cap. 37): «Pensiamo ai soldati che militano sotto i nostri capi, con quale disciplina, sottomissione e subordinazione ne eseguono i comandi. Non tutti sono proconsoli, né tribuni, né centurioni... ma ciascuno al proprio posto esegue i comandi dell'imperatore e dei superiori». E non dimentichiamo che il primo convertito dal paganesimo al cristianesimo è proprio un centurione romano, Cornelio, secondo gli Atti degli Apostoli. Tertulliano, ormai montanista, è il primo a prendere posizione contro il servizio militare dei Cristiani.

Tra i testi più citati da parte dei moderni per dimostrare l'antimilitarismo dei Cristiani fin dai primi secoli - e la continuità nel Cristianesimo delle origini dell'obiezione di coscienza al servizio militare - ne ricordiamo tre: il De corona militis di Tertulliano, scritto nei primi decenni del III secolo per celebrare il rifiuto di un soldato cristiano di cingersi della corona in occasione di una liberalitas imperiale; la Tradizione Apostolica di Ippolito, dello stesso periodo; e gli Atti di Massimiliano, primo e unico sicuro "obiettore di coscienza" dell'antichità cristiana, del 295 d.C.

Non c'è dubbio che in questi testi il rifiuto e la condanna della militia sono chiari e inequivocabili: il soldato del De Corona non aveva in realtà rifiutato la militia, ma solo la corona, da lui ritenuta segno di idolatria. Ma Tertulliano prende spunto dall'episodio per domandarsi (11,1) an in totum Christianis militia conveniat («se ai cristiani si addica in generale il servizio militare») e per rispondere, con una serie di incalzanti argomentazioni che ipsum de castris lucis in castra tenebrarum nomen deferre transgressionis est («scrivere il proprio nome passando dall'accampamento della luce a quello delle tenebre è già una trasgressione») (11,4). Per Tertuilliano un cristiano non può diventare soldato senza commettere peccato; diverso per lui è il caso di chi, essendo già soldato, si converte al Cristianesimo. La stessa posizione si trova nel capitolo 16 della Tradizione di Ippolito: il catecumeno o il fedele che vogliono diventare soldati devono essere espulsi, perché hanno disprezzato Dio; quelli che sono già soldati non devono uccidere nessuno, neppure se ne ricevono l'ordine, e non devono giurare. Una tarda rielaborazione della Tradizione Apostolica di Ippolito sono i cosiddetti Canoni di Ippolito, databili a quanto sembra al IV sec. (cfr. in particolare Can. 71,72,74,75). Negli Atti (o Passio) di Massimiliano, infine, il giovane, figlio di un veterano, e per questo costretto ad arruolarsi, rifiuta il servizio militare affermando che a lui non è lecito militare perché e cristiano. Dopo aver confermato più volte il suo rifiuto davanti alle insistenze del proconsole Dione, viene da lui condannato a monte "quia indevoto animo militia recusasti" («poiché, con animo irrispettoso, hai rifiutato il servizio militare»). La radicalità della posizione di Tertulliano e di Ippolito e della testimonianza personale di Massimiliano non sembra pero condivisa dagli altri cristiani: sia nel De Corona, sia nella Passio di Massimiliano risulta chiaramente che nel momento in cui si verificano i due episodi, in un arco temporale di circa ottant'anni, i cristiani che militavano nell'esercito romano erano molti. Nel De Corona (1,4), commentando il gesto del soldato, Tertulliano dice: "solus scilicet fortis, inter tot fratres commilitones, solus Christianus" («di certo l'unico forte, tra tanti fratelli commilitoni, l'unico cristiano»). E a Massimiliano, che dichiara di non poter saeculo militare («prestar servizio militare nel mondo pagano») perché cristiano, Dione risponde tranquillamente: In sacro comitatu dominorum nostrorum Diocletiani et Maximiani, Costantii et Maximi, miltes Cristiani sunt et militant (Passio, 2) («Nella sacra corte dei nostri signori Diocleziano e Massimiano, Costanzo e Massimo ci sono soldati cristiani e prestano servizio»).

In effetti la vicenda di Massimiliano è di poco anteriore alla cosiddetta epurazione militare con cui Diocleziano, ispirato da Galerio, costrinse i soldati cristiani a sacrificare agli dei o ad abbandonare l'esercito, con una decisione che dopo quarant'anni di tolleranza apriva di nuovo la strada alla persecuzione anticristiana e ne era la prima avvisaglia. Lattanzio (De mortibus pers. 10) ed Eusebio (H. E. VIII, 4, 3) riferiscono che furono molti allora i cristiani che resero testimonianza alla loro fede, abbandonando l'esercito con la rinuncia all'honesta missio e ai privilegi che ne derivavano. L'epurazione militare rivela dunque chiaramente che erano molti i cristiani che, a differenza di Massimiliano, non sentivano la militia incompatibile con la loro fede e che, nello stesso tempo, non erano disposti a compromessi con la fede quando la richiesta del sacrificio agli dei li poneva di fronte a una scelta decisiva. In linea con questi soldati è il caso di Marino, ben attestato storicamente, non viziato da elementi leggendari e databile fra il 253 e il 257 (Eus. H.E. VII, 15). Ma c'è di più: la posizione radicale di Tertulliano e di Ippolito (il caso di Massimiliano è diverso, perché egli non pretende di assolutizzare la propria scelta) non è certamente quella della Grande Chiesa: di Ippolito è nota la posizione rigorista che lo indusse alla polemica contro Papa Callisto e lo portò ad alimentare in Roma uno scisma contro di lui; in quanto al De Corona di Tertulliano, si sa che esso esprime, come altri scritti polemici verso la Chiesa dello stesso periodo (ad esempio il De Idolatria), la scelta montanista dello scrittore africano. Quindi nel De Corona Tertulliano esprime la posizione sua e del suo gruppo, non la convinzione dei cristiani del suo tempo e della Chiesa, con la quale anzi polemizza apertamente. Nel passo già citato, dopo aver detto che rifiutando la corona il soldato si era mostrato come il solo cristiano fra tanti fratres commilitones (che avevano accettato la corona senza protestare), Tertulliano aggiunge "Plane superest, ut etiam martyria recusare meditentur, qui prophetias eiusdem spiritus sancti respuerunt" (ib. 1,4) («Resta di certo che si preparino a rifiutare anche il martirio, coloro che hanno rigettato le profezie dello stesso Spirito Santo»). L'accenno alle profezie permette di inquadrare l'episodio nell'atmosfera di tensione alimentata dal Montanismo e avversata dalla Grande Chiesa. Peraltro, il soldato rifiuta la corona ritenendola simbolo idolatrico, ma non rifiuta la militia. Il rifiuto del servizio militare, a cui il Montanismo spingeva, non era affatto una delle condizioni che la Grande Chiesa imponeva ai suoi fedeli. La prova migliore ce la fornisce Tertulliano stesso, che alcuni anni prima, tra la fine del II e gli inizi del III secolo, non ancora montanista, proclama nel suo Apologetico con orgoglio davanti ai pagani che i Cristiani riempiono ormai urbes, insulas, castella, municipia, conciliabula, castra ipsa, tribus, decurias, palatium, senatum, forum. Sola vobis reliquimus templa (Apol. 37,4) («città, quartieri, villaggi, municipi, luoghi di ritrovo, gli stessi accampamenti militari, le tribù, le decunie, il palazzo, il senato, il foro. Soli vi abbiamo lasciato i templi»). La menzione dei castra, gli accampamenti militari nel quali i cristiani sono presenti, mentre disertano i templa, conferma l'assenza di pregiudizi antimilitaristi nel cristianesimo precostantiniano.

