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ci riconosceremo?

Ultimo Aggiornamento: 25/02/2009 10:12
03/02/2009 12:47
 
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Salve a tutti,volevo chiedere una curiosita',ma dopo la morte,se saremo in paradiso,ci riconosceremo?ci sono dei versetti che indicano,che anche quando siamo in paradiso ci riconosceremo,e se avremo ancora i sentimenti?Grazie anticipatamente a chi mi risponde.

P.S. Spesso faccio domande di argomenti che gia' avete affrontato,ma scusatemi mi viene difficile andare a trovarli. [SM=x570881] [SM=x570907]
07/02/2009 09:15
 
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ragazzi ho fatto una domanda troppo difficile,o troppo stupida?visto che non ha risposto nessuno,ciao da Orpy
07/02/2009 13:09
 
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In attesa di una risposta competente, ti scrivo le mie riflessioni.
Se (nel senso che lo avremo meritato in vita) e quando saremo alla presenza di Dio avremo memoria di ciò che siamo stati, è questo il senso della tua domanda?
Non so se avremo memoria di coloro che abbiamo amato, o se ameremo tutti, indistintamente colore che si troveranno con noi o se non avremo bisogno di cercare, ma saremo talmente pieni di una gioia tale da essere noi stessi amore.
Comunque sia, sono convinta che non esista felicità più completa di quella che, se agiamo ORA, secondo la Sua Parola, ci aspetterà.
Gabriella Prosperi
08/02/2009 15:17
 
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Re: In Paradiso saremo il corpo di Cristo, cioe' sua Sposa
orpy, 2/3/2009 12:47 PM:

Salve a tutti,volevo chiedere una curiosita',ma dopo la morte,se saremo in paradiso,ci riconosceremo?ci sono dei versetti che indicano,che anche quando siamo in paradiso ci riconosceremo,e se avremo ancora i sentimenti?Grazie anticipatamente a chi mi risponde.

P.S. Spesso faccio domande di argomenti che gia' avete affrontato,ma scusatemi mi viene difficile andare a trovarli. [SM=x570881] [SM=x570907]




Orpy,
La Scrittura ci dice che come credenti di Dio in Cristo, siamo cittadini del cielo; ci dice pure che saremo sempre col Signore, ma non ci dice minutamente quello che vorremmo sapere, circa la conoscenza individuale.
L’unico verso che ci fa capire qualcosa è quando Gesù dice: “molti verranno dal levante e dal ponente e sederanno a tavola con Abramo, Isacco e Giacobbe, nel Regno dei cieli… (Mat.8:11).
Mettendoci noi a sedere con Abramo, Isacco e Giacobbe, vuol dire che (pur non avendoli mai visti) li conosceremo con l’intelletto spirituale di lassù
Riguardo poi ad avere senimenti… dimenticati, poiché Gesù disse che dopo la risurrezione (nel Regno di Dio) non si prende alcuna moglie; né si da moglie a mariti, perché i risorti son come angeli, nei cieli. (Matt. 22:30) Quindi, senza sesso.
Ognuno è pari all’altro, poiché tutto uno, insieme siamo il corpo di Cristo, descritto come Sposa. Certo che avremo amore l’uno con l’altro, perchè siamo tutti la stessa cosa.
Sappiamo che il CD dei tdg dice che i suoi adepti avranno mogli e figli dopo la risurrezione; è una bugia, perché contrario all’insegnamento di Cristo.
Moscarossa - l’evangelco



08/02/2009 16:05
 
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Risurezione?
.
Beh, per rispondere a questa domanda si dovrebbe specificare, penso, a chi è diretta.

Nella tua presentazione, hai detto che sei cattolico.
Dunque, non penso che cerchi una risposta in base all'insegnamento cattolico, visto che, normalmente dovresti saperlo.

Visto che qui si discute degli insegnamenti dei Testimoni di Geova, forse vorresti sapere la risposta che darebbero i testimoni alla tua domanda.

Moscarossa ha risposto tra l'altro ...


Sappiamo che il CD dei tdg dice che i suoi adepti avranno mogli e figli dopo la risurrezione; è una bugia, perché contrario all’insegnamento di Cristo.



