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Sorveglianti viaggianti senza figli: prove bibkiche!

Ultimo Aggiornamento: 04/11/2007 11:12
04/11/2007 06:29
 
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1Timoteo 3:1 È degno di fede quanto vi dico: se uno aspira all'episcopato, desidera un nobile lavoro.
1Timoteo 3:2 Ma bisogna che il vescovo sia irreprensibile, non sposato che una sola volta, sobrio, prudente, dignitoso, ospitale, capace di insegnare,
1Timoteo 3:3 non dedito al vino, non violento ma benevolo, non litigioso, non attaccato al denaro.
1Timoteo 3:4 Sappia dirigere bene la propria famiglia e abbia figli sottomessi con ogni dignità,
1Timoteo 3:5 perché se uno non sa dirigere la propria famiglia, come potrà aver cura della Chiesa di Dio?
1Timoteo 3:6 Inoltre non sia un neofita, perché non gli accada di montare in superbia e di cadere nella stessa condanna del diavolo.
1Timoteo 3:7 È necessario che egli goda buona reputazione presso quelli di fuori, per non cadere in discredito e in qualche laccio del diavolo.

A quanto ne so per i Tdg queste scritture sono l'inequivocabile prova che i vescovi erano sposati. Tutta la storia sullo sviluppo del voto di celibato, partito dalla consuetudine della continenza dopo l'investitura a vescovo la ignorano totalmente. Infatti anche gli sposati potevano diventare vescovi così come può succedere ancora oggi nella Chiesa Ortodossa, solo che una volta ricevuto l'incarico si dedicavano all'astensione dai rapporti sessuali. Questo però non vuol dire che non fossero sposati.
Ecco il perchè della scrittura di Paolo.
In seguito però si notò che, dato che il vescovo non poteva adempiere ai suoi doveri coniugali, sarebbe stato meglio che non si sposasse e quindi la Chiesa prese questa decisione (ma solo per il rito latino e non per gli altri 14 o 15 riti della Chiesa stessa).

Però questo ha a che fare con la Traditio che interpreta il passo Di Matteo 19:12:

Matteo 19:12 Vi sono infatti eunuchi che sono nati così dal ventre della madre; ve ne sono alcuni che sono stati resi eunuchi dagli uomini, e vi sono altri che si sono fatti eunuchi per il regno dei cieli. Chi può capire, capisca».

Perciò non mi sembra del tutto un'invenzione ecclesiastica.
Però visto che i Tdg la battono tanto con 1 Timoteo dove sono le prove che i sorveglianti viaggianti non devono avere figli?

Riflettete!
[Modificato da Bicchiere mezzo pieno 04/11/2007 06:56]
La verità non è qualcosa di statico ma è basata su una conoscenza progressiva, in grado di mettere in discussione anche i precedenti concetti raggiunti usando il modello del metodo scientifico
04/11/2007 11:12
 
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Molte volte l'obiezione posta dagli avversi al voto di celibato (che abbiamo visto non è antiscritturale come prstica, giacchè vi sono rpecisi riferimenti all'essere 'eunuchi per il Regno dei Cieli') è semplicemente un'accozzaglia di demagogia sulle conflittualità interne che un prete può provare quando fa il voto di celibato.

Costoro sono dimentichi però che gli stessi problemi che ha un prete li può avere anche una persona sposata. Infatti col passare del tempo in un uomo sposato possono accendersi passione e desiderio d'amore nei confronti di un'altra donna. Può star male, essere perdutamente innamorato della donna che ha appena incontrato, in un modo persino superiore a qualunque sentimento abbia mai provato per sua moglie.
Ma questo cosa vuol dire? Che può divorziare e può risposarsi liberamente con la nuona donna che ama?
Ma questa è una crudeltà perchè quest'uomo soffrirà sempre e non potrà appagare il proprio hisogno d'amore.

