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Geovismo e psicologia: autocritica, autoesame, auto ed eteroaiuto fraterno

Ultimo Aggiornamento: 22/09/2009 23:59
17/01/2006 12:30
 
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Aiutateci a non disperdere le perle-idee forza-idee luce
Aiutando Bery nella sua appassionata e salutare ricerca di qualsiasi spunto di riflessione relativo a meglio conoscere la psicologia dei Testimoni, riporto qui la citazione di Bergman, raccolta da Gandhi e proposta alla discussione nel 3d "Non facciamoci buttar via", aperto in questa stessa sezione del Forum principale il 16/01/2006 14.42.
Nella speranza ovviamente che non sia già contenuta nelle ampie citazioni raccolte già da Geovologo. Ma repetita iuvant e, in ogni caso, sarà utile come invito a "forare" l'argomento partecipando agli interventi.
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«Tratto dal libro di Bergman “Salute mentale:

«BUTTARE VIA» LE PERSONE
L’alto tasso di malattia mentale tra i Testimoni è in parte dovuto al fatto che essi non ricevono dagli «anziani» l’aiuto di cui hanno bisogno. Inoltre gli «anziani» tendono spesso a «buttare via» le persone, cioè a risolvere le difficoltà rimuovendo le persone con problemi che gli «anziani» non sono in grado di affrontare. A questo punto la Società può affermare; «Noi, come gruppo, siamo migliori dei non-Testimoni». Adottando lo stesso criterio, gli ospedali potrebbero rivendicare un altissimo tasso di guarigioni, se si rifiutassero di ammettere chiunque ritengano di non poter guarire. Eccone un eccellente esempio...

Appena gli «anziani» vennero a sapere che ero psichicamente disturbata, per me fu finita. Non godevo più di alcuna credibiità e qualunque cosa io dicessi cadeva nell’indifferenza. Dal giorno del mio crollo nervoso avevano deciso di disassociarmi, ma avevano pensato di aspettare che mi sentissi meglio per farlo. Per loro, questo era amore cristiano.
Mi è ancora difficile credere che mi abbiano trattata in modo così miserabile, mentre stavo tanto male. Volevo morire e loro SAPEVANO che ero in uno stato di depressione suicida. La loro risposta a tutto è semplicemente quella che devi chiudere gli occhi e accettare ciò che ti viene insegnato senza far domande. Va in servizio, servi Geova, e tutto andrà bene. Beh, erano vent’anni che lo facevo e tutto NON ANDAVA BENE.
Avevo sviluppato una fobia per gli «anziani»; mi bastava sentire squillare il telefono per provare panico. Non volevo essere disassociata perché mia figlia era ancora Testimone. Volevo semplicemente «andarmene via», ma venni a sapere che non me lo avrebbero permesso. Come nella mafia, non si può lasciare i Testimoni in modo dignitoso.
La cosa peggiore era una paura indefinibile. Sapevo perché avevo paura degli «anziani». Erano prepotenti, arroganti e ritenevano di avere sempre ragione, ma quest’altra paura di cui soffrivo era terrificante. L’unica cosa che posso pensare è che il continuo lavaggio del cervello aveva cominciato a fare effetto. Evidentemente credevo veramente a quello che mi avevano raccontato per tanti anni ed ero terrorizzata dai demoni. Un verso del libro apocrifo di Sapienza colpisce nel segno dicendo: «Il timore infatti non è altro che l’abbandono degli aiuti del ragionamento»
(Sapienza, 17:12).

Molti Testimoni fanno ritorno all’ovile dopo simili esperienze, ma sono spesso molto amareggiati e per molti versi non sono e non saranno mai più le stesse persone. Come disse un Testimone: «Dopo che sei stato disassociato, è difficile poter servire Dio con l’amore di una volta. La gioia se ne è andata, sostituita da odio, rancore e, spesso, autocommiserazione». Ecco perché alle assemblee dei Testimoni si dice spesso che «i nuovi Testimoni sono proclamatori regolari; spesso i Testimoni che sono stati nella verità per anni sono meno impegnati, addirittura irregolari». I Testimoni soffrono del fatto che gli «anziani» commettono «spesso gli stessi errori quasi senza conseguenze, mentre se un proclamatore viene colto a peccare una sola volta, viene disassociato praticamente all’istante!».
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