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Un paradosso catto-geovista!

Ultimo Aggiornamento: 18/11/2008 10:54
14/11/2008 17:43
 
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E chi ha stabilito quest' etica razionale?
E' evidente che quest'etica cambia da paese a paese e da persona a persona.



Il fatto che i vari popoli abbiano concezioni morali diverse, non significa che non ci sia una morale assoluta che la ragione può scoprire (come del resto ha fatto, a partire dalla nascita della filosofia morale nell'antica Grecia). Proprio come il fatto che i vari popoli abbiano delle cosmologie molto diverse le une dalle altre non significa che non ci sia una cosmologia più vera delle altre (cosmologia che è stata scoperta in Europa a partire dalla rivoluzione scientifica).
Nella fattispecie, poi, io sono persuaso (e parlo da antropologo) del fatto che tutti i popoli condividinano lo stesso spettro essenziale di valori (quelli dell'etica naturale) anche se, alle volte, minati da sovrastrutture ideologiche atte a "giustificarne" le infrazioni culturalmente ammesse. Ma sarebbe un discorso lungo questo... e qui saremmo fuori tema.
[Modificato da Trianello 14/11/2008 17:45]

-------------------------------------------

Deus non deserit si non deseratur
Augustinus Hipponensis (De nat. et gr. 26, 29)

15/11/2008 14:33
 
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Re: Re: Re: Re: Re: Re:
Luteranamanier, 14/11/2008 17.42:




Con la nuova legge proposta da Veronesi lei avrebbe potuto scegliere.


Io ti voglio dire una cosa come io personalmente la penso sull'eutanasia in genere.

Per me è sempre un peccato ma io sono cristiana.

Ma se io non avessi fede e mi trovassi in una situazione senza speranza (tipo un malato terminale di tumore) con la sofferenza di atroci dolori sarei ben contenta se esistesse una possibilità di una "dolce morte".

Noi non possiamo vedere sempre tutto dal nostro punto di vista cioè cristiano, ci sono mille persone che non lo sono.
E lo stato è laico deve poter accontentare tutti, questo non significa assecondare ogni desiderio come hai detto tu, si tratta di cose serie.

Veronika




Stando alla testimonianza di suo padre, Eluana aveva già espresso chiaramente la propria scelta nel caso, purtroppo per lei avveratosi, si fosse travata in una simile condizione e la sua volontà non è stata rispettata, anche a causa di un vuoto legislativo specifico.

Il fatto d'essere cristiani è qualcosa che implica una maggiore responsabilità nel rispetto degli orientamenti religiosi altrui e non dovrebbe portare a una sorta di presunzione ideologica, come se gli atei e altre religioni rendessero l'uomo meno "umano".
Molti principi di libertà e di uguaglianza, di cui godiamo, sono frutto di filosofie, di pensiero e, a volte, di rivoluzioni vere e proprie per poterli affermare, cose di fronte alle quali spesso le chiese e le religioni si sono trovate indebitamente sul versante opposto.

Da nessuna parte Dio incoraggia l'omicidio o il suicidio. Il problema è se è ancora il caso di usare questi due termini in determinate condizioni, quando per esempio la vita è soltanto una parvenza, perdipiù sostenuta con mezzi estremamente artificiali.

Oggi ho sentito un'intervista televisiva fatta a Monsignor G. Ravasi: l'avrei preso fraternamente a calci in culo! Ha usato questa espressione: 'Ogni vita è un arricchimento'. Ecco dove può portare l'ipocrisia religiosa, a definire "arricchimento" una povera "vita" che vegeta da molti anni, forse soffrendo (che ne sappiamo).

La colpa non è di chi è pro o contro determinate leggi, ma di chi vista l'inutilità di ogni umano tentativo, si ostina ad andare contro natura e buonsenso, vestendo anche i panni del Moralista.

Agabo.

www.testimonigeova.com

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"E' bello morire per ciò in cui si crede;
chi ha paura muore ogni giorno,
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"Non spetta alla chiesa decidere se la Scrittura sia veridica, ma spetta alla Scrittura di testimoniare se la chiesa è ancora cristiana" A.M. Bertrand
15/11/2008 15:49
 
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"Stando alla testimonianza di suo padre, Eluana aveva già espresso chiaramente la propria scelta nel caso, purtroppo per lei avveratosi,"



Impossibile sapere quanto la sua decisione fosse meditata, e, anche se fosse stata meditata, se adesso sia attuale. Prospettarsi una cosa è trovarcisi dentro sono due cose agli antipodi. Tutti i TdG giurano che non faranno mai trasfusioni, poi arrivano in ospedale e molti di loro, poiché sanno che altrimenti rischierebbero la vita, cedono. Allo stesso modo ho sentito una quantità di persone di "con quella malattia non vivrei mai", e quanti di quelli che hanno la malattia che costoro paventavano dicono "sì, la pensavo anch'io così, ma poi ho imparato a conviverci". Eluana al momento non può essere intervistata, non possiamo affidarci ad una dichiarazione di 20 anni fa.


