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E fui spogliata e fatta maschio": da questa memorabile e terribile frase tratta dal diario di una martire cristiana, Perpetua, processata il 7 marzo del 203 dc, a Cartagine, deriva il titolo di questo libro singolare.
Clementina Mazzucco, docente di Letteratura cristiana greca antica all'Università di Torino, ha scritto un testo, in gran parte cronachistico ma, per altri versi, avvincente. Un ritratto della condizione femminile cristiana nei primi secoli del Cristianesimo, il periodo delle più feroci persecuzioni romane.
Nella prima parte del libro si passano in rassegna, in modo forse un poco troppo piatto, i "reperti letterari" dell'epigrafia, della corrispondenza epistolare, della diaristica e della storia del tempo, accuratamente depurati da spinte agiografiche. Sfilano così nomi e figure di donne, immagini ignote nelle loro molteplici vesti di cristiane, di vergini, di vedove, di madri, di mogli, di diaconesse e di profetesse: Gratte, Marcella, Tecla, Quartillosia, Giuliana, Massimilla e Priscilla, Vittoria e Cristina.
Nella seconda parte, dove si tratteggiano taluni ritratti di donne (Blandina, Perpetua, Felicita), la prosa si trasforma, diventa viva e quasi vibrante, gli accenti sono emotivi e quasi partecipi. Le storie sono simili, nello sfondo di una comune ferocia, ma diverse per l'intensità della fede, della cultura e del contesto sociale e famigliare nel quale si esplicano.
La Passione di Perpetua e Felicita, autentico memoriale del III secolo, riportata in appendice nel libro, rappresenta un documento sconcertante di fierezza, di fede, di passione cristiana.
E si comprende perché, dopo duemila anni di Cristianesimo, anche con donne simili sia stato possibile costruire e tramandare una societas cristiana, forse diversa da quella allora preconizzata.
Si capisce quanto forte fosse e quasi predominante il ruolo delle donne nel primo cristianesimo, ad onta dei vari Origene, Tertulliano e Clemente Alessandrino che, poi, sulla scia dell'insegnamento paolino, avrebbero via via relegato le donne ad una funzione subordinata e di supporto dell' homo novus cristiano.
Ci sono almeno tre ragioni importanti per cercare questo libro e leggerlo con attenzione.
La prima è che le donne cristiane dei primi tre secoli del Cristianesimo nascente costituiscono un impareggiabile collegamento con la grande tradizione socio - culturale femminile dal mondo greco - romano ad oggi, passando per il difficile filtro del Cristianesimo.
La seconda ragione è che, dopo aver letto questo libro, queste figure di donne scomparse da sedici secoli ci parlano ancora con un linguaggio comprensibile e forte, quello della verità, della fede, del sacrificio. Non sono diverse da noi; hanno vissuto in anni terribili grandi traumi, penosi contrasti, anche familiari, defezioni gravi e sacrifici sovrumani, testimoniando il passaggio dal paganesimo imperante al cristianesimo paolino.
La terza, infine, e non ultima ragione è che questo libro è colto, drammatico, interessante e godibile, specie nell'ultima parte.
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saluti[Modificato da Francesca Galvani 02/12/2005 17.37] |