Consideriamo
Fil 2,6 nella TNM:
"...il quale, benché esistesse nella forma di Dio,
non prese in considerazione una rapina, cioè che dovesse essere uguale a Dio".
Vorrei che facciate attenzione al testo da me sottolineato. In greco suona così:
"...oux arpagmòn eghèsato tò eìnai ìsa theò"
Dal mio punto di vista, questa traduzione è sbagliata. Mi spiego. Tralascio il significato di "
arpagmòn" di cui si è parlato in altre parti del forum e del sito. Il verbo "
eghèomai" (aoristo "
eghesato") regge
il doppio accusativo come in questo caso,
l'accusativo dell'oggetto e l'accusativo che esprime
il complemento predicativo dell'oggetto. La traduzione corretta sarebbe: "non considerò l'essere uguale a Dio come una rapina" (quella della CEI è corretta: "non considerò un tesoro geloso la sua uguaglianza con Dio"). La WTS, invece, traduce in un modo strano. Innanzitutto, in italiano, cosa vuol dire "non prese in considerazione una rapina"? Anche quel "cioè" aggiunto non chiarisce il senso. Infatti a me non sembra una frase di senso compiuto. Inoltre, il verso è stato tradotto come se l'infinito sostantivato (
tò eìnai isa theò)avesse valore epesegetico o dichiarativo (
altro errore!!!).
Risultato:
traduzione errata!!!