Bibliografia

Marta Sordi, Il Cristianesimo e Roma, CappeIli 1965, pp. 481-483.

Marta Sordi, I Cristiani e l'impero romano, Jaca Book 2004, p. 112; p. 149 e sgg; p. 162 e sgg.

Marta Sordi e Ilaria Ramelli, In Parola spirito e vita (Quaderni di Lettura biblica 41, 2000, Il montanismo, pp. 201 e seguenti).
Fonte: Il Timone n. 39 - Gennaio 2005 - Mirror lo Zuavo Pontificio"

Tratto da: http://www.zammerumaskil.com/rassegna-stampa-cattolica/formazione-e-catechesi/i-cristiani-e-il-servizio-militare.html

[Modificato da Bicchiere mezzo pieno 20/05/2009 07:58]
La verità non è qualcosa di statico ma è basata su una conoscenza progressiva, in grado di mettere in discussione anche i precedenti concetti raggiunti usando il modello del metodo scientifico
20/05/2009 08:17
 
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Quindi, bicchiere mezzo pieno di acqua santa della Grande Chiesa, fammi edotto: Un soldato dell'esercito tedesco della seconda guerra mondiale, cattolicissimo ed ex chirichetto che abbia ricevuto un ordine, un ora prima, da un caporale  (sempre dell'esercito tedesco ma protestante) di fucilare un prigioniero, sempre di nazionalita' tedesca, testimone di Geova, che ha rifiutato l'arruolamento per non essere costretto a uccidere un altro uomo, sconosciuto, di un altra nazione, fosse stato anch' egli testimone di Geova  o no, si troverebbe nel favore di Dio, come anche il suo caporale e il testimone di Geova fucilato......all'inferno?! Preferisco il Dio che fa crescere il cuore e lo spinge anche controcorrente, non quello di cui parlano quelli che leggittimatisi con ragionamenti e scritti umani autoreferenzianti nascondono la coscienza sotto la sabbia di una spiaggia demaniale.  Ne-No war!
20/05/2009 08:52
 
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Non solo montanisti...

I primi cristiani rifiutarono di bruciare incenso agli idoli e agli imperatori romani che pretendevano di essere chiamati dominus et deus (signore e dio).

La disciplina ecclesiastica fino al terzo secolo proibì ai battezzati di farsi soldati (divieto di militare et bellare) e permise ai militari convertiti di rimanere nell'esercito a patto di non uccidere nessuno e di non commettere atti di idolatria (divieto di bellare). [Vedasi: Ippolito, Tradizione Apostolica, cap. XVI; Origene, Contra Celsum, cap. V; Tertulliano, De Corona, cap. XI; Cipriano, Ad Donatum, cap. VI].

L'obiezione di coscienza, testimoniata dal martirio di alcuni Santi della Chiesa come Massimiliano (giustiziato nel 295 d.C. per aver rifiutato di prestare servizio militare nelle armate dell'impero romano), si sviluppò come risposta non violenta (Matteo 26,52 e 2 Corinzi 10,3) al potere imperiale, gravemente idolatra e profondamente sanguinario e guerrafondaio.



Nel 313 con l'Editto di Milano promulgato dall'imperatore Costantino i cristiani divennero però uomini fidati e degni di svolgere il servizio militare. Furono esclusi invece dalle armi gli ebrei, gli eretici e i pagani. Nel 416 l'imperatore Teodosio riservò ai soli cristiani il diritto al servizio militare, sperando così di mitigare la durezza della guerra. Egli classificò invece come delinquenti politici gli eretici, gli scismatici e coloro che rifiutano il servizio militare.

L'adesione alla "Pax di Costantino" determinò certamente gravi problemi, soprattutto perché iniziò allora una millenaria collusione tra l'autorità religiosa e l'autorità civile e larga parte della cristianità accettò, senza troppe riflessioni, di essere sempre più integrata dal potere costituito. Non possiamo, comunque, spiegare la crescente politicizzazione della chiesa solo con il desiderio di scendere a compromessi con l'autorità e con la sete di potere di alcuni cristiani. La cristianità del IV secolo, devastata dalle persecuzioni romane, ma esaltata dalla miracolosa fine del potere idolatrico e del culto imperiale, commise probabilmente alcuni gravi errori di valutazione:


1) la chiesa militante non si sentì più l’immagine terrena del venturo Regno di Dio ma si persuase di essere il Regno stesso;

2) la chiesa terrena non si considerò più il Corpo della Sposa di Cristo, in trepida attesa del ritorno dello Sposo, ma si convinse di essere già parte integrante del Corpo di Cristo, come se, sulla terra, le nozze messianiche fossero già state celebrate …..in tutta pienezza;

3) l’imperatore cattolico non si considerò più “dominus et divus” (cioè Signore e Dio) ma si sentì capo del nuovo impero romano-cristiano, braccio secolare della chiesa ed immagine della maestà divina.

4) i non cattolici (pagani, ebrei, eretici e scismatici) cessarono di essere pecore smarrite da ricondurre all'ovile ma diventarono elementi deviati ed intollerabili, da isolare e da perseguitare, in quanto potenzialmente nocivi per la stabilità del nuovo ordine sociale .