Comunque, visto che Moscarossa ha credenze evangeliche, non sembra conoscere bene gli insegnamenti dei testimoni.

Secondo il CD, come dici, coloro che risuscitano non avranno il diritto di sposarsi, dunque tanto meno avere figli.
Si basano sulla scrittura dove Cristo dice che "saranno come gli angeli" non sposandosi.

In quanto al riconoscere o meno i risuscitati, i Testimoni insgnano che la seconda risurezione, quella terrena, inizierà con la risurezione di coloro che sono morti subito prima di Armaghedon, appunto con l'intento di permettere ai sopravissuti di riconoscere coloro che sono appena morti.

Poi seguirebbe la risurezione dei precedenti morti, fino ad arrivare ai primi umani che hanno diritto alla risurezione terrena.

Tutte queste risurezioni averrebbero nell'arco di alcune centianai di anni, per essere tutti risuscitati prima della prova finale ....

Ovviamente tutto cio' se si crede alla Bibbia in primis e alla maniera di interpretarla del CD.

Altre credenze, non basate sulla bibbia hanno una veduta completamente diversa del dopo la morte.
Se c'è qualche vita dopo la morte ...

Ma anche questa è solo interpretazione umana basata su una o un altra fede. Di evienze ne abbiamo ben poche, se non nessuna!



Nick!
.........................................................
La dove regna l'impostura, non c'è posto per me ! (Vincenzo Vela)
08/02/2009 17:14
 
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Re:
orpy, 03/02/2009 12.47:

Salve a tutti,volevo chiedere una curiosita',ma dopo la morte,se saremo in paradiso,ci riconosceremo?ci sono dei versetti che indicano,che anche quando siamo in paradiso ci riconosceremo,e se avremo ancora i sentimenti?Grazie anticipatamente a chi mi risponde.

P.S. Spesso faccio domande di argomenti che gia' avete affrontato,ma scusatemi mi viene difficile andare a trovarli. [SM=x570881] [SM=x570907]




Sì, ci riconosceremo: non potrebbe essere altrimenti. Non è una questione di versetti da citare, ma di logica da applicare a quello che è da sempre l'insegnamento della Chiesa a riguardo dei cosiddetti Novissimi.

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Deus non deserit si non deseratur
Augustinus Hipponensis (De nat. et gr. 26, 29)

08/02/2009 17:20
 
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La risurrezione dei vostri famigliari.

“… Supponiamo che voi siate in vita dopo che il regno è stato stabilito e le sue benedizioni hanno cominciato a fluire abbondanti verso tutti. Naturalmente ci vorrà un certo tempo per mettere ogni cosa nel suo giusto ordine dopo i grandi sconvolgimenti che avranno luogo fra ora e il 1926 (si pensava che Armaghedon venisse nel 1925). Forse ci vorranno dieci anni o più prima che rimettiate ordine la vostra casa. … Tutto è pronto per ricevere i vostri genitori. La casa è sistemata; per loro avete preparato una camera speciale, arredata con tutto ciò che secondo voi è necessario per provvedere loro ogni comodità. Quindi vi metterete in contatto con i principi di Gerusalemme, spiegherete loro la vostra situazione e chiederete che vostro padre e vostra madre siano ridestati. Attenderete la vostra gioia attesa. Finché una certa mattina udrete parlare nella stanza che avevate preparato. Non vi era nessuno fino alla notte precedente, e sapete bene che non può trattarsi di nessun ladro o intruso, perché tutte le persone del genere sono state eliminate. Così non avrete la minima paura; vi avvicinerete alla porta e ascolterete. Udrete la voce familiare di vostro padre dire a vostra madre: “ Dove ci troviamo? Stiamo sognando? La sola cosa che ricordo è che stavo partecipando al tuo funerale la scorsa estate; quindi anch’io mi ammalai e chiamai il dottore, e questa è l’ultima cosa che ricordo”. La madre risponderà: “Neanche io ci capisco niente, mio caro. Il mio ultimo ricordo è che ero tanto ammalata, e tutti i medici stavano al mio capezzale e tu mi tenevi la mano. Poi, cosa è accaduto? Non siamo più ammalati adesso, e questa stanza è diversa da tutte quelle che conosco. E’ tutto così bello e pacifico. Senti gli uccelli cantare! Dove hai preso il tuo abito? Sei così bello come il giorno del nostro matrimonio”. Il padre esclama: “Supponiamo che tu mi permetta di rivolgerti alcune domande! Tu dove hai preso il tuo vestito? Sembra che tu stia uscendo dalle mani di uno stilista, non riesco più a capire niente, siamo in cielo o stiamo diventando pazzi?” A quel punto non potete più attendere oltre. Con il cuore colmo di gioia e di eccitazione, aprite la porta e vi precipiterete dentro esclamando, papà! Mamma! Non siete né in cielo né siete pazzi. Siete proprio qui, siete gli stessi di sempre. Siete realmente qui. Sono così felice, così contento, che non riesco nemmeno a esprimermi”.
(The Way to Paradise- [La via del Paradiso] 1924 pp. 228, 229, 230)

