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'Tradurre con buon senso...'

Ultimo Aggiornamento: 27/08/2009 22:35
25/08/2008 15:52
 
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Consideriamo Rm 8,23 dalla TNM:

Non solo questo, ma anche noi stessi che abbiamo le primizie, cioè lo spirito

Ou mònon dè, allà kaì autoì tèn aparxèn toù pneùmatos èxontes emèis

toù pneùmatos= genitivo singolare= complemento di specificazione
tèn aparxèn toù pneùmatos= le primizie dello spirito

Conclusione: in questo passo non sono state rispettate le regole grammaticali.
[SM=x570901] [SM=g1543902]
25/08/2008 16:12
 
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Consideriamo Gv 1,14 nella TNM:

E la Parola è divenuta carne e ha risieduto fra noi, e abbiamo visto la sua gloria, una gloria tale che appartiene a un figlio unigenito da parte di un padre

...kaì etheasàmeta ten dòxan autòn, dòxan ws monoghenoùs parà patròs...

In questo caso non si comprende bene il senso della traduzione, nonostante alcune parole aggiunte. La CEI è più chiara e si attiene al testo:
E il Verbo si fece carne e venne ad abitare in mezzo a noi; e noi vedemmo la sua gloria, gloria come di unigenito dal Padre
[SM=x570901] [SM=g1543902]

25/08/2008 16:23
 
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Consideriamo Gv 8,58 dalla TNM:

Prima che Abraamo venisse all’esistenza, io ero

prìn Abraam ghenèstai egò eimì

egò eimì= indicativo presente= io sono (anzi, IO SONO)
Non è un'imperfetto. Consecutio temporum rispettata.

Conclusione: in questo passo non sono state rispettate le regole grammaticali.

25/08/2008 18:37
 
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Re:
Citocromo c, 11/08/2008 11.38:





Atti 2,36 dice: “Sappia dunque con certezza tutta la casa di Israele che Dio ha costituito Signore e Cristo quel Gesù che voi avete crocifisso!” Quale creatura angelica??? E lasciamo perdere la qualità divina perchè san Paolo usa la parola “teòtes” (divinità, natura divina), non teiòtes (qualità divina).



Solo una piccola nota, Citocromo. Il sostantivo "teiotes" e "teotes" nei lessici non è tanto evidente la distinzione.

Infatti "natura divina" è sia per teotes, che per teiotes (tralascio spiriti ed accenti).

Nell'orecchio di chi comunque conosce il greco, il primo è molto più forte del secondo.
[SM=g27823]

http://andreabelli75.wordpress.com/

http://progettostudiodellabibbia.wordpress.com/
25/08/2008 18:47
 
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"Infatti "natura divina" è sia per teotes, che per teiotes (tralascio spiriti ed accenti). "

Etimologicamente theotes è composto da theos, ergo indica l'essere Dio, mentre theiotes, composto da theios, indica l'essere divino. La differenza per un monotesista non esiste, non esistono esseri divini che non siano Dio, esattamente come non esista alcun essere che abbia natura divina che non sia Dio (ma per i TdG, che si rifanno non al cristianesimo ma ad arcaiche concezioni pescate nella fase monolatrica di Israele, tale distinguo esiste). Ad ogni modo deità non è la traduzione di theotes, è proprio la stessa parola. Il -tes greco e il -tas latino sono il medesimo suffisso astraente, e quando a theos ha esattamente la stessa radice indoeuropea di Deus.
Per il resto, caro Citocromo, molte cose che dici sono condivisibili, altre traduzioni che segnali come scorrette sono invece possibili. Non basta un'interlineare per dissertare di greco.
[Modificato da Polymetis 25/08/2008 18:50]
---------------------
Ά όταν έκτιζαν τα τείχη πώς να μην προσέξω.
Αλλά δεν άκουσα ποτέ κρότον κτιστών ή ήχον.
Ανεπαισθήτως μ' έκλεισαν απο τον κόσμο έξω
(Κ. Καβάφης)
25/08/2008 19:43
 
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Per il resto, caro Citocromo, molte cose che dici sono condivisibili, altre traduzioni che segnali come scorrette sono invece possibili. Non basta un'interlineare per dissertare di greco.


