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IL PURGATORIO.. Dove, Come, Quando alla luce delle scritture.

Ultimo Aggiornamento: 06/03/2009 21:19
06/03/2009 21:19
 
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Re: Re:
Luteranamanier, 06/03/2009 19.47:




Quindi deduco che per gli otodossi il purgatorio come intesa dai latini è una pura invenzione e non un insegnamento divino.
Ma mi chiedo esattamente cosa credono gli ortodossi "di coloro che si trovano tra i due"?
In quale stato si trovano?


[SM=g1543902]
Veronika






Per quanto possibile, credo di aver già dato una risposta.
Provo allora a riepilogare quanto scritto, riportandolo in un nuovo ordine (e correggendo un paio di grossolani errori di scrittura):

“Noi affermiamo che nè i santi godono già del Regno che è stato loro preparato, e dei beni indicibili, nè i peccatori sono già caduti nella geenna, ma che gli uni come gli altri attendono il loro rispettivo destino che appartiene ai tempi dopo la resurrezione e il Giudizio” (San Marco d’Efeso)

L’uomo reintegrato con la sua stessa carne, richiamata da Dio dalla morte (in forza del suo essere Amore Infinito che da la Vita Eterna), soltanto dopo la Parusìa e la Resurrezione può godere pienamente e integralmente, in anima e corpo carnale glorificato, della Beatitudine alla quale la Divinizzazione operata da Dio, mediante Cristo, lo ha destinato. E’ opinione dei cristiani ortodossi che in conseguenza della Santa Dormizione, la Tutta Santa Madre di Dio, chiamata da Cristo dopo la morte in anima e corpo glorificato alla Vita Divinizzata, già gode di questo stato Beato in pienezza assoluta.

Per la Chiesa Cattolica Ortodossa, Una e Santa, nello stato intermedio fra la morte e la Resurrezione dell’Ultimo Giorno è possibile, ad opera della Misericordiosa Bontà dell’Eterno, con la cooperazione delle preghiere della Santa Chiesa, il perdono di quei peccati che non siano “contro il Santo Spirito”. Il perdono e il perfezionamento dell’anima sono dati da Dio senza alcuna necessità di “soddisfazione” o di “pagamento” in virtù della Perfezione del Divino Amore, che è Dio.

La Chiesa Cattolica Ortodossa, Una e Santa è protesa in modo ineludibile verso la Resurrezione dell’Ultimo Giorno, verso la Parusia, quando l’Amore di Dio si manifesterà “tutto in tutti”.
La Chiesa Cattolica Ortodossa, Una e Santa, prega per TUTTI i defunti, affinché il “sonno mistico” ( in cui si prefigurano per il “giudizio particolare” la gioia futura o la possibile futura perdizione) , sia un processo di purificazione che prepari ciascuno alla Resurrezione .

La deificazione in Cristo è la suprema speranza della cristiana salvezza, che si compirà pienamente alla fine dei tempi, con la Resurrezione dai morti (che come scrisse Tertulliano è la speranza dei cristiani). Gesù nell’Evangelo ci dice: “Questa è infatti la volontà del Padre mio, che ognuno che vede il Figlio e crede in Lui abbia la vita eterna e Io lo risusciti nell’Ultimo Giorno” (Gv 6, 40); e San Giovanni Damasceno, sulle orme dell’Apostolo Paolo, afferma che: “se non c’è la resurrezione non c’è neppure Iddio, non c’è provvidenza, tutto è spinto e portato dal caso”.

Il cristiano ortodosso implora e spera tuttavia nell’Apocatastasi , ossia nella restituzione di tutto e tutti nella Divina Energia ad opera del Divino Amore, pur nel tremore dell’anima davanti alla Perfezione Santissima dell’Eterno e della Sua Giustizia.

Il cristiano ortodosso vuole [infatti] la salvezza di tutti, perché l’Amore di Dio è rivoltò all’umanità intera, agli uomini, ontologicamente consustanziali fra di loro, e ciascuno fatto a “immagine e somiglianza” di Dio, nonostante la caduta (a cagione della quale “la morte è entrata nel mondo”).

La Tradizione Ortodossa prende le mosse, da un lato, dall’anatema pronunciato dalla Santa Chiesa Cattolica Ortodossa contro il sistema di Origene, compresa la sua dogmatizzazione dell’apocatastasi come certezza nel quadro di una visione filosoficheggiante del rapporto fra uomo e Dio non corrispondente alla cattolicità della Fede cristiana Rivelata, e dall’altro dell’insistenza dei Padri, come San Basilio il Grande, San Gregorio il Teologo, San Gregorio di Nissa, San Massimo il Confessore, Anastasio il Sinaita, per citarne solo alcuni, nell’idea di una tensione della Chiesa intera verso la salvazione universale degli uomini (apocatastasi implorata e sperata ), e misteriosamente tramite gli uomini, in Cristo, dell’intera Creazione.

Agli uomini della Santa Chiesa non è dato sapere ne’ dell’Essenza di Dio, ne’ del Giorno e dell’Ora della Parusia, come non è dato sapere nemmeno, nella Santa Rivelazione di Dio sul destino finale dell’uomo quanto è pedagogico e parenetico e quanto è invece assertorio e dogmatico.

Dunque il “rifiuto Ortodosso” della dottrina romano-cattolica del Purgatorio non si basa, semplicemente, ne’ sul monismo materialistico dell’antropologia geovista (con la sua cristologia fortemente ereticale e contraddittoria che porta la setta semplicemente fuori dal cristianesimo in quanto tale), ne’ sul “Sola Scriptura” protestante. Anzi, individua nelle contese fra i cristiani (e le sette postcristiane) “occidentali” null’altro che l’evidenziazione di una contraddizione che nasce proprio dall’aver abbandonato l’apofaticità della teologia e, conseguentemente e parallelamente, la rigorosa fedeltà alla dottrina della Chiesa “indivisa” del primo millennio, esaltando semmai le debolezze delle visioni unilaterali di alcuni antichi eminenti e dotti autori cristiani (il beato Agostino prima di tutti), che stonano, con le loro conseguenze “legalistiche” e, più avanti sempre più razionalisticheggianti, con la sinfonia dell’insieme delle dottrine affermate dai Padri, e quindi con l’essenza stessa dell’Ortodossa Tradizione Apostolica rettamente intesa, che costituisce, per Grazia del Santo Spirito, la comunità cristiana ortodossa, con detta Fede, come LA Chiesa Cattolica Apostolica, Una e Santa, nella sua integrità e pienezza.



Shalom
****************************
"Fiume inesauribile della grazia, Spirito Santo, Tu che rimetti i peccati, ricevi la nostra preghiera per il mondo, per i credenti e gli increduli, come per i figli della rivolta: e conducili tutti nel regno eterno della Santa Trinità. Che sia vinto da Te l'ultimo nemico, la morte, e che il mondo, rinascendo attraverso il fuoco purificatore, canti il cantico nuovo dell'immortalità: Alleluya!"
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