Ma sappi questo, che negli ultimi giorni ci saranno tempi difficili. 2 Poiché gli uomini saranno amanti di se stessi, amanti del denaro, millantatori, superbi, bestemmiatori, disubbidienti ai genitori, ingrati, sleali, 3 senza affezione naturale, non disposti a nessun accordo, calunniatori, senza padronanza di sé, fieri, senza amore per la bontà, 4 traditori, testardi, gonfi [d’orgoglio], amanti dei piaceri anziché amanti di Dio, 5 aventi una forma di santa devozione ma mostrandosi falsi alla sua potenza; e da questi allontanati (2 Timoteo 3:1-5)
Questo passo scritturale viene spesso citato dai Testimoni di Geova come profezia adempientesi nei nostri stessi giorni. Guardando attentamentele realtà che ci circonda i Testimoni osservano che tutte queste qualità malvagie e negative abbondano nella nostra attuale società umana e, quindi, a loro avviso viviamo negli ‘ultimi giorni’ descritti da Paolo nella seconda lettera a Timoteo.
Per una particolare cronologia impostata sulla loro lettura di alcuni passi di Daniele, insieme ad Apocalisse, i Testimoni credono che questi ‘ultimi giorni’ siano iniziati nel 1914, anno in cui, secondo loro, è iniziato in maniera invisibile il Regno di Cristo nell’alto dei cieli.
Non starò qui a disquisire sul senso del termine greco ‘parousia’ per vedere se significa ‘presenza invisbile’ o ‘ritorno visibile’. Non starò nemmeno qui a valutare se la concezione di ‘Regno di Dio’ dei Tdg sia corretta o no. Quello che voglio mettere in risalto è ben altra cosa invece. Per amore del ragionamento prendo per buono l’anno 1914 come insediamento di Gesù sul Trono di Dio. Ciononostante gli ‘ultimi giorni’ non sono cominciati in quell’anno ma molto tempo prima.
Leggiamo il passo degli Atti degli Apostoli in cui Pietro spiegava ai presenti cosa stava succedendo durante la Pentecoste ai 120 che avevano ricevuto lo Spirito Santo:
14 Ma Pietro, stando in piedi con gli undici, alzò la voce e, rivolgendosi loro, si espresse così: “Uomini di Giudea e voi tutti, abitanti di Gerusalemme, vi sia noto questo e prestate orecchio alle mie parole. 15 Questi, in realtà, non sono ubriachi, come voi supponete, poiché è la terza ora del giorno. 16 Al contrario, questo è ciò che fu detto per mezzo del profeta Gioele: 17 ‘“E negli ultimi giorni”, dice Dio, “verserò del mio spirito su ogni sorta di carne, e i vostri figli e le vostre figlie profetizzeranno e i vostri giovani vedranno visioni e i vostri vecchi sogneranno sogni; 18 e anche sui miei schiavi e sulle mie schiave verserò in quei giorni del mio spirito, e profetizzeranno. (Atti 2:14-18)
Sì, Pietro diceva che la profezia di Gioele si stava adempiendo proprio in quel giorno (la Pentecoste). E che cosa diceva la profezia di Gioele? La posiamo vedere citata nelle parole dello stesso apostolo Pietro: “
E negli ultimi giorni verserò il mio Spirito…”. Perciò, quello stesso giorno di Pentecoste, proprio quel giorno lì, ‘gli ultimi giorni’ erano già cominciati! E da allora sempre ‘ultimi giorni’ siamo stati, fino ai giorni nostri.
Ecco che, quindi, la profezia di Paolo nella lettera a Timoteo non si adempie dal 1914 in avanti ma si è sempre adempiuta a partire dal primo secolo (Pentecoste) fino ad oggi. In effetti se ci pensiamo, le qualità malvagie profetizzate dall’apostolo ci sono sempre state. Vogliamo dire che durante l’Impero Romano, durante il medioevo, il diciottesimo secolo e il diciannovesimo secolo, non ci siano stati ‘amanti di se’ stessi, amanti del denaro, millantatori, superbi, bestemmiatori, disubbidienti ai genitori, ingrati, sleali, senza affezione naturale, non disposti a nessun accordo, calunniatori, senza padronanza di sé, fieri, senza amore per la bontà, traditori, testardi, gonfi d’orgoglio, amanti dei piaceri, anziché amanti di Dio, aventi una forma di santa devozione ma mostrandosi falsi alla Sua potenza’? Certo che ci sono stati! Dunque è chiaro che gli ‘ultimi giorni’ partirono da Pentecoste fino ad arrivare a noi, nei giorni nostri!
[Modificato da Bicchiere mezzo pieno 25/02/2007 19.26]
La verità non è qualcosa di statico ma è basata su una conoscenza progressiva, in grado di mettere in discussione anche i precedenti concetti raggiunti usando il modello del metodo scientifico