la chiave di volta della società
La mia educazione culturale mi fa ritenere (come la maggioranza delle persone) che la Famiglia sia la "
chiave di volta" della società. Sia punto di riferimento e perno attorno alla quale nasce, cresce e si sviluppa tutta la formazione psicofisica dell'individuo. È terreno per la crescita e lo sviluppo della personalità.
È evidente quindi quanto importante ed essenziale sia il "
controllo" del nucleo degli affetti famigliari da parte di coloro i quali hanno volontà di esercitare il proprio "
potere" in seno ad una società in cui l'elemento comune e aggregante è proprio la famiglia stessa (oggi sempre più mononucleare).
Gruppi familiari omogenei (per cultura e tradizione, nonché per ideali e aspirazioni) possono vivere in armonia applicando principi di sussidiarietà nella vita quotidiana.
Famiglie in cui uno o più elementi conducono (per varie ragioni, caratteriali o di frequentazione) esistenze basate su riferimenti differenti da quelli del nucleo principale, risultano disadattati e alla fine "
emarginati" dall'insieme delle relazioni, quand'anche da quello degli affetti.
È pur vero che i principi di compassione, tolleranza e disponibilità vengono in aiuto in queste situazioni per mantenere un dialogo e una integrazione affettiva; principi che possono essere emanazione dalla singola sensibilità o da riferimenti religioso-spirituali sani e conformati ad un giusto sentire, ricco di umanità e di consapevolezza dell'"io".
Una congregazione che si ispira (dichiara di ispirarsi) a principi "divini" e quindi, nella accezione occidentale, positivi e volti al bene dell'individuo evidenzia, nell'interpretazione e nell'applicazione di questi, una fondamentale
CONTRADDIZIONE.
Non è conciliabile infatti l'istruzione all'ostracismo e alla denigrazione del "diverso", rifiutandone l'integrazione non
RICONOSCENDONE LE DIVERSITÀ!
Anche un semplice rifiuto di saluto, che matura poi in un deterioramento dei rapporti (inesistenti) e in risentimenti più o meno malcelati e somatizzati, è un atto gravissimo di attentato alla famiglia!
Se il machiavellico "fine che giustifica i mezzi" è qui applicato con un cinismo senza uguali, risulta al limite del grottesco si venga a sacrificare proprio quell'elemento per il quale si sta cercando di ottenere il consenso.
In altre parole, mi sembra molto "stupido e irresponsabile" distruggere la Famiglia per poterla controllare!!!
Ammettere solamente il diritto di esistenza a nuclei affettivi (famiglie e non solo) omogeneizzate alla propria volontà e visione è quantomai presuntuoso e arrogante e, vorrei dire, "
razzista".
Razzista in senso lato del termine, inteso di chi non è in grado, per individualismo e/o per ignoranza, di accettare e integrare la diversità.