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Caso Piccioni

Ultimo Aggiornamento: 03/02/2009 19:54
09/08/2007 07:35
 
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Un altro articolo su "La Stampa" di ieri:

Il caso
Per Piccioni
FONTANETO D’AGOGNA

Collaborazione tra investigatori svizzeri e Procura della Repubblica di Novara per risolvere il caso Piccioni: intanto, il forum elvetico dedicato alle ricerche sul Testimone di Geova di Fontaneto d’Agogna è stato al centro dell’attacco di hacker professionisti che l’hanno messo fuori uso e i detectives rossocrociati denunciano intimidazioni e pedinamenti da parte di ignoti. Alleanza italo-svizzera per dare un volto ai responsabili della scomparsa di Emo Piccioni: ieri pomeriggio alla Procura di Novara, la dottoressa Mara De Donà, il magistrato che coordina le indagini, ha incontrato Daniele Marcis, l’investigatore responsabile di una società svizzera a cui si è rivolta la famiglia Piccioni, gli avvocati Renato Bucci e Vito Pucci, la sorella dello scomparso, Anna Piccioni, ed il cognato, Giorgio Mazza. «Abbiamo fornito al magistrato italiano tuttele informazioni che abbiamo raccolto - dice Marcis - compreso l’ultimo attacco informatico che ha messo fuori uso il forum su Piccioni. Si tratta di un attacco effettuato da hacker professionisti, che ci ha causato seri danni. Il sito internet in questi mesi si è rivelato particolarmente utile perchè abbiamo ricevuto molti contributi, anche anonimi, su cui abbiamo lavorato, e quindi si è trattato di un attacco mirato. Non si tratta di un’azione isolata: in precedenza, una serie di pressioni, azioni denigratorie ed intimidazioni, e non solo a livello informatico, sono state perpetrate ai nostri danni e ai danni di quanti si prodigano nella scoperta della verità». E la verità sul caso Piccioni sembra portare sempre più sulla pista delle sette e del satanismo: «L’ipotesi più probante resta quella - dice l’avvocato Bucci - che Piccioni sia rimasto vittima di qualcuno aderente ad una setta, quasi certamente legata al satanismo o ad una tipologia analoga, così come è indiscutibile che il sequestro non fosse mirato a lui in modo specifico, ma ad un Testimone di Geova in generale». Il legale aggiunge che «le possibilità che Emo Piccioni sia ancora in vita sono pochissime, quasi nulle. Il sequestro è stato effettuato in una zona dove non è facile nascondere delle persone e tenerle in vita, e i responsabili hanno agito di giorno ed hanno consumato la loro azione criminosa nel raggio di pochi chilometri da dove Piccioni è stato sequestrato, quindi nelle vivcinanze di Prato Sesia». Anche la sorella di Piccioni, Anna, è convinta che ormai sia quasi impossibile riabbracciare il fratello: «Vogliamo però fare il possibile perchè questo caso non resti irrisolto e venga fatta piena luce sui responsabili. E’ stata importante la partecipazione della gente alle due manifestazioni che abbiamo organizzato a Borgomanero e Prato Sesia; noi abbiamo sempre evitato qualsasi genere di strumentalizzazione, perchè l’unica cosa che ci interessa è la ricerca della verità, senza pregiudizi». Si tratta di un concetto che ieri hanno ripetuto anche il figlio di Piccioni, Marco, e la moglie, Enza Gentina, che ogni giorno continua a cercare ed distribuire le foto del marito scomparso nella speranza che qualcuno ricordi qualche particolare utile alle indagini. Per il 31 ottobre, che è la data del secondo anniversario della scomparsa, verrà organizzata una nuova manifestazione, anche se familiari, legali ed investigatori sperano che per quella data il caso sia ormai risolto. «Oggi intanto - commenta l’avvocato Vito Pucci - è stato fatto un passo molto importante con l’avvio di questa collaborazione tra la magistratura italiana di Novara e gli investigatori privati svizzeri: unendo le forze contiamo di giungere presto a fare chiarezza su un caso che è ormai chiaramente di sequestro ed omicidio».