L'avanzata dell'Islam e la minaccia portata dagli arabi ai luoghi santi e alla cristianità orientale portarono il pensiero teologico (Tommaso, Summa Teologica, La carità: questione 40) ad ammettere i concetti di guerra giusta (cioè condotta con retta intenzione) e di guerra santa (cioè condotta per riprendere i luoghi santi o per diffondere la fede).

Di fatto la cristianità si armò, almeno nelle intenzioni iniziali, per fini giusti, nobili e santi, tentando di contrastare le armate di alcuni infedeli che, non solo sbarravano il passo alla Terrasanta, ma che avevano elaborato: 1) un programma espansionista di islamizzazione del mondo, giungendo fino ai Pirenei nel VII secolo e fino alle porte di Vienna nel XVI secolo; 2) una politica sistematica di piraterie, saccheggi, ruberie e sequestri di persona sulle coste mediterranee.....

Le ripetute sconfitte della cristianità nei confronti dell’Islam e degli eretici furono, comunque, probabilmente causate dalla totale mancanza di rette intenzioni da parte di molti condottieri e dalle gravi crudeltà perpetrate contro i nemici della fede (si pensi allo sterminio dei prigionieri musulmani dopo la conquista di Gerusalemme nella I Crociata, al sacco di Costantinopoli durante la IV Crociata, allo sterminio degli Albigesi nel sud della Francia e alle barbarie compiute durante le guerre di religione tra cattolici e protestanti).



La riscoperta della non violenza avvenne dapprima grazie alle posizioni radicali assunte da alcune congregazioni cristiane non cattoliche (quaccheri, mennonniti e testimoni di Geova) e, nel XX° secolo, ad opera di grandi pensatori come Tolstoj, Gandhi, Martin Luther King e Lanza del Vasto.

In campo cattolico degni di nota sono gli interventi di Benedetto XV contro la guerra (Enciclica Ad Beatissimi Apostoli del 1 novembre 1914), di Pio XI contro il nazismo (Enciclica Mit Brennender Sorge del 14 marzo 1937) di Pio XII contro l'invasione nazista della Polonia (Enciclica Summi Pontificatus del 20 ottobre 1939) e contro la guerra (discorso del 30 settembre 1954 e radiomessaggio del 24 dicembre 1954), di Giovanni XXIII (Enciclica Pacem in Terris dell'11 aprile 1963), di Paolo VI (Discorso all'ONU del 4 ottobre 1965) e di Giovanni Paolo II (Discorsi di Coventry del 30 maggio 1982 e di Buenos Aires dell'11 giugno 1982).



I valori della non violenza trovarono poi pieno accoglimento nel Concilio Ecumenico Vaticano II. Nella Gaudium e Spes venne ribadito il dovere di mitigare l'inumanità della guerra (79), fu riconosciuta la legittima difesa (79), fu accolto il diritto all'obiezione di coscienza (79), venne condannata la guerra totale (80), fu criticata la corsa agli armamenti (81) e venne auspicata la creazione di un governo mondiale legittimato ad usare la forza (82).



Oggi, per giustificare il ricorso alle armi nelle controversie tra le nazioni, dovrebbero essere rispettati alcuni importanti requisiti, come:

1) la legittima difesa;

2) la totale impossibilità di seguire strategie diplomatiche e vie pacifiche;

3) l’impiego di misure difensive proporzionate all'offesa;

4) un onesto e leale svolgimento delle azioni militari;

5) il rifiuto di crudeltà, stragi, ed azioni immorali verso i nemici;

6) un potere legittimo che autorizzi un uso minimo, ragionevole e graduato della forza;

7) il non coinvolgimento delle popolazioni civili;

8) la reale possibilità di discernere la moralità delle azioni da parte dei militari;

9) la reale possibilità di disobbedire a strategie criminali, sanguinarie ed immorali.







[Modificato da domingo7 20/05/2009 08:56]
20/05/2009 08:53
 
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AUTOREVOLI TESTIMONIANZE ANTICHE......non sempre montaniste...



Il soldato subordinato non deve uccidere nessuno. Se riceve un ordine del genere non deve eseguirlo e non deve prestare giuramento. Se non accetta tali condizioni, sia respinto…Il catecumeno o il fedele che vogliono arruolarsi per fare il soldato vengano respinti perché hanno disprezzato Dio [Ippolito, Tradizione Apostolica, XVI]



Innanzi tutto lo stesso arruolarsi nelle armate delle tenebre, abbandonando le schiere della luce è un tradimento colpevole. Ovviamente diversa è la situazione di chi era già vincolato all’esercito, quando si accostò alla fede; è appunto questo il caso di quei soldati che Giovanni ammetteva al battesimo (Luca 3,14) e di quei centurioni davvero credenti di cui uno fu lodato da Cristo (Matteo 8,10) e l’altro fu istruito nella fede da Pietro (Atti 10,28-36). Ma una condizione resta ferma: dopo aver accolto la fede e dopo averla sigillata con il battesimo o ci s’impegna a lasciare immediatamente la vita militare, come hanno fatto molti, oppure ci si dovrà districare in tutti i modi per non commettere gesti che vadano contro Dio e che non sono permessi neppure a chi non è soldato, oppure come ultima soluzione si dovrà arrivare fino all’impegno di patire per Dio quanto il dovere di fedeltà esige normalmente anche da chi non fa il soldato [Tertulliano, La Corona, XI]



Guarda le strade che i briganti ostruiscono, i mari invasi dai pirati, guerre sparse ovunque con eserciti contrapposti che si massacrano orribilmente; il mondo trasuda sangue delle avverse schiere; se sono i singoli ad ammazzare qualcuno, allora è un crimine, ma se si fa per ordine dello Stato, allora si parla di eroismo [Cipriano, A Donato, VI]



Noi non prendiamo più la spada contro nessun altro popolo e non impariamo più a fare la guerra; Gesù ci ha fatti diventare figli della pace; è Lui il fondatore delle nostre leggi [Origene, Contro Celso, V]….Celso vorrebbe che noi assumessimo cariche nell’esercito, per difendere la patria. Sappia che la patria noi la difendiamo non per essere visti dagli uomini o per averne una piccola gloria. Di nascosto, nell’intimo delle nostre anime, noi innalziamo preghiere a Dio per i nostri concittadini. I cristiani giovano alla patria più degli altri uomini perché essi istruiscono i loro compatrioti e li ammaestrano nella pietà verso il Dio di tutti i viventi [Origene, Contro Celso, VIII]