"Il fatto d'essere cristiani è qualcosa che implica una maggiore responsabilità nel rispetto degli orientamenti religiosi altrui e non dovrebbe portare a una sorta di presunzione ideologica, come se gli atei e altre religioni rendessero l'uomo meno "umano". "



In questo caso non calpesto proprio nessuno, semmai difendo qualcuno. Come già spiegato è impossibile sapere se una frase detta 20 anni prima, di quelle che si dicono tanto per dire del tipo "io con la scelrosi a placche mi suiciderei", poi corrisponda alla verità quando ci si trova nella situazione. Quante persone dicono, e sostengono fermamente, che vogliono suicidarsi, ma poi quando arrivano sul tetto e vogliono buttarsi non lo fanno perché l'attaccamento alla vita prevale? Eppure, stando al tuo criterio, avrebbero potuto chiamare i pompieri 5 minuti prima, dichiarare che volevano suicidarsi, e negare ai pompieri di provare a salvarle, perché la vita era la loro e potevano decidere di suicidarsi.


"Il problema è se è ancora il caso di usare questi due termini in determinate condizioni, quando per esempio la vita è soltanto una parvenza, perdipiù sostenuta con mezzi estremamente artificiali. "



Ci si limita a nutrirla, non è un mezzo tecnologicamente complesso.

Ad maiora
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Ά όταν έκτιζαν τα τείχη πώς να μην προσέξω.
Αλλά δεν άκουσα ποτέ κρότον κτιστών ή ήχον.
Ανεπαισθήτως μ' έκλεισαν απο τον κόσμο έξω
(Κ. Καβάφης)
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Re:
Polymetis, 15/11/2008 15.49:


"Stando alla testimonianza di suo padre, Eluana aveva già espresso chiaramente la propria scelta nel caso, purtroppo per lei avveratosi,"



Impossibile sapere quanto la sua decisione fosse meditata, e, anche se fosse stata meditata, se adesso sia attuale. Prospettarsi una cosa è trovarcisi dentro sono due cose agli antipodi. Tutti i TdG giurano che non faranno mai trasfusioni, poi arrivano in ospedale e molti di loro, poiché sanno che altrimenti rischierebbero la vita, cedono. Allo stesso modo ho sentito una quantità di persone di "con quella malattia non vivrei mai", e quanti di quelli che hanno la malattia che costoro paventavano dicono "sì, la pensavo anch'io così, ma poi ho imparato a conviverci". Eluana al momento non può essere intervistata, non possiamo affidarci ad una dichiarazione di 20 anni fa.


"Il fatto d'essere cristiani è qualcosa che implica una maggiore responsabilità nel rispetto degli orientamenti religiosi altrui e non dovrebbe portare a una sorta di presunzione ideologica, come se gli atei e altre religioni rendessero l'uomo meno "umano". "



In questo caso non calpesto proprio nessuno, semmai difendo qualcuno. Come già spiegato è impossibile sapere se una frase detta 20 anni prima, di quelle che si dicono tanto per dire del tipo "io con la scelrosi a placche mi suiciderei", poi corrisponda alla verità quando ci si trova nella situazione. Quante persone dicono, e sostengono fermamente, che vogliono suicidarsi, ma poi quando arrivano sul tetto e vogliono buttarsi non lo fanno perché l'attaccamento alla vita prevale? Eppure, stando al tuo criterio, avrebbero potuto chiamare i pompieri 5 minuti prima, dichiarare che volevano suicidarsi, e negare ai pompieri di provare a salvarle, perché la vita era la loro e potevano decidere di suicidarsi.


"Il problema è se è ancora il caso di usare questi due termini in determinate condizioni, quando per esempio la vita è soltanto una parvenza, perdipiù sostenuta con mezzi estremamente artificiali. "



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Re:
Polymetis, 15/11/2008 15.49:


"Stando alla testimonianza di suo padre, Eluana aveva già espresso chiaramente la propria scelta nel caso, purtroppo per lei avveratosi,"



Impossibile sapere quanto la sua decisione fosse meditata, e, anche se fosse stata meditata, se adesso sia attuale. Prospettarsi una cosa è trovarcisi dentro sono due cose agli antipodi. Tutti i TdG giurano che non faranno mai trasfusioni, poi arrivano in ospedale e molti di loro, poiché sanno che altrimenti rischierebbero la vita, cedono. Allo stesso modo ho sentito una quantità di persone di "con quella malattia non vivrei mai", e quanti di quelli che hanno la malattia che costoro paventavano dicono "sì, la pensavo anch'io così, ma poi ho imparato a conviverci". Eluana al momento non può essere intervistata, non possiamo affidarci ad una dichiarazione di 20 anni fa.


