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Testimonianza di un ex TdG francese

Ultimo Aggiornamento: 20/01/2007 23:53
20/01/2007 06:35
 
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Oui, il faut interdire les Témoins de Jéhovah!
(Si, bisogna vietare i Testimoni di Geova")



Fonte: bellaciao.org/fr/article.php3?id_article=41205

Si tratta di un articolo molto lungo di cui traduco qualche frase:

di Nicolas J. ex adepto.
Ho ventiquattro anni e la particolarità di aver trascorso i primi ventidue anni della mia vita fra i testimoni di Geova. Essendo i miei genitori seguaci, sono stato educato in questo movimento da cui sono uscito due anni fa, con l'aiuto dei miei amici e del ADFI di Lille.
Ho così conosciuto, senza avere contatti esterni, la vita ed l'indottrinamento di un bambino che non ha chiesto nulla, che non ha alcuno spirito critico su ciò che gli è trasmesso ed imposto, e che è portato, condizionato ad agire al servizio degli interessi del movimento, con una lingua, un insegnamento, un sistema di codici trasmessi dai suoi genitori.
I testimoni di Geova affermano non di essere una setta, sostenendo che i loro bambini non sono separati dal mondo: vanno a scuola, frequentano a volte studi superiori, lavorano nel mondo esterno.
Ma l'indottrinamento va ben oltre e i danni all'identità, alla personalità, alla vita emozionale, morale e fisico sono reali, anche se dall'inizio è previsto che il bambino li dissimuli al mondo esterno.
Dopo ventidue anni, non si può uscire da questo movimento senza ripercussioni d'ordine psicologico e morale con le quali occorrerà convivere negli anni successivi: non ci può in due anni sbarazzare tutto ciò che vi è stato insegnato, indotto, programmato dalla più giovane età e non so quanto tempo occorrerà ancora per liberarsene. ...

Achille
20/01/2007 13:23
 
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Eccovi la traduzione integrale ....
di Nicolas J. ex seguace.
Ho ventiquattro anni e la particolarità di aver trascorso i primi ventidue anni della mia vita fra i testimoni di Geova. Essendo i miei genitori seguaci, sono stato educato in questo movimento da cui sono uscito due anni fa, con l'aiuto dei miei amici e del ADFI di Lille.

Ho così conosciuto, senza avere contatti esterni, la vita ed l'indottrinamento di un bambino che non ha chiesto nulla, che non ha alcun spirito critico su ciò che gli è trasmesso e imposto, e che è portato, condizionato ad agire al servizio degli interessi del movimento, con una lingua, un insegnamento, un sistema di codici trasmessi dai suoi genitori.

I testimoni di Geova affermano di non essere una setta, sostenendo che i loro bambini non sono separati dal mondo: vanno a scuola, frequentano a volte studi superiori, lavorano nel mondo esterno.

Ma l'indottrinamento va ben oltre e i danni all'identità, alla personalità, alla vita emozionale, morale e fisica sono reali, anche se dall'inizio è previsto che il bambino li dissimuli al mondo esterno.
Dopo ventidue anni, non si può uscire da questo movimento senza ripercussioni d'ordine psicologico e morale con le quali occorrerà convivere negli anni successivi: non si può in due anni sbarazzare tutto ciò che vi è stato insegnato, indotto, programmato dalla più giovane età e non so quanto tempo occorrerà ancora per liberarsene.

Il termine “ripercussione„ può sembrare relativamente vago parlando di un movimento settario. È la perdita della stima di sé nella misura in cui il movimento persuade l'individuo che non è nulla, se non un peccatore la cui sola salvezza risiede in Dio, rappresentato dal gruppo, e nella speranza di una vita futura in un paradiso in cui raggiungerà la perfezione. Il mondo mi era presentato sotto un angolo sufficientemente cattivo perché non mi senta bene, ed ancora meno atto a vivervi normalmente.
Mi è stato necessario tutto uno lavoro di ricostruzione per riapprendere a vivere in questo mondo esterno, mentre ci è stato insegnato mentalmente, psicologicamente a vivervi senza farne parte: è uno dei credi della setta.