Ciao. Ilnonnosa.
08/02/2009 18:18
 
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Re:
ilnonnosa, 08/02/2009 17.20:

La risurrezione dei vostri famigliari.

“… Udrete la voce familiare di vostro padre dire a vostra madre: “ Dove ci troviamo? Stiamo sognando? La sola cosa che ricordo è che stavo partecipando al tuo funerale la scorsa estate; quindi anch’io mi ammalai e chiamai il dottore, e questa è l’ultima cosa che ricordo”. La madre risponderà: “Neanche io ci capisco niente, mio caro. Il mio ultimo ricordo è che ero tanto ammalata, e tutti i medici stavano al mio capezzale e tu mi tenevi la mano. Poi, cosa è accaduto? Non siamo più ammalati adesso, e questa stanza è diversa da tutte quelle che conosco. E’ tutto così bello e pacifico. Senti gli uccelli cantare! Dove hai preso il tuo abito? Sei così bello come il giorno del nostro matrimonio”. Il padre esclama: “Supponiamo che tu mi permetta di rivolgerti alcune domande! Tu dove hai preso il tuo vestito? Sembra che tu stia uscendo dalle mani di uno stilista, [La via del Paradiso] 1924 pp. 228, 229, 230)




Ma chi è lo sceneggiatore?
Sembra un dialogo surreale alla jonesco.
Gabriella Prosperi
08/02/2009 18:35
 
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Re: Re:
Vecchia Marziana, 08/02/2009 18.18:



Ma chi è lo sceneggiatore?
Sembra un dialogo surreale alla jonesco.
Gabriella Prosperi




Anch'io sono curiosa di sapere chi è lo sceneggiatore?
Troppo bello per essere vero, oppure...
Victoria
08/02/2009 19:03
 
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“Nel 1924 seguì il libro The Way to Paradise (La via del Paradiso), scritto da W. E. Van Amburgh, adatto per “gli studenti della Bibbia di età intermedia”. Per un po’ venne usato alle adunanze per i più piccoli.” (I Testimoni di Geova Proclamatori del Regno di Dio, 1993 p. 245)

Ciao. Ilnonnosa.
08/02/2009 21:18
 
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Re: Re:
Trianello, 08/02/2009 17.14:




Sì, ci riconosceremo: non potrebbe essere altrimenti. Non è una questione di versetti da citare, ma di logica da applicare a quello che è da sempre l'insegnamento della Chiesa a riguardo dei cosiddetti Novissimi.




E cosa sono? [SM=x570872]


[SM=g1543902]
Veronika


08/02/2009 22:53
 
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Re:
ilnonnosa, 08/02/2009 19.03:

“Nel 1924 seguì il libro The Way to Paradise (La via del Paradiso), scritto da W. E. Van Amburgh, adatto per “gli studenti della Bibbia di età intermedia”. Per un po’ venne usato alle adunanze per i più piccoli.” (I Testimoni di Geova Proclamatori del Regno di Dio, 1993 p. 245)

Ciao. Ilnonnosa.