Certo. Ma per dimostrare le scorrettezze della WTS, questo è un modo di agire. E' chiaro che io esprimo opinioni personali in base a quanto ho imparato durante i miei studi classici. Cmq in questo tipo discussioni è bello confrontarsi con persone che conoscono le lingue. Almeno per me, il greco e il latino sono sempre state la mia passione.
[SM=x570901] [SM=g1543902]
28/08/2008 17:43
 
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Consideriamo Fil 2,6 nella TNM:
"...il quale, benché esistesse nella forma di Dio, non prese in considerazione una rapina, cioè che dovesse essere uguale a Dio".

Vorrei che facciate attenzione al testo da me sottolineato. In greco suona così:
"...oux arpagmòn eghèsato tò eìnai ìsa theò"

Dal mio punto di vista, questa traduzione è sbagliata. Mi spiego. Tralascio il significato di "arpagmòn" di cui si è parlato in altre parti del forum e del sito. Il verbo "eghèomai" (aoristo "eghesato") regge il doppio accusativo come in questo caso, l'accusativo dell'oggetto e l'accusativo che esprime il complemento predicativo dell'oggetto. La traduzione corretta sarebbe: "non considerò l'essere uguale a Dio come una rapina" (quella della CEI è corretta: "non considerò un tesoro geloso la sua uguaglianza con Dio"). La WTS, invece, traduce in un modo strano. Innanzitutto, in italiano, cosa vuol dire "non prese in considerazione una rapina"? Anche quel "cioè" aggiunto non chiarisce il senso. Infatti a me non sembra una frase di senso compiuto. Inoltre, il verso è stato tradotto come se l'infinito sostantivato (tò eìnai isa theò)avesse valore epesegetico o dichiarativo (altro errore!!!).

Risultato: traduzione errata!!!
[SM=x570901] [SM=g1543902]
28/08/2008 20:58
 
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Re:
Elyy., 25/08/2008 12.57:



Anche se quelli di lingua inglese capiscono meglio la TNM inglese piuttosto che la Bibbia del Re Giacomo, rimane il fatto che la TNM è tradotta male perchè non è una traduzione ma un'interpretazione del testo in lingua originale e uno dei TANTISSIMI esempi è l'aggiunta della parola ALTRE laddove non dovrebbe esserci, come faceva notare Citocromo e dove ho letto in altri posti nel sito e nelle spiegazioni di Don Minuti.


[SM=g1537196] Ely


-------------





Ecco il motivo per cui ho spezzato un'arancia invece di una lancia... eheheh

[SM=g27823]

-------------------------------------------

Deus non deserit si non deseratur
Augustinus Hipponensis (De nat. et gr. 26, 29)

04/09/2008 19:38
 
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Consideriamo Lc 1,28 nella TNM:
"E quando fu entrato da lei, le disse: “Buon giorno, altamente favorita, Geova è con te”"

In greco suona (parte sottolineata): "Xaìre, xexaritomène,Kùrios.."

Innanzitutto come fa il CD a sapere che l'angelo andò da Maria di mattina? Non poteva essere pomeriggio o sera??? Xaìre corrisponde al saluto latino "ave, salve" e può essere tradotto in due modi: "Ti saluto" oppure "Rallegrati"(io preferisco il secondo).

Secondo. "Altamente favorita" è una pessima traduzione. Vi spiego. Xexaritomène è un participio perfetto greco. Il participio perfetto indica un'azione passata i cui effetti perdurano nel presente o meglio il risultato presente di un'azione passata. Inoltre il verbo greco xaritòo è un verbo in -òo e, come tutti i verbi in -òo, indica pienezza totale. Xexaritomène, infine, diventa il nome di Maria (l'angelo glielo cambia ed esprime la sua realtà). Quindi la traduzione letterale è: "Rallegrati, tu che sei stata strapiena di grazia".

La CEI traduce: "Ti saluto, o piena di grazia, il Signore è con te"

La TNM nasconde la potenza di quel xexaritomène.

Risultato: traduzione errata (anzi, io direi manipolata).
[SM=x570901] [SM=g1543902]



04/09/2008 20:16
 
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Il participio perfetto indica un'azione passata i cui effetti perdurano nel presente



Sì è vero, ma ogni verbo va valutato nel contesto sintattico di riferimento.


. Inoltre il verbo greco xaritòo è un verbo in -òo e, come tutti i verbi in -òo, indica pienezza totale



In che senso scusa?


"Quindi la traduzione letterale è: "Rallegrati, tu che sei stata strapiena di grazia". "



Io preferirei tradurre in italiano.