"Il fatto d'essere cristiani è qualcosa che implica una maggiore responsabilità nel rispetto degli orientamenti religiosi altrui e non dovrebbe portare a una sorta di presunzione ideologica, come se gli atei e altre religioni rendessero l'uomo meno "umano". "



In questo caso non calpesto proprio nessuno, semmai difendo qualcuno. Come già spiegato è impossibile sapere se una frase detta 20 anni prima, di quelle che si dicono tanto per dire del tipo "io con la scelrosi a placche mi suiciderei", poi corrisponda alla verità quando ci si trova nella situazione. Quante persone dicono, e sostengono fermamente, che vogliono suicidarsi, ma poi quando arrivano sul tetto e vogliono buttarsi non lo fanno perché l'attaccamento alla vita prevale? Eppure, stando al tuo criterio, avrebbero potuto chiamare i pompieri 5 minuti prima, dichiarare che volevano suicidarsi, e negare ai pompieri di provare a salvarle, perché la vita era la loro e potevano decidere di suicidarsi.


"Il problema è se è ancora il caso di usare questi due termini in determinate condizioni, quando per esempio la vita è soltanto una parvenza, perdipiù sostenuta con mezzi estremamente artificiali. "



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Carissimo,
mi fa piacere risentirti, ma avrei preferito sentire "altre note".

Lo dico per gli altri, penso che tu nei sia informato. Eluana vide un suo amico soffrire quello che avrebbe disgraziatamente sofferto in seguito anche lei e in quell'occasione espresse le sue convinzioni ai genitori. Non lo fece "20 anni prima" perchè i tempi sono molto più stretti e polymetis dovrebbe correggere il tiro. In ogni caso, una legge fatta bene e che permetta di esprimersi a proposito (il cosiddetto "testamento biologico") permette un cambiamento di convinzioni e, quindi, di modificare la propria volontà. Se una persona non lo fa dopo 20 anni, oppure dopo 60 anni, significa solo che non ha cambiato convinzione a proposito e le sue volontà devono essere rispettate e nessuno ha il diritto di sindacare su questo. E' un elementare esercizio di libertà. Punto.

"Limitarsi a nutrire" una persona che versa in uno stato obiettivamente vegetativo irreversibile significa ledere il principio di libertà da questa liberamente espresso. Ma non è cosa da poco perché tutto ciò di cui ha bisogno è quel minimo di nutrimento. Non ci si "limita" come tu affermi, si passa ciò che è essenziale.

Dovrei farti forse notare anche le migliaia di persone che si suicidano scientemente perchè non se la sentono di affrontare le sofferenze di una lunga malattia che li porterà inevitabilmente alla morte? Non stai dimenticando che c'è anche quest'altro aspetto?

Ma il discorso di fondo è un altro, ovvero la presunzione ideologica e religiosa di chi con tutti i mezzi e con discorsi teologicamente e logicamente perversi (come quello di Monsignor Ravasi)vorrebbe far passare il MALE -che è nostro retaggio di creature umane- quando si traduce in sofferenza, in "arricchimento". La sofferenza, la malattia e la degradazione fisica, morale e psicologica, prodotta dal MALE non è MAI un "arricchimento", ma un impoverimento estremo e testimonianza della caducità umana. Meglio risparmiarsi simili battute di cattivissimo gusto. Meglio mettere alla berlina chi le fa e rende la religione quell' "oppio dei popoli" che dà ragione a Marx anche dopo morto.

Agabo.
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16/11/2008 18:58
 
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Segnalo il link dell'intervista su TG5 a G. Ravasi in merito al caso Eluana ed alla legge sul "testamento biologico":

www.video.mediaset.it/video.html?sito=tg5&data=2008/11/15&id=31759&categoria=servizio&...

Agabo.

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18/11/2008 10:14
 
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Una questione sempre più paradossale:

Il convento vuole il testamento biologico «Non si può vivere come vegetali»
Suor Ildefonsa: ho visto tanta sofferenza, aspetto il permesso insieme con tre sorelle


www.corriere.it/cronache/08_novembre_18/suore_testamento_biologico_a3a753ea-b537-11dd-9405-00144f02aa...

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18/11/2008 10:54
 
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la suora in questione afferma:" Ho accudito al Don Orione bambini senza alcuna facoltà mentale, senza arti, a volte qualche visitatore diceva: ma a chi serve una vita così? Io rispondevo: serve a te, perché tu ti possa chiedere che cosa sai fare per loro»."

ma non è una contraddizione? quei bambini non soffrono secondo lei?
i loro parenti non soffrono? Siamo misericordiosi e mettiamo fine alla loro vita! Dovrebbero vivere per il nostro beneficio spirituale!

Punturina "Pic indolor" e via in paradiso!






"Darò loro un cuore nuovo e uno spirito nuovo metterò dentro di loro."
"Formatevi un cuore nuovo e uno spirito nuovo."

Ezechiele



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