Scritto da: Bicchiere mezzo pieno 16/07/2006 19.46
Infatti, come conciliare l'idea di un Dio amorevole da mandare Suo Figlio come sacrificio per riscattare l'umanità con questo Dio tutto in preda ai suoi sbalzi di umore del capitolo 4 di Esodo?
E si continua ancora a sostenere che non c'è stata nessuna evoluzione teologica-dotttrinale nella stessa Bibbia, a partire dai libri del Pentateuco fino ai vangeli di Cristo? Solo un cieco potrebbe non accorgersene (e ci vuole cecità volontaria per farlo).
Ancora una volta questo dimostra che il messaggio biblico cristiano non risiede nell'AT ma nel VT, dove sono esposti i VERI principi come l'amare i nemici (nel VT i nemici bisognava odiarli) e dove risiede la vera natura di Dio, quella della compassione e della misericordia.
A parte che dev'essere ancora dimostrato che la resurrezione descritta nei libri post-pentateuci sarebbe dovuta consistere in una vita eterna qui sulla terra, ma poi, anche se così fosse, la venuta di Cristo ha cambiato le cose, sia teologicamente, che dottrinalmente, che nei principi morali, per cui ciò che l'AT dichiara a noi cristiani non tange assolutamente.
Tange solo leggendolo alla luce del NT. Ecco a cosa serve il VT, per capire meglio il NT.
Ciao Bicchierino!
Ho tentato di seguire la tua esposizione e di capire quella che dovrebbe essere l'ottica cristiana circa il rapporto che intercorre tra Antico Testamento e Nuovo,e meditavo:posto nei termini in cui l'hai esposto poco sopra,la questione (assai delicata) a mio parere rischia di persuadere il cristiano dell'esistenza di due verità,e due divinità distinte.
Non si può certo dimenticare che Gesù visse la Legge,e invito il popolo tutto a fare lo stesso,...credi che ai suoi occhi essa era realmente priva di giustizia,misericordia e compassione?
So,che in fondo desideravi solo dimostrare come attenendosi all'Antico Testamento e non anche al Nuovo il cristiano rischia di fare confusione.
In realtà,la questione della sopravvivenza dell'anima e del suo destino dopo la morte è stata sempre liberamente dibattuta in ambiente ebraico,e si sono prospettate diverse "possibilità". Come in tanti altri casi,l'ebraismo ha lasciato spazio un pò a queste diverse alternative.Non è univoca la Bibbia ebraica su questo punto,ed "allude" piuttosto che risolvere la questione una volta per tutte,proprio come è nello spirito ebraico,che è più orientato a vivere questo mondo piuttosto che a speculare sull'altro.
Così,ogni ebreo,oggi come all'epoca di Gesù, può liberamente credere che alla morte si "salga in Cielo",ci si reincarni, o si riposi in uno stato di quiescenza in attesa della resurrezione ect...
E' stato detto che i Farisei credevano nell'immortalità dell'anima o a qualcosa di simile al paradiso cristiano.
Non è del tutto errato.
La questione però è un pò più complessa poichè oggi noi sappiamo che Farisei non costituivano un unico blocco monolitico di credenze e dottrine, e tra loro coesistevano anche prese di posizioni diverse.L'ebraismo è più pluralista di quanto si è abituati a credere.
A me viene cmq in mente una storiella tratta dal Talmud,che narra le vicende di un famoso rabbi, che viveva all'epoca del Secondo Tempio.Egli,fu un uomo di grande bellezza interiore,un maestro appassionato,capace di operare miracoli.
Il suo nome era rabbi Chanina ben Dossa.
Un haggadah racconta che la sua amata consorte,prostrata dalla tristezza,chieda a rabbi Chanina di rivolgere una preghiera all'Eterno,per vincere la loro miseria.
Erano davvero poverissimi!Il marito operava miracoli e guarigioni per il popolo,ma non chiedeva nulla per sè.
Chanina non è granchè convinto,resta pensieroso ... e alla fine dice alla donna:"Non capisci?Se noi siamo poveri qui giù è perchè saremo ricchi lassù,dopo,in Paradiso".
E lei:"Perchè non domandi un anticipo?"
Rabbi Chanina alla fine cedette e si rivolse all'Onnipotente.
E la sua richiesta venne accolta.
Dal cielo scese un mano che reggeva una gamba da tavolo in oro!
Ma quella stessa notte,il saggio Chanina vide in sogno il Palazzo Celeste dove dimoravano i Giusti di tutti i tempi,e ciascuno di essi era seduto davanti una tavola d'oro a tre piedi.Vide anche se stesso seduto,solo che... egli pareva più malinconico degli altri.
Osservò meglio e capì:la sua tavola aveva solo due piedi!
All'alba raccontò ogni cosa alla compagna,e questa finì per ammettere che occorreva restituire l'anticipo celeste.
Rabbi Chanina pregò di nuovo, e una mano scese dal Cielo per riprendersi la gamba della tavola in oro.
Morale della Haggadah?
Il fariseo rabbi Chanina ben Dossa credeva a ciò in cui credono oggi la maggioranza dei cristiani:la ricompensa celeste per i giusti sofferenti,in questa vita,su questa terra.
Angela
[Modificato da Topsy 17/07/2006 0.17]