Ad maiora
[Modificato da Polymetis 04/09/2008 20:17]
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Ά όταν έκτιζαν τα τείχη πώς να μην προσέξω.
Αλλά δεν άκουσα ποτέ κρότον κτιστών ή ήχον.
Ανεπαισθήτως μ' έκλεισαν απο τον κόσμο έξω
(Κ. Καβάφης)
06/10/2008 12:04
 
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Errata corrige
Correggo un errore che ho fatto dovuto ad una svista.
Nell'analisi dell'articolo di tdgonline.net ho scritto "prototokòs" anzicchè "protòtokos". La parola corretta è la seconda perchè l'accento acuto cade sulla terz'ultima sillaba quando l'ultima è breve. Confermo protòtokos. Ringrazio berescitte per avermi segnalato l'errore.
[SM=x570901] [SM=g1543902]
21/07/2009 14:19
 
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Nella w1-05-2008 si legge: "Durante uno dei suoi discorsi più famosi Gesù usò un’espressione che in genere è tradotta: “Beati i poveri in spirito”. (Matteo 5:3) Ma in molte lingue la traduzione letterale di questo passo è poco chiara. In alcuni casi la traduzione strettamente letterale può perfino sottintendere che “i poveri in spirito” siano persone mentalmente instabili o che manchino di vitalità e determinazione. Tuttavia, in questo caso Gesù stava insegnando ai suoi ascoltatori che la loro felicità non dipendeva dal soddisfare i bisogni materiali, ma dal riconoscere che abbiamo bisogno della guida di Dio. (Luca 6:20) Perciò, “felici quelli che si rendono conto del loro bisogno spirituale” è una traduzione che trasmette il significato con maggiore accuratezza. — Matteo 5:3" (sottolineature mie)

Io non sono assolutamente d'accordo con la traduzione fatta dalla WTS (anche perchè la TNM dovrebbe essere letterale e non parafrasata come essi stessi dicono) nè con quanto sottolineato. In greco abbiamo: makàrioi oi ptwchoì tw(i) pneùmati, che la Cei traduce bene: Beati i poveri in spirito. Per quanto riguarda l'interpretazione, una volta ho letto una spiegazione di Mons. G. Ravasi che diceva che il passo va inteso in questo senso: "beati coloro che hanno lo spirito da poveri", che poi altro non sono che gli stessi anawim.

Cosa ne pensi Polymetis? Mi piacerebbe avere una tua riflessione a riguardo.
[SM=x570901] [SM=g1543902]
21/07/2009 14:45
 
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Re:
Achille Lorenzi, 22/05/2008 20.01:

Leggete alcuni esempi di traduzione che trovate qui:

www.infotdgeova.it/bibbia/tnm.php

I traduttori della TNM hanno secondo voi manifestato quel "buon senso" di cui si parla nella Torre di Guardia?

Esempio:

«Nel pensiero, chi è senza inquietudine disprezza la stessa estinzione; essa è preparata per quelli dai piedi vacillanti. Le tende degli spogliatori sono senza preoccupazioni, e quelli che fanno adirare Dio hanno la sicurezza che appartiene a chi ha portato un dio nella sua mano». - Giobbe 12:5,6.


Achille

Vorrei propio sapere da un tdg che si incontra per strada tutti i giorni,cosi possa mai significare questo passo. [SM=x570872] Ma come si fa a capirci qualcosa,se non si legge lo stesso passo su di un'altra Bibbia,che non sia la Tnm?.........si peermettono pure di dire che preferiscono la Tmn,perchè ha un linguaggio semplice e moderno?


21/07/2009 17:46
 
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kekaritomene....una forma incompleta?

Carissimo Citocromo
Carissimo Polymeteis

su Luca 1,28 vi riporto un'ipotesi del tutto personale che non ha nessuna pretesa di essere vera ed attendibile.....chi ha reali competenze linguistiche può provare a criticarla e a demolirla ....chi parte da pregiudizi e preconcetti anticattolici ed antimariani non proverà neppure a considerarla....


Nel saluto angelico, "kekaritomene" è probabilmente un participio attributivo che tuttavia conserva elevata valenza verbale, essendo la copula verosimilmente omessa (sulla possibilità che Luca 1,28 sia una "incomplete structure" con probabile mancanza del verbo essere vedasi, ad esempio, Winer, A Treatise on the Grammar of New Testament Greek, 1870, pag. 732).

