Arrivo un po’ in ritardo come al solito.
Simona dice che per “uscire” ci vuole soprattutto grande coraggio.
D’accordo, ma almeno per quanto mi riguarda, dove lo avrei trovato io questo coraggio? Senza i libri di R. Franz, Pollina, Aveta, (segue lunga lista). Senza il sito di Achlille e di altri (segue lunga lista). Senza l’aiuto degli iscritti alla ML e dei nostri forum. E non certo ultimo, senza la fondamentale vicinanza,e condivisione e sostegno da parte di mia moglie (TdG) che subito ha capito.
Il povero don Abbondio non sapeva dove trovarlo il coraggio, io ho avuto la possibilità di riceverlo da molte fonti, e mi piace pensare, con un po’ di presunzione, che anche il nostro Creatore, sia pure molto indaffarato, si sia interessato anche al mio caso.
Non ho avuto situazioni particolarmente imbarazzanti a far conoscere la cosa, già lo sapevano tutti . Probabilmente per il lungo periodo (40 anni) in cui ero stato TdG, ricevendo anche diverse responsabilità.
A parte pochissimi parenti (teocraticamente poco frequentati) l’ho detto, serenamente, affinché si sentissero più “liberi” di trattare nei miei confronti senza imbarazzi dovuti alla religione. Anche i pochi conoscenti non TdG ed ex colleghi (sono pensionato) già lo sapevano da altri.
Penso più che semplicemente il "dire" che si è lasciata la WTS il punto è spiegare il perché.
Dopo quarant'anni da TdG, illustrare il travaglio di mesi e mesi di ricerche, di notti insonni, di condizionamenti da rimuovere, ecc. , il conseguente abbandono non poteva certo essere illustrato nei dettagli a chi lo chiedeva.
Ho trovato più utile, che semplicemente “dire”, spiegare con poche parole, che avevo lasciato, non per contrasti personali, come talvolta può accadere (e qualcuno lo ha pensato di me), ma essendo venuto (finalmente ) a conoscenza di come stavamo realmente le cose nella WTS e quindi ho
dovuto e voluto fare l’unica cosa che ritenevo giusta. Nessun imbarazzo (quasi) per quello che prima “ero stato persuaso a credere”, e neanche ora per il profondo cambiamento che ho dovuto portare nella mia vita.
Non dico di essere senza alcun rammarico per aver vissuto una vita in un’Organizzazione di quel tipo, ma senza particolare vergogna, perchè gli anni che lì ho vissuto, mi piace pensare, che li ho vissuti sinceramente, ma su questo, e il mio comportamento nell’Organizzazione, il giudizio è meglio che li diano altri . :((
Anche oggi penso di vivere sinceramente la mia vita, giusta o sbagliata che sia, ma con una piccola importante aggiunta: COSCIENTEMENTE (sì si, proprio gridato!).
Tornando al coraggio una piccola aggiunta.
Già altre volte ho attirato l’attenzione su quello che considero vero autonomo coraggio: non “uscire” dai TdG, ma “diventarlo”, si, per poterne fare uscire la famiglia. Quello per me si che è vero coraggio. Leggete l’esperienza nel sito di Achille di Maurizio Pederzini e capirete.
Oops, scusate, ma spesso mi accade che invece di dare una risposta faccio un’autobiografia. :-((
Vostro
Muscoril/MAtisse
La verita' non danneggia mai una giusta causa. M. K. GANDHI