Ecco la traduzione. Ringrazio Sara61 per l'aiuto
Dopo 12 anni di bagarre giuridica, la Corte europea dei diritti dell’Uomo, decreterà sulla sorte dell’associazione Testimoni di Geova. Condannata in tre occasioni a versare al fisco una somma vi-cina ai 50 milioni di euro a seguito di un accertamento fiscale nel 1996, l’organizzazione, religiosa per alcuni e settaria per altri, sarà regolarizzata “probabilmente prima della fine dell’anno” ci ha confidato Philippe Goni, avvocato dei Testimoni.
Il contesto
Dato che l’accordo amichevole consigliato dalla Corte tra la Francia e l’associazione, non ha ancora avuto seguito, le discussioni sono state prolungate fino al 15 settembre, per mettere ordine a una in-terminabile cacofonia giuridica. Nel vago di una legislazione francese, timorosa nell’inquadramento del culto, i protagonisti si impantanano nei testi legislativi.
I personaggi
Il Fisco francese: richiede il suo dovuto, sostenuto in tutto da deputati preoccupati di chiudere con un’organizzazione che qualificavano già “settaria” nel primo rapporto d’inchiesta parlamentare del 1995. I testimoni di Geova, da parte loro, denunciano l'utilizzo “dell'arma fiscale” per distruggerli. “I parlamentari non nascondono di volere utilizzare l'arma fiscale per lottare contro le sette. Le contribuzioni volontarie non erano mai state oggetto di tassazione”, sostiene Philippe Goni
I fatti
Già condannati per la questione fiscale dai tribunali francesi, l’associazione muove oggi la carta della discriminazione davanti alla Corte europea accusando la Francia di voler rovinare il movimento e di nuocere alla libertà di culto. Lo stato francese potrà quindi vedersi condannato… per la sua politica di lotta contro le sette. Un paradosso che risiede nella posizione ambigua dei testimoni di Geova. Religione, setta, associazione culturale…… per quanto la Repubblica rispetti tutti i culti è alquanto in difficoltà quando si tratta di gerarchizzarli.
L’imbroglio
Mentre le prefetture hanno sempre rifiutato il titolo di “associazione di culto” ai Testimoni di Geova, i Tribunali amministrativi hanno sistematicamente riconosciuto il contrario. Nel 2006 l’ufficio dei culti del Ministero degli interni ha infine annunciato, tramite la voce del suo capo Didier Leschi, che “secondo la giurisprudenza, hanno diritto di beneficiare di questa denominazione” e quindi dei vantaggi fiscali che ne derivano.
Conclusione
Questo riconoscimento implicito, non convince i parlamentari. “Sono contribuenti come gli altri”, ripetono. “Ancor più perché sono stati condannati” ha ricordato a vsd.fr Philippe Vuilque presidente del gruppo di studi sulle sette all’Assemblea nazionale. “È un rompiscatole", sospira Philippe Goni, "tutti gli anni rifanno la stessa cosa. I parlamentari non sono lo Stato, soprattutto quando agiscono in piccoli gruppi di studio, come è stato per questo caso. Il Consiglio di Stato ha riconosciuto i Testimoni come un’associazione culturale”. La Corte europea dei diritti dell’Uomo, metterà presto un termine alla controversia. La sua decisione potrà obbligare la Francia a chiarire la normativa dei culti, nel rispetto del suo attaccamento al principio di laicità.
[Modificato da Achille Lorenzi 30/07/2008 18:26]