Di fatto, nel greco antico come in molte altre lingue, il participio è un modo verbale molto vicino all'aggettivo e al sostantivo. Deve il suo nome proprio al fatto che partecipa a queste categorie, cioè condivide le caratteristiche di un verbo e di un aggettivo. Qualcuno ha pertanto osservato che il participio è una specie di "aggettivo verbale", in parte verbo ed in parte aggettivo (vedasi H. W. Smith, A Greek Grammar for Colleges, n. 2039, 1920; E. C. Colwell & E. W. Tune, A Beginner's Reader Grammar for New Testament Greek, 1965, pag. 44; A.T.Robertson, A Grammar of the Greek New Testament in the Light of Historical Research, 1919, pp. 1101).


Coloro che traducono “kekeritomene” con “favorita” o " molto favorita" sostengono che “kekaritomene” sia un participio sostantivato totalmente privo di pienezza, durata e stabilità. Il ragionamento si basa sul fatto che il verbo della frase, detta a Maria dall’Angelo Gabriele, sarebbe l’imperativo “chaire” cioè “rallegrati”.

Molti pensano invece che il participio perfetto passivo “kekaritomene” sia comunque una forma verbale e non un sostantivo vero e proprio. Nel Nuovo Testamento, nei Padri Apostolici e negli Apologeti Greci non mancano, infatti, esempi di participi perfetti passivi usati in forma perifrastica e numerose sono le forme perifrastiche in cui il verbo essere è chiaramente sottointeso. Il fatto poi che “chaire”, possa esser piuttosto un saluto che un vero e proprio imperativo (come intuì bene Girolamo quando tradusse “chaire” con “Ave”), permette di ipotizzare che “kekaritomene” conservi qui un elevata valenza verbale.

Anche se non tutti condividono l'ipotesi (non dimostrabile) secondo cui "kekaritomene" corrisponderebbe alla forma perifrastica "estin kekaritomene", è forse il caso di notare come, all'interno dello stesso versetto, il verbo "essere" sia sottointeso almeno un'altra volta. Luca 1,28 suona, infatti, come:

“Χαιρε κεκαριτωμενη ο κυριος μετα σου”
“Kaire kekaritomene o Kurios meta sou”
"Ti saluto [sei stata] colmata di grazia, il Signore [è] con te."

Su influenza di Luca 1,42, in alcuni manoscritti (Textus Receptus compreso), il saluto dell'Angelo Gabriele prosegue poi con:

“ευλογημενη συ εν γυναιξιν”
"Eulogemene su en gunaiksin"
"Benedetta [sei o sei stata] tu tra le donne",

dove troviamo ευλογημενη (eulogemene), participio passivo perfetto nominativo singolare e femminile (come kekaritomene), con tanto di verbo "essere" sottointeso. Il fatto che tutto il brano lucano ometta la copula conferisce al saluto angelico carattere breve, conciso, solenne, esclamativo ed enfatico.

Il passaggio dal perfetto alle forme perifrastiche e da queste ai participi attributivi è stata lenta e graduale e non ha determinato un'immediata perdita della valenza verbale di detti participi. Oltre che nelle scritture greche e cristiane, troviamo forme perifrastiche che tendono a sostituire il perfetto anche in alcuni autori greci del I e II secolo avanti Cristo (come, ad esempio, Polibio, Strabone e Diodoro Siculo).

Un caso emblematico è dato dal verbo “grapho” cioè scrivere. Per citare i Profeti, il Nuovo Testamento utilizza indifferentemente “gegraptai” (perfetto di grapho), “estin + gegrammenon” forma perifrastica o “gegrammenon da solo” con valenza ibrida. In questi casi sembra indifferente tradurre “come sta scritto”, “come è stato scritto” , “come è scritto” o “secondo lo scritto” o “in conformità a quanto scritto”. Esistono evidentemente casi con sfumature verbali più accentuate, mentre in altri contesti la valenza sostantivata sembra essere più forte: il significato logico non sembra comunque molto diverso. Per l’uso di “gegraptai” vedansi, ad esempio, i casi di Matteo 2,5; Romani 3,4; Apocalisse 13,8. Per l’uso di “estin + gegrammenon” si vedano Luca 20,17; Giovanni 2,17; Giovanni 6,31; Giovanni 6,45; Giovanni 10,34; Giovanni 12,14; Giovanni 19,19. Per l’uso di “gegrammenon” da solo con funzione perifrastica-sostantivata (e talora anche preceduto da articolo) vedansi infine Luca 22,37 e 2 Corinzi 4,13. Non mancano poi casi in cui "estin" nella forma verbale è probabilmente sottointeso (come in Apocalisse 2,17; Apocalisse 5,1; Apocalisse 14,1 e Apocalisse 17,5).
Vedasi, a tal proposito, Joseph A. Fitzmyer, Essays on the Semitic Background of the New Testament, 1997, pp. 8-9. Per la possibilità che la forma perifrastica “estin + participio perfetto” esprima - come il perfetto - uno stato o una situazione, risultante da un precedente evento ma persistente nel presente, vedasi J. Gonda, Selected Studies, 1975, Vol I, pag. 472.