Grazie. [SM=x570865]
Victoria
09/02/2009 18:28
 
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salve a tutti,beh celebrale veremente proprio non lo so,non voglio sapere cosa pensano i testimoni di geova a riguardo,ma non so proprio cosa pensano i cattolici a riguardo,come non so cosa sono i cosidetti novissimi.Grazie per chi ha risposto.
09/02/2009 19:54
 
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Re:
orpy, 09/02/2009 18.28:

salve a tutti,beh celebrale veremente proprio non lo so,non voglio sapere cosa pensano i testimoni di geova a riguardo,ma non so proprio cosa pensano i cattolici a riguardo,come non so cosa sono i cosidetti novissimi.Grazie per chi ha risposto.




I Novissimi sono i misteri cristiani concernenti le cose ultime, vale a dire proprio il destino degli uomini dopo la morte.

Per rispondere alla domanda iniziale, riporto quanto recita il Catechismo degli Adulti della CEI relativamente al Paradiso:

7. Il paradiso

CCC, 1023-1029

Immagini della beatitudine [1226] La suprema perfezione e felicità è ineffabile. Per evocarla, la Bibbia si serve di immagini derivate dalle esperienze più gratificanti: cielo, città di pietre preziose, giardino, convito, nozze, festosa liturgia, canto. Ma i frammenti di bellezza e di gioiosa comunione che germogliano sulla terra sono soltanto un tenue barlume. Incontro immediato con Dio uno e trino, totale comunione con gli altri, armoniosa integrazione con il mondo: ecco la meta, verso cui gli uomini sono incamminati. “Stanno davanti al trono di Dio e gli prestano servizio giorno e notte nel suo santuario; e Colui che siede sul trono stenderà la sua tenda sopra di loro. Non avranno più fame, né avranno più sete, né li colpirà il sole, né arsura di sorta, perché l’Agnello che sta in mezzo al trono sarà il loro pastore e li guiderà alle fonti delle acque della vita” (Ap 7,15-17). “Vidi un nuovo cielo e una nuova terra... Vidi anche la città santa, la nuova Gerusalemme, scendere dal cielo, da Dio, pronta come una sposa adorna per il suo sposo. Udii allora una voce potente che usciva dal trono: “Ecco la dimora di Dio con gli uomini! Egli dimorerà tra di loro ed essi saranno suo popolo ed egli sarà il Dio-con-loro. E tergerà ogni lacrima dai loro occhi; non ci sarà più la morte, né lutto, né lamento, né affanno, perché le cose di prima sono passate”. E Colui che sedeva sul trono disse: “Ecco, io faccio nuove tutte le cose”” (Ap 21,1-5). “La città non ha bisogno della luce del sole, né della luce della luna perché la gloria di Dio la illumina e la sua lampada è l’Agnello... Il trono di Dio e dell’Agnello sarà in mezzo a lei e i suoi servi lo adoreranno; vedranno la sua faccia e porteranno il suo nome sulla fronte... e regneranno nei secoli dei secoli” (Ap 21,23; 22,3-5).