La vita è disciplinata da ogni specie di regole sulla natura degli intrattenimenti, relazioni con i membri dell'altro sesso o dello stesso sesso, relazioni emozionali, personali, amichevoli, in relazione alla scienza, all'istruzione… Tutti gli aspetti della vita di un individuo sono gestiti in modo che riesca a disfarsi di ciascuno di questi piccoli aspetti che precisamente compongono un individuo; e dato che in ventidue anni non ho appreso null’altro che questo modo di vivere, esso era per me perfettamente naturale.
Mi occorre ora riapprendere ciò che è realmente un individuo libero, capace di assumere le sue scelte e decidere la sua vita prendendo decisioni che gli siano proprie e non dettate da scritti ed ordinanze.

Ogni giorno “un programma spirituale„ è assegnato ai seguaci. Come qualsiasi testimone di Geova, i bambini sono costretti ad assistere alle tre riunioni (nel mio caso, erano due ore il martedì, un'ora il giovedì e due ore la domenica) ed alla predicazione, malgrado non siano né battezzati né proclamatori. A questo programma esterno all'ambiente familiare relativamente denso viene ad aggiungersi per il bambino un programma personale: deve preparare ogni riunione di sua iniziativa riprendendo le pubblicazioni fornite dalla setta, verificare l'esattezza dei versetti nella bibbia, cioè in generale un'ora ad un'ora trenta di lavoro di preparazione la vigilia di ogni riunione.

Senza dimenticare le attività all'interno del gruppo familiare: “il testo del giorno„, cioè un piccolo opuscolo di cui si legge, ogni giorno, un piccolo testo seguito dalle spiegazioni che ne dà la setta, la lettura della bibbia in famiglia, che dura circa tre quarti d'ora, e la lettura personale che il bambino deve fare ogni sera, durantealtri tre quarti d'ora. Ho calcolato che un bambino delle elementari doveva così dedicare alla setta quasi ventitre ore alla settimana…

Le relazioni con gli altri sono ovviamente elementi ai quali i seguaci sono molto sensibili, soprattutto quando si tratta di concretizzare questi legami al momento di feste che sono altrettanti momenti di coesione sociale.

Per dare una buona immagine del movimento, si permette ai bambini di frequentare gli altri soltanto in modo inquadrato e molto limitato.

Fra i messaggi più ripetuti: “Avete amici nella congregazione, non andate a farvene altrove ", “Le carrive compagnie corropono le utili abitudini„… In altre parole, andare a vedere altri amici rischia di rovinare la vostra fede, di fare penetrare in voi idee che non corrispondono al vostro culto e di indurvi a lasciare la vostra religione.

La gente di fuori è permanentemente demonizzata. Con un abuso di linguaggio, si dice che una persona “è nella verità„ per dire che è Testimone di Geova. E a forza di sentirlo dire da quando si è bambini, si finisce per non dissociare più “Testimone di Geova„ da “verità„.

Nello stesso tempo, la gente di fuori è chiamata “il mondo„, di cui tutta la letteratura dei Testimoni di Geova qualifica di “cattivo”, sotto l’influenza del diavolo e destinato a scomparire. Gli altri, sono il diavolo.

La "diavolizzazione" vale per i piccoli compagni di scuola, dai quali si impara a diffidare; ma si apprende anche come si potrà evangelizzarli pur rispettando il quadro della legge sulla laicità a scuola. Si prepara a considerarli come nemici, e allo stesso tempo dei potenziali adepti …

Così, il bambino a scuola frequenta i suoi coetanei con la duplice ottica di potenziali seguaci e allo stesso tempo un’ottica di sfiducia: non legare una stretta amicizia, ma sufficientemente per mostrare che i Testimoni di Geova non sono una setta, visto che sono capaci di legare relazioni amichevoli.

Le feste sono un argomento particolarmente penoso per tutti i bambini Testimoni di Geova, anche se si insegna loro che non è il caso: vedere succedersi tutti i cenoni di Natale, di capodanno, gli anniversari, senza che non avvenga null’altro che un giorno normale, sentire l’indomani tutti gli amici parlare dei regali che hanno ricevuto e sentirsi costretto, in reazione a questo dolore, di spiegare che il Babbo Natale non esiste, che si conosce la verità su queste cose, che è una menzogna…

Vi insegnano a sfoderare tutta una serie di slogan per giustificare e soprattutto sovra-proteggere se stesso dal dolore che risente un bambino separato dagli altri da tali circostanze: essere invitato ad un anniversario e non potervi andare, non potere celebrare il proprio …

Non so neppure quale età hanno i miei genitori: non si è mai celebrato il loro compleanno.