20/05/2009 08:56
 
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Indipendentemente dalle opinioni che ciascuno di noi può avere sull'argomento, credo che il succo del discorso sia che è una bubbola (che ha avuto conseguenze penose, per non dir peggio)quella della WTS sul servizio militare, che cioè tutta la cristianità l'ha sempre vietato.
Gabriella
20/05/2009 09:05
 
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Gabriella, quando mai la WTS, ha detto che la cristianita' tutta ha sempre vietato il servizio militare? 
20/05/2009 09:08
 
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Gabriella, chi ha detto che la "bubbola" attribuita da te alla WTS (che a me non e' per niente simpatica) sia il succo di questo discorso?
20/05/2009 09:18
 
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Domingo 7, ti ho gia' fatto capire quanto ti stimo, in un altro topic, per il modo assolutamente ininfluenzabile che hai di condurre argomentazioni obiettive ed equilibrate. Sei un pensante magnifico e libero, usi tutta la tua mente ma ascolti tutto il tuo cuore. Impari chi fa battaglie partigiane adducendo prove monche (stile WTS) ignorando il motto del sito info e del forum: "non possiamo fare niente contro la verita'...." Di nuovo, con osservanza, Domingo 7, tuo allievo umile, nevio63 
20/05/2009 09:20
 
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Re:
nevio63, 20/05/2009 8.17:

Quindi, bicchiere mezzo pieno di acqua santa della Grande Chiesa, fammi edotto: Un soldato dell'esercito tedesco della seconda guerra mondiale, cattolicissimo ed ex chirichetto che abbia ricevuto un ordine, un ora prima, da un caporale  (sempre dell'esercito tedesco ma protestante) di fucilare un prigioniero, sempre di nazionalita' tedesca, testimone di Geova, che ha rifiutato l'arruolamento per non essere costretto a uccidere un altro uomo, sconosciuto, di un altra nazione, fosse stato anch' egli testimone di Geova  o no, si troverebbe nel favore di Dio, come anche il suo caporale e il testimone di Geova fucilato......all'inferno?! Preferisco il Dio che fa crescere il cuore e lo spinge anche controcorrente, non quello di cui parlano quelli che leggittimatisi con ragionamenti e scritti umani autoreferenzianti nascondono la coscienza sotto la sabbia di una spiaggia demaniale.  Ne-No war!



Per prima cosa, la Grande Chiesa di cui qui si sta parlando è quella dalla quale è nato il Nuovo Testamento che traccia i comandamenti e le linee guida di tutti i cristiani esistenti oggi, cattolici, ortodossi, evangelici, pentecostali e quant’altro. Questa Grande Chiesa è la Chiesa perseguitata dai Romani che doveva fare le proprie ‘adunanze’ di nascosto per non essere messi alla gogna dai pagani che pullulavano allora nell’antica Roma.
Erano cristiani che morivano per la loro fede nelle fosse dei leoni e che di fronte a compromessi con l’adorazione di falsi dèi davano la loro vita pur di non commettere idolatria. Per Grande Chiesa io sto parlando del periodo antecedente all’ufficializzazione della religione cristiana come religione di maggioranza dell’Impero Romano. Quindi non ha niente a che vedere con tutto quello che pensi tu.
Mi spiace ma ti sei sbagliato di grosso.
In secondo luogo non mi puoi porre un caso limite come la norma da seguire, come a fare intendere che qualunque cosa ti venga ordinata dal tuo superiore militare allora tu la devi per forza eseguire. E’ naturale che nell’ipotesi da te ventilata in cui viene ordinato di uccidere una persona solo perché non vuole prestare servizio nell’esercito un cristiano non eseguirebbe mai un ordine del genere.
Io però stato parlando di servizio militare, che non è il solo andare in guerra a uccidere ma si compone anche di altre funzioni utili per l’esistenza stessa di uno Stato. L’arma dei carabinieri ad esempio consente la tutela dei cittadini onesti in Italia dai criminali. Penso faccia piacere sapere che un ladro o un assassino quando vengono arrestati vengano messi in galera lontani dalla società civile mettendo al riparo gli onesti cittadini dalle loro criminose azioni.
Penso che faccia piacere quando la guardia di finanza fa una multa colossale a delle grandi società che evadono il fisco recuperando tutti i soldi rubati allo Stato, ossia alla nostra comunità di cittadini.
Poi si può criticare la cattiva gestione di queste cose ma non l’esistenza stessa di queste cose in quanto un ordine sociale e una tutela di detto ordine, per il benessere comune di tutti, dev’essere comunque fatto.

Vogliamo abolire carabinieri e poliziotti? Vogliamo abolire le guardie gialle? Allora aboliamo anche lo Stato e non se ne parla più. Non credo che il servizio militare in toto debba essere visto come una cosa errata ma piuttosto l’uso che se ne fa. Che poi ci possano essere delle strumentalizzazioni questo non lo discute nessuno. In casi come questo la coscienza cristiana dovrebbe spingerci ad agire con criterio secondo quelli che sono i principi del Vangelo. Va da sé che dev’essere rispettata la coscienza di tutte le persone e perciò un crimine tipo quello che tu stesso hai preventivato nella tua domanda, ovviamente dev’essere evitato come la peste perché puro e semplice assassinio.
Ma bisogna sempre distinguere caso e caso e non tagliare la testa al toro ciecamente. E’ il buon senso che deve far ragionare le persone. Ad esempio è assurdo disassociare o non far battezzare una persona che semplicemente svolge il suo servizio nelle fiamme gialle solo perché tale servizio fa parte della milizia dello Stato. In quel momento il finanziere non sta uccidendo nessuno ma sta garantendo un servizio di pubblica utilità del paese. Ecco perché non bisogna porre dei vincoli legalistici su cosa è giusto fare e cosa non lo è, altrimenti saremmo farisaici, ma bisogna agire secondo quelli che sono i principi cristiani, sempre con ragionevolezza e assennatezza.




