Giusto due o tre cose da replicare....
Caro Freddie:se tu fossi nato in Marocco,consiglieresti alla cara Nounou di non scordarsi della via dell'islam e di prendere al volo le occasioni per impartirlo alla piccola nipotina.
Dalle tue parole devo dedurre che non hai idea in che misura e con quanta devozione un pio musulmano può essere in grado di insegnare agli altri ad amare Dio o Allah (che è la stessa cosa) con mirabili parole e azioni coerenti. Non a caso i musulmani con gli ebrei e i cristiani hanno in comune la stessa discendenza in Abramo e, quindi, possono parlare delle cose di Dio a pieno titolo. Con i TdG sembra che valga il discorso inverso: se si è bollati dal CD o da altri fedeli come “poco spirituali” probabilmente si è vicini a conoscere il volto di Dio più di quanto non si pensi; viceversa, l’essere considerati esemplari ed osservanti non dà la stessa automatica certezza. Un po’ come il famoso fariseo della parabola che più presentava a Dio (meglio sarebbe dire: gli sbatteva in faccia) le sue “devotissime” opere e più era distante da Lui a differenza di un pubblicano che si batteva il petto (mentre l’altro lo gonfiava) nella penombra del Tempio! Del resto, non vedo perché parlare di Dio, delle Sue opere e di Suo Figlio (e perché no? Dello Spirito Santo) secondo una ottica cattolica debba essere considerato tabù o peggio, essere il pretesto per qualcuno di arrogarsi il (presunto) diritto di additare o dileggiare sulla base di sue personalissime convinzioni e secondo il suo individuale punto di vista chi osasse fare ciò. Senza contare che gli argomenti addotti, lungi dall’essere la Verità, sono, in realtà, opinabilissime considerazioni tranquillamente confutabili con altrettanti argomenti di segno uguale e contrario.E’ lecito domandarsi: come mai si spendono fiumi di parole per preoccuparsi di impartire un’educazione sociale, morale, civile ad un bambino mentre si tace sull’aspetto religioso quasi fosse un optional? O forse solo alcuni credi (o credenze) hanno la possibilità di fregiarsi di uno speciale e pubblico avallo ad essere menzionati e diffusi (forse perché di moda), mentre per gli altri - in particolare, quelli tradizionali monoteistici - ci si dovrebbe addirittura quasi vergognare di professarli? E, soprattutto, chi stabilisce queste idiote graduatorie? Più che prendere al volo le occasioni per
parlare di Dio (sono le lezioni ad essere impartite!), il concetto da me espresso è che NOUNOU risponda da cattolica, visto che lo è e non mi sembra sia un delitto esserlo (né può opportunamente dimenticarsi di esserlo), non solo a domande di interesse religioso che la bambina crescendo potrebbe porle, ma anche di mostrare (o cercare di mostrare) come un cattolico si pone di fronte alle mille situazioni che la vita gli offre nell’ambito familiare, con la gente, con chi è nel bisogno, verso il Creato, su argomenti pregnanti quali la vita eterna, la morte…(davvero non capisco come il primo cretino di turno possa parlare liberamente su questi argomenti ed un cattolico, no e vorrei anche capire per quale astruso motivo ciò che quest’ultimo dice viene subito liquidato con insofferenza e superficialità!!!). La cattolicità non è un vestito che si mette solo in determinate occasioni; si vive da cristiani e da cattolici ogni giorno a 360 gradi, non solo quando si va in chiesa o quando si è specificamente interrogati su un argomento inerente la fede…
Evidentemente a te non scalfisce minimamente l'idea di LIBERTA' che tutti noi ex tdg abbiamo finalmente acquistato.