Comunione immediata con Dio CdA, 313; 348; 808 [1227] Per inaudita condiscendenza del suo amore, Dio che abita “una luce inaccessibile” (1Tm 6,16) si china sull’uomo e lo innalza fino all’immediatezza della sua presenza. Prima ci viene incontro nella storia con l’incarnazione del Figlio e l’effusione dello Spirito, ci rende suoi figli e ci dispone a entrare nella sua intimità; poi, dopo la morte, perfeziona in noi la vita di grazia e apre il nostro spirito, perché possiamo vederlo e amarlo direttamente come è in se stesso. “Noi fin d’ora siamo figli di Dio, ma ciò che saremo non è stato ancora rivelato. Sappiamo però che quando egli si sarà manifestato, noi saremo simili a lui, perché lo vedremo così come egli è” (1Gv 3,2).Il cielo cresce nel seno della terra. Un bambino nel grembo materno è già dotato di intelligenza e volontà, ma deve crescere, perché possa effettivamente intendere e volere. Così noi nella vita terrena siamo già assimilati a Dio, orientati e uniti a lui mediante la grazia santificante, la fede, la speranza e la carità, ma occorre un ulteriore sviluppo perché possiamo incontrarlo in modo manifesto: “Ora vediamo come in uno specchio, in maniera confusa; ma allora vedremo a faccia a faccia. Ora conosco in modo imperfetto, ma allora conoscerò perfettamente, come anch’io sono conosciuto” (1Cor 13,12).Il magistero della Chiesa precisa che Dio si offrirà a noi direttamente senza il tramite di alcuna creatura e ci introdurrà nel segreto della vita trinitaria. I beati “vedono chiaramente Dio, uno e trino, come egli è, più o meno perfettamente a seconda dei loro meriti”.La comunione immediata di conoscenza e di amore coronerà la vicinanza inaugurata nella storia. Saremo associati pienamente a Cristo risorto dallo Spirito Santo e accolti con lui presso il Padre: “Per mezzo di lui possiamo presentarci... al Padre in un solo Spirito” (Ef 2,18). Si realizzerà per intero la preghiera del Signore Gesù: “Io in loro e tu in me, perché siano perfetti nell’unità” (Gv 17,23). Non è pensabile per l’uomo un destino più alto della visione beatifica: partecipare alla comunione trinitaria; conoscere, amare, essere felici come Dio conosce, ama, è felice.

[1228] Nella beatitudine celeste, come già nel cammino terreno, sarà sempre Gesù Cristo la porta di accesso al Padre. Il Signore crocifisso e risorto, comunicando in modo definitivo il suo Spirito, ci unirà perfettamente a sé e ci renderà pienamente figli di Dio, capaci di vedere il Padre “come egli è” (1Gv 3,2). Dio “sarà visto nel regno dei cieli nella pienezza della sua paternità. Lo Spirito infatti prepara gli uomini nel Figlio. Il Figlio li conduce al Padre. Il Padre dona l’incorruttibilità e la vita eterna, che derivano dalla visione di Dio”.

Assemblea festosa [1229] Il compimento in Dio comporta la comunione universale con gli uomini e gli angeli fedeli. La Chiesa sarà “tutta gloriosa, senza macchia né ruga o alcunché di simile, ma santa e immacolata” (Ef 5,27). Gli uomini abiteranno nella celeste Gerusalemme in festosa convivialità e Dio abiterà con essi. Troverà appagamento la loro tendenza a incontrarsi e comunicare, il movimento di tutta la storia verso l’unità. Saranno sublimati tutti i rapporti autenticamente umani, avviati durante il pellegrinaggio terreno, i legami intrecciati nell’amore, nella conoscenza e nel lavoro. Le esperienze attuali più riuscite di comunione tra amici, tra coniugi, tra genitori e figli prefigurano l’universale comunione dei santi in Dio, ma sono ben poca cosa al confronto di essa. Se è meravigliosa già adesso la compagnia delle persone buone e intelligenti, che cosa sarà la compagnia di tanti fratelli “portati alla perfezione” (Eb 12,23)?

Armonia cosmica CCC, 1046-1047 [1230] La salvezza, poiché riguarda l’uomo intero, include anche un nuovo rapporto con il mondo, un’armonia e una presenza nuova. Il mondo è il mondo dell’uomo: nulla andrà perduto; tutto sarà trasformato. “Insieme con l’umanità, verrà pienamente restaurato in Cristo l’intero universo, che è intimamente unito all’uomo e raggiunge il suo fine per mezzo dell’uomo”. Il mondo è dell’uomo, l’uomo è di Cristo e Cristo è di Dio e Dio è tutto in tutte le cose. Non ha senso però situare il paradiso in qualche parte dell’universo piuttosto che in altre. Il cielo, nel linguaggio religioso, è un simbolo per indicare Dio e, secondo la fede cristiana, “la vita è essere con Cristo: dove è Cristo, lì è la vita, lì è il Regno”.

