Gandhi ha scritto:
Non ti sembra un pò ingiusto questo? Perchè il tutto deve essere legato alle circostanze in cui uno si trova?
La teologia fondamentale si occupa di rispondere anche a questa domanda. Diciamo che la teologia fondamentale si occupa di questo genere di tematiche ad un livello avanzato e scientifico. Al livello del semplice fedele, invece, i preamboli della fede fanno parte (o dovrebbero far parte) della normale catechesi. Perché sia ragionevole credere, infatti, è una cosa che ogni credente “adulto” sa per via del percorso catechetico che ha affrontato nella Chiesa. Che poi molti non lo sappiano… beh… questo dipende dal fatto che non si tratta di credenti “adulti”.
Ecco un buon testo sui fondamenti del Cristianesimo usato nei corsi di catechesi per adulti:
www.esserecattolici.com/modules.php?name=Content&pa=showpa...
Inutile dire che ti consiglio di darci almeno un’occhiata.
Mauro ha scritto:
fra l'altro per dare credibilita' a questa "teologia fondamentale" devi prima avere fede e quindi sarebbe un cane che si mangia la coda.
Al contrario, caro Mauro, al contrario. Teologia fondamentale si occupa, in parte, anche della cosiddetta apologetica, vale a dire che si occupa di determinare i margini di credibilità del messaggio cristiano in sé. Questo perché l’atto di fede è un atto di volontà, ma è un atto perfettamente ragionevole. L'uomo è infatti, per sua natura, un ente razionale... e la grazia completa la natura, non la annulla. Pertanto, l'atto di fede deve essere necessariamente un qualcosa di razionalmente giustificato.
Non mi risulta infatti che gli atei razionali, o i credenti in altre religioni, si convertano leggendo tomi di teologia.
Che a te non risulti non significa che ciò non sia accaduto. Ci sono diversi esempi di atei convertiti alla fede “anche” per tramite della lettura dei testi di Tommaso d’Aquino, ad esempio: il caso di Maritain è esemplare sotto questo punto di vista. Poi, l’atto di fede è un atto di volontà, quindi nessuno può costringere nessuno a credere, nemmeno il teologo più sopraffino. Senza contare che, oggi come oggi, coloro che sono atei lo sono spesso anche per l’impossibilità oggettiva di comprendere e compiere l’atto di fede per via del fatto di essere imbevuti di riduzionismo e relativismo. Io stesso sono rimasto un agnostico fino a quanto la lettura dei testi di Tommaso d’Aquino e dei tomisti contemporanei non mi ha “sbloccato” su questo punto. Poi, la fede non è solamente una questione di intelletto, per cui ci sono un sacco di altri fattori che concorrono a spingere qualcuno a credere, primo tra tutti l’opera invisibile e fondamentale dello Spirito Santo (ma questo lo si comprende solo a meta raggiunta).
Siamo ormai completamente OT, comuqnue.
-------------------------------------------
Deus non deserit si non deseratur
Augustinus Hipponensis (De nat. et gr. 26, 29)