Fonte: www.lastampa.it/search/albicerca/ng_articolo.asp?IDarticolo=1631791&sezion...
17/09/2007 07:21
 
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"La Stampa" del 16/09
TESTIMONE DI GEOVA
Piccioni, l’hacker ha agito in zona

BORGOMANERO

Svolta nelle indagini per la scomparsa di Emo Piccioni: l’investigatore svizzero, che collabora con le autorità italiane, ha individuato la località da dove è partito l’attacco telematico che ha messo «ko» il forum, nel sito elvetico, dedicato alle ricerche del Testimone di Geova borgomanerese scomparso il 31 ottobre 2005. Piccioni viveva a Fontaneto e aveva un’attività a Borgomanero. Il detective Daniele Marcis, ingaggiato dalla famiglia, vanta 17 anni di servizio nel Corpo Guardie di confine svizzere: qui era responsabile del servizio informazioni, poi capo del servizio antidroga. Nel 2004 ha fondato a Lugano «Paradiso», agenzia investigativa che si occupa in modo particolare di persone scomparse. E’ a lui che si sono rivolti l’anno scorso il figlio di Piccioni, Marco, e la moglie dello scomparso, Enza Gentina. Ora Marcis presenta i primi risultati. «Alcuni mesi fa il nostro sito, e in particolare il forum che avevamo attivato, è stato messo fuori uso da un attacco mirato di hacker. Dopo investigazioni, siamo riusciti a individuare la località da cui è partito questo attacco. Per questo provvederemo a formalizzare la denuncia nei confronti dei responsabili anche presso le autorità italiane». L’attacco al sito svizzero è partito dall’Italia del Nord Ovest, proprio dalla zona dove viveva Piccioni: «Secondo me si tratta di una manovra disperata, fatta da chi si è sentito braccato e ha tentato di chiudere un forum che stava dando risultati importanti ai fini delle ricerche». Chi non vuole che si parli di Emo Piccioni - che sparì da Prato Sesia dove si era recato in seguito a una telefonata anonima - non si è limitato all’attacco informatico: «Ci sono state numerose minacce. Questo comprova che a qualcuno dia molto fastidio che si cerchino informazioni su questo caso». Marcis già questa estate ha incontrato il magistrato che si occupa del caso Piccioni, la dottoressa Mara De Donà, con cui ha iniziato una importante collaborazione. L’investigatore svizzero è convinto che il cerchio si stia stringendo sempre di più nei confronti di chi si è reso responsabile del sequestro Piccioni: «Sono dell’avviso, dopo tutte le informazioni acquisite, che il sequestro sia stato opera di una, due persone al massimo, anche se queste magari si sono potute servire di qualche altro soggetto, ma semplicemente come manovalanza». Marcis è poi dell’avviso che il sequestro, e il probabile omicidio del Testimone di Geova, siano avvenuti nella zona: «Certamente tutto è stato svolto in un’area abbastanza circoscritta, comunque non lontana dal luogo in cui è stata ritrovata l’automobile di Emo Piccioni». Infine: «Le speranze che Piccioni siano ancora in vita - aggiunge Marcis - sono davvero ridotte ai minimi termini». Anche se, ovviamente, la famiglia dell’imprenditore ancora spera di rivedere un giorno il pensionato.

Fonte: www.lastampa.it/search/albicerca/ng_articolo.asp?IDarticolo=1652432&sezion...
[Modificato da Achille Lorenzi 17/09/2007 07:22]
28/10/2007 08:48
 
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Su "La Stampa" di oggi:

Minacciato di morte investigatore svizzero che indaga su Piccioni

L'articolo sarà visualizzabile online solo da domani.

Achille
29/10/2007 12:42
 
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Achille Lorenzi, 28/10/2007 8.48:

Su "La Stampa" di oggi:

Minacciato di morte investigatore svizzero che indaga su Piccioni

L'articolo sarà visualizzabile online solo da domani.

Achille

Ecco l'articolo segnalato ieri:

PRATO SESIA.IERI UN INCONTRO

Minacciato di morte investigatore svizzero che indaga su Piccioni

L’investigatore svizzero che indaga sulla scomparsa di Emo Piccioni ha ricevuto minacce di morte, rivolte a lui e alla figlia, ma ha trovato altri indizi, legati alle sette sataniche, nella zona di Gattinara e di Ivrea.

A due anni dalla scomparsa del Testimone di Geova, i familiari ieri pomeriggio hanno organizzato un incontro a Prato Sesia, nella piazza delle Poste, la stessa dove è stata ritrovata l’auto di Piccioni e dove si presume l’uomo abbia incontrato la persona o il gruppo che lo ha fatto sparire e quasi sicuramente ucciso. La famiglia, la moglie Enza Gentina, i figli Cinzia e Marco ed il fratello Fausto, chiedono che la magistratura acquisisca ufficialmente le informazioni raccolte da Daniele Marcis, l’investigatore elvetico di cui i familiari di Piccioni hanno chiesto la collaborazione. Marcis ha raccolto tutta una serie di dati che portano all’ambiente delle sette sataniche ed esoteriche: una pista avrebbe indicato anche il luogo dove sarebbe stato sepolto Piccioni, nei boschi vicini alla torre di Gattinara.