Per tutti, questa festa annuale permette di avere un'idea del tempo che passa per gli altri. Io, non ho questa nozione, anche per amici intimi. Ciò può sembrare banale, ma quando dopo ci si riflette sù, ci si accorge che queste situazioni sono completamente fuori posto, le quali, aggiunte una alle altre, vengono a formare bagagli terribilmente pesanti da portare…

E se si fuoriesce, ci si rende conto dell'influenza che si è subita e fino a che punto si è inadatti al mondo nel quale si sbarca… Occorre riapprendere a vivere nella vera vita.

La speranza, come essa viene presentata dalla predicazione dei Testimoni di Geova, è quella del Paradiso.

Ma durante le loro riunioni, benché non se ne faccia troppo eco nella loro evangelizzazione per evitare il lato “setta apocalittica„ un poco spaventoso e molto negativo, il paradiso è sistematicamente legato all'arrivo dell’Apocalisse.

In realtà, la loro speranza di vita eterna futura è legata alla distruzione di tutti i loro contemporanei… Si fa facilmene la relazione tra i due, e la speranza per un Testimone di Geova si trasforma finalmente nel desiderio perverso di vedere i suoi contemporanei morire, poiché ciò significherà l'arrivo del Paradiso atteso.

Da qui deriva allo stesso tempo una responsabilità indotta nell'evangelizzazione, trasmessa molto presto ai bambini: portate la responsabilità della vita dei vostri coetanei.

Immaginate che sappiate che si produrrà un terremoto: se non prevenite nessuno, siete omicida. Qui, è la stessa cosa: sapete che il mondo scomparirà; se non li prevenite che devono diventare Testimoni di Geova per sopravvivere a questo mondo condannato, portate la responsabilità della loro morte. Questa responsabilità, la fanno portare ai seguaci.

Appena il seguace sarà in età di comprendere ciò che si dice nel movimento, cioè verso cinque o sei anni, il bambino vivrà con questa spada di Damocle sulla testa e lo persuaderà a provare a salvare i compagni di classe per i quali inizia a provare dell'amicizia: “non hai voglia che muoiono, e non hai neppure voglia di morire perché non li avrai avvertiti…“E tutte queste ambiguità si mescolano in questa promessa dell’Apocalisse.

Il mio sistema d'apprendimento della lettura non era il tradizionale “Luc e Béatrice„ del CP, [metodo usato in Francia] ma le publicazioni della setta. Avevo dunque iniziato ad integrare le sue idee sull'istruzione, la filosofia, la storia, la scienza. Entrando a scuola, il bambino è già preparato a ciò che gli sarà insegnato col metro dell'insegnamento della setta: ciò che corrisponde a ciò che gli é già stato insegnato é accettabile, ciò che non corrisponde è soltanto oggetto di disprezzo. Ci si considera molto chiaramente come superiori al resto dell'umanità, perché si conosce la verità. Anche il bambino è certo di essere superiore ai suoi piccoli compagni di scuola: non crede a Babbo Natale, non celebra gli anniversari perché sa che è una festa pagana, non crede alla teoria dell'evoluzione insegnata a scuola poiché gli hanno insegnato che nella storia biblica l'uomo ha soltanto sei mille anni e che l'evoluzione è soltanto una favola …

Tutti questi pensieri imposti dalla setta sono sufficientemente sostenuti internamente (senza prova concreta, ovviamente) cosicché il bambino sia persuaso arrivando a scuola che ascolterà dei discorsi incompatibili con quelli che gli sono stati insegnati, e che deve esserne prevenuto.

È prevenuto che sentirà parlare di filosofia, di evoluzione, di ragionamenti contrari alla sua fede, che dovrà fare molto attenzione e reagire non appena possibile dinanzi agli altri compagni per provare a trasmettere loro la sua fede. Ciò mi è successo varie volte, quando si è trattato d'evoluzione, di religione, ecc. : ho colto l'occasione per esporre le mie convinzioni dinanzi ai miei professori ed i miei compagni, sperando che alcuni manifestassero dell'interesse e che potevo fare opera di proselitismo una volta uscito dalla scuola.

La scrittura è un metodo molto efficace per collegare cose che credevo innocenti e naturali. È mettendolo su carta che ho iniziato a comprendere il sistema dei Testimoni di Geova e come funzionava, il modo in cui i vari elementi interagivano per creare un meccanismo realmente efficace di schiavitù mentale.

Ho sempre vissuto dissimulando una doppia personalità, dato che sono omosessuale e che l'omosessualità è repressa nella setta.