enrico


[Modificato da domingo7 21/07/2009 17:52]
21/07/2009 17:55
 
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05/08/2009 12:01
 
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Buon senso...?????
[SM=x570872]
Leggo in At 6,8 della TNM: "Ora Stefano, pieno di grazia e potenza, compiva grandi portenti e segni fra il popolo."
In Gv 1,14 della TNM: "la Parola [...] ed era pieno di immeritata benignità e verità.
Nel caso di Gv, in greco, leggo: plères chàritos.
Nel caso di At, in greco, leggo: plères chàritos.
Sono le stesse parole che vengono tradotte in due modi diversi. La traduzione corretta sarebbe "pieno di grazia" ("immeritata benignità" riecheggia un'ideologia di stampo protestante). Cmq la cosa grave, a mio parere, è che Gesù, che è il Figlio di Dio, che è il Signore, è pieno di una benignità "immeritata". Stefano diventa in questo modo più importante di Cristo. Questo sarebbe "tradurre con buon senso"? Questo dimostra che la Parola di Dio viene tradotta male ad arte. Sanno il significato delle parole ma lo cambiano per togliere qualunque espressione cattolica dal testo. Però si vede che il diavolo fa le pentole ma dimentica di fare i coperchi!
[SM=x570901] [SM=g1543902]
05/08/2009 13:13
 
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Re: Buon senso...?????
Citocromo c, 05/08/2009 12.01:

[SM=x570872]
Leggo in At 6,8 della TNM: "Ora Stefano, pieno di grazia e potenza, compiva grandi portenti e segni fra il popolo."
In Gv 1,14 della TNM: "la Parola [...] ed era pieno di immeritata benignità e verità.
Nel caso di Gv, in greco, leggo: plères chàritos.
Nel caso di At, in greco, leggo: plères chàritos.
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Interessante!

Se poi lo vediamo alla luce di quanto dice Pespicacia volume 1 alla voce "Benignità" : Quando il termine greco chàris ha questo significato, in riferimento alla benignità accordata a chi non la merita, come è vero della benignità mostrata da Geova, “immeritata benignità” è un ottimo equivalente in italiano.

Evidentemente Gesù non la meritava?

con affetto




www.randallwatters.com/

Se studiate la storia della società Watchtower, una cosa dovreste aver chiara nella mente: la dottrina è irrilevante. Cambia continuamente, dato che il Corpo Direttivo riscrive la loro storia e si riscrivono nella Bibbia, come se fosse stata scritta per loro e soltanto per loro. Potete studiare teologia finché vi fuma il cervello. Potete conoscere la Bibbia parola per parola. Ma, a meno che capiate come la manipolano per arrivare ai loro fini, rimarrete sprovveduti sul come contrastarli. Vi rideranno in faccia. Se imparate il loro sistema e mettete a nudo il loro metodo, non vi sfideranno più. Come nella novella ‘Il mago di Oz’ fu sorpreso a esercitarsi dietro la tenda, così tireranno la tenda dell’illusione al suo posto. Imparate le loro tecniche piuttosto che la loro teologia. (di Randall Watters, dalla sua esperienza pluriennale alla Betel di Brooklyn)
11/08/2009 18:43
 
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Questa vi sembra una traduzione fatta con buon senso? Guardate che pastrocchio viene fuori quando vogliono nascondere la potenza dell'"IO SONO".
Gv 13,18-19 (TNM): Non parlo di voi tutti; conosco quelli che ho scelto. Ma è perché si adempia la Scrittura: ‘Colui che si nutriva del mio pane ha alzato il suo calcagno contro di me’. Da questo momento ve lo dico prima che avvenga, affinché quando sia avvenuto crediate che sono io.