Evidentemente, occorre chiarire cosa si intenda per libertà e con che cosa questa libertà si relaziona. Dai racconti che leggo riguardanti le esperienze di ex TdG mi sono convinto che quella che tu chiami libertà io, invece, la chiamo: “
reazione di segno uguale e contrario”. Per intenderci, è come quando si mette sotto pressione una caldaia: quando la pressione arriva ad un grado di temperatura insopportabile il vapore premendo lungo le sue pareti la fa esplodere, liberandosi in tutte le direzioni; ma se la pressione all’interno della caldaia non avesse raggiunto livelli altissimi, questa non sarebbe esplosa ed il vapore non si sarebbe liberato. Mi spiego ancora meglio; è come quando una persona rimane legata ad una corta catena per 10, 15, 20, 30 anni potendo fare in tal modo solo pochissimi passi. Quando per un motivo qualsiasi la catena si spezza, la persona (non sentendosi più legata) come prima cosa comincia ad andare in tutte le direzioni senza una idea precisa, felice solo di poter compiere un atto - quello del camminare – che prima le era pressoché precluso. Qualcuno la chiama libertà, e forse lo è, ma per me è solo un “
girovagare senza meta”. La parola libertà, a mio avviso, presuppone responsabilità, consapevolezza, volontà (in positivo o negativo). Secondo un luogo comune libertà è intesa come la capacità di scegliere; in altri termini: tra un piatto di riso al sugo, uno di pollo arrostito, un altro di carne di manzo al forno con patate, io sono libero nella misura in cui posso scegliere uno di questi. In effetti, ci troviamo di fronte a quello che viene chiamato più propriamente “
libero arbitrio” quando, cioè, un individuo è posto davanti a due o più opzioni tra cui scegliere; senonchè tali alternative sono tutte condizionate e condizionanti e pongono l’individuo citato in uno stato di incertezza, ansia, dubbio, lacerazione, ripensamento (il libero arbitrio, per certi versi, è più una maledizione, uno svantaggio che una benedizione per l’uomo…ma qui entriamo in altri campi che ci porterebbero lontano dal discorso). Ciò che intendo dire è che non sempre una libera scelta è sinonimo di una
scelta libera: prendo il riso perché non posso mangiare pesante (diversamente, avrei scelto il manzo); scelgo il pollo perché ho l’azotemia alta (diversamente, avrei preso della carne rossa); prendo il manzo perché il riso non mi piace (se avessi imparato ad apprezzarlo, lo avrei mangiato). In tutti questi casi credo di aver fatto una libera scelta (ed è vero), ma questa scelta…
non è libera! Essa è sottoposta a dei condizionamenti. Per cui, se è questa la tua idea di libertà (quello, cioè,di una
libera scelta) allora ne deve ancora passare di acqua sotto i ponti!!!! Paradossalmente, solo quando non scegliamo più siamo veramente liberi! Se punto al piatto di riso perchè sono irresistibilmente attratto da esso e solo questo mi dà la soddisfazione di cui ho bisogno ecco che tutti i condizionamenti che avevo, cadono. Mi sono liberato da tutti i dubbi, le incertezze, i ripensamenti che prima mi impedivano di puntare direttamente ad uno dei tre piatti (cioè, il riso); non ho più bisogno di fare paragoni, di considerare altre alternative. E’ vero che sono libero anche di rinunciare al piatto di riso (posso sempre dire di no, alla fine), ma la scelta non si impone più: posso solo indirizzarmi verso il riso e basta. Così come quella persona legata alla catena per 30 anni potrebbe anche non volere camminare più; in quel caso la sua scelta è libera (in negativo, però) perché non ha considerato alcuna alternativa a ciò da cui si sentiva attratto più di ogni altra cosa (il non camminare, appunto).Qualcosa di simile avviene più o meno quando si è attratti da Dio: Egli ci riempie così tanto, ci prende in modo così totale che non c’è bisogno di confrontarlo con altro e ciò che altri possono offrire ci sembra non essere di un benché minimo interesse o avere un benché minimo valore. C’è solo Lui, non si è distratti da alcunchè; non abbiamo scelta perché…
non c’è scelta! (staremmo ancora a prendere in considerazione l’eventualità di salire su una collina quando l’alternativa è scalare l’Everest?) Siamo in definitiva privi di quei pesi, di quei preconcetti, di quei dubbi, di quei ripensamenti che possono impedirci di andare tranquillamente verso Colui che tanto ci attrae. A questo punto si può dire che siamo veramente LIBERI!!!!!!!! Certo, possiamo rifiutarci di accoglierlo (molti dicono “NO!” a Dio), ma la strada intrapresa, una volta percorsa, non ha deviazioni perché è solo a Lui che essa ci porta. Questo, a mio avviso, si intende quando diciamo di essere liberi. Ma poi, ripensandoci bene, che centra il riferimento alla “libertà degli ex TdG in questo caso specifico dove protagonisti sono: una mamma-nonna cattolica, una figlia che potrebbe diventare TdG, un genero ateo ed una nipotina di 16 mesi? BAH!!!!!!
Cara Nounou,il suggerimento di Irias mi sembra ,a mio modo di vedere ,il piu' saggio.
Questa frase, per me, è l’esempio di come quella libertà tanto vantata negli ex tdG, a cui facevi riferimento in realtà, non è completa, piena, consapevole. Certo, fisicamente e spiritualmente non si è più legati (sicuro?) all’Organizzazione, alla Sala del Regno, alle riunioni settimanali, agli ex fratelli…ma mentalmente la libertà affermata (e sognata) non è ancora un dato di fatto perché l’indottrinamento ricevuto ha intanto scavato un solco profondo, difficile da riempire in quattro e quattr’otto. (Non lo dico io, ma persone che hanno studiato il fenomeno geovista e gli stessi ex TdG sia nelle loro confessioni che nelle azioni poste in essere). Questa convinzione me la suggeriscono proprio le tue parole. Senza voler tirare acqua al mio mulino ho riletto il post scritto da me e l’ho confrontato con quello di IRIAS e devo dire che delle due l’una: o l’interpretazione data è inficiata dal preconcetto o la lettura è stata superficiale e poco attenta. Vediamo perché:
IRIAS scrive:
io credo che potresti essere un esempio per la tua nipotina vivendo in maniera altruistica, amando gli altri, rispettando le loro idee, perdonando chi ti ha fatto del male.