Una ricerca col detector non ha però portato ad alcuna conferma se non al ritrovamento, in un casolare abbandonato, di un foglio con scritte sataniste. Un altro foglio, appartenente allo stesso block notes del precedente, è stato ritrovato in un casolare nelle vicinanze di Ivrea; su questo secondo foglio è scritta la data 31.X, la stessa della sparizione di Piccioni, ed una cartina stilizzata in cui potrebbe essere riconosciuta la zona della scomparsa. Le indagini dell’investigatore svizzero avrebbero anche portato all’individuazione di una persona sospetta, legata ai satanisti e ad altre sette dell’esoterismo: questo personaggio avrebbe agito a caso contro i Testimoni di Geova, colpendo però uno di loro perchè l’associazione religiosa ha sempre professato un comportamento intrasigente contro il satanismo: «L’uccisione di qualcuno - dice Marco Piccioni - è un mezzo per fare carriera all’interno di queste sette; questa potrebbe essere una motivazione all’uccisione di mio padre, ma si tratta di una semplice ipotesi, perchè in realtà non si è trovata ancora una spiegazione a questo fatto».

Link: www.lastampa.it/search/albicerca/ng_articolo.asp?IDarticolo=1678697&sezion...
27/01/2009 12:54
 
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L'investigatore vive tranquillo in Thailandia..

La storia
Fuga a Pucket con il mistero del caso Piccioni
FONTANETO D’AGOGNA

Daniele Marcis, l’investigatore privato svizzero che avrebbe scoperto indizi importanti sul caso Piccioni e che è a sua volta scomparso dalle fine del 2007, in realtà vive tranquillo in Thailandia, nelle vicinanze di Pucket. A fare luce su questo «giallo nel giallo» è Lorella Marcis, la sorella, che vive e lavora anche lei in Svizzera. «Mio fratello ha deciso di lasciare completamente la Svizzera ed il genere di vita che conduceva qui per andarsene lontano e tagliare completamente i ponti con tutto. E’ partito nel mese di novembre del 2007 - dice Lorella Marcis - dall’aeroporto di Agno, in Canton Ticino, diretto a Bangkok». La donna aggiunge che «alcuni ticinesi mi hanno poi segnalato di averlo visto prima in quella città, poi a Pucket. Non vuole più avere niente a che fare con il passato, tanto che, quando, preoccupata, sono andata dalla polizia cantonale per segnalarne la scomparsa, dopo qualche tempo mi ha mandato a dire che era meravigliato che lo cercassi. Non vuole più fare sapere niente di sè». L’ex investigatore, secondo il racconto della sorella, si è rifatto una vita in Thailandia, dove avrebbe aperto una ditta specializzata in informatica: «Lui in realtà non è scomparso, ha deciso di andarsene via, non informando nessuno».
Quindi cade anche l’ipotesi della fuga in un luogo sconosciuto perchè minacciato da qualcuno, legato magari alla scomparsa di Emo Piccioni, il Testimone di Geova sparito da Borgomanero il 31 ottobre 2005, e di cui lui si occupava nelle indagini? «Le indagini di Piccioni non hanno niente a che fare con la scelta di mio fratello - risponde Lorella Marcis - o almeno io sono convinta di questo. E la conferma viene da un fatto molto preciso: chi vuole davvero scomparire o teme per la propria vita, non se ne va con un regolare visto di soggiorno come ha fatto lui». Resta però il fatto che Marcis si stava occupando della scomparsa di Emmo Piccioni, che aveva sostenuto di avere scoperto indizi importanti e che aveva additato la pista delle sette sataniche come quella più probabile per svelare il mistero della scomparsa del Testimone di Geova. «Mi spiace veramente per la famiglia Piccioni e per tutti quelli che si sono affidati a lui per le loro ricerche, ma purtroppo non ha lasciato detto nè scritto nulla, e non vuole contatti di nessun genere», dice Lorella Marcis: «Io so che certamente in Thailandia sta bene, non so perchè abbia fatto questa scelta così improvvisa».
A questo punto però possono essere lette in una luce completamente diversa tutte le dichiarazioni di Marcis, comprese quelle rilasciate a Novara il 23 agosto del 2007, dopo l’incontro in Procura con il magistrato che ha coordinato le indagini sul caso Piccioni, la dottoressa Mara De Donà. Marcis sostenne di essere stato minacciato di morte perchè stava individuando i colpevoli, aggiunse che il suo sito Internet era stato colpito dagli hacker, e ribadì che le sue indagini lo inducevano a concludere che i satanisti avevano voluto eliminare Piccioni. «Purtroppo - dice Enza Gentina, moglie di Piccioni - scomparso Marcis, non abbiamo ricevuto la documentazione delle sue indagini, così come stiamo ancora aspettando il dossier raccolto dalla Procura dopo l’archiviazione del caso».