La verità non è qualcosa di statico ma è basata su una conoscenza progressiva, in grado di mettere in discussione anche i precedenti concetti raggiunti usando il modello del metodo scientifico
20/05/2009 09:34
 
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LA GUERRA NEL VECCHIO TESTAMENTO

Capisco lo sdegno per le guerre combattute tra i cristiani ma mi sorprende la drastica condanna di tutte le guerre combattute dai cristiani contro i barbari, gli arabi ed i turchi ottomani.... Oltre ad un naturale diritto alla legittima difesa dei cristiani, mi pare che si ignorino volutamente le guerre, i genocidi e le stragi compiute dal popolo di Israele.....

Tale popolo obbedì sicuramente a Dio quando sterminò le popolazioni idolatre e perverse della terra promessa, si difese legittimamente dai filistei per un lungo periodo di tempo e tentò di respingere il predominio assiro-babilonese.

Ma fece anche uso della violenza e delle armi per perpetrare massacri e crimini non voluti da Dio e qui penso alla “soluzione finale” adottata verso la tribù di Beniamino al tempo dei Giudici (Giudici 20), ai massacri dei filistei portati avanti dal re Davide che non si limitava a sconfiggerli ma si gloriava di ammazzarne 10.000 per volta (1 Samuele 18,6) ed alle crociate di Jehu contro le case di Giuda e d’Israele (2 Re 9-10).

Che la violenza di certe iniziative non venisse sempre apprezzata da Dio emerge dai rimpianti dei figli di Israele (Giudici 21), dal fatto che, tramite Natan (2 Samuele 7), Dio rifiutò a Davide la possibilità di costruirgli una casa e, tramite Osea, l’Eterno annunciò ad Israele di non aver affatto gradito le crociate di Jehu (Osea 1,3)…..

Ora mi domando: perché ad Israele fu concessa tanta violenza, mentre i cristiani vengono continuamente condannati (soprattutto da altri cristiani come i testimoni di Geova) per l’uso delle armi, anche quando le usarono per difendersi da coloro che ne avevano fatte più di Bertoldo e che cristiani non erano?....

[Modificato da domingo7 20/05/2009 09:37]
20/05/2009 09:35
 
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LA GUERRA NEL NUOVO TESTAMENTO


Sicuramente Cristo fu un pacifico e predicò l'amore, la concordia e la non violenza. Sul divieto categorico di militare negli eserciti non sarei però così sicuro:

1) Giovanni Battista ai soldati che lo interrogavano non disse di obiettare ma «Non maltrattate e non estorcete niente a nessuno, contentatevi delle vostre paghe» (Luca 3,14)

2) Gesù al centurione che chiedeva la guarigione del servo non disse di obiettare ma "Và, e sia fatto secondo la tua fede" (Matteo 8,13)

3) I discepoli al centurione ai piedi di Gesù morente non consigliarono di obiettare ma accolsero con ammirazione la dichiarazione di fede "Davvero costui era Figlio di Dio" (Matteo 27,54)

4)In una parabola sulla guerra, ad un re con meno soldati dell'invasore non venne consigliato di obiettare ma di inviare ambasciate di pace (Luca 14,31-32)

5) Pietro fu inviato ad un centurione romano, pio e timorato di Dio, che ricevette lo Spirito Santo ed il battesimo, senza aver prima obiettato ed abbandonato l'esercito....(Atti 10).


Con ciò non ti voglio dire che la chiesa primitiva non appoggiasse l'obiezione di coscienza ma, secondo il mio modesto parere, la scelta maturò anche perché il potere romano era persecutore dei cristiani, brutale, violento e soprattutto idolatra

Siamo sicuri che l'obiezione di coscienza sarebbe stata accolta dalle primitive comunità cristiane se i cristiani avessero continuato a vivere in un Israele redento e convertito???

Anche la scelta di non partecipare alla difesa di Gerusalemme nel 70 d.C. non maturò dalla convinzione che sul Vecchio Israele si stava abbattendo il giusto giudizio di Dio per il rifiuto del suo Messia, piuttosto che da profonde convinzioni pacifiche e non violente?

20/05/2009 09:36
 
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Caro Domingo,

guarda che le testimonianze da te messe fanno parte del novero delle citazioni che sono nel mio stesso scritto riportante l’analisi della studiosa di cristianesimo antico Marha Sordi.
Perciò queste citazioni….

"I primi cristiani rifiutarono di bruciare incenso agli idoli e agli imperatori romani che pretendevano di essere chiamati dominus et deus (signore e dio).

La disciplina ecclesiastica fino al terzo secolo proibì ai battezzati di farsi soldati (divieto di militare et bellare) e permise ai militari convertiti di rimanere nell'esercito a patto di non uccidere nessuno e di non commettere atti di idolatria (divieto di bellare). [Vedasi: Ippolito, Tradizione Apostolica, cap. XVI; Origene, Contra Celsum, cap. V; Tertulliano, De Corona, cap. XI; Cipriano, Ad Donatum, cap. VI].

L'obiezione di coscienza, testimoniata dal martirio di alcuni Santi della Chiesa come Massimiliano (giustiziato nel 295 d.C. per aver rifiutato di prestare servizio militare nelle armate dell'impero romano), si sviluppò come risposta non violenta (Matteo 26,52 e 2 Corinzi 10,3) al potere imperiale, gravemente idolatra e profondamente sanguinario e guerrafondaio."


… ricalcano esattamente il fatto, come descritto bene nell’articolo, che l’avversione verso il militare era dovuta alla sua stretta connessione con la falsa adorazione a cui, per epurare i cristiani dal servizio militare, i signori della Roma Imperiale attuarono sapendo che avrebbero fatto uscire i cristiani dalle milizie.
Era l’idolatria perciò il punto crociale che portava i cristiani a non svolgere più nessun incarico nelle milizie e non il servizio militare in sé.

Riguardo alla strumentalizzazione politica del servizio militare come scusa per raggiungere obiettivi egoisti e personali, sono d’accordo che non dovrebbe essere fatto e se qualcuno in coscienza nota questo allora farà bene a tenersene completamente lontano. Ma non per questo bisogna farisaicamente tagliare la testa al toro. E’ come se noi eliminassimo dagli scenari del pianeta i coltelli perché alcuni li hanno usati per assassinare le persone. Perciò d’ora in avanti mangeremo solo con le mani!
In realtà non è il coltello ad essere il problema ma l’uso improprio del quale si fa. Intanto grazie al discorso dell’epurazione delle milizie avvenuta in epoca di Massimiliano abbiamo la testimonianza che i cristiani nelle milizie servivano (evidentemente in maniera onesta e secondo una coscienza giusta e retta) e che poi in seguito su trovato un escamotage per escluderli.

