La bambina è sorridente e sta bene. Abita ad Acqui, ed è nata il 24 marzo del 2005. E’ uscita dall’ospedale da poco. Guarita. Contro ogni aspettativa. La sua odissea è iniziata ancor prima che nascesse. Era il 21 dicembre del 2004 e la sua mamma era incinta di sei mesi quando una ecografia eseguita all’ospedale Gaslini di Genova ha diagnosticato una serie di malformazioni cardiache. La gravidanza era altamente a rischio: la bambina correva seri rischi e se fosse nata avrebbe dovuto subire tre operazioni. Interventi chirurgici supportati da trasfusioni di sangue. I genitori, Testimoni di Geova, vogliono questa bimba, ma non intendono venire meno al loro credo che vieta le trasfusioni. D’altra parte i medici genovesi non se la sentono di eseguire le operazioni senza trasfusioni. L’ospedale di Monza conferma le patologie e la necessità di operare, ma con trasfusioni. i genitori non accettano. Tramite la rete sanitaria dei testimoni di Geova si mettono in contatto con l’ospedale di Padova. Il professor Giovanni Stellin, primario della Cardiochirurgia pediatrica, si dichiara pronto a seguire la piccola e a fare gli interventi senza trasfusione. Quando la piccina nasce pesa oltre tre chili. Viene subita trasferita in terapia intensiva e dopo 5 giorni operata al cuore. I termini scientifici parlano di «atriosettostomia attraverso vena ombelicale, cateterismo cardiaco con aortoistmoplastica». Sono ore, giorni di angoscia, preghiera, paura di non poter abbracciare quel fagottino rosa. E’il 16 aprile quando Aurora torna in reparto. Ma la serenità dura poco. Il 9 maggio viene sottoposta ad un intervento invasivo «coartectomia aortica e bendaggio dell’arteria polmonare» senza uso di trasfusioni. Sempre seguita dal professor Giovanni Stellin. La strada verso la guarigione è ancora lunga e tempestata da altri due interventi. In questi giorni una nuova visita ha confermato che la piccola è guarita. E’ una bimba sorridente di quasi tre anni che pesa 15 chili. Che gioca, ride, salta, ascolta favole e le inventa. Che non ha paura dei camici bianchi o verdi.
Il papà dice: «Siamo felici come solo lo possono essere due genitori. Ma siamo anche tanto, tanto grati al professor Giovanni Stellin, e a tutti i medici che abbiamo incontrato. Dottori coraggiosi, capaci, disposti a rispettare la nostra posizione sul sangue. A mettersi in gioco, studiare, per trovare soluzioni che non penalizzino nessuno e siano rispettose della vita e della religione».
La tecnica operatoria utilzzata non è certo una novità.
la stessa si estende a tutti i neonati, ove è possibole intervenire co operazioni paliative, in attesa di un intervento molto più invasivo.
Questo nasce dal fatto che un intervento invasivo o definitivo è particolarmente rischioso nei primi giorni di vita.
In particolar modo, nel caso di neonati TdG si propende quasi sempre per questa soluzione.
Avendo un peso che può variare tra i 2 e 5 chili la quantità di sangue presente nel corpo non permetterebbe di avviare la macchina-cuore-polmone o CEC (Circolazione-extra-corporea), non essendo ancora in commercio "campane" pediatriche.
Si aspetta che il neonato raggiunga un tale peso corporeo da permettere l'avvio della circolazione con sostanze non ematiche.
L'avvio del CEC da parte dei Perfusionisti con soluzioni saline è una tecnica che viene adottata
in tutti i pazienti.
Questo fino a quando non soppravvengono complicazioni.
Qualora ci fossero state complicazioni, come si sarebbero comportati i medici sopra citati?
Erano presenti sacche di sangue per emergenza in sala operatoria?
I medici si erano riservati tale possibilità?
In altra sede leggo che i medici affermano che questo intervento è il primo caso al mondo.
Allora tutti i casi da me seguiti,sono stati tutti trasfusi?
I casi citati nelle pubblicazioni sono solo millanterie?
Il trapianto di Moira non è mai esistito.
I bambini operati a Roma o all'Esperia Hospital di Modena da Prof. Carlo Marcelletti non sono mai esistiti?
Ciao Gianni.
[Modificato da carlomagno1955 08/02/2008 19:20]