Fonte: www.lastampa.it/search/albicerca/ng_articolo.asp?IDarticolo=1945673&sezion...
27/01/2009 13:53
 
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Mistero nel mistero...
L'unica spiegazione razionale ad un comportamento così irrazionale e che in qualche modo è stato costretto ad andarsene.
A quanto pare queste sette hanno più potere di quanto sembra. Inoltre non capisco come abbiano fatto ad archiviare un caso che non è assolutamente risolto. Ultima cosa..., come mai si è dovuto aspettare l'investigatore svizzero per trovare indizi vicino al luogo del rapimento? La famosa dott.ssa di cosa si occupa? O meglio la magistratura italiana non ha tempo di indagare su rapimenti con indizi di questo tipo? Paghiamo le tasse per poi assumere a nostre spese un investigatore che dopo 2 anni dal rapimento fa scoperte elementari, che chiunque avesse indagato seriamente avrebbe trovato? E' più semplice minacciare un uomo solo, che una struttra creata appositamente per tale scopo, ma vedo che la terra dei cachi non si smentisce mai.


27/01/2009 14:16
 
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Innanzitutto la mia solidarietà alla famiglia Piccioni.

Per quel che riguarda il caso dell'investigatore, premesso che probabilmente si fosse trattato di un mio caro scomparso, avrei fatto anch'io come i famigliari, la storia mi pare strana.

O è stato veramente minacciato, ma in questo caso deve essere stato fatto segno di minaccia da una organizzazione ben potente, per averne tale timore da espatriare senza comunicarlo nemmeno ai parenti e senza pensare di chiedere protezione alla polizia.

Un'altra ipotesi è che il suo espatrio potrebbe essere stato organizzato da tempo e l'occasione si è presentata con l'ultimo caso seguito.

Gabriella Prosperi
27/01/2009 14:33
 
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Cara Gabriella intendi dire che lui aveva fatto la richiesta in anticipo e una volta accettata sia partito? Da come è stato descritto sembrava essere una persona molto professionale, se fosse come dici avrebbe comunicato almeno alla famiglia per cui lavorava e da cui veniva pagato, di questa sua partenza. A me sembra invece che abbia voluto far perdere le tracce di se per un pò di tempo, visto che nemmeno la sorella ne era a conoscenza.
27/01/2009 14:48
 
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[SM=g1537334]
Sono d'accordo con Divenire81
Tempo fa avevo ascoltato qualcosa su Youtube sul caso Piccioni.
Non ero a conoscenza di questi articoli. “La Stampa”.
Io non vivo in Italia. Sul telegiornale italiano non sempre portano queste notizie.
Grazie a internet posso conoscere questi argomenti di cronaca.
Achille Grazie per questi aggiornamenti.
27/01/2009 16:18
 
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Re:
Divenire81, 27/01/2009 14.33:

Cara Gabriella intendi dire che lui aveva fatto la richiesta in anticipo e una volta accettata sia partito? Da come è stato descritto sembrava essere una persona molto professionale, se fosse come dici avrebbe comunicato almeno alla famiglia per cui lavorava e da cui veniva pagato, di questa sua partenza. A me sembra invece che abbia voluto far perdere le tracce di se per un pò di tempo, visto che nemmeno la sorella ne era a conoscenza.


No, assolutamente.
Volevo dire che, magari per sue ragioni, aveva pensato ad un espatrio che è divenuto possibile in quel periodo di tempo.
Ma questa è una mia ipotesi. Non penso che ci sia stat5o nulla di disonesto, ma solo una coincidenza.
E' possibile?
Gabriella Prosperi

27/01/2009 17:32
 
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Può darsi, rimane cmq un atteggiamento molto sospetto il suo. Sarà che guardavo Magnum PI da bambino [SM=g27823]
28/01/2009 10:37
 
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Strano quando si parla di sette riferendosi anche a casi specifici, oppure può essere detto in generale c'è sempre un qualcuno che mette fuori la coda di paglia.

Male non fare paura non avere !

28/01/2009 10:51
 
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Non riesco a capire come si riesca a dare un tono polemico a degli articoli giornalistici che nulla hanno a che fare con il mondo religioso.

Questa storia ,triste a dir poco si sta utilizzando per fare conversazioni di contradditorio tra i siti pro Tdg e contro.