Ciò ovviamente non ha che fare con la resa ufficiale della religione cristiana come religione dell’Impero ma qui si sta parlando del periodo precedente a tale avvenimento. E in tali primi secoli c’erano cristiani che servivano all’interno delle milizie. Oggi ci sono cristiani che servono all’interno delle fiamme gialle e nell’arma dei carabinieri per tutelare l’ordine e la società. E non è nostro diritto dire che non sono cristiani perché svolgono tale servizio utile.

[Modificato da Bicchiere mezzo pieno 20/05/2009 09:42]
La verità non è qualcosa di statico ma è basata su una conoscenza progressiva, in grado di mettere in discussione anche i precedenti concetti raggiunti usando il modello del metodo scientifico
20/05/2009 09:43
 
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Carissimo Bicchiere Mezzo Pieno

tu dici


Era l’idolatria perciò il punto crociale che portava i cristiani a non svolgere più nessun incarico nelle milizie e non il servizio militare in sé.

se leggi gli ultimi due miei interventi, vedrai che sono d'accordo con te.....e che non ti sto contraddicendo....

la critica dei tdG è totalmente sballata quando rimprovera la cristianità di aver impugnato le armi contro gli eretici briganti, i barbari, gli arabi, i pirati saraceni ed i turchi ottomani....(Israele ne faceva di peggio)...il problema semmai sono gli eccessi e le brutalità perpetrati all'ombra della croce da coloro che dicevano di voler difendere la fede e invece difendevano solo la propria avidità e la propria follia.....

qualche ragione però non si può negare ai nostri amici tdG, quando guerre, stermini e brutalità hanno riguardato soprattutto popolazioni cristiane....con tanto di benedizione di alcuni (non di tutti) capi religiosi....

Il paragone con i poveri carabinieri o con la guardia di finanza o con i soldatini che svolgono missioni di pace ...è invece sicuramente fuori luogo....




enrico

[Modificato da domingo7 20/05/2009 09:48]
20/05/2009 09:54
 
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Bicchiere, sei bravo a spostare l'essenza del discorso, che questa mattina, sfortunata per te, hai avuto la goffa idea di mettere sul tavolo del forum, corredato di "prove" parziali, artate e monche. Hai operato un maldestro tentativo di giustificare una barbarie che dovrebbe scomparire com'e' stato per la schiavitu' pur tollerata e perdurata nella cristianita', sino a ieri l'altro. Ti e' andata malissimo e prima di attaccare con la solita pippa per cui "la Grande Chiesa madre di tutte...... " cercando di richiamare i cattolici (molti grandissimi e liberi come Domingo)
all'armi per la comune causa,  desidererei che prendessi atto del fatto che come qualcuno disse: Si puo' imbrogliare qualcuno per tanto tempo. Si puo' imbrogliare tutti per un po' di tempo ma non si puo' imbrogliare tutti per sempre. nevio63
20/05/2009 10:12
 
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Re:
nevio63, 20/05/2009 9.54:

Bicchiere, sei bravo a spostare l'essenza del discorso, che questa mattina, sfortunata per te, hai avuto la goffa idea di mettere sul tavolo del forum, corredato di "prove" parziali, artate e monche. Hai operato un maldestro tentativo di giustificare una barbarie che dovrebbe scomparire com'e' stato per la schiavitu' pur tollerata e perdurata nella cristianita', sino a ieri l'altro. Ti e' andata malissimo e prima di attaccare con la solita pippa per cui "la Grande Chiesa madre di tutte...... " cercando di richiamare i cattolici (molti grandissimi e liberi come Domingo)
all'armi per la comune causa,  desidererei che prendessi atto del fatto che come qualcuno disse: Si puo' imbrogliare qualcuno per tanto tempo. Si puo' imbrogliare tutti per un po' di tempo ma non si puo' imbrogliare tutti per sempre. nevio63



No mio caro! L'essenza del discorso l'hai spostata tu andando a parare con argomenti che non c'entravano nulla con la Chiesa dei primi secoli. E' evidente che sei aprtito prevenuto con il discorso spostandola su cose che non hanno assolutamente attinenza con il tema trattato. Io stavo parlando di servizio militare, servizio militare in cui prestano servizio non solo l'odiata cristianità, di cui io non stavo assolutamente parlando ma di quel servizio militare in cui prestano servizio sia cattolici, sia evangelici, sia pentecostali e quant'altro.

Sei tu che evidentemente hai pensato subito alla cristianità, alle crociate, e così via, tutti discorsi che non avevano nulla in comune con la citazione dell'articolo di Marta Sordi.
Poi io non ho chiamato alle milizie nessuno facendo leva assolutamente su nulla.
Se poi lo vuoi sapere anch'io sono un cristiano libero alla stessa maniera di Domingo con la mia libertà di poter condannare le strumentalizzazioni che vengono fatte, non solo delle milizie, ma di tanti altri fattori fatte anche da 'capi' religiosi.
Così come da italiano posso criticare il governo quando compie degli scempi, ed essere un italiano che ama il proprio paese, da cristiano posso essere un individuo che critica altresì il proprio 'governo'. La libertà di critica è una cosa di tutti.
Non ci dimentichiamo anche il grande autore Dante Alighieri che da cattolico criticava la gerarchei vaticane.

Tutto questo però ha a che fare cion un altro discorso che non è assolutamente quello di cui si sta dibattendo qui sul servizio militare.

Le mie citazioni, come tu le chiami, sono lo studio di un alta ricercatrice storica di spicco quale Marha Sordi e non sono amputate in nulla. Descrivono nitidamente che i moltissimi cristiani erano nelle urbe dell'Impero e che non trovavano nulla di errato nel prestare servizio. E poi analizza il discorso dell'epurazione dei cristiani al tempo di Massimiliano con la dimostrazione che l'aberrazione verso il militare in toto era dovuto al fatto che era stato strettamente correlato con la falsa adorazione.

Mi spiace che il tutto sia finito con il parlare delle gerarchei vaticane ma non è un mio problema. Perchè da cristiano libero posso anche non essere d'accordo con la gestione del Vaticano. e con questo chiudo questo discorso fuori tema.






[Modificato da Bicchiere mezzo pieno 20/05/2009 10:14]
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20/05/2009 10:13
 
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Re: Re:
Ho cancellato perchè era un doppione dell'altra messo per errore.