E' vero che la TNM è chiara e comprensibile? e che la Bibbia va letta perchè è chiarissima? Dal queste parole io comprendo che è Gesù che tradisce se stesso. Voi???
[SM=x570901] [SM=g1543902]
23/08/2009 21:31
 
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Nella TNM in Mt 8,28 leggiamo: "Quando fu giunto all’altra riva, nel paese dei gadareni, gli vennero incontro due indemoniati che uscivano di fra le tombe commemorative, insolitamente fieri, tanto che nessuno aveva il coraggio di passare per quella strada". (sottolineatura mia)

Dalla lettura capisco che questi indemoniati sono fieri, cioè orgogliosi, in modo insolito. Ma fieri di che? Non vi sembra strana questa traduzione? Hanno tradotto con buon senso???
I termini sottolineati in greco sono: chalepoì lìan. Chalepòs,-è,òn è un aggettivo tra le cui accezioni presenta anche "fiero"; però, se vogliamo cercare un termine più preciso, soprattutto tenedo conto del contesto, vediamo che l'aggettivo greco significa anche "pericoloso, furioso". L'avverbio lìan, non significa "insolitamente" ma è correlato con òstee si tradicono "tanto...che". La Cei traduce bene: "erano tanto furiosi che nessuno poteva più passare per quella strada".
[SM=x570901] [SM=g1543902]
24/08/2009 15:39
 
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Nella TNM in Lc 21,25 leggiamo: "E ci saranno segni nel sole e nella luna e nelle stelle, e sulla terra angoscia delle nazioni, che non sapranno come uscirne a causa del muggito del mare e del [suo] agitarsi".

La WTS traduce "en aporìa(i)" molto liberamente e non letteralmente come si vanta di aver fatto in generale per la TNM ("che non sapranno come uscirne"). A parte questo, mi sembra strano che il mare muggisca (hanno tradotto con buon senso??? Le mucche muggiscono!). Il termine greco "ekò,-oùs" significa "rumore, suono fragore,rimbombo,lamento".
La CEI traduce meglio: "Vi saranno segni nel sole, nella luna e nelle stelle, e sulla terra angoscia di popoli in ansia per il fragore del mare e dei flutti".
[SM=x570901] [SM=g1543902]
24/08/2009 15:55
 
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Nella TNM in Giuda 1,16 leggiamo: "e la loro bocca pronuncia cose gonfie". Mah! Chissà cosa sono queste "cose gonfie". Saranno palloncini??? L'aggettivo greco in questione (in accusativo neutro plurale) è upèronkos,on, che significa "gonfio", ma il buon senso ci suggerisce di vedere altri significati più consoni, quali "smisurato, eccessivo, iperbolico, superbo, orgoglioso, altezzoso".
La CEI traduce meglio: "la loro bocca proferisce parole orgogliose".
Beh, mi sembra un'espressione più corretta.
[SM=x570901] [SM=g1543902]

24/08/2009 16:12
 
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Nella TNM 2Cor 12,20 leggiamo: "[...]che vi siano in qualche modo contesa, gelosia, casi d’ira, contenzioni, maldicenze, sussurri, casi di gonfiezza, disordini [...]".
Il termine più strano che c'è in questo versetto è "casi di gonfiezza". Ma per caso c'era gente grassa o gonfia che rappresentava un caso serio per la comunità di Corinto. Erano i primi obesi della storia??? A parte gli scherzi, mi sembra che ci sia un modo migliore per rendere in italiano certi termini.
Il sostantivo fusìwsis significa anche "alterigia, superbia, arroganza".
La CEI traduce: "che per caso non vi siano contese, invidie, animosità, dissensi, maldicenze, insinuazioni, superbie, disordini".
Mi sembra che traduca meglio anche "contenzioni" e "sussurri".
[SM=x570901] [SM=g1543902]


24/08/2009 16:32
 
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Nella TNM, in Mc 7,21-22 leggiamo: "poiché dal di dentro, dal cuore degli uomini, vengono i ragionamenti dannosi: fornicazioni, furti, assassinii, adultèri, concupiscenze, atti di malvagità, inganno, condotta dissoluta, occhio invidioso, bestemmia, superbia, stoltezza". In questo caso non ho da segnalare errori gravi ma preferisco la traduzione della CEI a quella della WTS. Più che "ragionamenti dannosi" preferisco "intenzioni (o pensieri)cattivi" (kakòs significa "cattivo, malvagio"). "Occhio invidioso" è la traduzione letterale ma è meglio dire "invidia".
CEI: "Dal di dentro infatti, cioè dal cuore degli uomini, escono le intenzioni cattive: fornicazioni, furti, omicidi, adultèri, cupidigie, malvagità, inganno, impudicizia, invidia, calunnia, superbia, stoltezza".
[SM=x570901] [SM=g1543902]
24/08/2009 17:00
 