Avendo avuto dall'età di otto anni coscienza che mi piacevano i ragazzi ed avendo sentito ripetere dal podio che ciò che ero è profondamente odiato da Dio ed è destinato alla distruzione, ho dovuto, per proteggermi, vivere durante tutta la mia infanzia una doppia vita, come durante la mia adolescenza ed infine la vita da adulto.

Questa differenza, questa apprensione permanente di ciò che ero, di ciò che mi era rifiutato, con la percezione che quanto mi era imposto non mi corrispondeva, hanno fatto sì che, da sempre, avevo finalmente coscienza di ciò che avveniva e che in un certo qual modo lo studiavo senza accorgermene.

Quando ne sono uscito, tutto è crollato ed ho potuto vedere con più chiarezza ciò che avevo presentito durante anni. In ogni caso, ho vissuto in maniera schizofrenica fino a ventidue anni con una doppia personalità, a vivere il mia sessualità da un lato e la mia religione dall'altro, molto male, evidentemente: ho pensato spesso al suicidio per porre fine alla mia sofferenza, tanto era insopportabile vedere affrontarsi all'interno di sé due concetti della vita profondamente opposti.

Avevo ovviamente tendenze suicidarie, ma il movimento settario non permettendo neppure il suicidio che mi avrebbe impedito l'accesso alla vita eterna, me ne ha dissuaso, fortunatamente, del resto… È forse la sola cosa della quale ringraziarli!

Fra gli elementi che dissuadono dall’uscire dalla setta, c'è il fatto che questa proibisce ai suoi seguaci ogni contatto con quelli che la lasciano o ne sono espulsi.

E nella misura in cui il seguace ha contatti soltanto con la gente della setta, lasciarla significa separarsi di tutto il suo ambiente emozionale e trovarsi in un mondo col quale non si ha alcun legame.

È in realtà un ricatto emozionale, una grande forza che utilizzano i Testimoni di Geova per conservare i loro seguaci ed anche fare ritornare alcuni dimissionari che si trovano rapidamente in emergenza emozionale in un mondo in cui non conoscono nessuno. Di colpo, ritorneranno nella setta per trovare questo legame emozionale che ormai mancava loro.

Da quando ho lasciato la setta, non ho più nessun contatto con i miei genitori. Sono andati riducendosi fino a ridursi soltanto a brevi telefonate: “Sei consapevole comunque delle conseguenze delle tue scelte?“ Mi hanno abbandonato, non sono più il loro figlio.

Avevo un fratello maggiore e due sorelle minori, anche loro nella setta; inoltre le mie sorelle vivono nella stessa città dei miei genitori, in altre parole completamente sotto la loro influenza: è una città di provincia, un luogo chiuso dove le possibilità di collegamenti amichevoli sono molto ristretti.

La situazione è molto più difficile che a Parigi, dove ci sono molte congregazioni e il flusso di seguaci varia dall’una all'altra secondo il ritmo dei traslochi.

Non ho più famiglia. Ecco, dunque, quali sono gli effetti diretti dell’ indottrinamento settario.

[Modificato da Cerebrale 20/01/2007 13.24]

Nick!
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La dove regna l'impostura, non c'è posto per me ! (Vincenzo Vela)
20/01/2007 13:31
 
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Se mi sono preso la briga di fare la traduzione dell’articolo citato da Achille, è perché mi sono visto in molte delle descrizioni che fà questo giovane, in quanto anche io sono “nato nella verità”, e ho trovato molto lucida la sua maniera di esporre l’indottrinamento della WT sulle giovani menti dei ragazzi.
Purtroppo, a differenza del giovane in questione, io ci sono rimasto prigioniero per quasi 50 anni e non è facile ora affrontare la realtà.
Nick!
.........................................................
La dove regna l'impostura, non c'è posto per me ! (Vincenzo Vela)
20/01/2007 19:25
 
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sottoscrivo ogni singola parola di questo ragazzo che come me è cresciuto nella follia geovista.
for those about to rock...we salute you
20/01/2007 23:53
 
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L'ho letto col cuore in gola pensando alle sofferenze che ho inflitto a mio figlio e sono felice di esserne uscita in tempo per assicurargli almeno un'adolescenza "normale", anche se purtroppo il suo carattere ormai è, e resterà per sempre, segnato da ciò che ha dovuto affrontare.
Spero che altri possano capirlo e non far soffrire i propri figli.
Antonella

"Ognuno sta solo sul cuor della terra, trafitto da un raggio di sole. Ed è subito sera."
(S. Quasimodo)
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