[Modificato da Bicchiere mezzo pieno 20/05/2009 10:14]
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20/05/2009 10:18
 
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Re: Carissimo Bicchiere Mezzo Pieno
domingo7, 20/05/2009 9.43:


tu dici


Era l’idolatria perciò il punto crociale che portava i cristiani a non svolgere più nessun incarico nelle milizie e non il servizio militare in sé.

se leggi gli ultimi due miei interventi, vedrai che sono d'accordo con te.....e che non ti sto contraddicendo....

la critica dei tdG è totalmente sballata quando rimprovera la cristianità di aver impugnato le armi contro gli eretici briganti, i barbari, gli arabi, i pirati saraceni ed i turchi ottomani....(Israele ne faceva di peggio)...il problema semmai sono gli eccessi e le brutalità perpetrati all'ombra della croce da coloro che dicevano di voler difendere la fede e invece difendevano solo la propria avidità e la propria follia.....

qualche ragione però non si può negare ai nostri amici tdG, quando guerre, stermini e brutalità hanno riguardato soprattutto popolazioni cristiane....con tanto di benedizione di alcuni (non di tutti) capi religiosi....

Il paragone con i poveri carabinieri o con la guardia di finanza o con i soldatini che svolgono missioni di pace ...è invece sicuramente fuori luogo....

enrico




Vi sto seguendo con attenzione, io sono vittima del pacifismo estremo e irragionevole dei Tdg, vorrei tanto che si faccia una distinzione netta fra chi si arruola per combattere ed uccidere e chi si arruola per potersi guadagnare la pagnotta!
Il considerare "militare" e "guerrafondaio" quello che per me era solo un LAVORO, è stata una bestialità pura, bisogna vedere caso per caso se il servizio militare è "inappropriato".
Se in tempo di pace ci si arruola nelle forze armate, di sicuro si verrà impiegate in mansioni di ordine pubblico, missioni di pace, polizia, ecc. tutte mansioni di certo non inconciliabili con la fede cristiana, dunque in TEMPO DI PACE l'indossare una divisa o meno va indubbiamente lasciato alla libera coscienza del credente.
In TEMPO DI GUERRA, a parte il fatto che si viene mobilitati TUTTI, sia militari sia civili, dunque non si può imporre ad un cristiano di disubbidire alla legge se non se la sente di disertare, inoltre non sempre la guerra è "ingiusta", negli anni 30 in Germania era sorta una ideologia diabolica e guerrafondaia, l'alternativa era tra:
1) Ubbidire al Fuhrer e consegnargli tutte le persone di razza non approvata da lui;
2) COMBATTERE!
Perciò ritengo comportamento da cristiano combattere un simile demone che stava devastando il mondo, oppure considerare l'alternativa da Tdg e vigliaccamente dichiararsi "pacifici" e "fuggire" lasciando in mano alle SS milioni di inermi persone da avviare ai campi di sterminio.
A parte il fatto che non si può "fuggire" per sempre davanti a chi vuole dominare il mondo, non credo che Dio approvi chi per malinteso pacifismo lasci milioni di suoi fratelli inermi rinchiusi nei campi di sterminio e senza neanche combattere!

Diversa era la situazione per i tedeschi, infatti i tedeschi cristiani capirono benissimo di che natura era la guerra del Fuhrer, e migliaia di cristiani decisero di loro spontanea volontà di disertare e disubbidire agli ordini, e pagarono la loro LIBERA scelta di fede con la loro vita, costoro sono veri martiri cristiani, non si può dire altrettanto di chi, per ubbidire ad un pseudogiudice beone, si autocondannò al martirio per amore di un'organizzazione.

[SM=g1543902]
Se la sapienza di questo mondo è stoltezza presso Dio, l'ignoranza lo è ancora di più!
20/05/2009 10:30
 
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Caro Nevio,

a scanso di equivoci vorrei con te chiarire un punto importante così da farmi capire meglio. Che tu ci creda o no, non ho aperto questo argomento per fare apologia di guerre, di sterminio, di persecuzioni, di vanagloriosi interessi politici o di chissà quant'altro dei vertici di una qualsivolgia organizzazione cristiana.

No,

ero solo rimasto incuriosito da questo articolo pubblicato da Marta sordi che mette in luce che il servizio militare non è da escludere in toto per essere cristiani ma che tale servizio ha anche delle finalità di pubblica utilità.
Punto. Nient'altro.

Se hai avuto l'impressione che io volessi giustificare azioni brarbariche in nome di Dio come le guerre sante, ecc, o che voglia giustificare quando i vertici di una religione si schermino dietro cose utili per giustificare i loro interessi, devo dirti che ti sei sbagliato. Non avermene ma penso proprio che si è partiti col piede sbagliato.

Il mio discorso, dall'inizio alla fino alla fine verte solo sul servizio militare e sull'esclusione in toto o meno di tale servizio dai cristiani. E qui si ferma. Stop!

Il mio riferimento alla Grande Chiesa poi non è un discorso apologetico nei confronti di Chiesa Cattolica o Chiesa Ortodossa, ma dev'essere inteso nel senso a cui lo riconducono gli storici, come Marta Sordi, nell'articolo da me inoltrato, ossia quella Chiesa dei primi secoli, dove i cristiani erano perseguitati dai Romani e morivano nelle arene in pasto ai leoni per colpa della persecuzioni dei pagani, ossia nel periodo precedente all'editto di Costantino.

Questo è quanto. Spero solo che il nostro malinteso venga chiarito.

Un caro abbraccio,
Bikky

[SM=g1537159]
[Modificato da Bicchiere mezzo pieno 20/05/2009 10:34]
La verità non è qualcosa di statico ma è basata su una conoscenza progressiva, in grado di mettere in discussione anche i precedenti concetti raggiunti usando il modello del metodo scientifico
20/05/2009 10:39
 
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Re:
nevio63, 20/05/2009 9.08:

Gabriella, chi ha detto che la "bubbola" attribuita da te alla WTS (che a me non e' per niente simpatica) sia il succo di questo discorso?