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Nella TNM, in Lc 20,47, leggiamo: "e che divorano le case delle vedove e per pretesto fanno lunghe preghiere". Il termine greco profàsei(dativo in forma avverbiale) significa "col pretesto" ma anche "in apparenza". Siccome Gesù vuole mettere in risalto l'ipocrisia degli scribi e farisei, a mio parere è migliore la seconda traduzione.
La CEI traduce: "divorano le case delle vedove, e in apparenza fanno lunghe preghiere".
[SM=x570901] [SM=g1543902]
24/08/2009 20:29
 
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Nella TNM, in 2Cor 4,6 leggiamo: "Poiché fu Dio a dire: “Rifulga la luce dalle tenebre”, ed egli ha rifulso nei nostri cuori per illuminar[li] con la gloriosa conoscenza di Dio mediante la faccia di Cristo".
In greco leggiamo: pròs fwtismòn tès gnwsews tès dòcses toù teoù en proswpw(i) Xristoù. La parte sottolineata sul testo greco viene tradotta dalla WTS come un complemento di mezzo. In realtà, si tratta di un complemento di stato in luogo figurato. Letteralmente si traduce: "della conoscenza della gloria di Dio (che è, che risplende oppure che rifulge) sul volto di Cristo". In questo versetto hanno voluto nascondere l'allusione alla divinità di Cristo, sul cui volto risplende la gloria di Dio.
La CEI traduce: "E Dio che disse: Rifulga la luce dalle tenebre, rifulse nei nostri cuori, per far risplendere la conoscenza della gloria divina che rifulge sul volto di Cristo."
In questo versetto non hanno usato buon senso ma furbizia, rendendo un genitivo di specificazione ("della gloria") come aggettivo e il luogo "en proswpo(i)" come complemento di mezzo.
Ma allora perchè scrivono: “Non è stato risparmiato sforzo nei molti anni di preparazione di questo testo per rendere la moderna traduzione italiana la più accurata e la più leggibile a disposizione”. (L’eterno proposito di Dio ora trionfa, 1975, p. 192)???. (grassetto mio)
[SM=x570901] [SM=g1543902]

24/08/2009 21:38
 
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Re:
Citocromo c, 24.08.2009 17:00:

Nella TNM, in Lc 20,47, leggiamo: "e che divorano le case delle vedove e per pretesto fanno lunghe preghiere". Il termine greco profàsei(dativo in forma avverbiale) significa "col pretesto" ma anche "in apparenza". Siccome Gesù vuole mettere in risalto l'ipocrisia degli scribi e farisei, a mio parere è migliore la seconda traduzione.
La CEI traduce: "divorano le case delle vedove, e in apparenza fanno lunghe preghiere".
[SM=x570901] [SM=g1543902]




In questo caso trovo meglio la TNM, invece della CEI,
perché la TNM la comprendo così:
"divorano le case delle vedove e, per coprire la loro malvagità facendo ciò, fanno lunghe preghiere"

Invece la CEI la comprendo in un modo un pò strano:
"in apparenza, cioè apparentemente, sembrano di fare lunghe preghiere, ma invece le loro preghiere sono corte"

[SM=x570867]
24/08/2009 22:03
 
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In questo caso trovo meglio la TNM, invece della CEI,
perché la TNM la comprendo così:
"divorano le case delle vedove e, per coprire la loro malvagità facendo ciò, fanno lunghe preghiere"

Invece la CEI la comprendo in un modo un pò strano:
"in apparenza, cioè apparentemente, sembrano di fare lunghe preghiere, ma invece le loro preghiere sono corte"



Entrambe le traduzioni sono corrette. Io trovo migliore quella della CEI.
[SM=x570901] [SM=g1543902]
25/08/2009 10:27
 