Non lo ritengo corretto per il dispiacere che sta provando questa famiglia.

Gli articoli scritti da giornalisti della Repubblica e La Stampa parlano in toni ampi delle sette di origini satanica ma non accostano questo all'immagine della religione dei Tdg.

I tdg sono vittime in questo caso ,com'e'vittima la famiglia Piccioni.

Silenzio rispettoso per questa famiglia....

28/01/2009 11:09
 
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Ho già minacciato di querela, o cancellano il post o poi mi diverto io, vista la mia parentela in polizia. Ma si può manipolare una frase che poi difende di per se la vittima che è un TdG? Posso capire un argomento in cui qualcuno si schiera in modo accanito contro la WT e qualcuno se la prende...ma cambiare il senso di questa frase è proprio da ...... ..... ......(i puntini sostituiscono le 3 paroline che direi al signore che ha compiuto il gesto)

28/01/2009 17:30
 
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Re:
Divenire81, 28/01/2009 11.09:

Ho già minacciato di querela, o cancellano il post o poi mi diverto io, vista la mia parentela in polizia. Ma si può manipolare una frase che poi difende di per se la vittima che è un TdG? Posso capire un argomento in cui qualcuno si schiera in modo accanito contro la WT e qualcuno se la prende...ma cambiare il senso di questa frase è proprio da ...... ..... ......(i puntini sostituiscono le 3 paroline che direi al signore che ha compiuto il gesto)


Non te la prendere, si chiariranno le cose, credo che ci sia stato un malinteso. E' normale che in tale clima di tensione i toni si facciano accesi, forse se fossi stata tdg, avrei anch'io avuto la coda di paglia e probablmente mi arrabbierei ed avrei una visione diversa delle cose di come le vedo io ora in quanto non tdg. [SM=g1543902]


Le cose che si vedono sono per un tempo
ma quelle che non si vedono sono eterne - 2Corinzi 4:18


03/02/2009 19:54
 
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Altro articolo sul caso Piccioni

Articolo pubblicato sul quotidiano "La Stampa" del 28/1/2009 Sezione: Novara Pag. 55 (link: www.lastampa.it/search/albicerca/ng_articolo.asp?IDarticolo=1950771&sezion... )

IL TESTIMONE DI GEOVA SCOMPARSO
Nuova scritta nel casale “Emo Piccioni è morto”

BORGOMANERO

«Emo Piccioni è morto»: la scritta è comparsa nella «cascina dei satanisti», dove già era stato scritto il nome dello scomparso accanto ai simboli luciferiani. A segnalare un nuovo indizio, o forse una nuova complicazione, nel giallo della scomparsa del Testimone di Geova, è la moglie, Enza Gentina. Nel «cascinale dei demoni», nelle campagne tra Fara e Carpignano, nel marzo del 2007 erano state scoperte scritte sataniche, i simboli del repertorio satanista. A scoprirlo erano stati due cacciatori, che avevano avvertito subito la famiglia dello scomparso.
La moglie, Enza Gentina, non si è data per vinta, ed anche in quella cascina diroccata, dove si arriva dopo chilometri di sterrato fra campi e boschi, aveva voluto mettere la foto del marito e la richiesta di aiuto. «Adesso, proprio accanto al nome di mio marito, seguito da una freccia che portava alle scritte sataniste - racconta la donna - è stata aggiunta una scritta, Piccioni è morto».
Enza Gentina non vuole trarre conclusioni affrettate, anzi dice che «il mistero si infittisce. Questo cascinale resta un rompicapo. Perchè qualcuno avrebbe scritto tutte queste cose? Non so, ma mi sembra strano che sia solo uno scherzo: chi fa scherzi vuole che le cose si scoprano subito, mentre questa cascina è così isolata che è stato un caso fortuito a fare scoprire che cosa era stato fatto al primo piano». Enza Gentina ha sempre dichiarato che il marito è stato l’obiettivo di qualche gruppo satanista, dal momento che aveva sempre manifestato una forte critica a questi movimenti. «Non so più cosa pensare, se non sperare che Emo possa magari anche essere lontano, ma che non gli abbiano fatto nulla di male». In questi giorni il muistero della scomparsa del Testimone di Geova è stato complicato anche dalla notizia che Daniele Marcis, il detective svizzero che la famiglia aveva ingaggiato per collaborare nelle indagini con le forze dell’ordine italiane, sparito all’improvviso un anno e mezzo fa, vive in Thailandia ed ha rotto i ponti con l’Europa. «Anche in questo caso - osserva Enza Gentina - non so cosa dire, se non che siamo molto amareggiati».
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