Sono rare ma ce ne sono. Eccone un'altra...
Copio e incollo da
Esperienze vissute
3D Non frequenti? Ti molesto...
Post del 5/5/2006 22.03
di Francesca Galvani
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Le generalizzazioni sono sempre sbagliate.
Premetto che non sono mai stata una tdG battezzata, ma ho frequentato per lungo tempo i tdG, le loro case, le loro famiglie e la sala del regno.
In tutta onestà devo ammettere di aver conosciuto per la stragrande maggioranza dei casi delle persone splendide, corrette e molto disponibili. Quando ho deciso di non battezzarmi, hanno rispettato totalmente le mia scelta, non mi hanno mai importunata in nessun modo e anzi, il primo regalo che ho ricevuto per questa nuova gravidanza mi è arrivato proprio da un tdG conosciuto su internet unito da un meraviglioso bigliettino.
Con questo non voglio smentire chi ha avuto esperienze diverse, ma la colpa di qualche "testa calda" non può ricadere su tutti, questo sarebbe un comportamento molto scorretto da parte nostra.
cari saluti a tutti
Francesca
se hai bisogno di contattarmi scrivimi qui: francescaamati@libero.it
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Ci ragiono sopra
Quindi, quando un TG si comporta in maniera riprovevole non lo fa perché è un TG ma perché equivoca ciò che l'educazione ricevuta voleva inculcargli.
Eccezion fatta però per certe aberrazioni come il trattamento tagliente e disumano verso i disassociati e la negazione della trasfusione alle creature.
In quei casi l'intento sarà sì di obbedire a Geova e quindi il TG si sente a posto in coscienza. Coscienza che soggettivamente dobbiamo rispettare anche se pensiamo che quei comandi non vengano da Lui ma da una interpretazione distorta umana.
E' chiaro che Dio va obbedito anche quando la natura ne soffre. Ma io penso che la responsabilità personale resta, perché, di fronte a certe evidenze etiche, non vale l'obbedienza cieca al "Canale". Somiglia troppo a quella di tipo militare che a Norimberga non è stata sufficiente per assolvere i nazisti da ogni responsabilità.
Così come si deve obbedire a Dio piuttosto che agli uomini,
si deve anche obbedire piuttosto alla propria intelligenza che a quella degli altri quando la nostra ci dice: è follia!
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est modus in rebus