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Nella TNM, in Gv 7,29 leggiamo: "Io lo conosco, perché sono un suo rappresentante, ed Egli mi ha mandato".
Nel testo greco non esistono le parole "suo rappresentante". Non c'è bisogno che mi soffermi su questo particolare per dire che la WTS vuole a tutti i costi nascondere la divinità di Cristo (questo è solo 1 dei tanti versetti). Mi interessa di più dare un'occhiata al testo greco per segnalare oltre l'errore anche un particolare di cui non mi ero accorto in passato.
In greco leggiamo: "egò oìda autòn, òti par'autoù eimi kakeinòs me apèsteilen".
La CEI traduce bene: "Io però lo conosco, perché vengo da lui ed egli mi ha mandato".
Il particolare di cui mi sono accorto è questo: Dio Padre viene indicato con il pronome "ekeìnos" (qui unito alla congiunzione kaì), che viene tradotto dalla WTS con "Egli". Siccome questo pronome è utilizzato da Gesù anche per indicare lo Spirito Santo (Gv 15,26), perchè la WTS non traduce alla stessa maniera???
Riporto il passo Gv 15,26:...ekeìnos marturèsei perì emoù (tr.: egli mi renderà testimonianza).
La WTS traduce: "Quando sarà arrivato il soccorritore che vi manderò dal Padre, lo spirito della verità, che procede dal Padre, quello renderà testimonianza di me. Vedete che manovre???
[SM=x570901] [SM=g1543902]
25/08/2009 12:05
 
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Ecco come un amico testimone di Geova , contraddice Citrocomo in un versetto

Caro Delfino,

Scusami ma non ci siamo, tu continui a ripete le calssiche obiezioni fatte dal GRIS per prendere per il naso chi il greco non lo conosce. Qui tu dici:

> egò eimì= indicativo presente= io sono (anzi, IO SONO)
Non è un'imperfetto. Consecutio temporum rispettata.

Ora, ego eimi, in greco, è un presente, ma il presente greco non è il presente italiano, non ha lo stesso valore temporale. In questo passo, con il "prin" (prima), secondo la grammatica, puoi consultare quella del Blass-Debrunner che è la migliore in assoluto per il Nuovo Testamento, indica un'azione che è iniziata nel passato e che continua anche nel presente.

Si può rendere anche con un passato, e ci sono altri passi identici che le traduzioni cattoliche rendono con il passato, guarda per esempio la CEI in Giovanni 15,27

Nome su facebook Fabri Balzani (aggiungetemi come amico)
Nick youtube Fabriziob63 (guardate i miei video)
(Quiz su facebook) Sei sotto controllo mentale? (fate il quiz)
gruppo facebook (controllo mentale )
Partecipo su facebook a ( EX TESTIMONI DI GEOVA)
causa su facebook con 578 membri ( in costruzione)
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website WWW.CONTROLLOMENTALE.IT
25/08/2009 13:08
 
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Ora, ego eimi, in greco, è un presente, ma il presente greco non è il presente italiano, non ha lo stesso valore temporale. In questo passo, con il "prin" (prima), secondo la grammatica, puoi consultare quella del Blass-Debrunner che è la migliore in assoluto per il Nuovo Testamento, indica un'azione che è iniziata nel passato e che continua anche nel presente.

Si può rendere anche con un passato, e ci sono altri passi identici che le traduzioni cattoliche rendono con il passato, guarda per esempio la CEI in Giovanni 15,27



Il presente indicativo, in greco, è il tempo dell'azione durativa e si distinguono: il presente descrittivo,il p. storico, il p. di conato, il p. gnomico, il p. iterativo e in qualche caso anche il p. resultativo. Ora, in questo caso Gesù fa riferimento all'IO SONO di Es 3,14. Ho mostrato anche un altro caso (vedi sempre in questo thread) in cui la WTS traduce bene col presente ma crea una confusione nel discorso di Gesù perchè traduce "sono io" anzicchè "IO SONO". La congiunzione temporale prìn introduce una semplice proposizione temporale. Cosa vuol dire che l'azione continua nel presente??? Che Abramo è vivo mentre Gesù sta parlando???

Prìn

introduce una temporale che indica un'azione prima della quale avviene quella della proposizione reggente. Cmq quello è un passo in cui Gesù afferma la sua divinità. Controlla gli altri (cito a senso): quando avrete innalzato il Figlio dell'uomo allora saprete che IO SONO, Gesù dice "IO SONO" e tutti stramazzano per terra, se non crederete che IO SONO morirete nei vostri peccati, ecc...
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