Freddie scrive:
per cui vivi da seguace di Cristo…Sii misericordiosa come misericordioso è il Padre nostro che è nei cieli. Sii il suo esempio sempre. Rispondi sempre con l'Amore.
E’ solo la mia impressione o abbiamo detto la stessa cosa, seppur con parole differenti?
Continuando….
IRIAS scrive:
Chissà se nella sua testolina non metta a confronto il tuo comportamento con gli insegnamenti della WTS scegliendo un domani di
vivere con Amore.
Freddie scrive:
e a questo punto quando sarà più grande ed avrà avuto esperienza di entrambi le fedi, secondo te, a chi crederà di più: ad una fede che vede nel destino degli uomini il bivio distruzione per molti-salvezza per pochi o in quella in cui ci si riconosce tutti fratelli di uno stesso padre che vuol portare tutti a sè? Crederà di più ad un'immagine di un dio terribile che punisce chi non lo chiama con un determinato nome o all'immagine di un Dio-Padre amorevole verso tutti i suoi figli e disposto a lasciarsi dare del TU? Credi che la tua nipotina capirà quale sia il valore della sua vita se rimane indifferente alle sofferenze altrui perchè: "se la sono voluta loro" o se spenderà la sua vita per gli altri così come le ha inseganato la nonna che lo ha appreso da Gesù? Credi che presterà più attenzione ad un dio che fulmina chi manifesta la propria gioia in una festa umana o la sua attenzione sarà attratta verso un Dio che partecipa Lui stesso per primo alle feste degli uomini?
Ancora una volta il concetto espresso dai due post è identico con la differenza che IRIAS è molto più sintetica di me!!!!!!
Ma davvero la differenza è tutta qui? No, la differenza che ha provocato la levata di scudi che
si poteva anche risparmiare è che IRIAS parlando dei sentimenti, delle azioni buone, dell’essere esempio per gli altri, ha fatto riferimento all’uomo e alla sua capacità di voler compiere e porre in essere azioni meritevoli e buone; mentre io, più esplicitamente, quelle azioni le ho ancorate a Dio, a Gesù e all’essere fedeli discepoli del Maestro così come è
scritto nei Vangeli (lasciando da parte le religioni), seppur con una interpretazione cattolica senza per questo considerarla abusiva in quanto riferita nello specifico a NOUNOU che - non dimentichiamolo – E’ CATTOLICA! (che interpretazione dovevo darle: Buddista?, Indù?, Geovista?, Evangelica?, Taoista?…). IRIAS ha suggerito di abbeverarsi alle acque di un placido fiume; io ho suggerito di abbeverarsi direttamente alla sorgente dalla quale il fiume prende vita ed alla quale è legato indissolubilmente; senza la sua fonte il fiume diventa un pantano e l’acqua, prima potabile, diventa putrida ed imbevibile. Del resto, dov’è che l’acqua è più limpida e pura: lungo il corso del fiume o dove il fiume sgorga e prende vita? Fuori metafora, tutto l’amore e il bene di cui l’uomo è capace se provengono solo da sé stesso e dalla sua volontà sono per loro natura incerti, fallaci, temporanei ed imperfetti. Solo se questo amore e questo bene trovano la loro origine, la loro sorgente in Dio – Amore assoluto ed Bene infinito – possiamo essere certi che siano durevoli, pieni, completi e universali. Perché non è dell’essere umano “
porgere l’altra guancia” quando, invece, si vorrebbe restituire al mittente dieci pugni nello stomaco; non è dell’essere umano “
pregare per chi ci fa del male” quando, invece, si è felici di poter augurare a questi tutte le sciagure possibili; non è dell’essere umano “
fare del bene a chi ci fa del male” quando, invece, si vorrebbe restituire l’offesa con gli interessi; non è dell’essere umano “
amare i propri nemici” quando, invece, si vorrebbe vederli sepolti sotto metri di terra con immensa gioia…Solo se torniamo alla Sorgente, alla Fonte Prima della nostra vita possiamo far sì che il nostro essere umani si trasformi da copie brutte e sbiadite in meravigliose, belle ed armoniose immagini riflesse di Dio così come lo era Adamo appena plasmato e chiamato alla vita tanto da far esclamare al suo Creatore: “Tob!” (cosa bella e buona). Insomma, per essere creature nuove occorre abbandonare “
le cose di prima” per riscoprire la bellezza di essere dei…
Tob model!!!!!!
Forse IRIAS pensava proprio alla Fonte-Dio quando ha scritto Amore con la A maiuscola!
Un fraterno saluto.
Freddie
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Risplenda su di noi, Signore, la luce del tuo volto. Il tuo volto, Signore, io cerco.