Gli 'eunuchi per il Regno dei Cieli' vengono altresì chiamati 'sposi in Cristo'. Il loro voto di fedeltà non è una semplice rinuncia al matrimonio ma un dono (il celibato) che viene offerto in sacrificio al Signore per servirlo appieno nella sua Opera 24 ore su 24 senza distrazioni familiari. Questo è un servizio sacro reso a Dio. E deve farlo non chiunque volgia darsi da fare nell'opera del Signore, ma chiunque sappia e abbia convenuto nel suo cuore che quanto sta decidendo di fare durerà per tutto il resto della sua vita nonostante le tentazioni. Se pensa di non essere in grado di sopportarne il peso, beh, che non si faccia prete allora. Può benissimo essere diacono, catechista, o semplice laico. Evidentemente il suo 'dono nello Spirito' non è essere 'eunuco per il Regno dei Cieli'.

Come marito di Cristo, allo stesso modo di un marito standard, il prete, ormai avente fatto il voto di celibato, deve resistere alle tentazioni e non commettere adulterio spirituale tradendo il suo voto. esiste quindi un parallelismo chiaro fra le sofferenze fra un marito standard e un 'eunuco per il Regno dei Cieli'.
Chi diventa prete fa una scelta consapevole. Nessuno l'ha obbligato a diventare prete.

Prima che qualcuno mi dica che questa è la stessa risposta che danno i Tdg quando i fuoriusciti si lamentano dell'emarginazione a cui vengono sottoposti, forse è bene rammentare che l'organizzazione dei Tdg insegna che per essere salvati ed entrare nella Chiesa di Cristo (l''organizzazione) bisogna essere battezzati. E tutti i battezzati devono accettare nella clausola che alla loro fuoriuscita verranno interrotti i rapporti di affetto con loro. Però, in alternativa, se non ti battezzi non lo salvi. Perciò sei costretto a entrare nei Tdg accettando anche la disassociazione e la dissociazione.
Per quanto invece riguarda l'investitura a prete della Chiesa Cattolica le cose stanno ben diversamente. La Chiesa non insegna che se non diventi prete non ti salvi. No, la chiesa insegna che ognuno deve seguire il 'dono nello Spirito' che dio ci ha dato. Perciò chi diventa prete lo fa con una sua precisa volontà non condizionata dal timore di non rientrare nell'istituto della salvezza del Signore.
Il parallelismo perciò cade inerorabilmente!

Detto tutto questo, c'è ancora una cosa da precisare in merito al voto di celibato. Gli obiettori di solito dicono che i primi vescovi erano sposati, compreso lo stesso Pietro che per la CC divenne il papa per eccellenza. Ed è vero! Però dimenticano che tali vescovi e apostoli per poter servire pienamente il signore hanno dovuto agire come se non fossero sposati. La Traditio cattolica (che per i cattolici integra e completa la Scrittura) nei documenti degli Antichi Padri insegna che i vescovi che si sposavano però dovevano sottoporsi alla continenza sessuale. In pratica era come se non fossero stati sposati, giacchè non potevano adempiere alle loro esigenze sessuali.
Da lì al voto di celibato, che è una pratica ecclesiologica e non dogmatica e che quindi potrebbe essere abbandonata dall'oggi al domani, il passo è stato breve. Si è pensato bene di fare in modo che chi divenga prete non si sposasse per evitare sofferenze alle donne prese in moglie o ai figli che già erano nati.

L'esistenza comunque degli 'eunuchi per il regno dei Cieli' c'è sempre stata, sia che i vescovi fossero sposati (ma dovevano praticare la continenza, come accade ancora oggi nei riti di investitura nella Chiesa Ortodossa) sia che fossero celibi per il voto fatto. Si tratta di un voto fatto a Dio spontaneamente. Non diverso ad esempio del voto fatto a Dio da Anna per suo figlio Samuele il profeta.
La verità non è qualcosa di statico ma è basata su una conoscenza progressiva, in grado di mettere in discussione anche i precedenti concetti raggiunti usando il modello del metodo scientifico
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