Chiarisco che, quando esprimo un'opinione, sottolineo sempre, a rischio di monotonia, che è mia e non generalizzo.
Chiariamo anche che ho il diritto di esprimere una mia opinione,come tutti, in questo caso, la mia interpretazione del "succo del discorso" e infine, chiariamo che, in caso di disaccordo si deve esprimere il dissenso con il rispetto dovuto.
Detto ciò,
ti rispondo poi con un "frammento" del paost di domingo:
la critica dei tdG è totalmente sballata quando rimprovera la cristianità di aver impugnato le armi contro gli eretici briganti, i barbari, gli arabi, i pirati saraceni ed i turchi ottomani....(Israele ne faceva di peggio)...il problema semmai sono gli eccessi e le brutalità perpetrati all'ombra della croce da coloro che dicevano di voler difendere la fede e invece difendevano solo la propria avidità e la propria follia.....
Punto.
Mi è sempre stato ribadito, in congregazione, che la dottrina cristiana è sempre stata contraria alla guerra; con esempi di primi martiri uccisi perchè si rifiutavano di combattere, addirittura dicevano che le guerre descritte nella Bibbia, non erano combattute da uomini, ma era Dio che interveniva.
Le fandonie, non credo fossero frutto della congregazione, ma di un insegnamento, anche se non ho documenti in mio possesso, della WTS.
Gabriella
20/05/2009 10:42
 
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Carissimo Voyager62

giustamente tu ci richiami ad un distinguo: altro è imbracciare le armi per contenere le forze del male e per difendere gli innocenti, altro è imbracciare armi per uccidere, predare e devastare.....

certamente il distinguo, nella pratica, non è sempre facile....moltissimi nazisti credevano, servendo Hitler, di combattere l'impero comunista del male e di proteggere così la civiltà occidentale...

Però anche quando ci si vuol difendere umanità, temperanza e moderazione dovrebbero guidarci....perché dalla ragione al torto...il passo è spesso breve...

Quanto al pacifismo dei tdG non mi sento di condannare nessuno: era una scelta radicale motivata dal fatto che reali possibilità di dialogo con Hitler non esistevano (o con lui o contro di lui)....qualche esame di coscienza dovrebbe forse riguardare i vertici dell'Organizzazione (ma non sta a noi propinare sermoni)....

Il problema vero non era il Papa, i vescovi, Ruthford o i pastori protestanti....ma (secondo me) la profonda divisione tra i cristiani e tra le chiese, divisione così forte da aprire inevitabilmente le porte ai lupi.....



enrico


[Modificato da domingo7 20/05/2009 10:45]
20/05/2009 10:48
 
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Caro Domingo


Il paragone con i poveri carabinieri o con la guardia di finanza o con i soldatini che svolgono missioni di pace ...è invece sicuramente fuori luogo...



infatti mettere nel novero dei lavori da non poter ricoprire le fiamme gialle, i carabinieri e la polizia è sicuramente insensato, ma questo è proprio ciò che viene insegnato dalla WTS come requisiti fondamentali per essere definiti cristiani.
L'accostamento poi delle fiamme gialle al servizio militare è dovuto al fatto che, se non vado errato, i finanzieri sono sotto il dipartimento militare del governo (ma potrei anche sbagliarmi) e che per tali motivi un finanziere non potrebbe mai battezzarsi come Tdg.
E' solo in tale luce da vedere il mio accostamento e non in altro....

Un caro saluto,
Bikky

La verità non è qualcosa di statico ma è basata su una conoscenza progressiva, in grado di mettere in discussione anche i precedenti concetti raggiunti usando il modello del metodo scientifico
20/05/2009 11:14
 
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Scusa Bikky, Bicchiere tutto pieno di amore per Dio e il prossimo, scusa ma non ho pensato che volessi far apologia della guerra ma solo che cercavi di giustificare qualsiasi tipo d' impegno militare, anche quello che non rientra neanche lontanamente nell'intelligente decalogo moderno di domande cristiane, sul tipo d'intervento militare, ideato da Domingo. Sono, non sai quanto, felice di aver appreso che ti senti un libero cristano, non appiattito sui dettami di questa o quella denominazione. Hai citato Dante, libero pensatore come tutti i presenti nella discussione, che era cattolico, anche perche', Lutero ma anche Wickliffe e i lollardi, mi pare, non erano ancora arrivati, eppure si schiero' dalla parte "laica" Guelfa (?). Vi voglio bene tutti e imparo tantissimo da tutti. Una richiesta di scuse anche alla mia Gabriella, che ho ritenuto tirasse in ballo, stavolta inutilmente la detestata, anche da me, WTS . Un abbraccio a Voyager che rileva, giustamente, la situazione di mera opportunita' lavorativa, in assenza d'altra che spinge tante brave persone ad indossare una divisa militare, ancora un rinnovo di stima per Domingo 7 e un brindisi alla sapienza e conoscenza che gli invidio. Vostro schavo in Cristo, Nevio63         
[Modificato da nevio63 20/05/2009 16:34]
20/05/2009 13:13
 
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Evidentemente, quando una piccola comunità diventa una nazione, non potrà fare a meno di impugnare le armi, perlomeno per difendersi.
Da Abraamo fino a Mosè non ci furono molti contrasti militari, ma appena si crearono le basi per una nazione, i morti non si contarono più.
Così, i tdg che essendo un 7 milioni circa, potrebbero formare una piccola nazione se sarebbero confinati in un lambo di terra, penso formerebbero almeno un esercito per la difesa.
Il problema è questo: Fin quando ci sono differenze di cultura, religione, lingua e classi sociali, le nazioni sono costrette a "confinarsi". Questo provoca un senso di nazionalità e quindi di "orgoglio" della propria patria.

Sal
20/05/2009 14:37
 
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Re:
Sal80., 20/05/2009 13.13:

Evidentemente, quando una piccola comunità diventa una nazione, non potrà fare a meno di impugnare le armi, perlomeno per difendersi.
Da Abraamo fino a Mosè non ci furono molti contrasti militari, ma appena si crearono le basi per una nazione, i morti non si contarono più.
Così, i tdg che essendo un 7 milioni circa, potrebbero formare una piccola nazione se sarebbero confinati in un lambo di terra, penso formerebbero almeno un esercito per la difesa.Il problema è questo: Fin quando ci sono differenze di cultura, religione, lingua e classi sociali, le nazioni sono costrette a "confinarsi". Questo provoca un senso di nazionalità e quindi di "orgoglio" della propria patria.

Sal




l hanno gia fatto, se non sbaglio in una lettera scrissero che l accampamento fatto per i tdg terremotati, la notte era sorvegliato... quindi....
[Modificato da lovelove84 20/05/2009 14:38]
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