Piena attuazione personale CCC, 1045 [1231] Introdotti con Cristo nel mistero della Trinità divina, saremo pienamente noi stessi. La perfezione non comporterà un assorbimento del proprio io in un tutto indistinto, ma uno stare insieme nella conoscenza e nell’amore reciproco. “Saremo sempre con il Signore” (1Ts 4,17). I santi formeranno una comunità di persone e non una massa collettiva senza volto. Ognuno sarà introdotto alla festa con un invito personalissimo: avrà “una pietruzza bianca sulla quale sta scritto un nome nuovo, che nessuno conosce all’infuori di chi la riceve” (Ap 2,17). Anche la perfezione sarà diversa secondo i doni ricevuti nella vita terrena e la corrispondenza verso di essi. Tutti però saranno beati secondo la loro capacità e tutti si rallegreranno del bene degli altri come del proprio. Armonia con Dio, con gli altri, con la natura e con se stessi: nel gaudio eterno si quieterà il desiderio illimitato del cuore; sarà il riposo, la festa, il giorno del Signore senza tramonto. “Oh gioia! Oh ineffabile allegrezza! Oh vita integra d’amore e di pace! Oh senza brama sicura ricchezza!”.

[1232] La persona umana ottiene il suo compimento gioioso nel paradiso, esperienza immediata di Dio, comunione perfetta di amore con lui, con gli angeli e i santi nell’armonia universale del mondo creato.

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Deus non deserit si non deseratur
Augustinus Hipponensis (De nat. et gr. 26, 29)

18/02/2009 11:45
 
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Era ora!

Finalmente qualcuno che risponde alla domanda delle domande! Che scopo ha la vita umana?
Ed è carino notare che, nonostante il Vangelo spinga all'amore e cioè all'altruismo, questo non realizza un perdersi ma, alla fine - "novissima" in latino sono le ultime realtà - tutto ciò che abbiamo dato ritorna su noi stessi; e vi ritorna più ancora che "al cento per uno", giacché se è vero che Dio è così strano che non può far nulla che non abbia per fine se stesso, è anche vero che, nel caso delle persone-creature-figli da Lui realizzate, combina insieme le due cose: sia la finalità della sua maggior gloria (estrinseca) sia la maggiore gloria-esaltazione possibile dell'essere umano, facendolo partecipe della stessa pienezza e gioia trinitaria. [SM=x570896]

Altro che terra paradisiaca, che per quanto possa darsi importanza è e rimane un piccolo "pulviscolo sulla bilancia" [SM=x570867] (è Bibbia!)

Ho scaricato questo post di Trianello e lo incornicierò. I miei figli hanno diritto ad avere una risposta soddisfacente quando mi chiedono: "Papà perché ci hai messo al mondo? e perché ci hai fatti adottare da Dio sin da neonati? E perché dobbiamo costruire con fatica e impegno la nostra personalità e lottare per la nostra sopravvivenza se è vero, come dice il mondo, che siamo tutti “vaghi de caffè ner macinino”? (Giuseppe Gioacchino Belli)
E allora che io j’arisponnerò: pe’ voi ho scerto er mejo che c’era sur mercato, perché…

“Nun è vero quello che dice er monno
e che cià sentenziato Gi Gi Bello,
ma, belli de papà, fijoli mia
è vero sto quadruccio de Trianello.”

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est modus in rebus
25/02/2009 10:12
 
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orpy, 03/02/2009 12.47:

Salve a tutti,volevo chiedere una curiosita',ma dopo la morte,se saremo in paradiso,ci riconosceremo?ci sono dei versetti che indicano,che anche quando siamo in paradiso ci riconosceremo,e se avremo ancora i sentimenti?Grazie anticipatamente a chi mi risponde.

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poso dirti cosa credo....la vera vita...la vera essenza di noi e' quella spirituale....non solo non dimenticheremmo nulla...anzi...avremmo molte piu' nozioni...il nostro corpo ..e' solo un mezzo...per crescere...spiritualmente...e la nostra vita in terra e' come una scuola...che ha contatto con il dolore..il sacrificio ..ci aiutera' a crescere...chi crede in Gesu' ..avra' vita eterna...posso dirti ...che e' per questo mio credere che non potro' mai combaciare con i testimoni di geova...loro credono che dopo la morte...ci sia il sonno profondo in attesa della ressurezione...che li riportera' sulla terra' ..con gli stessi corpi....ma una terra senza piu' dolore ne guerra ne lacrime....
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